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Autore: BigEyes    30/10/2012    0 recensioni
" Puoi chiamarmi come vuoi, non mi importa. Mi faccio chiamare Half perché sono a metà: metà uomo e metà uccello, a metà tra la terra e il cielo"
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Aspetta!” la ragazza gli corse dietro, seguendolo fino all’ingresso del bagno. Lui si fermò di scatto, si girò verso di lei e la guardò alzando un sopracciglio. Lei per poco sbatté col viso contro il suo petto.
“ Vorresti seguirmi sotto la doccia, per caso?” domandò Half con una voce così sensuale da farla arrossire fino al collo.
“Cosa!?” strillò prima che lui le chiudesse la bocca, con la mano, ponendosi l’indice sulle labbra.
“ Ho capito, non era tua intenzione.” Affermò, prima di chiudersi la porta alle spalle.
 
La voce profonda del ragazzo le aveva fatto dimenticare il motivo che l’aveva indotta a seguirlo. Ritornata in sé, dopo aver scosso la testa, bussò una volta, sperando che non fosse entrato già sotto la doccia, ma lo scroscio dell’acqua le rispose.
 
L’acqua che scorreva, fresca e dolce dai suoi capelli, al collo, alle braccia, alle gambe, ai piedi, lo rilassavano facendogli dimenticare il presente.
 
Chiuse gli occhi, lasciandosi bagnare gli occhi dall’acqua corrente, inclinando la testa all’indietro, ripensò al suo primo ricordo: quella luce e il brusio di voci fredde e distaccate a cui non importava realmente di come si sentisse.
-          L’esperimento è riuscito – disse la voce di una donna.
-           Possiamo portare a compimento tutta l’operazione allora. – continuò un uomo.
Il giovane si sentiva frastornato, come se si fosse svegliato dopo un lungo sonno. Cercò di muovere le mani, ma il formicolio alle braccia gli fece pensare  che era da molto che non si muoveva. E poi , era legato da cinghie di cuoio che gli bloccavano i polsi, le caviglie e la vita.
 
Cercò di guardare oltre quella luce bianca, e poté vedere solo il soffitto grigio. All’improvviso lo  sovrastarono gli occhi scuri del volto canuto di un uomo, che gli puntò la torcia per controllargli i riflessi visivi.
-          Sei sano come un pesce figliolo, o forse dovrei dire come un’aquila. – si corresse con una risata. Le lievi rughe del viso divennero evidenti con la curva di quel sorriso che faceva intravedere dei bianchi canini.
 
 
 
 
 
 
 
“ E’ pronto!”
La voce della ragazza oltre la porta lo destò. Aprì gli occhi, si guardò allo specchio con occhi scuriti dalla rabbia. Non voleva flash back, voleva ricordi. 
 
“ Se non vuoi mangiare, non ho problemi di dieta io!” Solo Juliet, si, solo lei, gli faceva tornare il sorriso.
 
Le aprì la porta con  l’asciugamano attorno alla vita tenuta con una mano e un sorriso furbo. Lei deglutì e, mentre lo fissava negli occhi, si sforzava di controllare l’imbarazzo.
“ Mi darebbe il tempo di vestirmi signorina Juliet?”
 
Quella voce sensuale, quella maledetta voce, le sfiorava le orecchie per arrivare, dentro, in fondo, nell’anima.
 
“C..certo” esclamò la giovane spostandosi  dalla soglia col viso basso, coprendosi gli occhi con la frangetta “ e se dovessi avere bisogno di aiuto, non esitare a chiedere” lo informò alzando gli occhi verso la schiena nuda di Half.
 “ So vestirmi da solo grazie” ghignò lui prima di rivolgere uno sguardo interrogativo alle tre porte che gli paravano di fronte. “Quale delle tre porte mi consente di entrare nella stanza di tuo fratello?”
 
La ragazza gli si avvicinò e, senza alzare lo sguardo, gli aprì la porta alla sua destra e aspettò che lui la oltrepassasse.
“Sul letto ti ho preparato dei vestiti, spero siano di tuo gradimento. Come già detto, se hai bisogno devi solo chiamare.”
 
Lui la oltrepassò, fece due passi ed entrò nella camera guardingo. “Ora che mi ci fai pensare” iniziò Half , grattandosi la mascella, inclinandosi verso l’orecchio di lei, bisbigliandole “spesso mi risulta difficile spogliarmi. Sai com’è con queste ali…”
 
La ragazza con gli occhi sbarrati, avvertì un violento colpo allo stomaco, ma l’imbarazzo non le frenò la mano che sferrò un sonoro schiaffo alla guancia del mezzo-uomo, lasciandogli il segno delle cinque dita, prima di incedere verso le scale con lo sguardo accigliato.
“Ok, ho esagerato, ma stavo solo scherzando.” bisbigliò tra sé, prima di chiudere la porta.
 
In realtà non gli risultava per niente difficile spogliarsi, in quanto le ali potevano ritrarsi fin dentro la schiena e scomparire del tutto, ma gli faceva sorridere vederla imbarazzata, con quel lieve rossore attorno alle guance e gli occhi sorpresi da quella battuta: trasmetteva tanta tenerezza.
 
 “Chi si crede di essere per parlarmi in quel modo?” pensò Juliet scendendo le scale ed entrando nella sala da pranzo.
“Cos’è successo cara?” le domandò il padre, mettendo in tavola una teglia di cosce di pollo.
Juliet inspirò profondamente per calmare la rabbia e cercar di far tornare il battito del cuore ai sessanta battiti al minuto e rispose con un largo sorriso sarcastico“ Nulla.”
“Se lo dici tu…ah! Half caro, siediti altrimenti si fredda!” esclamò il padre.
 
Juliet lo osservò sedersi accanto a lei con la coda dell’occhio. Era bello, di una bellezza angelica ma allo stesso tempo emanava sensualità terrena.
La maglietta bianca semi aderente, l’aveva scelta apposta, lo doveva ammettere, e i jeans chiari stretti evidenziavano i quadricipiti.
 
Si sedette appoggiando i gomiti sul tavolo in modo che  il palmo di una mano coprisse il dorso dell’altra per posare il mento sulla stessa.
 
Juliet lo contemplava e lui se ne accorse. La fissò quando lo sguardo della giovane arrivò a posarsi sui suoi occhi turchini. Fu come una sfida.
 Lei cercò di guardare dentro la sua anima attraverso quegli specchi, ma non ci riuscì: il calore alle guance fu come un allarme per la giovane.
 
“Ecco a te” soggiunse il padre di Juliet, servendo la coscia di pollo fumante all’eroe.
“Oh, grazie sire, ma…la signora non ci raggiunge?” chiese ingenuamente.
Il padre lanciò uno sguardo alla figlia che abbassò il volto al piatto vuoto. Half rivolse lo sguardo preoccupato prima al padre poi alla figlia e deglutì..
“ La signora è in un posto migliore”sorrise di cortesia.
 
Gli occhi di Half si sbarrarono, mentre con uno scatto la giovane si alzava spingendo violentemente la sedia alla parete “vado a dormire, non ho fame.” 
  
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