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Autore: Hero98    02/11/2012    9 recensioni
"Il mondo è in rivolta: milioni di persone si sono riunite nelle piazze di ogni Paese, anche i più piccoli. Si spingono, urlano per farsi sentire. Sono stanche di subire, vogliono giustizia. Mostrano cartelloni candidi macchiati con scritte di un rosso scuro, colanti come lacrime, che chiedono vendetta.
Hanno visto morire vicini, compagni, parenti, in guerre che potevano essere evitate. Adesso basta.
Ventiquattro Nazioni scelte a caso tramite un sorteggio dovranno lottare in un’area selvaggia fino alla morte. Dovranno vedere il sangue dei loro compagni sporcare i loro vestiti, le loro mani. Uno solo uscirà “vivo” se dopo un’esperienza simile potrà ancora considerarsi tale.
Solo così il popolo di tutto il mondo si calmerà.
Che gli Hunger Games delle Nazioni abbiano inizio."
Genere: Angst, Introspettivo, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo 3 – I ventiquattro tributi
 
La tensione si percepiva nell’aria, tutti avevano gli occhi puntati su Cuba. Non avevo neanche il tempo di pensare che non davano attenzione alla mia magnifica persona.
Sesto sorteggiato: Italia Veneziano.
Tutte e due le Italie sono tributi, osservai il fratello del sorteggiato e notai che aveva iniziato a tremare, temeva anche per il fratello naturalmente.
Settimo sorteggiato: Seychelles.
Una povera ragazza che non aveva nulla a che fare con le guerre, gli inganni, le cose orribili del mondo. Viveva in pace nelle sue meravigliose isole…
Ottavo sorteggiato: Germania.
Ovest! Mi girai di scatto verso di lui, aveva lo sguardo fiero come al solito. Un vero soldato mio fratello.
“Eccomi.” disse con la sua voce bassa e grave.
Ero incerto per la prima volta in vita mia e gli diedi un leggero pugno sul braccio.
Lui si girò sorpreso, come se non si fosse accorto che il Magnifico era al suo fianco. Mi osservò poi accennò un sorriso molto falso e si diresse verso il palco.
Il mio povero, piccolo, fratellino.
 
Fra poco sarebbe toccato a me, lo sentivo. Le fatine si agitavano vicino a me e le intimavo a stare zitte.
Nono sorteggiato: Francia.
La rana almeno avrebbe smesso di molestarmi. Lo osservai di sottecchi mentre si dirigeva con un sorriso falsissimo verso il palco salutando e mandando baci a destra e a sinistra, come se avesse sorpassato le eliminatorie di qualche concorso di moda. Patetico.
Decimo sorteggiato: Principato di Sealand.
“No!” urlai appena udii quel nome. Non potevo permettere che lo mandassero in quell’inferno, lui che era ancora così piccolo…
Iniziai a sgomitare per raggiungerlo. Mi guarda confuso e spaventato, non capendo cosa stesse succedendo. Lo strinsi fra le braccia per difenderlo da quelle mani perfide che volevano afferrarlo e mandarlo a morire.
“No!” ripetei a voce più alta stringendo occhi e denti.
Sentivo il suo calore sul petto, lo sentivo così fragile tanto da poterlo uccidere in quel momento, stringendolo più forte.
Due uomini imponenti lo allontanarono a forza dalle mie braccia.
“Mi offro come volontario!” esclamai disperato con le mani tese verso l’unico fratello che ancora aveva bisogno di me.
Mi lasciarono andare e lo abbracciai ancora, lui piangeva.
“Va tutto bene… Ti proteggerò.” Mormorai per tranquillizzarlo, lui annuì appena con la testa e andammo insieme sul palco, la sua piccola e fragile mano nella mia.
 
Una scena terribile. Avevamo tutti gli occhi lucidi, tutti speravamo che non accadesse una cosa simile anche a noi. Soprattutto Svizzera, al mio fianco, lo sentivo agitato. Sicuramente temeva per sua sorella minore.
Undicesimo sorteggiato: Turchia.
Lo cercai tra la folla ma non riuscii a trovarlo. Lo individuai solo quando era ormai sul palco e rivolse un ghigno compiaciuto a Grecia.
Dodicesimo sorteggiato: Prussia.
Il megalomane iniziò a ridere come un pazzo.
“Va bene, sono il Magnifico, vincerò!” urlò con il suo solito sorriso strafottente.
Sospirai, non sarebbe mai cambiato. Ungheria, al mio fianco, mi guardò con tristezza.
“Austria… non hai paura?” mi domandò con una mano sul petto. Io le sorrisi gentilmente.
“Certo, tutti ce l’hanno. Anche Prussia, sebbene non la mostri.” Risposi, ma lei abbassò lo sguardo delusa, come se non credesse a ciò che era palesemente la realtà.
Almeno Prussia sarebbe stato con i suoi due pazzi migliori amici… Chissà se avrebbero avuto il coraggio di uccidersi fra di loro o avrebbero aspettato che fossero gli altri a farli tacere per sempre… La pietà non porta alla vittoria e alla salvezza…
 
