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Autore: Walpurgisnacht    29/10/2012    3 recensioni
Nerima è un paese diverso dopo Secrets. Incontrato gente, fatto cose, visto posti, rotto equilibri. Poi un ragazzotto con la bandana e il senso dell'orientamento di un opossum morto torna dopo un anno.
Avete preparato l'armatura per difendervi, vero?
[EIP fra _Mana e Kaos, seguito di Secrets of the Heart Split in Two]
Genere: Comico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome, Ryoga Hibiki, Ukyo Kuonji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Tu hai promesso COSA ad Ukyo?!"
Lo sguardo sconvolto di Ranma fece sentire Akane piuttosto colpevole - nonchè ancora più imbarazzata di quanto non fosse.
"Mi spiace, ok? Mi dispiace!" piagnucolò, implorando il perdono del fidanzato "Ma davvero non sapevo cosa risponderle, e mi guardava con quegli occhioni adoranti... cosa dovevo fare?!"
"Ma... un appuntamento a quattro? Seriamente?!" pigolò Ranma a sua volta, assolutamente impreparato di fronte ad una richiesta del genere.
"Perchè no? E' un idea carina, e poi..." disse, distogliendo lo sguardo da Ranma.
Quest'ultimo inclinò la testa, interrogativo. Ovviamente, non ci arrivava.
Akane lo guardò di nuovo, imbarazzata.
"...beh, io e te non abbiamo ancora avuto un appuntamento come si deve!"
"Veramente ne abbiamo avuti parecchi, che io ricordi."
"Non... dopo."
"Dopo cosa?"
Akane era allibita. Ranma riusciva ad essere l'apoteosi dell'idiozia, quando voleva.
"Dopo che io e te... ecco... DOPO!"
"Ma dopo cos... OH."
Akane alzò gli occhi al cielo. Finalmente aveva capito!
"Oh certo, dopo... ma anche tu, che non parli chiaramente!" borbottò imbarazzato.
"S-sei tu che dovresti capirmi al volo!" lo rimproverò, punta sul vivo.
"Però un appuntamento come si deve dovremmo averlo DA SOLI, ti pare?" sottolineò Ranma, giustamente.
"Ma è per una buona causa" chiosò Akane, sfoderando uno dei suoi sguardi più teneri "tu non abbandoneresti mai un amico in difficoltà, soprattutto Ucchan...".
Ranma deglutì, imbarazzato; Akane sapeva decisamente dove colpire.
"E poi non sapevo avessi tanta voglia di uscire da solo con me..." rise.
"N-non l'ho mai detto!" ringhiò, poco convinto e, soprattutto, troppo tardi. Akane stava già ridendo di lui.
"Certo, certo. Non l'hai mai detto. Ma sai, Ranma caro, che spesso il corpo e i gesti dicono più di mille parole?" proseguì lei nella sua instancabile presa in giro.
A Ranma uscì fisicamente del fumo dalle orecchie tipo sbuffo di locomotiva a vapore. Akane si stava divertendo da matti a metterlo in difficoltà e a ridere di lui.
"E poi davvero, tempo per uscire soli io e te ne abbiamo quanto ce ne pare" aggiunse, inusualmente... maliziosa.
Lui si voltò, incapace di reggere un attacco tanto subdolo. Incredibilmente Ranma Saotome, in quel preciso istante, aveva perso la sua aura di sbruffoneria e si stava comportando come un qualunque adolescente timido che ha appena chiesto alla più bella della classe se volesse fidanzarsi con lui.
"Va bene, va bene" disse nervoso "facciamo questo benedetto appuntamento a quattro e chiudiamola qui, altrimenti...".
"Altrimenti?".
"...".
"Ranma, questo silenzio ti fa apparire colpevole".
"E basta!".
Akane rise ancora. Era tremendamente divertente vederlo così in difficoltà, neanche fosse un cucciolo di foca.
"Su, rilassati ora e diciamolo anche agli altri. Maschio con maschio e femmina con femmina, ok?".
