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Autore: Angele87    24/06/2004    13 recensioni
Uno scorcio di una vacanza estiva iniziata come lunga e noiosa. Ma cosa succederebbe se Hermione bambina incontrasse Ron Weasley altrettanto bambino.Grazie a tutti coloro che leggeranno e commenteranno!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Il primo giorno d’estate

Il primo giorno d’estate

 

 

Avviso:

I personaggi di questa one-shot appartengono tutti a J.K. Rowling. Io li ho utilizzati solo per divertirmi e per far divertire chi leggerà questa breve storia. Posti ed avvenimenti sono frutto della mia fantasia. Nei libri della saga di Harry Potter nulla, di quello che racconterò, è mai accaduto.

Questo è un racconto scritto senza nessuna intenzione di lucro, quindi, si ritiene che nessun diritto sia stato violato.

 

Buona lettura.

 

Angéle

 

 

 

 

Il sole caldo del primo giorno d’estate filtrava intenso dalle grandi finestre della villa Granger.

 

Tra le lenzuola candide e profumate, una mano piccola ed affusolata si allungò fin sulla leggera coltre di stoffa che ricopriva la graziosa fanciulla.

 

Con un gesto rapido e coinciso, buttò all’aria il lenzuolo bianco. Stirò i muscoli della schiena emettendo strani rumori che assomigliavano molto a dei versi di civette.

 

Sbadigliò rumorosamente mentre con uno scattò si metteva seduta sul morbido materasso.

 

Guardò fuori dalla finestra. La leggera tenda di velo veniva sospinta da una gradevole brezza. Un sorriso le si disegnò sulle morbide labbra rosa.

 

“21 Giugno!” pensò. “10° compleanno!”

 

Si portò una mano tra i lunghi capelli boccolosi. Attese un secondo, in silenzio. Sapeva che qualcosa sarebbe successo.

 

Guardò speranzosa la porta di legno chiaro della sua stanza. Un sorriso beffardo e furbo si impossessò del suo viso, quando udì dei passi ed una serie di lamenti concitati provenire dal corridoio.

 

Velocemente, si risistemò sotto le coperte ed attese l’arrivò di qualcuno.

 

Pochi minuti dopo, il leggero rumore della serratura che scattava e della porta che si apriva riempì delicatamente la camera ormai del tutto illuminata.

 

- Fa piano, Mary...- la voce di suo padre ammonì dolcemente sua madre.

 

Hermione serrò forte le labbra per non ridere.

 

-Certo! Allora dove lo mettiamo...- un grosso e lungo pacco ingombrava le braccia sottili della Signora Granger.

 

-Qui...-le suggerì l’uomo indicando la scrivania sempre perfettamente ordinata della bambina.

 

-Ottima idea...-

 

Hermione sentì qualcosa di pesante appoggiarsi delicatamente sul legno chiaro della sua scrivania.

 

Una risata soffocata dei suoi genitori riempì l’aria prima che loro lasciassero tranquilli la camera.

 

La bruna attese febbrilmente lo scatto della porta che veniva richiusa. Immediatamente, le lenzuola ritornarono disordinate ad occupare il pavimento.

 

Scattò in piedi. La sottile camicia da notte bianca  evidenziava perfettamente il suo fisico da bambina minuto. Troppo minuto.

 

Corse veloce alla scrivania.

 

Il pacco era lì. Silenzioso, ad attendere che la destinataria del regalo, si decidesse a scartarlo.

 

Hermione allungò le mani sottili tremanti. La forma era alquanto rivelatrice. L’osservò un attimo. Cosa poteva avere  l’aspetto di un tubo cilindrico?!

 

Hermione si lasciò scappare un piccolo urlo, mentre agitata iniziava a strappare la carta rosa.

 

Finalmente, dopo aver tolto un paio di strati di involucri protettivi, l’oggetto si rivelò ai suoi occhi.

 

La bruna saltò letteralmente dalla gioia.

 

Un telescopio.

 

L’aveva chiesto così tante volte ai suoi genitori, che ormai non ci sperava più.

 

Lo sapeva però che prima o poi gliel’avrebbero comprato.

