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Autore: roby_lia    02/11/2012    3 recensioni
E così alla fine hai vinto, mi hai annientato, anche se forse non come avevi immaginato.
Mi hai ridotto a frammenti, tenuti insieme solo da questa pelle che mi diventa più stretta, giorno dopo giorno.
Ma ora non ce la faccio più, ho bisogno di te.
Ho sempre avuto bisogno di te, per quanto non l’abbia mai ammesso. E tu c’eri sempre, senza che io dicessi una sola parola.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki, Thor
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Di maschere e d’amore
 
Una voragine. Ecco cos’è restato di te.
Una voragine che, per quanto cerco di riempire con i ricordi di noi due, si fa sempre più fonda.
Perché prima o poi mi sveglio sempre. Mi sveglio e tu non ci sei.
In tutti questi anni sono stato cieco. Non riuscivo a capire cosa ti avesse spinto a farlo. Ero davvero convinto che tutti non potessero fare altro che volerti bene. Io di certo non potevo evitarlo.
Non riuscivo a capire di cosa parlavi quando dicevi di essere odiato da tutti.
Ma ora ho capito. Perché tu non ci sei più e Asgard è invasa da … sollievo.
Tutti sono sollevati per la tua morte. Tutti tranne Madre, Padre ed io, gli unici che piangono la tua morte ma non possono darlo a vedere perché siamo i giusti ed onesti regnanti di questo mondo, e non sia mai che ci dimostriamo deboli, vero?
Cerco di andare avanti.
Fingo una felicità che non provo solo per evitare che tutti mi chiedano ancora come sto.
Fingo di distrarmi, di divertirmi come un tempo.
Fingo di non ricordarti dietro ogni singolo angolo di questo palazzo a prenderti gioco di me, con quel tuo malizioso sorriso.
Dannatamente adorabile.
Cerco di andare avanti, ma è terribilmente difficile. Perché da lungo tempo mi sono dimenticato che eri tu quello per cui, semplicemente, valeva la pena vivere.
Era per te che combattevo, per proteggerti da ciò che avrebbe potuto essere troppo forte.
Era per te che non mi arrendevo mai neanche nei casi più disperati, per poter ritornare e rivedere il tuo sorriso, stanco e affaticato, ma sempre così… tuo.
Dicevano che eri il più debole, il più inadeguato per questo mondo, ma si sbagliavano.
Perché, benché tu fossi più piccolo, abbiamo combattuto insieme la prima battaglia.
Più gracile, più debole, più sbagliato, ma sul campo di battaglia prima di tutti.
Soltanto per non lasciarmi solo ad affrontare per la prima volta i clamori della guerra.
È stato proprio in quello scontro che indossai la maschera per la prima volta. La maschera del guerriero senza paura, orgoglioso e sicuro di sé.
Ma pian piano la maschera è diventata talmente tanto parte di me che il confine si è dissolto.
Ciò che mi distrugge più di tutto è che quella maschera la misi per te, per infonderti coraggio. Per farti credere che tutto sarebbe andato bene.
Dovevi vederti quella mattina, gli occhi spalancati dall’agitazione e dalla paura. Eri poco più che un bambino, ma non ti sei tirato indietro. Il mio piccolo, adorabile, testardo.
E io misi quella maschera per te. Ed è per colpa di quella stessa maschera che ti ho perso. Per sempre.
Ho cercato di andare avanti, soprattutto per Madre e Padre, hanno già sofferto abbastanza.
Ho cercato un’altra ragione. Ho pensato ad Asgard, a Midgard, a Jane, ma niente ha abbastanza valore.
E così alla fine hai vinto, mi hai annientato, anche se forse non come avevi immaginato.
Mi hai ridotto a frammenti, tenuti insieme solo da questa pelle che mi diventa più stretta, giorno dopo giorno.
Ma ora non ce la faccio più, ho bisogno di te.
Ho sempre avuto bisogno di te, per quanto non l’abbia mai ammesso. E tu c’eri sempre, senza che io dicessi una sola parola.
Ma questa volta è diverso. Sei andato in un luogo dal quale non puoi tornare, neanche attraverso una delle tue scappatoie.
Questa volta è il mio turno di raggiungerti. Raggiungerti per non lasciarti mai più.
Mi sembra quasi di sentire la tua voce, offesa ed annoiata, mentre mi chiedi che diavolo ci faccio lì. “Io non sono tuo fratello”, urlerai contro la mia risposta.
Ma non importa. Se vuoi vederlo in quel modo va bene, tanto per te ho provato sempre qualcosa che andava oltre l’amore fraterno, oltre ogni vincolo di sangue o di amicizia. Oltre ogni singola cosa.
Qualcosa che tenevo nascosto, perché un guerriero, soprattutto se diventerà re, non può abbassarsi a provare sentimenti, non può permettersi di farsi guidare dal cuore.
Ora so di non essere un guerriero, ma un vigliacco in verità.
Un vigliacco che non ha avuto il coraggio di combattere per te.
Un vigliacco che non ha il coraggio di vivere senza di te.
 

