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Autore: RakyKiki    31/10/2012    5 recensioni
[Sterek]
Dal prologo.
"Stiles Stilinski era sempre stato un ragazzo particolarmente loquace, sin da quando era piccolo aveva avuto il vizio di parlare a raffica e quando qualcosa non andava lo si capiva subito, poichè la parlantina veniva sostituita da un silenzio di tomba. Quel giorno sapeva che qualcosa non andava, si era svegliato insolitamente prima del solito e con una senzasione di un peso che lo opprimeva. Aveva passato tutto il giorno sull'orlo di una crisi di panico e sperava vivamente che nella missione di quella sera non succedesse nulla di brutto."
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 5.

Alla fine l’ultimo giorno era arrivato.

Stiles quella mattina si era svegliato presto ma invece di svegliare il lupo con i suoi lamenti si era limitato ad osservarlo.

In quei nove giorni aveva imparato a conoscere meglio Derek, aveva scoperto un nuovo lato del suo carattere che non mostrava spesso: era gentile e premuroso.

Certo i ringhi non erano mancati, ma con il passare dei giorni erano stati sostituiti dai sorrisi spontanei dell’Alpha, così belli da mozzarti il fiato ed illuminare il cielo a giorno.

Stiles poteva ormai definirsi dipendente da quei sorrisi, tutte le volte che Derek gliene rivolgeva uno sentiva crescere un calore nel centro del suo petto che si propagava poi per tutto il corpo, facendolo sentire come se stesse volando alto nel cielo.

Mentre si perdeva nel ricordo dell’ultimo sorriso che il lupo gli aveva rivolto appena la sera prima, Stiles non smetteva di fissare il viso del licantropo: aveva le labbra socchiuse, la fronte leggermente aggrottata ed i capelli arruffati.

Non riusciva a capire come mai si fosse legato così tanto a Derek, e per giunta da un giorno all’altro!

Che poi, era davvero successo tutto negli ultimi giorni, o era sempre stato legato a lui?

Sin dalla prima volta che l’aveva incontrato nel bosco con Scott si era sentito a disagio, per non parlare di quando gli aveva quasi tagliato un braccio, di quando gli aveva sbattuto la testa sul volante senza un apparente motivo, di quando gli aveva salvato il culo da Isaac e quando lui a sua volta lo aveva salvato dal Kanima, per non parlare di quando se l’era ritrovato in camera sua, lo aveva inchiodato alla porta e poche ore dopo gli aveva prestato una maglietta, con annesso spogliarello ovviamente.

Quella volta, o come gli piaceva chiamarla “la volta di Miguel”, più che sentirsi a disagio doveva ammettere di essersi sentito piuttosto su di giri e di aver indugiato più del dovuto sugli addominali del ragazzo.

“Va bene, va bene! Ammettiamo che gli fossi legato già da prima, cosa vorrebbe dire? O meglio cosa dovrei fare? Oppure meglio ancora, cambia qualcosa? E poi cosa vuol dire che gli sono legato? Certo lui è Derek Hale, Derek-sono-un-duro Hale, Derek-sourolf Hale, Derek-sono-un-figo-e-per-metterlo-in-chiaro-indosso-per-dormire-ma-anche-normalmente-magliette-che-mettono-in-risalto-i-miei-muscoli Hale, mentre io sono solo Stiles Stilinski, il semplice umano. Non potrebbe mai funzionare tra noi! Che poi, cosa dovrebbe funzionare? Un’amicizia, una relazione stabile, una relazione breve, una botta e via… Aspetta non posso averlo pensato davvero! Ho davvero pensato ad una botta e via con Derek? In effetti non sarebbe tanto male… Stiles Stilinski basta con questi pensieri! Concentrati su altro! Ad esempio… Oh guarda che bel quadro che c’è su quel muro! E che bel ragazzo ha dormito con te in questi giorni: un bel viso, un corpo da far impazzire chiunque, una bella voce… Ok, ok ora la smetto!” Pensava Stiles in un turbinio di parole mute che volavano nella sua testa.

