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Autore: Walpurgisnacht    31/10/2012    4 recensioni
Nerima è un paese diverso dopo Secrets. Incontrato gente, fatto cose, visto posti, rotto equilibri. Poi un ragazzotto con la bandana e il senso dell'orientamento di un opossum morto torna dopo un anno.
Avete preparato l'armatura per difendervi, vero?
[EIP fra _Mana e Kaos, seguito di Secrets of the Heart Split in Two]
Genere: Comico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome, Ryoga Hibiki, Ukyo Kuonji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Passarono tre giorni.
Ryoga era rimasto a casa Tendo per tutto il tempo, preoccupato com'era di finire in Indonesia per errore. Non c'era stato alcun incidente di nessuna specie. Ranma era stato inusualmente tranquillo e poco provocatorio, ben conscio del fatto che la situazione era stabile e non era saggio movimentarla inutilmente. A parte un momento, durante un pranzo, quando un piccolo diverbio rischiò di montare in un vero e proprio litigio, subito disinnescato da Akane e Kasumi.
Ukyo invece era tornata al suo solito tran-tran al ristorante, privata però del prezioso aiuto di Konatsu. Ogni tanto, specialmente prima dell'apertura e dopo la chiusura, si concedeva un attimo per pensare a lui e chiedersi se stesse bene o se potesse aver bisogno di una mano per qualcosa. Poi sospirava e riprendeva l'attività momentaneamente interrotta. Pensare a lui la inquietava e si ripetè più di una volta che non le faceva bene, non con un appuntamento all'orizzonte.
Poi un giorno la porta dell'Okonomiyaki Ucchan, ormai deserto, si aprì all'improvviso e vi entrarono Ranma, Akane e Ryoga al gran completo. La padrona di casa non si aspettava quella visita, quindi si trovò colta in contropiede.
"Ehi, ragazzi... che ci fate qui?" chiese mentre usciva da dietro il bancone per andar loro incontro.
"Ukyo, Ryoga ha qualcosa da chiederti" rispose vispo Ranma, scostandosi per permettere all'altro ragazzo di farsi avanti. Il quale altro ragazzo avanzò tenendosi una mano sulla nuca, imbarazzato.
"Ecco... Ukyo... io... volevo sapere... ecco sì, volevo sapere... se stasera può andare bene per te... per quella cosa...".
"Quella... cosa?"
"S-si insomma, i-il n-n-ostro a-a-a-appunt..." balbettò imbarazzatissimo e incapace di completare la frase.
"Aaaah, il nostro appuntamento... si beh, penso possa andar bene. Va bene se passi... anzi, passate" si corresse, immaginando che avrebbero dovuto di nuovo accompagnarlo fin lì per evitare di perderlo per strada "per l'orario di chiusura?"
"S-si, perfetto!"
"Bene!" sorrise Ukyo, e per tutta risposta Ryoga rischiò di morire dissanguato a causa di una delle sue solite perdite di sangue dal naso.
Toccò a un non particolarmente entusiasta Ranma trascinarlo fuori e riportarlo a casa.
Rimaste sole, Akane sfoderò un sorriso poco rassicurante.
"C-che... che c'è?" chiese Ukyo, un pò inquieta.
"C'è che è ora di renderti bellissima per il tuo cavaliere!"
Ukyo avvampò. Decisamente non era abituata a farsi bella per un ragazzo; aveva passato troppi anni dall'altra parte della barricata, dimenticando come ci si comporta da donna.
"Oddio, non so da che parte iniziare" balbettò, cominciando a camminare su e giù per la saletta "non so nemmeno se ho qualcosa di adatto da mettere!"
"Per questo sono qui!" sorrise Akane, mostrandole un paio di borse piene di abiti "E se non dovessero bastare, chiamiamo i rinforzi!"
"Rinforzi...?"
Ukyo ebbe uno strano presentimento su chi potessero essere i "rinforzi".
E subito si sentì una specie di Barbie in mano a una bambina.
Prese a suonarle un allarme furioso nella testa. Stava per cadere in una tagliola imbevuta di arsenico e non ci sarebbe stato modo di sfuggire.