********************

Ti è sempre stato facile capire tuo fratello.
Bastava che alzassi gli occhi al cielo e potevi dir con esattezza cosa gli passasse per la testa. Thor è sempre stato così emotivo, non ha mai saputo controllarsi.
Molto più facile capire lui che te stesso, vero?
Anche ora non sai spiegarti quella strana sensazione che ti tormenta da qualche giorno.
Non sai spiegarti perché sei tornato.
Per vedere il dolore che provoca la tua assenza?
Per vedere se il potente Thor ha già riparato ai tuoi errori?
Ti aggiri silenzioso, un’ombra tra le ombre, attraversando i corridoi di quella che una volta chiamavi casa.
Hai sempre saputo come non farti notare. Era come attirare l’attenzione, il tuo problema.
Un’altra fitta allo stomaco ti distrae dei tuoi pensieri.
Un presentimento. Sei tornato per una schifosissima sensazione. Brutta, terrificante, annientante sensazione.
Alla fine arrivi al tuo obbiettivo. A quella stanza, buia nonostante la tempesta che infuria all’esterno.
Entri, silenzioso come sempre. Lui non c’è.
Ma è un’altra cosa che attira subito la tua attenzione. Una lettera, con il tuo nome scritto sopra.
Thor non è mai stato uno che riflette, sempre più portato all’azione che al pensiero.
Questa volta si è sforzato alla ricerca delle parole giuste. Lo puoi vedere dai tratti pesanti, dalle tante cancellature.
Vorresti scherzare con te stesso, dirti “Oh, ma allora Thor sa davvero scrivere!”
Non ci riesci, la tua mente segue quel vortice di pensieri scritti tra le tue mani, nero su bianco.
Cerchi ancora di convincerti che è un falso, che non può essere vero.
Tu, l’ingannatore per eccellenza, sei stato ingannato.
Combatti, come hai sempre fatto.
Combatti contro la voglia di ghignare perché ora sei tu l’unico e solo erede al trono.
Combatti contro la voglia di correre in giro per il palazzo, urlando il suo nome.
Analizzi velocemente ogni ripercussione, ogni singola possibilità. Ma questa volta non trovi la soluzione. Asgard è troppo grande da setacciare e il tuo tempo potrebbe già essere scaduto.
“Sul precipizio, vicino alla gola del fiume. Dove andavate a giocare da bambini”. Sobbalzi al suono di quella voce.
Heimdall, colui che tutto vede, alla fine ti ha scoperto.
Hai già pronto sulla lingua un incantesimo che ti porterebbe mille mondi lontano da lì. Ma non lo usi.
“Bhe, allora che aspetti ad andare a salvarlo?” ringhi in difensiva.
“Non sono io quello che può salvarlo, Loki”
“E dovrei farlo io?” Lui ti scruta in profondità. Una cosa che odi perché ti sembra che a quegli occhi niente di te sia celato.
“Se così non fosse, allora perché sei ancora qui?” Sobbalzi a quelle parole, però ti decidi a ricambiare lo sguardo penetrante del Guardiano. Alla fine ti arrendi.
“Dannazione! Dannazione a te e a quell’idiota di Thor! Dannazione, dannazione, dannazione!”
Imprechi mentre lanci l’incantesimo che ti porterà da lui.
Imprechi e non vedi il sorriso soddisfatto della Sentinella. Già tu, il dio del male, quello odiato da tutti, in tutti i mondi, sei riuscito a strappare un sorriso alle labbra di Heimdall, il Bianco.
Lui ti ricorda ancora, da bambino, a gambe incrociate sul bordo del ponte dell’arcobaleno. Entrambi fissavate in silenzio l’orizzonte.
Gli occhi dell’adulto alla ricerca di pericoli.
Uno dei quali era seduto vicino a lui.
Gli occhi del bambino alla ricerca di risposte.
Risposte arrivate solo troppi anni dopo, rovinando ancora di più quell’esistenza.
 