Emise un suono contrariato quando l’ennesima visione di lui e Derek in atti poco casti irruppe nella sua mente. Ma perché ci aveva pensato?!

A quel punto il licantropo, disturbato dal turbinio d’emozioni del ragazzo, si svegliò sbuffando e girandosi verso il bambino disse:
“Puoi smetterla di farti mille seghe mentali su qualsiasi cosa tu le stia facendo e calmarti? Mi fai venire il mal di testa con tutti questi sbalzi d’umore.”

Stiles si calmò subito, ma non perché glielo avesse chiesto il lupo: semplicemente era rimasto incantato dallo sguardo che Derek gli aveva rivolto.

Si affrettò a disincantarsi e ad indicare al lupo la propria pancia: se avesse pensato ai suoi bisogni primari, magari sarebbe riuscito a distogliere la sua attenzione dal lupo.

 

 

Appena sveglio Derek percepì chiaramente quella gran moltitudine di pensieri ed emozioni che affollavano la mente di Stiles: era incredibile la velocità con cui passasse dalla felicità, all’ansia, al terrore, all’allegria, al triste e… cos’era quell’odore vagamente speziato? Non riusciva a capirlo, era stato talmente veloce da non riuscire a capirlo.

Sapeva che quel giorno sarebbe stato l’ultimo che avrebbe passato con il ragazzo.

Ormai non tentava di nascondere a se stesso di essersi legato a Stiles, quando il piccolo rideva sentiva il proprio cuore esplodere di felicità, quando metteva il broncio gli veniva da ridere e quando dormiva restava le ore a fissarlo. Si riprometteva ogni sera di trattarlo meglio una volta che fosse tornato ragazzo, anche se il pensiero del fiume di parole che avrebbe inondato le sue orecchie sarebbe stato sicuramente incredibile.

Aveva la netta sensazione che la trasformazione non fosse solo opera di suo cugino, sicuramente anche suo zio doveva essere coinvolto. Il motivo restava un mistero però.

 

Una volta che ebbe dato da mangiare a Stiles, gli ebbe fatto il bagno e cambiato il pannolino e dopo averlo depositato sul divano davanti alla televisione, Derek andò dallo zio, entrando nella stanza senza bussare.

“Certo Derek, entra pure.” Disse ironico il licantropo.

“Sei coinvolto anche tu, credo di averlo capito questo. Non capisco il perché.” Disse laconico l’Alpha.

“Bhe, diciamo che era l’unico modo per farti comprendere cosa volessi realmente. Senza contare una piccola vendetta per avermi tagliato la gola ma hei, ormai è acqua passata!” rispose Peter avvicinandosi al nipote, che lo guardava serio.

“Oh andiamo, non sarai arrabbiato?” chiese ed il ringhio di Derek fu una risposta più che chiara.

“Derek, Derek, Derek, ringrazierai me e tuo cugino quando questa storia sarà finita!” concluse Peter oltrepassando il nipote ed uscendo dalla stanza.

 

 

La giornata la passarono insieme Derek e Stiles: prima a guardare un po’ di TV, poi al parco, a pranzo a casa di Scott ed il pomeriggio restarono a casa, un po’ a dormire e un po’ a guardare un film di Jim Carrey.

La cena passò velocemente, così come il resto della giornata, e presto Stiles crollò tra le braccia di Derek.

Il lupo lo portò in camera e lo mise dolcemente sotto le coperte, fece una barriera di cuscini ed andò a lavare i piatti.

Poco dopo era a letto vicino al bambino che dormiva beato, e tentava di prendere sonno, con scarsi risultati.

Le cose sarebbero davvero rimaste le stesse, o sarebbero cambiate il giorno seguente?

La risposta era ovvia: sarebbero cambiate.

In meglio o in peggio non lo sapeva.

Perso in questo pensiero il lupo cadde tra le braccia di Morfeo.

