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Autore: Kafari    04/11/2012    0 recensioni
Quanti sono i casi di guarigioni che qualcuno avrà etichettato come ‘’miracolose’’ o ‘’sante’’ dovute per lo più a una volontà interiore, alla fiducia in qualcosa di diverso dai farmaci? Si possono dare molti nomi a ciò che non si riesce a comprendere, e avere diverse interpretazioni a riguardo. Ma se spesso si considera scientificamente provata l'efficacia di un placebo, perché ci si ostina a non voler credere all’opposto? A quello che si potrebbe definire l’effetto nocebo? Quest’introduzione è necessaria perché voglio dare un avviso che per molto tempo nessuno ha mai osato affiggere ai muri, ed è necessario che voi dubbiosi, voi straniti, voi perplessi e confusi e curiosi mi crediate.
Genere: Horror, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nocebo
Nocebo, un avviso.




Chiunque abbia visto Matrix si sarà chiesto almeno una volta se le cose non stiano davvero così, in qualche modo. La realtà fisica, se così si può definire, dipende dalla nostra volontà?
Al di là dei dèjà-vu e di quel senso di inutilità e monotonia di cui a volte la vita pare ammantata, e di tutti quei momenti quasi paranormali in cui ci si sente estranei al mondo, c’è un fenomeno in particolare che avrà sorpreso non poche persone, forse ognuno di noi: la suggestione.
Quanti sono i casi di guarigioni che qualcuno avrà etichettato come ‘’miracolose’’ o ‘’sante’’ dovute per lo più a una volontà interiore, alla fiducia in qualcosa di diverso dai farmaci? Si possono dare molti nomi a ciò che non si riesce a comprendere, e avere diverse interpretazioni a riguardo. Ma se spesso si considera scientificamente provata l'efficacia di un placebo, perché ci si ostina a non voler credere all’opposto? A quello che si potrebbe definire l’effetto nocebo? Quest’introduzione è necessaria perché voglio dare un avviso che per molto tempo nessuno ha mai osato affiggere ai muri, ed è necessario che voi dubbiosi, voi straniti, voi perplessi e confusi e curiosi mi crediate.

Ci son stati momenti nella vita di ognuno di noi in cui il cuore ha pompato il sangue in modo furioso ed anomalo al punto di lasciarsi percepire nelle orecchie, coi timpani, e la nostra mente si è abbandonata al terrore per una frazione di secondo, dandoci un senso di semi-svenimento, ma presto ci siamo convinti che queste nostre paure erano infondate, che il respiro che sentivamo era il vento, che i passi nel corridoio eran rumori d’assestamento della casa, che la figura nell’angolo della stanza a cui non riusciamo a dare le spalle era una sedia coperta di vestiti o una tenda arrotolata. E questo ci ha salvato. Ha salvato voi, temo di dover dire. E se siamo ancora qui a contarcela è grazie allo scetticismo. Ma io posso assicurarvi che prima o poi un’attrazione morbosa per la paura, la stessa che provate quando scegliete con cura le notti in cui vedere gli horror in completa solitudine, quella che vi sta facendo leggere fino alla fine, vi costringerà a convincervi che ciò che vedete, sentite o percepite è vero, esattamente com’è successo a me.

Qualche mese fa, raccontai a un mio amico una serie di sogni connessi fra loro, alcuni ricorrenti, che mi stavano ossessionando. Il soggetto del sogno non è fondamentale perché, sia chiaro, ciò di cui parlo io è un incubo, e poche sono le cose più soggettive di questo, quindi accettate il fatto che qualsiasi siano i vostri timori potrebbero sostituire il mio in questo racconto.
In ogni caso, analizzando insieme la situazione ci accorgemmo del fatto che l’antagonista del mio inconscio aveva caratteristiche simili di volta in volta e cominciò a prendere forma una figura, nella mia testa, il risultato della media fra gli aspetti che avevo colto.
Benché la figura in sé non sia molto dissimile da un umano ingrigito, calvo e stropicciato, il suo atteggiamento è tutt’altro che normale e questo mi confondeva e impauriva (e lo fa tutt’ora) più di ogni altra cosa. In quel periodo cominciai a concentrarmi così tanto su quel personaggio che lo scorgevo ovunque, di giorno, e lo percepivo sempre più vividamente la notte. Per un gran numero di sere, sentire il suo respiro ansioso nell’angolo della stanza mi portò a reagire come al solito. Mi convinsi della sua inesistenza. Ma mentre il tempo passava e la mia lucidità si indeboliva, l’irrazionalità più istintiva si faceva largo nel mio atteggiamento, e cominciavo a scorgerne i movimenti per qualche secondo, notte dopo notte, spariva dai miei sogni per apparire nelle mie veglie.
Il giorno che ne percepii l’odore fu quello che mi cambiò per sempre la vita e che mi spinge ora a scrivere tutto questo. Un odore completamente disumano, glaciale e al tempo stesso disgustosamente penetrante come solo qualcosa di grigio e paludoso può essere. Si può e si deve parlare di autosuggestione, come causa, ma gli effetti furono reali, tangibili e longevi come non mai.

Quello che vidi non era un’allucinazione. Quello che vedo non è un’allucinazione.

Non lasciate che la vostra mente impari a piegare il cucchiaio, perché l’immaginazione non si ferma facilmente, una volta innescata, e i miracoli non son sempre celestiali. Poiché il dubbio che mi trivella il cervello impiegherebbe poco a convincermi del fatto che questa presenza timorosa e quasi immobile sia un cacciatore travestito da preda, ho deciso di buttarmi dalla mia finestra, non appena avrò la consapevolezza di sfracellarmi al suolo e non di rimbalzare su di esso.
  
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