*******************

Imprechi nuovamente, contro la pioggia che ti ha già stonfato.
Poi la tua attenzione viene attirata da una figura su una sporgenza.
Sotto di lui le ondate impetuose del fiume si abbattono contro i massi.
Sopra di lui il terreno più solido, la salvezza.
“Thor!” abbai infuriato e quello si gira con gli occhi colmi di sorpresa. Non pensava che la morte sarebbe stata così rapida e indolore. Poi si accorge di sentire ancora il suo cuore battere. Si accorge di continuare a respirare, a soffrire.
“Loki? Tu … tu sei…”
 “Togliti immediatamente da li brutto idiota!” gli ordini ricacciando indietro l’agitazione. Lui fa un sorriso triste.
“Perché? Se morissi sarebbe tutto più facile per te”
“Si ma così non avrei la soddisfazione di ucciderti con le mie stesse mani”. Lo guardi dall’alto e poi fai una cosa che sorprende perfino te stesso.
Gli allunghi una mano.
Tu a lui.
Era sempre stato il contrario, eri sempre stato tu ad aver bisogno di un aiuto.
Perché eri il più debole.
Perché eri stato spinto a terra da qualcuno degli altri ragazzi.
Perché stavi per lasciarti cadere dal Bifrost.
Avevi sempre immaginato che quel gesto facesse sentire tuo fratello potente e magnanimo.
Sognavi da anni quel momento, quando finalmente i ruoli si sarebbe invertiti. Quando sarebbe stato lui ad aver bisogno di te, per una volta.
Quel momento in cui avresti assaporato tutto il potere di quel semplice gesto.
Ma non è come avevi immaginato, non c’è nessuna soddisfazione, non ti senti per nulla superiore.
Casomai ti senti disperato.
Disperato dalla possibilità che lui non accetti il tuo aiuto.
Disperato dalla possibilità che anche lui ti abbandoni.
“Sbrigati stupido idiota!” gli ordini… lo implori. Lui sposta lo sguardo dalla tua mano al tuo volto, bagnato dalla pioggia. Potrebbe giurare che alcune di quelle gocce siano salate.
Finalmente si decide ad allungare la sua mano e tu l’afferri, prepotentemente, iniziando a trarlo in salvo.
Serri i denti, stringendo la mano di tuo fratello fino a farti male. E finalmente lui è in salvo.
Vi guardate a lungo negli occhi, entrambi riprendendo fiato.
Poi tu esplodi, inizi a urlargli contro tutto ciò che ti passa per la mente.
Lui continua a fissarti e, quando finalmente ti decidi a zittirti, si getta su di te, abbracciandoti.
Si nasconde contro la tua spalla, il possente guerriero.
Tu fingi di non notare i singulti che gli scuotono le spalle, le lacrime, trattenute così a lungo, che ti bagnano il collo, le parole smozzicate, tutto ciò che riesce a dire sensato è il tuo nome, che continua ripetere.
Esattamente come lui finge di non sentire la delicata stretta con cui ricambi il suo abbraccio, le esitanti carezze per cercare di tranquillizzarlo.
“Sei tornato” sussurra infine contro il tuo collo, allentando di poco la stretta intorno a te. Solo di un poco.    
Per un po’ sopporti, lo abbracci e ti lasci abbracciare, ma alla fine inizi ad agitarti, cercando di spezzare quella stretta.
“Loki…” mormora angosciato, quando perde la stretta su di te e tu inizi ad allontanarti.
Ti giri, continuando a camminare all’indietro, guardandolo esasperato.
“Forse non te ne sei accorto, ma sta diluviando. Ora, capisco che tu sei il dio del tuono e compagnia bella, però se la memoria non mi inganna neanche tu sei a prova di raffreddore” ricordi con u sogghigno, tornando a dargli le spalle.
Dopo qualche passo ti accorgi che lui è ancora lì, immobile.
“Allora? Ti vuoi dare una mossa?”
Sobbalzando, si risveglia dai suoi pensieri, raggiungendoti di corsa e lasciandosi guidare da te.
Strano, ora si potrebbe dire che la tua luce è diventata la tua ombra.
 