Tergiversa. Temporeggia. Cerca una via di fuga. Presto. Subito. Ora.
"E... E Ryoga? Chi lo prepara lui, eh?" gettò in un fiato, sperando di distrarre la sua aguzzina quanto bastava.
"Lui è in salde mani, non preoccupartene troppo" rispose Akane, sfoderando un sorriso da iena ridens.
Ukyo si sentì le ginocchia come fatte di burro. Era spacciata.
"Bene" disse ancora Akane, cominciando a spintonarla lievemente "è tempo della vestizione. Andiamo, andiamo".
"Ma... ma...".
"Niente obiezioni, Kuonji. Non vorrai mica presentarti in condizioni meno che perfette, voglio sperare?".
"Sei crudele, Akane!".
"È solo il nervosismo a farti parlare così. Ti assicuro che non sarà spiacevole e il risultato finale ti lascerà senza fiato. Quando si tratta di altre persone sono una stylist di talento".
"E per te stessa?" la punzecchiò Ukyo.
Akane non rispose e lasciò che un velo di malinconia le coprisse il viso per qualche secondo. Poi recuperò il buonumore e la spinse via, dirigendola verso camera sua.
-
"Ma non sarà un po' troppo... vistoso?" chiese Ukyo mentre si osservava dubbiosa allo specchio, abbastanza grande da prenderla a figura intera.
Akane, seduta sul letto, la squadrò un attimo e decise che no, non era troppo vistoso. Si trattava solo di una maglietta nera traforata sulla schiena, neanche in zone critiche, e un paio di jeans assolutamente anonimi.
"No, non direi" commentò con nonchalance, onestamente stupita da come qualche abito ben scelto potesse valorizzare una persona a livello estetico.
"Ah no? E questo come lo spieghi?" ruggì Ukyo voltandosi verso di lei. La scollatura era pericolosamente profonda e lasciava intravedere parecchio. Il rossore delle sue guance era quasi palpabile.
Akane inclinò la testa, osservandola.
"Ma dai, non è poi COSI' scollata..." mentì, cercando di convincere sia se stessa sia Ukyo "E poi ti sta benissimo!"
"Ma... e se Ryoga pensasse male? Che mi sono vestita... così solo per p-provocarlo?!"
"...e non è così?" sorrise maliziosa Akane, trattenendo a stento un risolino nel vedere Ukyo così imbarazzata e nel panico.
"C-c-come?! AKANE!"
"Calmati, scherzavo" rise la piccola Tendo, affiancandosi ad Ukyo e osservando i loro riflessi nello specchio. Ukyo continuò ad osservare la sua mise, dubbiosa.
"Io non credo tu abbia nulla di cui preoccuparti, davvero. E' vero, la scollatura è un pò provocante, ma oltre questo non c'è nulla nel tuo completo che faccia pensare a te come una ragazza facile o peggio! E poi, qual'è il problema se per una volta mostri un pò più di pelle del dovuto?"
"Non so, io... non sono abituata..."
"Appunto, signorina Kuonji, è ora che ti abitui!" chiosò Akane, in un tono che non ammetteva repliche "Sei una bella ragazza, ed è ora che inizi a ragionare e valorizzarti come tale! Vedrai, Ryoga rimarrà di stucco!"
Ukyo rimase in silenzio, riflettendo sulle parole di Akane. Forse era davvero ora di buttarsi alle spalle la vita da maschio, e provare invece come si sta nei panni di una ragazza.

"Ranma, tu sei sicuro di quello che fai... si?"
"E dammi un pò di fiducia P-chan, su!" borbottò Ranma, immerso nell'armadio alla ricerca di abiti per Ryoga "E fermo con quel pugno! Ti ho visto sai? Un altro passo e da Ukyo ti ci porto come maialino nero!"
Ryoga fermò il pugno a mezz'aria, arrossendo. Inspirò lentamente, imponendo di calmarsi. L'idea dell'appuntamento lo rendeva incredibilmente nervoso, ma scoprire di non avere niente da mettersi lo aveva mandato nel panico più totale.