 

 

 

Stiles quella mattina si svegliò che il sole non era ancora sorto.

Non ricordava di essersi addormentato aletto, probabilmente Derek doveva avercelo portato.

Come a voler palesare la cosa il lupo russò, ma il suono non proveniva da dove Stiles si aspettava: invece che provenire dalla sua sinistra il suono proveniva da sotto di lui, più precisamente da sopra la sua testa.

Si accorse di essere praticamente spalmato sul lupo che intanto continuava a dormire tranquillo.

Il suo corpo appariva fin troppo piccolo rispetto al giorno precedente e Stiles capì di essere tornato ragazzo.

Stranamente la cosa non lo rese così felice quanto avrebbe dovuto.

Dato che Derek non accennava a svegliarsi il ragazzo decise di riprendere a dormire e ricadde in un sonno profondo.

 

Si svegliò poche ore dopo e notò con piacere che il lupo dormiva ancora.

Non era più nella posizione precedente: ora era su un fianco ed era abbracciato al lupo come un koala si attacca ad un ramo di un albero.

Si strinse un po’ di più a Derek ed il tocco di qualcosa sulla sua coscia gli fece capire una cosa spiazzante: era nudo, e anche il lupo lo era e… cos’aveva appena toccato con la coscia?

Al solo pensiero sentì le guance imporporarsi ed il cuore gli prese a battere velocemente.

Doveva assolutamente calmarsi.

Certo la situazione non era delle migliori, ma almeno Derek dormiva ancora.

Decise di non pensarci e richiuse gli occhi e invece di calmarsi ripiombò tra le braccia di Morfeo.

 

Derek correva.

Faceva freddo, era buio e correva.

Ad un tratto il terreno sotto i suoi piedi scomparve, e Derek precipitò nel buio.

Si ritrovò sdraiato, il volto a contatto con le foglie e le radici del sottobosco.

Era tutto dolorante e non riusciva a rialzarsi.

Dopo quelli che parvero anni una mano comparve davanti al suo viso.

Alzò gli occhi per vedere il proprietario dell’arto ed incontrò le iridi caramellate di miele fuso di Stiles, che gli sorrideva.

Alzò una mano e la mise su quella del ragazzo e si sentì subito meglio.

Fu in quel preciso istante che Derek si svegliò.

Si accorse subito del corpo di Stiles, ormai tornato normale, avvinghiato al suo.

Il ragazzo era immerso nel dormiveglia e continuava a stringersi a Derek, come se questo fosse un peluche, ed il lupo non riusciva a non pensare al sogno.

Cosa significava?

“La persona di cui dovresti fidarti non si fida affatto di te Derek.”

Le parole del veterinario risuonarono nuovamente nella sua testa, questa volta sotto una luce diversa:

allora credeva che quella persona fosse Scott McCall, ma ora capiva di essersi sbagliato. Non era Scott, ma il suo migliore amico, l’unico essere umano abbastanza pazzo da stare con un branco di licantropi: Stiles Stilinski.

Doveva fidarsi di quel logorroico ragazzino iperattivo, il messaggio del sogno era più che chiaro ed il suo subconscio, nel momento il cui affidava la propria mano a quella del ragazzo, aveva già deciso per lui.

Come se lo avesse nominato Stiles si svegliò ed alzando il viso, in modo da poter guardare il licantropo negli occhi, disse:
“Tadan! Sono tornato normale! Mi era mancato poter parlare sai?” e si strinse un po’ di più al lupo, appoggiando meglio la testa sul suo petto.

“Stiles…” sussurrò Derek, ma non era il solito ringhio, era qualcosa di completamente diverso:

un misto tra un avvertimento ed una supplica.

Stiles si ricordò nuovamente di essere come mamma lo ha fatto, così come il lupo, e si accorse di essere irrimediabilmente intrecciato con il corpo del licantropo.

Invece di allontanarlo da sé Derek inaspettatamente lo abbracciò ed iniziò a disegnare dei piccoli cerchi sulla sua schiena, emettendo un verso simile alle fusa di un gatto.