***********

“Che posto è questo?” domanda Thor, lasciandosi guidare nel buoi da te, tenendoti forte la mano per non perdersi. Per non perderti.
“Una grotta. L’ho trovata per caso anni fa” rispondi non curante, avvertendo sotto i tuoi passi il terreno farsi più cedevole.
Cerchi di liberarti dalla sua stretta, ma in risposta lui la rafforza.
“Thor non ti sto abbandonando, fidati” gli spieghi sbuffando seccato.
“Io mi fido di te. Mi sono sempre fidato di te” asserisce, allentando la stretta. Ti basta un gesto e poche parole in lingue dimenticate perché le pietre magiche che avevi messo lì anni, prima inizino a risplendere, illuminando l’ambiente.
“Non me ne avevi mai parlato”
“Eri troppo impegnato a vantarti del Mjolnir per ascoltarmi” rispondi con tono leggero, togliendoti la giacca nera. Lo vedi rabbrividire, e ti metti all’opera per accendere un fuoco con la legna che trovi per terra.
Ricordi, amareggiato, come non riuscivi mai a spiegarti perché gli incantesimi di fuoco non ti riuscissero. Ora l’hai capito fin troppo bene.
“Se sei qui tu… l’hai letta vero?”
“Sì” rispondi leggero, riuscendo a dar vita ad una piccola fiamma che ben presto diventa una allegro fuocherello.
“E?” Sospiri pesantemente.
“E sono arrivato alla conclusione che sai davvero scrivere, credimi non ci avrei messo la mano sul fuoco prima, ma a quanto pare non capisci cosa scrivi. È una malattia, lo sai?”
È il turno di Thor di sospirare pesantemente, sedendosi.
“Io sono sincero Loki, tutto quello che ho scritto è la verità. Ho sempre e solo voluto proteggerti…- tiene gli occhi fissi sulle fiamme-… ma capisco se tu provi solo odio per me, non mi merito altro” conclude chinando il capo.
Tu ti lasci sfuggire un sorrisetto dolce, mentre gli catturi il mento con le dita, costringendolo ad incontrare il tuoi sguardo.
“Sentimentale” mormori prima di baciarlo.
Non è niente di che, poco più che uno sfiorarsi di labbra, e tu gli sfuggi non appena cerca di approfondire il contatto.
“è tardi e tu sembri non dormire da giorni. Riposati” gli dici divertito, buttando altra legna tra le fiamme.
“No”
“No?”
“No. Faccio sempre incubi, e poi non vorrei svegliarmi e scoprire che è stato solo un sogno”
Sbuffi divertito, prima di tirargli con forza i capelli e rubandogli un altro bacio molto più intenso, mordendogli il labbro.
“è tutto tranne che un sogno Thor” bisbigli, un po’ amareggiato, contro il suo viso.
Lui ti tira giù, per nascondere nuovamente il viso nell’incavo del tuo collo.
“Non chiedo nient’altro, allora”
 

***********

“Madre sarà felicissima del tuo ritorno” dice allegramente Thor, continuando a camminare verso il palazzo.
“Non penso che resterò”
“Cosa?!” esclama terrorizzato, cercando il tuo sguardo. Dopo quello che era successo non vuole credere che tu lo lasceresti di nuovo.
“Non faccio parte di questo regno Thor, Asgard non è il mio posto. Non c’è niente qui per cui vale la pena restare”
“Tu hai me” ti risponde sicuro, appoggiandoti le mani sui fianchi per tirarti verso di se. Resti a fissarlo, per momenti che gli sembrano ore.
“Vedrò di accontentarmene… per il momento” ti arrendi scuotendola testa, lasciandoti baciare.
Hai come l’impressione che sarà un momento molto, molto lungo…















Note

Se la memoria non mi inganna era tipo un freddo sabato di gennaio in cui avrei (i condizionali, quanto mi piacciono!!) dovuto studiare non so bene quale materia ma invece di farlo mi sono messa a scrivere sta roba che poi avevo miseramente nascosto nei menadri più oscuri del pc. Purtroppo per voi l'ho ritrovata ^^''
Come sempre ringrazio già chi lascierà una recensione (see, come no..) o comunque ha avuto il coraggio di sorbirsi tutta sta roba.

Ciao cioa
roby_lia
  
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