Tredicesimo sorteggiato: Svezia.
Ormai erano pochi i tributi rimasti da sorteggiare. Speravo totalmente che io e Lituania fossimo, tipo, salvi.
Non ero mai stato molto bravo con le armi, Lituania mi aveva salvato molte volte. Ma se fossimo entrati nell’arena non avremmo potuto aiutarci molto.
Dopotutto il vincitore doveva essere uno solo.
Quattordicesimo sorteggiato: Lettonia.
Un altro ragazzino, era totalmente una strage di, tipo, giovani vite.
Tirai appena la manica di Lituania al mio fianco perché aveva tipo assunto un’espressione dispiaciuta, cioè, sembrava triste. Era a causa della sua amicizia per Lettonia, sicuramente.
Lui si girò verso di me e sorrise appena, in quel modo di quando cercava di rassicurarmi.
Quindicesimo sorteggiato: Lituania.
Mi guardai intorno per assicurarmi di aver sentito bene, Lituania sospirò e mi prese la mano che tenevo, tipo, ancora attaccata al suo braccio.
“Devo andare…” mormorò rivolgendomi un sorriso triste. Io in risposta lo guardavo, ero ancora totalmente confuso, cioè, non poteva essere stato chiamato! Si girò e fece per andare sul palco lasciandomi la mano, ma io la riafferrai e lo trattenni.
Lui si girò sorpreso e mi guardò negli occhi con aria interrogativa.
“Vengo con te… Abbiamo promesso di difenderci a vicenda e lo faremo anche lì dentro.” Dissi deciso poi sorrisi nel mio solito modo e lo segui sul palco.
Mentre stavano per chiamare il prossimo sorteggiato mi strinse di più la mano.
“Grazie…” mormorò con un sorriso.
E capii che se fossimo stati insieme allora avremmo avuto qualche possibilità.
 
Sedicesimo sorteggiato: Giappone.
Un altro orientale andava al patibolo. Lo osservai dirigersi silenzioso verso il palco, non sembrava agitato ma solo leggermente preoccupato. Anche Hong Kong al mio fianco era tranquillo e osserva tutto e tutti con la solita calma. Io invece spostavo il peso da un piede all’altro, ne battevo la punta sul pavimento liscio e freddo, incrociavo le braccia al petto poi sbuffavo, sospiravo, facevo qualche commento sui tributi che rimaneva inascoltato. Insomma ero agitato e non riuscivo a stare fermo.
Cina guardava preoccupato Giappone, il suo protetto avrebbe rischiato la vita, era ovvio che avesse quell’espressione.
“Secondo me Giappone muore tra i primi dieci.” Sibilai tagliente incrociando per l’ennesima volta le braccia al petto.
“Non dire, tipo, sciocchezze.” Rispose calmo Hong Kong e questa sua risposta invece di farmi irritare come al solito mi fece calmare leggermente.
Diciassettesimo sorteggiato: Norvegia.
Non l’avevo incontrato spesso, mi sembrava un tipo tranquillo e silenzioso. E anche piuttosto noioso, avrebbero trovato sicuramente qualche stratagemma per farlo fuori subito. Dopotutto, oltre che per vendetta, questo sadico gioco serviva anche a divertire.
Diciannovesimo sorteggiato: Sud Corea.
La solita sfiga che mi perseguita, dovevo essere sorteggiato proprio all’ultimo quando mi sentivo già con un piede fuori dalla faccenda?
Hong Kong mi guardò impassibile, non capivo se era dispiaciuto, preoccupato, se mi compativa, se voleva essere al mio posto…
“Se non tornerò occupati del mio splendido Paese, lanciarazzi!” gli sorrisi e lui abbassò lo sguardo. Allora salii sul petto e mi posizionai tra Cina e Giappone.
“Speravo di salvare i miei preziosi fratelli aru…” sussurrò Cina. Giappone non lo sentì, ma io si e gli diedi un leggero pugno in testa.
“Mettiamocela tutta aniki! Non moriremo nella prima metà vero?” esclamai allegro.
Lui mi guardò con tristezza poi annuì con la testa.
 
Ultimo sorteggiato.
Molti si sentivano al sicuro ormai certi che non sarebbero stati chiamati, anche io ero abbastanza certo di essere salvo. Io e la mia sorellina.
“Liechtenstein” la voce di Cuba riecheggiò in tutta la sala, seguì un silenzio assordante. No. No. Non potevo crederci. Mi voltai con gli occhi spalancati verso di lei, sorrideva ormai consapevole del suo destino, della sua morte.
“Mi offro volontario” dissi a voce bassa, le Nazioni vicino a me si guardavano confuse, non capivano.
“Mi offro volontario.” Ripetei più forte, tutti iniziarono a parlare tra loro osservandomi con compassione, lei si allontanava da me andando verso il palco.
“Mi offro volontario!” urlai e cercai di raggiungerla, ma mi trattennero.
“Non ci serve un altro tributo.” Fu la fredda risposta. Io caddi in ginocchio, le lacrime salate mi bagnavano il viso, il mio corpo era scosso dai singhiozzi. L’avevo persa per sempre. La mia unica ragione di vita.


Angolino di Hero~
Ho fatto il capitolo moooolto lungo per terminare finalmente il sorteggio. Adesso apro un piccolo sondaggio: chi vincerà secondo voi e perchè? Attendo molte recensioni, naturalmente non solo per il sondaggio ma per la storia, perchè si migliora solo ascoltando i pareri degli altri~
P.S: Che ne dite della copertina che ho creato?


   
 
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