 

Lo guardò ancora con gli occhi luccicanti. Era arrivato giusto in tempo! Il giorno dopo sarebbe partita per la villa dei suoi nonni, in campagna, dove abitualmente trascorreva gran parte della vacanze estive.

 

Lì, le luci della città non riuscivano ad arrivare! Sarebbe stato stupendo, poter guardare il cielo da quella piccola collina vicino alla grande villa.

 

Ripose con cura il regalo nella sua custodia. Si girò verso il suo armadio, mentre ancora saltellando, iniziava a prepararsi per la colazione.

 

 

 

 

Il rumore infernale di uno scoppio riempì l’aria. La grande casa pericolante, tremò inquietamente.

 

Un ciuffo di capelli rossi spuntò dalla coltre di lenzuola.

 

-Cosa diavolo succede!- un ragazzino magro ed estremamente alto, che doveva avere ad occhio e croce 12 anni, scattò nervosamente mentre accartocciava la ventesima pallina di pergamena.

 

Il ciuffo di capelli rossi che spuntava dalle coperte, fu seguito da un visino magro ma simpatico. Il naso sottile ricoperto da una piccola cascata di efelidi.

 

-Percy... ti vuoi stare un po’ zitto?!- il bambino dalla chioma fulva si era appena messo seduto sul letto. Il pigiama era stato sostituito dalla semplice canottiera e da un paio di pantaloncini azzurri.

 

-Buongiorno, Ronald...- disse sarcasticamente il ragazzo più grande. Si alzò velocemente raggiungendo il letto. –lo sai che ore sono, piccoletto?!- lo afferrò per il naso trascinandolo vicino alla porta della stanza.

 

-LASCIAMI!- protestò Ron cercando di afferrarlo in qualche modo.

 

-Vai a fare colazione!- così dicendo lo sospinse in malo modo fuori dalla camera chiudendo velocemente la porta.

 

Ron batté i piccoli pugni sul legno.

 

-Cretino! Fammi entrare!- ruggì nel corridoio.

 

-Cosa succede, Ronnie?!- la voce sottile e tremendamente dolce di sua sorella minore gli arrivò alle orecchie.

 

-Niente, Gin. Poi ti ho detto di non chiamarmi....- le parole gli morirono in gola.

 

Ginny era vestita  di tutto punto. I lunghi capelli rossi leggermente ondulati erano stati raccolti in due pon-pon sulla testolina. Il vestito bianco, i calzini candidi e le scarpe nere a bambola. Sorridendo stringeva al petto una grande borsa nera.

 

-Ma dove stai andando?!- le chiese velocemente il rosso togliendole lo zaino alquanto pesante dalle braccia sottili.

 

-Dove stiamo andando. La mamma ha detto che io e te andiamo in campagna per un po’. Dice che infastidiamo troppo Percy, Bill e Charlie.... Rimangono qui solo i gemelli. Perché la mamma non è riuscita a convincerli.- spiegò la bambina mentre con Ron scendeva le scale.

 

-Ma io volevo imparare a volare quest’estate!- si lamentò il rosso lasciando pesantemente la valigia nera sulla poltrona.

 

-Niente storie Ronald!- sua madre era in piedi davanti alla cucina. -Andrete in campagna dai vostri zii. Alicia e George. Vedrete vi divertirete...- concluse la donna mentre infilava un paio di panini nello zaino rosa di Ginny.

 

-Ma mamma! Charlie  aveva detto che mi avrebbe insegnato a volare! L’anno prossimo vado ad HOGWARTS!- esclamò il bimbo sedendosi pesantemente sulla sedia del tavolo della cucina.

 

-Nessuno è mai entrato nella squadra di Quidditch al primo anno, Ronald. Non dire sciocchezze!- il tono imperioso della signora Weasley non ammetteva repliche.

 

Il bambino sbruffò mentre sua sorella cercava di afferrare un biscotto al cioccolato sul tavolo.

 

Ron ne afferrò uno porgendoglielo bruscamente.

 

-Ma saremo solo io e Ginny?!- domandò guardando avvilito la bambina che mangiucchiava tranquilla il dolcetto.

