Siate
clementi. E' la prima Neville/Blaise che scrivo. Premetto che io confido molto
nelle doti magiche del Neville dei libri della Rowling, talmente tanto che spero
di vederlo un po' più protagonista nel settimo libro. Ad ogni modo per questa
storia mi serviva un po' carente da un certo punto di vista e ho abusato del mio
ruolo di autrice.
La dedico a me stessa facendomi i complimenti per aver
finalmente passato un esame brutto e cattivo dopo il 30° tentativo e anche a
tutte le persone che sono nella situazione in cui ero io. Non disperate: i
miracoli accadono!
Carmilla1324
L'esame
"Adesso basta! Mi sono rotto! Smettila di
star li a compatirti. Esci subito dal bagno, vai al Ministero e passi quel cazzo
di esame, capito?"
"Ma io..."
"Niente ma! Insomma hai quasi trent'anni e
non hai ancora l'abilitazione per smaterializzarti!"
"Non ci posso fare
niente, ok? Quando sono li mi agito."
Blaise sospirò pesantemente.
"Avanti
Neville, apri questa porta!"
"No!"
"Neville?"
"E' inutile che insisti.
Non ci vado. Almeno così evito un'altra brutta figura."
"Tanto
ormai..."
Blaise non si accorse di aver dato voce ai suoi pensieri, ma
Neville sì.
"Cos'hai detto?"
Sembrava arrabbiato. Forse questa volta
Blaise era riuscito a trovare il modo di smuovere un po' l'inutile orgoglio
grifondoro che c'era nel suo uomo.
"Niente. Non ho detto niente."
"Non è
vero. Ti ho sentito Blaise."
"Cosa vuoi sentirti dire?"
"Pensi che non ce
la farò, vero? Ti sto deludendo."
Quel poco di rabbia che c'era prima nella
voce di Neville era scomparsa, lasciando il posto alla tristezza.
"No,
Neville. Non mi stai deludendo, ma non è da te arrenderti al primo ostacolo. Ti
ricordi quando siamo usciti la prima volta?"
Un sì arrivò flebile alle
orecchie del Serpeverde.
"Quante volte mi hai chiesto, più che altro fatto
capire, che volevi portarmi fuori a cena?"
"Tante."
"Già. Mi avrai mandato
l'equivalente della Foresta Amazzonica tra piante e fiori per convincermi, ma
alla fine ho accettato e ora ne sono più che felice."
La serratura scattò e
la porta si aprì. Neville fece qualche passo avanti. Aveva il viso arrossato e i
capelli in disordine, ma sorrideva.
"Anch'io sono felice. Molto."
Blaise
lo abbracciò cullandolo dolcemente poi gli prese il viso tra le mani guardandolo
dritto negli occhi.
"Vedi? Non ti sei arreso allora e non ti devi arrendere
adesso."
"Ma se c'è quella strega...strega non lo passerò nemmeno questa
volta. E' malvagia. E' uguale alla Umbridge."
"Non ti preoccupare. Sono
sicuro che non ci sarà."
"Ma..."
"Lo vuoi un bacio
portafortuna?"
"Sì!"
Fu un bacio tenero, dolce, rassicurante. Fu tutto
quello che Neville aveva bisogno per farsi coraggio.
"Bene. Ora sistemati e
vai! E' un ordine."
"Ok. Sarai qui quando torno...?"
"Certo. Ricordi?
Nella buona e nella cattiva sorte."
Neville sorrise e andò a
prepararsi.
Alcuni minuti più tardi tornò da Blaise con la scusa di farsi
sistemare il nodo della cravatta del completo blu che aveva scelto, ma in verità
voleva ricevere qualche altra rassicurazione e non serviva che Blaise parlasse,
bastava un suo sguardo.
"Allora, io vado."
"Andrà
bene."
"Speriamo."
"Ehi! Piantala di essere così pessimista. Non vorrai
mica farti scarrozzare da me per tutta la vita?"
Neville lo guardò
sorpreso.
"Scarrozzare? E questa da dove viene?"
"Oh! Niente.
Harry sta insegnando a Draco un po' di slang babbano. Devo averlo sentito dire
da lui."
Neville sorrise di nuovo, andò verso la porta del loro appartamento
ma prima di uscire si voltò di nuovo a guardare Blaise.
"A dopo."
"A
dopo."
* * *
Erano passate quasi tre ore da quando Neville
era uscito per andare al Ministero e non solo non era ancora tornato, ma non
aveva nemmeno mandato un gufo per far sapere com'era andato l'esame.
Blaise
era abbastanza agitato. Non gli piaceva aspettare.
Era forse la quarantesima
volta che percorreva frenetico il corridoio che portava all'ingresso quando
suonò il campanello.
Corse verso la porta aprendola in fretta e furia e si
trovò di fronte ad un immenso mazzo di fiori. Era un trionfo di colori e
profumi.
Qualcuno lo stava sorreggendo e Blaise riconobbe subito le mani di
suo marito.
"Neville sono bellissimi."
Il Grifondoro abbassò il mazzo e
Blaise notò che non era vestito quando era uscito di casa. Indossava un completo
nero come anche la cravatta. Aveva una camicia bianca e portava addirittura un
cappello.
Neville sorrideva sornione e Blaise sorpreso realizzò che
quell'abito non era un semplice completo, ma era una divisa. Era la divisa di un
autista.
Neville continuava a sorridere e facendo un leggero inchino
disse:
"Dove la scarrozzo, signore?"
Blaise lo abbracciò
stretto.
"Ovunque vuoi."
"Bene, allora Caraibi."
"Cosa?"
"Ne ho
bisogno. Oggi è stato incredibilmente faticoso. Devo rilassarmi."
"Non serve
andare ai Caraibi. Penserò io a te."
"Grazie di tutto Blaise."
Neville
baciò il suo Serpeverde e improvvisamente si smaterializzarono.
Destinazione: sconosciuta.
Fine