Ranma si rigirò come un fulmine, apparentemente sorpreso da quanto aveva appena pronunciato: "Perché mai?".
E alla più piccola delle Tendo sembrò di trovarsi improvvisamente in un asilo nido e di essere la maestra incaricata di insegnare al bambino tutto speciale a contare fino a tre.
"Ma hai la margarina nel cervello? Come credi che possa reagire Ukyo se sei tu ad andare a darle la notizia? E Ryoga con me?" fece, metà sconsolata e metà rassegnata all'ottusità del ragazzo.
Gli ci volle qualche secondo, e una faccia parecchio instupidita, per capire cosa intendesse. Poi si trovò d'accordo e si avviò verso il soggiorno, dove sperò di trovare Ryoga invece di vederlo perdersi in giro per Nerima. Lo stesso fece Akane andando in direzione della stanza degli ospiti, dove al contrario di lui sapeva di trovare chi stava cercando.

"CO-COSA?! UN APPUNTAMENTO A QUATTRO?!"
Ranma ebbe una strana sensazione di deja-vu nel vedere la reazione di Ryoga. Una copia esatta della sua, solo molto molto molto amplificata.
"Non chiedermelo, l'idea è stata di Ukyo e Akane ha accettato..."
"Ma ma ma" balbettò Ryoga in preda al panico "i-io non ho m-mai... ecco... non ho m-mai avuto u-un vero appuntamento..."
Ranma sollevò un sopracciglio, dubbioso.
"Scusa non eri uscito con quella Akari un paio di volte?"
"Si ma... non c'era poi molto feeling tra di noi. A parte, beh..." arrossì, quasi sussurrando "a parte la sua passione per i maiali..."
Ranma trattenne a stento una risata di cui fortunatamente Ryoga non si accorse, troppo impegnato ad autocommiserarsi. "Sai Akari era una ragazza tanto dolce e carina ma... non c'era nient'altro. Insomma, non mi piaceva in QUEL senso ecco..."
"...quindi vuol dire che Ucchan invece ti piace in QUEL senso?" chiese Ranma, stranamente acuto per una volta.
Ryoga sgranò gli occhi, rosso fino alle orecchie; Ranma sfoderò un sorriso da iena, divertito.
Era anche ora che toccasse pure a lui un po' di sollazzo, ecchediamine. Non era mica giusto che solo Akane avesse questo privilegio.
"Su Ryoga, dimmi pure tutto quel che hai da svelarmi riguardo la nostra cara cuoca" lo canzonò. L'altro divenne quasi viola.
"R-R-R-Ran-Ran-Ranma...".
"Che c'è? Ho toccato qualche punto dolente? Guarda che non hai nulla di cui vergognarti. Siamo fra maschi e nessuno andrà a dire in giro quel che mi confesserai adesso" provocò Ranma, sfoderando di proposito lo sguardo di uno che diceva una cosa e ne intendeva tutt'altra. Non che davvero volesse raccontare eventuali notizie scottanti, ma lo deliziava troppo essere inutilmente pungente nei confronti del suo amico-nemico.
Ryoga, pur con il poco autocontrollo che gli era rimasto, trovò un lampo di lucidità e cercò di recuperare una postura e un atteggiamento un po' più presentabili. Si impose di smettere di balbettare come uno col singhiozzo, tentò di stabilizzare il respiro e perse un po' del colorito anormale che gli riempiva la faccia. Il tutto con estremo disappunto di Ranma che vedeva il suo svago sciogliersi come neve al sole.
"Ebbene sì" disse poi l'eterno disperso, non ancora ritornato a uno stato psicologico normale ma notevolmente più calmo "non posso proprio negare che Ukyo... sì, diciamo che non mi dispiace in quel senso".
"Prego?" chiese Ranma, onestamente scombussolato da quanto aveva appena sentito.
"Oh insomma, mica sei sordo" rispose Ryoga, girando lo sguardo lontano da lui in modo ancora un po' impacciato "Mi hai fatto una domanda e io ti ho risposto sinceramente".