 

Molly sorrise mentre dolcemente accarezzava la testolina rossa di Ginevra.

 

-No tesoro. I tuoi zii hanno una bambina. Deve avere più o meno l’età di Ginny...-

 

La bambina si grattò il nasino mentre velocemente seguiva il fratello su in camera sua.

 

-UFFA!- urlò Ron sulle scale. –Un’altra femmina!-

 

Ginny trotterellò contenta alle sue spalle.

 

-Non ti piacciono le bambine?!- domandò al fratello, mentre Percy lanciava un’occhiataccia ad entrambi.

 

Ron sprofondò sul letto afferrò la borsa rossa ed iniziò ad infilarvi alla rinfusa una serie di vestiti sporchi e aggrinziti.

 

Ginny fece una piccola smorfia con le labbra ciliegia mentre osservava disgustata gli abiti del fratello.

 

-No, non mi piacciono affatto.- rispose secco mentre afferrava un piccolo boccino d’oro sul comodino.

 

-Io non ti piaccio?!- la bambina sgranò gli occhi verdi.

 

Ron si sentì male.

 

-Tu non sei una bambina!- esclamò cercando sotto il letto il suo paio di scarpe da ginnastica.

 

Ginny ci pensò su.

 

-Certo che sono una bambina!- ribatté porgendo al fratello le piccole scarpe blue da ginnastica che erano finite magicamente sul davanzale della finestra.

 

Ron sbruffò mentre con poca grazia le afferrava.

 

-Tu sei mia sorella... è diverso.-

 

Gin corrucciò le sopraciglia.

 

-Se lo dici tu...- affermò poco convinta.

 

-Ehi, voi due!- la voce noiosa di Percy interruppe il loro ragionamento.

 

I bambini si voltarono velocemente verso di lui.

 

-Se avete finito di parlare su cose del tutto inutili potete farmi la cortesia di uscire da questa stanza...-

 

Gin lo guardò storto.

 

-Anche a me i bambini non piacciono poi tanto e tu, Percy, non mi piaci anche se sei mio fratello!-

 

Ron cercò di soffocare una risata mentre la piccola Ginevra abbandonava velocemente la stanza.

 

-Ronnie!- la signora Weasley era entrata nella camera con una gran quantità di vesti puliti e stirati. –Sei ancora in pigiama?!-

 

Ron scrollò le spalle.

 

-Uffa... ho fatto la valigia!-  rispose mostrando il sacco rosso completamente ricolmo.

 

Molly guardò disgustata la borsa.

 

-E con che abiti, tesoro, hai riempito quella valigia?!-

 

Il rosso si grattò la nuca.

 

-Gli abiti che ho trovato in giro!- disse mentre sua madre la svuotava ed iniziava ad infilarci i vestiti puliti.

 

-Tieni...- la Signora Weasley gli porse un paio di calzoncini blue ed una camicia bianca. Erano gli abiti delle feste importanti.

 

Ron la guardò storto.

 

-Perché devo vestirmi elegante?!-  domandò mentre Molly  richiudeva velocemente la borsa rossa.

 

-Oh, tesoro devi prendere il treno babbano, voglio che tu ti confonda bene tra gli altri!- spiegò la signora trascinando Ron verso il bagno.

 

-Fatti una doccia e vestiti. Papà sarà qui tra poco, vi accompagnerà lui alla stazione!-

 

Ron chiuse la porta sbruffando.

 

“Un’altra estate super noiosa...” pensò prima di infilarsi sotto il getto caldo della doccia.

 

Non sapeva quanto si sbagliava.

 

 

 

 

-Ci vediamo più tardi!- la voce di Hermione riempì il porticato dell’elegante villa bianca.

 

Scese velocemente i pochi gradini di legno e immediatamente si trovò circondata dall’alta erba del prato incolto.

 

Si guardò intorno.

 

Cosa avrebbe potuto fare per prima cosa?!

 

Ma certo! Sarebbe andata a vedere il panorama da quella bellissima collina.

 

Iniziò velocemente a correre verso il sentiero che l’avrebbe condotta in quel piccolo paradiso.

 

Lungo il percorso lanciò uno sguardo all’unica casa  vicina a quella di suo nonno.