"Certo che devi essere proprio disperato per rivolgerti a Ranma come stilista per la tua uscita galante, Hibiki..." commentò Nabiki, che seduta sul pavimento osservava la scena con perfido divertimento.
"Hai forse qualche idea migliore, Nabiki?" chiese Ranma, stizzito.
"Forse" sorrise lei, fiutando l'odore di un affare "ma ovviamente vi costerà un pò..."
"Sei veramente una sanguisuga, Nabiki" sputò Ranma con veleno "Si può sapere cosa vuoi da noi, ora?".
L'interpellata si alzò e si spolverò dagli eleganti pantaloni la polvere. Al momento non c'era ancora una chiara fonte di guadagno, ma il solo fatto di essersi aggregata a quei due ragazzi rozzi e senza stile apriva le porte a molte possibilità. Una parola di troppo, un gesto equivoco, una foto compromettente. Poteva venir fuori di tutto da quelli lì, e lei sarebbe stata pronta ad approfittarne. In quel preciso istante, però, non aveva ancora in mano niente di concreto e decise di prendere tempo, aspettando e sperando che la gallina dalle uova d'oro le cadesse magicamente fra le braccia.
"Nulla, Ranma caro. Nulla. Solo aiutarvi a rendere questo appuntamento davvero memorabile" disse melliflua, con il suo solito tono da vipera mascherata da pecorella. Si avvicinò ai maschi, ancora accanto all'armadio, e vi posò lo sguardo.
Orribile. Qua non c'è nulla di adatto per un appuntamento.
"Non ci siamo proprio, giovanotti. Con quello contenuto in questo guardaroba non ci si potrebbe vestire nessuno con un minimo di buonsenso" sentenziò gelidamente.
Senza neanche aspettare diede loro le spalle e si avviò alla porta.
"E ora dove vai?" pigolò Ryoga.
"Vi conduco dove si può rimediare qualcosa di decente. Su, andiamo".
L'eterno disperso stava per seguirla quando sentì una mano sulla propria spalla. Si voltò e vide Ranma che lo osservava con uno sguardo mortalmente serio.
"Ryoga, guardami bene: non fidarti di una sola parola pronunciata da Nabiki Tendo. Non una. Non esiste al mondo persona più infida e scorretta".
Ryoga deglutì rumorosamente. Sapeva abbastanza bene che l'avidità di Nabiki non aveva pari, e che c'era gente in tutta Nerima che aveva debiti con lei - come i fratelli Kuno, avidi acquirenti affamati di foto di Ranma e della Ragazza con il codino.
Quello che Ryoga non sapeva era ciò di cui Nabiki era capace quando intravedeva denaro e sollazzo personale in una qualsiasi situazione.
"S-si ma... ha appena detto che può aiutarci" balbettò Ryoga, lanciando sguardi inquieti a Nabiki. Quest'ultima era in attesa sulla porta, e sorrideva loro come la più falsa delle venditrici di pentole porta a porta.
"Puoi continuare a scavare nell'armadio di Ranma, rimediandone solo boxer sdruciti e bluse cinesi, oltre a qualche pacchiano smoking che nessuno eccetto lui oserebbe indossare" commentò Nabiki, sostenendo con noncuranza l'occhiataccia lanciatale da Ranma "oppure puoi venire con me. E scoprire un mondo fatto di stile ed eleganza che ti renderà un uomo nuovo. E, ovviamente, farà cadere Ukyo ai tuoi piedi!"
Ryoga sgranò gli occhi, come se all'improvviso avesse visto la luce.
"Ranma, mi dispiace... sono un debole" disse in tono solenne "ma io a questo appuntamento ci tengo!"
Ranma lo fissò, gli occhi ridotti a due fessure.
Sapeva che Nabiki li avrebbe dissanguati come una vampira.
-
"Visto, cosa ti dicevo? Nabiki Tendo non sbaglia mai."
Ryoga osservò il suo riflesso nello specchio del camerino, incredulo; non era abituato a vedersi in abiti diversi dalle solite bluse che usava per allenarsi, ma doveva ammettere che Nabiki sapeva il fatto suo.