"Sì, ma... la tua cotta mostruosa per Akane?".
"Il fatto che sia innamorato mica vuol dire che non possa trovare altre ragazze di mio gradimento. E poi, se proprio non posso avere la medaglia d'oro temo che mi dovrò accontentare di quella d'argento...".
Al che a Ranma, per un motivo che non riuscì a spiegarsi, inizio a montare un neanche troppo lieve accenno di fastidio. Quel che Ryoga aveva detto non gli era piaciuto.
"Ritira quello che hai detto."
"Come?"
"Ritira quello che hai detto."
Ryoga osservò Ranma senza capire.
"Il fatto che Ukyo non sia Akane non fa di lei una seconda scelta" disse Ranma, imponendosi di stare calmo. Non voleva scatenare una rissa con Ryoga, non ora che le cose sembravano calmarsi; ma non gli era decisamente piaciuto quel commento su Ucchan, che fosse intenzionale o solo un'uscita infelice.
Ryoga finalmente sembrò capire, e sembrò quasi offeso.
"Ranma, ma per chi mi hai preso?!" ringhiò "Io non sono il tipo che offende una donna senza motivo, soprattutto se la considero un'amica!"
"Bene, perchè si dia il caso che sia la mia più cara amica" disse Ranma, serissimo "e un altro commento del genere te lo ricaccerei in gola con gli interessi."
In effetti, pensò Ryoga, quella frase suonava davvero male. "Mi dispiace, ammetto di essermi espresso nella maniera peggiore" ammise, giustamente imbarazzato "ma ti assicuro che non ho mai pensato ad Ukyo come una seconda scelta o altro, davvero."
Ranma annuì, sollevato.
"Però..." continuò Ryoga.
"Però...?" chiese Ranma, di nuovo all'erta.
Ryoga sospirò.
"Beh, Akane è stata un pò il mio grande amore e cercare di togliermela dalla testa è difficile" disse "quindi ammetto di aver pensato che uscire con Ukyo potesse essere un buon modo per farlo. Ma ti assicuro che non ho mai pensato a lei come rimpiazzo o peggio, ero sincero quando ho detto che mi piaceva!"
Ranma lo osservò in silenzio, per qualche secondo. Poi decise di credergli. Conosceva bene Ryoga e il suo senso dell'onore, ed era abbastanza sicuro che non sarebbe mai uscito con un'altra solo come rimpiazzo di Akane.
"Voglio crederti" annunciò infine "in fondo io e te siamo amici da tanto... P-Chan."
Insulti (da Ryoga a Ranma), risate (di Ranma), urla (di entrambi) e rumori di oggetti rotti su qualcuno (difficile dire chi dei due) lasciarono intendere ad Akane che l'idea di lasciar parlare Ranma con Ryoga era andata a buon fine, nonostante tutto.
E poi, sul serio? Lei che andava a dire a Ryoga di uscire con un'altra? Insieme a lei e a Ranma? Per tanto così poteva far che piantargli un pugnale nel cuore, gli avrebbe causato meno dolore e una morte più rapida.
Ora tocca a me, però.
Aprì la porta della stanza degli ospiti. Seduta sul futon c'era Ukyo, apparentemente distratta da qualcosa di invisibile.
"Oh, sei tornata" disse poi voltandosi verso la nuova venuta, la quale le sorrise e si avvicinò per sedersi vicino a lei.
"Akane" la interruppe.
"Che c'è? Qualcosa non va?".
"A dire il vero... sì. Ci ho ripensato. Non credo che sia una buona idea".
Eh?
"Scusa? Ci hai... ripensato? E perché?".
Prima di risponderle si alzò e cominciò a camminare in circolo nel centro della stanza, con la piccola Tendo che la osservava fissa.