 

Un paio di ragazzini della sua età stavano combattendo con una bici rossa un po’ troppo alta per tutti e tre. Persino per quello spilungone con i capelli rossi che scorgeva da lontano.

 

Lo fissò per qualche istante senza smettere di correre. Aveva avuto una strana sensazione nel guardarlo.

 

Scrollò il capo mentre sorridendo allungava ancora di più  il passo.

 

 

 

 

-Dai, Ron!- la voce simpatica di Amelia, sua cugina acquisita, lo riportò alla realtà.

 

Il suo sguardo era stato catturato da un figura che correva veloce lungo il sentiero.

I lunghi capelli bruni venivano mossi dal vento, mentre leggera come una brezza, si perdeva alla vista del rosso.

 

Scrollò le spalle, mentre Amelia rinunciava con Ginny ad insegnargli come si andava su una bicicletta.

 

-Sei un caso disperato!- gli disse sedendosi sorridendo accanto alla bambina con i capelli rossi.

 

Ron si girò velocemente verso di lei.

 

-Chi era?!- chiese mentre cercava di allungarsi il più possibile per toccare terra.

 

La bambina bionda lo guardò storto.

 

-Chi era... chi?!- gli rispose afferrando la bambola dietro di lei.

 

-Quella bambina che è passata poco fa!- esclamò scocciato mentre cercava qualcosa per abbassare quel dannato sellino.

 

Amelia ci rifletté su.

 

-Io non ho visto nessuno... però se era una bambina bruna con i capelli ondulati era Hermione...- affermò mentre iniziava a pettinare la sua bambola.

 

Il suono di quel nome fece correre un lungo brivido lungo la schiena minuta del ragazzino rossiccio.

 

-Hermione?!- chiese mentre finalmente aveva trovato un gancetto strano sotto il sellino –Che razza di nome è?!-

 

Amelia sollevò le spalle.

 

-Ed io che ne so!- esclamò mentre Ron finalmente riusciva ad abbassare la piccola sella.

 

-Ce l’hai fatta!- esclamò Ginny abbandonando la bambola sulla scale.

 

Ron sorrise trionfo.

 

-Posso fare un giro!?- chiese la bimba iniziando a saltellare attorno al fratello.

 

Il rosso le mise una mano sulla testa.

 

-Sei troppo piccolina...- le disse mentre si sedeva sulla bici.

 

Gin abbassò gli occhioni verdi.

 

-Ma appunto per questo posso portarti dietro!-

 

Ginevra si illuminò mentre sorridendo si metteva  seduta dietro Ron.

 

Amelia sorrise.

 

-Poi posso farne uno anch’io?!-

 

Ron rise a fior di labbra mentre lentamente iniziava a pedalare.

 

 

 

 

 La leggera brezza estiva soffiava delicatamente dalla collina.

 

Hermione era sdraiata sull’erba morbida. Le gambe incrociate, le braccia dietro la testa e l’espressione appagata di chi si sta godendo una vacanza rilassante.

 

Sospirò divertita mentre  si rotolava contenta tra i fili d’erba.

 

Si fermò ridendo a pancia all’aria.

 

La camicia verde piena di filaci di prato, il jeans azzurro chiaro tirato fin sulle ginocchia.

 

I lunghi boccoli bruni tenuti fermi ai lati della testa da due ferma capelli  a forma di farfalla.

 

Si tirò a sedere quando un urlo strano riempì l’aria.

 

-AAARGHHHH!-

 

Il ragazzo rossiccio si dirigeva a tutta velocità giù dalla collina.

 

Hermione sgranò gli occhi.

 

Si sarebbe suicidato se no si fosse lanciato immediatamente giù da quel aggeggio infernale.

 

Hermione corse a perdi fiato su per la collina.

 

-SALTA!- gli gridò portandosi le mani alla bocca.

 

Ron la guardò terrorizzato.

 

-Ti ammazzerai!- continuò la bruna.

 

In quel momento, Ron si gettò giù dalla bici finendo dolorosamente addosso ad Hermione.

 

-Ahia!- gemettero entrambi quando le loro teste si cozzarono.