"Wow sono... colpito, ecco" balbettò, continuando a rimirarsi allo specchio.
"E tu che volevi dar retta a Ranma" disse Nabiki, sistemando la camicia di Ryoga.
Incredibile come un semplice completo giacca e cravatta piuttosto casual potesse fare di lui una persona nuova. Persino Ranma si costrinse ad ammettere che forse affidarsi a lei non era stata un'idea del tutto malvagia, e anzi approfittò lui stesso della situazione, alla ricerca di qualcosa che potesse stare bene anche a lui. In fondo, anche lui aveva un appuntamento a cui pensare - ma questo era meglio che Nabiki NON lo sapesse.
"Vanesio..." commentò quest'ultima, osservando il codinato provare una camicia con cravatta e gilet "è proprio una donna, in questi casi."
Poi tornò a guardare Ryoga, che faceva decisamente la sua bella figura.
"Però, Hibiki, se non fossi già impegnato con la nostra bella cuoca ci farei un pensierino..." scherzò, osservando Ryoga cambiare colore e ricominciare a balbettare.
"Su su, non morire" tagliò corto "dimmi piuttosto, sei soddisfatto?"
"D-direi di si" rispose "n-non so davvero come ringraziarti, Nabiki..."
"Oh tranquillo" sorrise melliflua la ragazza "tu e Ranma troverete un modo... te lo garantisco."
E ad entrambi si gelò il sangue nelle vene.
"Ecco" sussurrò Ranma a Ryoga "quando ti dicevo di non fidarti di lei, era esattamente QUESTO che intendevo!"
"Su Saotome, non fasciarti la testa prima di essertela rotta. Per ora, e sottolineo quel PER ORA, ve la cavate a buon mercato. Mi limiterò a farvi pagare i vestiti che, vorrei ricordarti, comprate voi per vostro uso. Al netto io non ne guadagno niente. Ci sistemeremo in futuro" sibilò Nabiki dopo essersi avvicinata all'orecchio di Ranma. Il quale Ranma sentì un brivido di pura fiamma farsi un coast to coast dalla base del collo fino al sedere.
Erano rovinati. Nabiki Tendo li avrebbe prosciugati come si prosciuga una spugna quando la strizzi con massima forza. Essere in debito con lei voleva dire vivere in una bolla di rinfacciamenti e minacce più o meno velate.
Addio libertà spensierata, è stato bello conoscerti. Vieni a portarmi le arance ogni tanto.
Sospirò rumorosamente. Se non altro avevano trovato dei bei vestiti per i rispettivi appuntamenti. E a tal proposito, si scoprì a pensare che non aveva ancora fatto la fatidica proposta alla sua bella.
Chissà come se la stavano cavando quelle due...

"Ukyo, sul serio. Sei una bomba" trillò tutta felice Akane rimirando per l'ennesima volta il suo capolavoro: una Ukyo Kuonji sexy senza essere volgare, ben truccata ma non con chili di cerone in volto, pettinata a modo e che emanava una gran carica sensuale.
Fece due passi indietro per osservarla meglio e ripensò a quella volta in cui, per scherzo, le fece una battuta sull'essere dell'altra sponda. In tutta onestà, se proprio avesse dovuto cedere con qualcuna, lei sarebbe stata un'eccellente candidata.
"Dici? Io mi sento tremendamente imballata..." mormorò quella, per nulla consapevole di quale effetto la sua attuale persona poteva avere su tutti i maschi del circondario.
"Fidati di me. Ryoga ti cadrà ai piedi neanche gli avessero messo dei pesi ai gomiti. Sei fantastica. Su, guardati allo specchio e dimmi che non farai faville".
Lei ubbidì e si vide, bella come il sole. Era davvero rifiorita. La figura che lo specchio le restituiva non ricordava per nulla la timida ragazza insicura di sé e dei propri mezzi fisici. Tutt'altro.
"Cavolo, sì. Faccio la mia porca figura. E devo ammettere che avevi ragione quando dicevi che la scollatura aiuta molto...".