"Ecco... il fatto è che... sarebbe troppo crudele nei confronti di Ryoga. E, non lo nascondo, nei miei. Nonostante tutta la mia buona volontà non mi sento ancora pronta a vedere te e Ranma in una vera e propria uscita romantica. Mi sento rosa dai dubbi, e dal fatto che potrei tentare qualche pazzia e rinnegare quest'ultimo anno di pace. Inoltre, se dodici mesi non sono bastati a me quanto credi che possa essere pronto il nostro turista della domenica? No no, cancelliamo tutto. Uscirò con Ryoga, ma non insieme a voi. Senza offesa".
Akane sospirò. Capiva che non era facile per lei, lo capiva sul serio. Ma non stava facendo niente per renderlo più facile e, se non fosse certa del contrario, si sarebbe trovata a pensare che lo stesse facendo apposta.
"Ukyo, diamine. Non puoi fuggire per sempre".
"Ah no? Io ci stavo facendo un pensierino..." scherzò, ma Akane evidentemente non la pensava allo stesso modo.
"Dico sul serio! So che non è facile da affrontare ma..."
"Ma lo sto già facendo" sorrise la cuoca "o non sarei qui a parlare con te, no?"
Akane si morse un labbro, pensierosa. In effetti non aveva torto...
Ukyo le si sedette accanto, posando le sue mani su quelle di Akane.
"Non dico di non esserti grata per quanto stai facendo, e per quanto hai fatto in passato" disse "ma ci sono ferite che purtroppo hanno bisogno di più tempo per rimarginarsi... e per quanto io sia davvero felice di avere la forza di frequentarvi come amica, temo che un appuntamento a quattro sia ancora difficile da mandare giù, per me."
Akane annuì, sospirando.
"Vista in quest'ottica, credo tu abbia ragione..." disse.
"Ciò non toglie" continuò Ukyo "che ho comunque intenzione di uscire con Ryoga. Sarà difficile senza un minimo di aiuto ma... è ora che mi metta in gioco, diamine!"
Akane sorrise, contenta della reazione dell'amica.
"Posso almeno aiutarti coi preparativi?"

"Quindi niente uscita a quattro?"
"Esatto, sarai contento immagino..." bofonchiò Akane, intenta a spaccare tavolette di legno durante il suo allenamento quotidiano.
Stranamente Ranma sembrò quasi deluso.
"E ora glielo dici tu a Ryoga che dovrà uscire con Ucchan da solo?" chiese Ranma, osservando la ragazza seduto su una pila di materassini.
"Esagerato, cosa vuoi che sia?"
"Se l'idea di uscire con lei in nostra presenza lo ha mandato in crisi, figurati cosa farà quando scoprirà che saranno loro due soli..."
Akane si fermò a riflettere. Ranma non aveva torto, in effetti.
"Oh beh, che si abitui all'idea" disse, interrompendosi solo per spaccare un'altra tavoletta "perchè se pianterà in asso Ukyo dovrà vedersela con me!"
"Beh, tanto almeno uno dei due dovrà accompagnarlo da Ukyo" rispose Ranma "o l'appuntamento salterà perchè lui si sarà perso, di nuovo..."
Akane fece una smorfia, ma sapeva che Ranma aveva ragione.
E poi, pensò quest'ultimo, forse non è del tutto un male che quei due escano da soli. Come Ucchan avrebbe sofferto nel vedere lui e Akane insieme, Ryoga avrebbe potuto star male per Akane. Avevano bisogno di concentrarsi solo sul loro appuntamento, senza distrazioni.
"Però..." disse improvvisamente Akane, interrompendo l'allenamento.
"Però cosa?"
"Ecco... non mi sento tranquilla a lasciarli andare da soli!"
...eh?
"Akane, che vuoi dire? Non sono mica bambini delle elementari!"
"Si, ma hai visto anche tu come entrambi vanno nel panico all'idea di uscire insieme!"
"Ma Ukyo ha anche ritirato la richiesta di un appuntamento a quattro, ricordi? Quindi non farti venire un'idea delle tue..."
"Ho un'idea!"
"...ecco, appunto."
"Potremmo seguirli!" squittì Akane, battendo le mani.