 

Ron si tirò bruscamente in dietro mentre guardava negli occhi ambrati della ragazzina.

 

Hermione arrossì mentre  osservava le iridi blue del rosso.

 

-Mi... mi stai schiacciando...- mormorò la bruna mentre Ron fissava terrorizzato la bicicletta che giaceva miracolosamente intatta a pochi centimetri dal precipizio.

 

Ron arrossì mentre velocemente si toglieva da Hermione.

 

Le offrì una mano per aiutarla ad alzarsi.

 

Hermione l’afferrò con delicatezza.

 

Il tatto morbido e fresco delle mani della bruna fece presto rabbrividire il ragazzino.

 

-Ma sei impazzito!- lo sgridò la bambina non appena si fu tirata su.

 

Ron arretrò di qualche passo.

 

-Non sai che dopo quella collina c’è un precipizio!- Hermione si portò le mani ai fianchi assumendo una posa che al rossiccio ricordo molto sua madre.

 

-Veramente sono nuovo...- disse abbassando gli occhi.

 

Hermione sbruffò.

 

-Se sei nuovo, allora non dovresti andare in giro da solo!- gli confessò avviandosi verso la sua bici.

 

-Che... che fai?!- le chiese mentre lei afferrava il manubrio.

 

Hermione si fermò.

 

-Vuoi che rimanga qui?!- gli domandò a sua volta appoggiandovisi.

 

Ron scrollò le spalle, mentre correva ad aiutarla.

 

Afferrò la ruota posteriore.

 

-Andiamo, al mio tre. 1...2...3!- entrambi la sollevarono nello stesso istante.

 

Ron si stupì della forza di quella ragazzina minuta.

 

Raggiunsero velocemente la cima della collina. Lasciarono andare la bici prima di stramazzare entrambi al suono senza più fiato.

 

-Grazie –sussurrò il ragazzino voltando il viso per guardarla.

 

Hermione sorrise mentre si rizzava in piedi.

 

-Hermione...- gli disse allungando velocemente una mano sottile.

 

Ron la guardò negli occhi. Vivi ed intelligenti.

 

Rispose al suo sorriso stringendole la mano.

 

-Ron...-

 

-Allora, Ron. Ti va di venire a fare un giro con me?!- gli chiese alzandosi dall’erba.

 

Il rosso guardò la bici.

 

-Con questa?!- rispose indicando con un pollice il mezzo a due ruote dietro di loro.

 

Hermione scosse la testa.

 

-No, a piedi. Credimi, è molto più divertente...-

 

Il rosso si mise in piedi.

 

- D’accordo...-

 

 

 

 

Ron si guardò intorno sgranando gli occhi.

 

Una piccola radura con un laghetto cristallino era circondata da un fitto raggruppamento di alberi.

 

-Non pensavo ci fosse il mare!- esclamò seguendo Hermione giù per il terreno scosceso.

 

La bruna rise.

 

-Non è il mare, Ron. E’ un lago!-

 

Il rosso divenne scarlatto in zona orecchie.

 

- E’ la stessa cosa...- mugugnò sedendosi sulla sponda.

 

Hermione scosse il capo.

 

-Facciamo il bagno?!- chiese subito il bambino togliendosi le scarpe.

 

La bruna serrò la mascella.

 

-Veramente... io non amo molto fare il bagno...- affermò poco convinta.

 

Ron la guardò storto mentre noncurante si toglieva il calzino bianco.

 

-Perché?!- le chiese ancora avvicinandosi all’acqua.

 

Hermione sbruffò.

 

-Non mi piace...- sentenziò seccamente.

 

Il bambino la guardò. Sorrise.

 

-Non sai nuotare?!-

 

Quella domanda rimase sospesa in aria.

 

-No, certo che so nuotare...- lo strano rossore sulle guance della ragazzina convinse Ron che stava spudoratamente mentendo.

 

Il rosso alzò le spalle.

 

-Anche se non sapessi nuotare, non sarebbe un problema...- il tono dolce e comprensivo con il quale Ron le si era rivolto la fece sentire male.

 

-Se vuoi... io ti potrei insegnare...- il tono di Ron continuava ad essere sempre uguale.