“Non sapevo che oltre ad essere un licantropo tu fossi anche un gatto, sourwolf!” esclamò Stiles.

“Shut up.” Rispose laconico il lupo continuando ad accarezzarlo.

 

Restarono in quella posizione per quelle che sembravano ore, ormai il sole era sorto e splendeva radioso nel cielo azzurro fuori dalla finestra.


“Ammettilo, ti mancherà prenderti cura di me! Ero un bambino adorabile e buono! E quante ragazze attiravo! Non credo di essere mai stato così gettonato in vita mia!”

Disse il ragazzo, alzando il viso e trovando il lupo che lo osservava.

“Che c’è? Ora ricominci con i silenzi, i ringhi e i musi lunghi?”

“Ti preferivo di gran lunga prima, almeno stavi zitto.” Rispose sbuffando Derek.

“Ma va! In realtà le mie chiacchiere ti sono mancato ne sono sicuro!”

“Se ne sei convinto…” rispose il lupo, dopodiché chiuse gli occhi.

 

Stiles rimase a fissarlo come incantato, i due volti incredibilmente vicini, il respiro del licantropo sul suo volto.

Aveva un’idea pazza, assurda ed incredibilmente irresponsabile che gli ronzava per la testa, e la voglia di portarla a compimento era veramente troppo forte per essere ignorata.

Si sporse un po’ di più, finchè le loro labbra non si toccarono in un bacio lieve.

Stiles sentì una scarica elettrica percorrere il suo corpo, mentre Derek spalancò gli occhi stupito.

Il ragazzino si staccò subito dopo, senza riuscire a distogliere lo sguardo dalle iridi ormai rosse del lupo.

 

Derek era impreparato, totalmente impreparato, e quando le sue labbra toccarono quelle di Stiles il lupo dentro di lui iniziò ad ululare e provò a prendere il sopravvento.

Il ragazzino si allontanò fin troppo presto dalle sue labbra e quando lo fissò vide nei suoi occhi l’ansia e allo stesso tempo la curiosità.

Il suo lupo interiore aveva preso definitivamente il sopravvento.

Senza pensarci due volte prese tra le mani il volto di Stiles e lo riavvicinò al proprio, per poi unire nuovamente le loro labbra in un bacio vero dal sapore amaro della frustrazione, dall’essenza fresca della speranza, dal gusto piccante dell’istinto e dall’odore forte del desiderio.

Si staccarono per riprendere fiato ed in quel preciso istante Peter entrò nella camera.

“Sono contento vi siate avvicinati voi due. Ora però venite a fare colazione, che i pancakes si raffreddano!” disse con un sorriso vincitore sul volto, per poi uscire dalla camera.

I due ragazzi si guardarono per un momento negli occhi ripesando alla scena appena vista e scoppiarono a ridere un istante dopo.

 

Le cose sicuramente non sarebbero state più le stesse, ma chissà perché questa prospettiva non era poi così spaventosa.

NdA:

Salve bella gente!
Eccoci giunti all’ultimo capitolo, ma non disperate: a breve arriverà l’epilogo di questa pazza avventura!
Che dire, spero che il capitolo vi sia piaciuto, mi sono sforzata  per renderlo decente ed un po’ più lungo.

Fatemi sapere cosa e pensate con una recensione, mi fa sempre piacere leggere le vostre opinioni! :D
Detto questo ringrazio tutte le persone che recensiscono, che leggono la storia in silenzio, che l’hanno inserita tra le ricordate, le seguite o le preferite: grazie davvero!
Ringrazio anche le persone che mi hanno inserita tra i loro autori preferiti, mi fate sentire onorata *-*

Ed infine ringrazio SilviAngel, senza la quale non avrei mai potuto scrivere questa storia incredibilmente matta :)

Un bacio a tutti, e arrivederci al prossimo capitolo!

Kiki.

   
 
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