"...cosa?" chiese Ranma, incredulo.
"Ma si, solo per assicurarci che le cose vadano per il meglio!"
"Akane ti rendi conto che non è normale, vero?"
"Perchè no?" chiese, mettendo il broncio "E poi... con questa scusa potremmo anche avere il nostro primo appuntamento!"
"Eh certo, fare da stalker a un'altra coppia è sempre stato il mio ideale di appuntamento!"
Ranma non ci voleva credere. Lui, di solito l'essere più ritardato, ottuso e stupido del mondo quando si trattava di sentimenti... lui. LUI capiva che quella era un'idea orribile.
"No. Ci tieni a seguirli, rischiando di combinare chissà quali infernali casini? Fai pure. Io me ne lavo le mani. Non ne voglio sapere niente. Niente".
"Senti Ranma, non farne una tragedia! Si tratterebbe solo di spiarli da lontano e fare in modo di allontanare eventuali disturbi. Non muore mica nessuno, eh".
"Ma ti senti parlare? Saremmo noi i primi disturbi. Avanti Akane, mi stai dicendo che uno di noi due tontoloni resisterebbe all'impulso di intromettersi in qualche modo e rovinare tutto? Ti ricordo di quella volta che Ryoga ti ha invitata a casa sua per farti vedere i cuccioli di Biancanera cosa mi è saltato per la testa di fare. Vuoi che si ripeta una situazione del genere? In tal caso ti basta dirlo chiaramente, senza mascherare l'intento con belle parole caritatevoli e vuote come un piatto di riso dopo che siamo passati io e mio padre".
Akane fece due passi indietro e si portò una mano sul petto, all'altezza del cuore. Chi... chi era quello? Aveva sentito parlare di un film americano degli anni '50 in cui degli alieni invadevano la Terra e si sostituivano agli esseri umani prendendone le sembianze. Doveva essere successo lo stesso con Ranma, non vedeva altra spiegazione.
"Ma... abbiamo sempre fatto così" si trovò a obiettare in maniera meccanica, non particolarmente convinta di quanto stava dicendo.
"Appunto per questo non dobbiamo proseguire! Stiamo vivendo un momento di cambiamento epocale. Quant'è che non litighiamo seriamente io e te, eh?".
"Parecchio, in effetti...".
"Ecco. Adesso Ryoga e Ukyo stanno per uscire assieme. Loro due, quelli che fino a poco tempo fa avrebbero fatto di tutto per vederci separati e avvinghiati al loro braccetto come fedeli fidanzati. Io non riesco a credere che non possa liberarti da questi vecchi schemi!".
Ok, era tempo del diserbante per baccelli. Si stava davvero sfiorando il parossistico.
"Inoltre c'è un ulteriore motivo per cui non voglio" chiuse, ficcandosi improvvisamente un dito in bocca.
"Sarebbe?" chiese lei.
"Non voglio che il nostro primo appuntamento sia caotico e pieno di imprevisti...".
Akane sgranò gli occhi, intenerita.
"Chi sei tu, e cosa ne hai fatto del mio antipatico fidanzato?" disse, sapendo di provocarlo.
"Ooooh, quando fai così non sei per niente carina!" borbottò Ranma, voltandosi imbarazzato "E te lo meriti tutto quando te lo dico, ecco!"
Akane rise, osservando Ranma di spalle, intento a mugugnare sulla frase appena detta, e fingere di essersene pentito. Gli si avvicinò in silenzio e, cogliendolo di sopresa, lo abbracciò.
"Oh su, non fare così" disse, accoccolandosi contro la schiena del ragazzo "in fondo credo tu abbia proprio ragione..."
Ranma non disse nulla, troppo impegnato a mantenere la calma e non impazzire per l'imbarazzo di fronte a un'aperta dimostrazione d'affetto di Akane.
"Non sei carina comunque..." borbottò, senza troppa convinzione.
Akane per tutta risposta rise, stringendosi ancora di più a lui.
Conosceva il suo pollo, d'altronde.
   
 
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