 

-No... non fa niente- il rossore sulle sue guance  non accennava a diminuire.

 

Sentiva i suoi occhi blue puntati addosso.

 

-Dai! Non ti devi preoccupare. Ho insegnato a nuotare a mia sorella Ginny, a mio fratello Percy, anche se lui non vuole ammetterlo.-

 

Ron le sorrise.

 

Hermione sentì le sue difese crollare.

 

-Va bene...- gli disse.

 

-Se vuoi ti aspetto qui mentre tu vai a metterti il costume!-

 

Hermione arrossì.

 

-Io ce l’ho già il costume...-

 

Ron la guardò strano, ma non le disse niente.

 

Hermione entrò tremante in acqua.

 

-Non ridere, però...- lo ammonì quando lo raggiunse.

 

Ron alzò le spalle.

 

-Non avevo alcuna intenzione di farlo...-

 

Hermione si sentì rincuorata da quel commento.

 

-Iniziamo?!-

 

La bruna rimase in silenzio un momento prima di annuire e seguire Ron in una zona un po’ più profonda del lago.

 

 

  

Hermione rideva mentre soddisfatta schizzava il viso di Ron.

 

La prima lezione di nuoto era terminata. In quel momento, entrambi si stavano divertendo a schizzarsi.

 

-No, basta!- gridò Hermione mentre il rosso le lanciava addosso una quantità esagerata di acqua.

 

Il silenzio che era calato tra i due ,quando entrambi si erano fermati a riprendere fiato, fu interrotto da un tintinnio strano.

 

Hermione si voltò veloce.

 

-Oh, mio dio!- esclamò uscendo velocemente dall’acqua.

 

Ancora bagnata iniziò ad infilarsi il jeans e la camicia.

 

-Svelto, Ron!- gli gridò lanciandogli la sua camicia. –Dobbiamo recuperare la tua bici e tornare velocemente a casa. I miei nonni mi sgrideranno se salto il pranzo!-

 

Ron infilò velocemente la camicia e le scarpe.

 

Corsero a perdi fiato su per il terreno scosceso. Attraversarono il ponticello e si arrampicarono velocemente lungo il sentiero.

 

Finalmente raggiunsero la bicicletta rossa abbandonata sulla cima della collina.

 

-Salta su!- esclamò Ron sedendosi sul sellino.

 

Hermione rise.

 

-Sono in ritardo non pazza! Lasciami!-

 

Il rosso ignorò le sue lamentele mentre velocemente iniziava a pedalare.

 

-Non correre!- gli gridò Hermione stringendosi forte alla sua schiena.

 

Ron sorrise mentre una strana sensazione di completezza e felicità si impossessava di lui.

 

Fece senza freni una lunga discesa, sentì la ragazzina stringersi ancora più forte a lui.

 

Si fermò di scatto a pochi centimetri dal cancello della villa Granger.

 

Hermione scese un po’ stravolta.

 

-Gr...grazie- gli disse prima di entrare nel cancello.

 

Ron la richiamò.

 

-Ci vediamo domani!-

 

Hermione si girò.

 

Gli sorrise.

 

-Sempre sulla collina!- esclamò di rimando mentre velocemente spariva dietro la porta della grande villa bianca.

 

 

 

 

Due settimane volarono veloci e senza che Ron se ne accorgesse.

 

-Due settimane, Ron... passeranno in fretta!- la voce del Signor Weasley rimbombò pesantemente nella sua testa.

 

 

Mai come in quella occasione Ron diede pienamente ragione a suo padre.

 

Si tirò su il colletto del giubbino in jeans mentre velocemente raggiunse la collina.

 

-Domani è l’ultima sera che sei qui?!- gli aveva chiesto Hermione dopo che finalmente era riuscita a nuotare senza la sua mano.

 

Ron aveva annuito senza felicità.

 

-Bene, allora ci vediamo sulla collina alle 10,00!- gli aveva detto mentre come al solito usciva velocemente dall’acqua.