"Eh, so con chi abbiamo a che fare. Danno un sacco di peso a... quelle. Anzi, beata te che hai qualcosa da mostrare" commentò con una punta di malcelata invidia.
Ukyo sollevò un sopracciglio, incuriosita.
"E tu da quando dai tanta importanza a certe cose? Voglio dire, hai sempre avuto una schiera di ammiratori ai tuoi piedi..."
Akane ebbe il buon gusto di arrossire.
"Oh, se intendi Kuno e gli altri folli che mi sfidavano ogni mattina, non li ho mai tenuti troppo in considerazione..." borbottò, arricciando una ciocca di capelli attorno a un dito "Diciamo che è diventato un fatto di discreta rilevanza da quando hanno iniziato a farmi notare come io sia poco carina, poco femminile, rozza, maschiaccio e..."
"Aaaah, è questo il nocciolo della questione" commentò Ukyo, ridacchiando "un certo ragazzo col codino che è assolutamente incapace a fare un complimento come si deve..."
"O che preferisce ragazze più formose e femmili" ringhiò Akane, improvvisamente tornata con la memoria ai tempi in cui "rozza" era la cosa più carina che Ranma era capace di dirle.
"Ma se così fosse ora voi due non sareste una coppia ufficiale" suggerì Ukyo "o sbaglio?"
Akane la fissò, rossa in volto. Un punto per Ukyo.
"Io non credo tu abbia nulla di cui preoccuparti. Forse non ci hai mai fatto caso, ma ho visto come Ranma ti guardava di sottecchi, certe volte" confessò "e ti assicuro che lo sguardo non era quello di qualcuno che ti ritiene un maschiaccio, credimi. Ti ho invidiata parecchio, sai?"
"Oh..." fu l'unico commento di Akane, che si ritrovò spiazzata dalla rivelazione di Ukyo.
"Cosa cosa? Mi stai dicendo che, anche prima del Gran Casino, non ti eri mai accorta di come Ranchan ti buttasse ogni tanto gli occhi addosso? Il prosciutto che hai, o avevi, al posto delle palpebre era crudo o cotto? Mi stai stupendo. Dico sul serio. Era così evidente che persino un cieco se ne sarebbe accorto".
Le si avvicinò e le mise le mani sulle spalle: "Akane, quel ragazzo ti ama da tanto tempo. È per te che ha sfidato serpenti a ottantaquattro teste, principi megalomani e divinità fenice. È con te che si stava per sposare. Noi spasimanti lo ignoravamo volutamente, preferendo sovrapporre alla realtà un velo di menzogna comoda. Ma se avessi chiesto a uno sconosciuto di frequentarvi per un giorno intero costui, salvo cataclismi, avrebbe di sicuro pensato che stavate insieme anche senza sapere dell'accordo fra i vostri padri. Non dubitare mai di lui. Non farlo. Vi incastrate alla perfezione, come due pezzi contigui di un puzzle".
Akane, che aveva abbassato la testa, la rialzò improvvisamente e fissò Ukyo direttamente negli occhi: "Perché... perché mi dici questo?".
"Prendilo come ringraziamento per il trattamento di bellezza, amica mia" sorrise civettuola la cuoca facendole l'occhiolino.
"Si vede che è passato un anno, vero?".
"Si vede sì. All'epoca mi avrebbe fatto un male del diavolo parlare così apertamente di voi due come coppia. Forse non ci sarei neanche riuscita senza cadere per terra in preda a un mezzo colpo. Adesso sento solo un pallido dolore in gola, qualcosa che riuscirò a scacciare facilmente. E poi io ho un appuntamento stasera, non fa bene a nessuno perdersi in ricordi evanescenti".
Akane le sorrise. Come aveva fatto a considerare la propria vita felice senza una preziosa presenza come quella di Ukyo al suo fianco? Non se ne capacitava. Più passavano i giorni e più si rendeva conto che aveva trovato un tesoro inestimabile in lei.
Si commosse leggermente. Quando Ukyo, preoccupata dallo sguardo strano che le stava rivolgendo, la abbracciò chiedendole se tutto andasse bene...
Ci vollero parecchi fazzoletti per calmarla.
   
 
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