 

Ron sentiva un peso opprimergli il cuore. Lo sentiva. Quel posto gli sarebbe mancato. Il piccolo laghetto gli sarebbe mancato, le passeggiate in bici, gli zii, sua cugina; ma soprattutto gli sarebbe mancata quella ragazzina bruna, Hermione.

 

Si sedette pesantemente sul prato mentre osservava silenzioso il cielo stellato.

 

-Ciao!- la voce squillante della bruna lo riportò alla realtà.

 

Si voltò velocemente sorridendo alla sua amica.

 

-Sei arrivata finalmente!-

 

Hermione sistemò il telescopio sull’erba.

 

-Che cos’è?!- chiese stranito il rosso.

 

La bruna sorrise di risposta.

 

- E’ un telescopio...-

 

Ron sbruffò.

 

-So, cos’è! Ma a cosa ti serve qui?!-

 

Hermione guardò un attimo nella lente.

 

-Sì, è perfetto...- si disse mentre sistemava l’angolazione.

 

-Allora?!- incalzò il rosso osservando la bruna.

 

Hermione si sedette pesantemente sull’erba accanto a lui.

 

- Questa sera, Ron, passerà accanto alla terra la cometa di Harem*(l’ho inventato di sana pianta). E’ un evento straordinario. Capita una volta ogni 100 anni...- spiegò la bruna grattandosi il naso.

 

Ron ascoltava rapito ogni singola parola del discorso. Le stelle gli erano sempre piaciute.

 

-Interessante...- osservò prima di allungarsi sull’erba.

 

Hermione sorrise compiaciuta.

 

-Allora, sei contento di ritornare a casa?!-

 

Ron rimase in silenzio prima di risponderle.

 

-Sì...-

 

Hermione si voltò.

 

- Cos’è quel tono triste?! A casa ti divertirai un mondo! Con tutti quei fratelli!- esclamò la bruna stendendosi accanto a lui sul prato.

 

Ron si girò su un fianco. Guardò il profilo dolce e corrucciato della ragazzina.

 

-Mi... mi sono divertito con te!- le disse arrossendo pericolosamente in zona orecchie.

 

Hermione sorrise compiaciuta mentre una spolverata di rosso scarlatto le riempiva le guance.

 

- Anch’io...- gli rispose.

 

Ron abbassò lo sguardo.

 

-Mi...- ma prima di poter completare la frase  la bruna era schizzata in piedi.

 

-Guardala!- esclamò puntando il dito verso il cielo.

 

Ron voltò velocemente lo sguardo issandosi a sua volta.

 

Hermione osservò la cometa da vicino, grazie al telescopio.

 

Il rosso la guardò sorridere.

 

- E’ bellissima...- gli disse cedendogli il posto.

 

Ron sentiva l’imminente bisogno di dirle che gli sarebbe mancata.

 

-Mi mancherai...- sparò fuori tutto d’un fiato.

 

Ron continuava a tenere gli occhi bassi mentre, silenziosamente, si torturava le mani.

 

Hermione si issò in punta di piedi e gli sfiorò dolcemente una guancia.

 

Ron rabbrividì mentre il suo cervello realizzava quello che era successo.

 

La bruna ritornò alla sua statura normale.

 

-Mi mancherai anche tu, Ron.-

 

Il rosso sentì il cuore saltargli un battito.

 

Sorrise.

 

Vide Hermione arrossire  e mai nessuna bambina gli piacque così tanto.

 

 

 

 

 

Va bene, va bene!

 

Non esagerate con i pomodori! Quelli fanno male!

 

Lo so. Questa seconda one-shot non mi piace molto. Ma l’idea mi è venuta all’improvviso! Ero seduta in giardino sulla mia altalena quando passando davanti a me un bambino rosso (dovete credermi aveva i capelli fiamma) ed una bimba bruna molto carina. Più o meno stessa età.

 

Erano davvero così carini che mi hanno fatto venire l’ispirazione!

 

Quindi, se questa storia vi facesse schifo dovete prendervela anche con loro!

 

Va, beh... Grazie cmq, a tutti coloro che hanno commentato quella precedente!

 

Grazie mille!

 

Beh... vi lascio un bacio grande

 

AngéleJ

 

 

p.s.

 

Lasciatemi un commentino!

 

   
 
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