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Autore: ilovekevin    04/11/2012    2 recensioni
Melissa, Vanessa e Alessia sono tre sorelle, all'apparenza sembrano normali, ma nascondono un terribile segreto...
La loro vita è molto difficile, ma tutto cambierà da quando cinque ragazzi entreranno a far parte della loro vita.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

Era buio e pioveva, nonostante ciò una figura incappucciata scivolava tranquilla per le strade di Londra. Portava un mantello nero, sembrava molto antico. I passanti con l’ombrello si voltavano incuriositi verso l’ombra misteriosa, che sembrava non avvertire freddo. La ragazza entrò in casa, si tolse il cappuccio e si sedette sulla sua poltrona preferita, color rosso sangue.
“Vane! Ale! Ci siete?-non ricevette nessuna risposta-Suppongo di no…”
Visto che si trovava a casa tutta sola, decise di dedicarsi un po’ a se stessa. Si guardò le unghie. Lo smalto color notte era molto rovinato, questo le fece scegliere di sistemarsi un po’ le unghie. Grattò via i resti di blu e optò per un color porpora molto simile a quello della sua poltrona. Si mise comoda e chiuse gli occhi, aspettando che si asciugasse lo smalto.
Poco dopo un rumore la fece tornare alla realtà: erano le sue sorelle che tornavano da chissà dove. Avrebbe fatto una bella predica a quelle due…lo sapevano che dovevano avvertirla quando uscivano.
“Mely? Sei tornata prima oggi.”
“Già, voi invece dove siete andate?” Melissa alzò un sopracciglio, mentre aspettava di scoprire quale scusa avrebbe dovuto ascoltare stavolta.
“Noi…Ale diglielo tu!” Vanessa passò la questione alla sorella che, prima di rispondere a Melissa, le lanciò un’occhiataccia che stava a dire: noi due facciamo i conti più tardi.
“Eravamo andate a fare un giro, scusaci se non ti abbiamo detto niente- fece gli occhioni dolci- ma tu ti preoccupi sempre tanto quando sai che siamo fuori…”
“Ok, in effetti a volte sono un po’ apprensiva- era felice che avessero ammesso il loro sbaglio, quindi voleva fare lo stesso –scusatemi. Il problema è che mi devo ancora abituare al fatto che voi siate mature…non vi preoccupate. Solo la prossima volta lasciatemi un biglietto.”.
Le due si guardarono incredule…possibile che “Melhitler” non le avesse sgridate? E aveva anche affermato che stavano diventando mature…strano.
Alessia e Melissa erano gemelle, ma la prima e Vanessa, che aveva un anno in meno, erano sempre state molto immature. Le tre erano molto legate fra loro, ma fra Ale e Vane c’era un rapporto bellissimo, più che con l’altra sorella. Si divertivano a chiamarla “Melihitler” perché la consideravano un po’ come il capo della loro famiglia, ed era molto severa. I loro genitori erano morti da tempo, e lei era sempre stata la più responsabile delle tre.
Andarono tutte nelle rispettive camere a riposarsi.
A Melissa piaceva molto la sua stanza, era come un rifugio per lei, un nascondiglio dal mondo, un posto tutto suo dove niente e nessuno avrebbe mai potuto disturbarla o ferirla. Non ci aveva mai fatto entrare nessuno, neanche le sue sorelle, ed era sicura che mai nessuno ci sarebbe entrato.
Non era molto grande, ma neanche piccola, era solo…giusta. Sì, giusta: era della forma e della grandezza perfetta per lei.
Il letto a due piazze era coperto da un piumino rosso scarlatto, dello stesso colore del cuscino. Dalla parte opposta c’era una libreria stracolma di romanzi di ogni genere. Vicino al letto era situata una cabina armadio di enormi proporzioni. Non si poteva dire, infatti, che il suo guardaroba fosse povero…aveva centinaia di vestiti, di cui spesso si dimenticava l’esistenza. Vicino alla libreria, invece, si trovava una scrivania bianca, che sembrava quasi stonare con i colori scuri della stanza. Melissa ne era cosciente, ma aveva sempre avuto un debole per le scrivanie bianche: di un altro colore non le sarebbe andata bene, non l’avrebbe potuta chiamare “sua” se non fosse stata bianca.
Sopra di essa una lampada scarlatta illuminava di una luce inquietante la stanza dalla pareti dorate, ornate da numerosi disegni, raffiguranti quasi sempre gatti.
Indossò i pantaloncini e la maglietta che usava come pigiama, si sdraiò nel letto, chiuse gli occhi e pensò ai suoi genitori. Era cosciente del fatto che ogni volta si ritrovava col viso bagnato dalle lacrime, ma non poteva farne a meno. Le mancavano così tanto…
La mattina dopo si alzò, si vestì in fretta e uscì di casa. Si diresse tranquillamente verso il bar in cui lavorava come cameriera e aspettò pazientemente che finisse il suo turno. Alle due era fuori; si avviò verso casa senza fretta. Aprì la porta e si diresse in cucina, da lì passò poi alla sala, dove trovò una sorpresa inaspettata: Alessia era con cinque ragazzi, stava allegramente parlando con loro. Ridendo e scherzando come una persona normale, come se a loro fosse permesso.
“Ale!”
“Ciao Meli!” Alessia rispose come se non si rendesse conto di quanto quello che stava facendo fosse sbagliato.
“Ciao, ma loro sono…- non sapeva come dirglielo, non aveva mai pensato ad una cosa del genere- insomma hai capito, no?”
“Sì, ho capito e no, non sono…ehm…quello.”
“Mi stai dicendo che non lo sono?” Melissa stava diventando furiosa e cominciò ad alzare la voce.
“Ehm, no.” Rispose abbassando la testa.
“Sei impazzita?- ora aveva iniziato ad urlare- E Vane? È qui?”
“Sì” la sua voce, al contrario della sorella, si era notevolmente abbassata.
“Lo sai cosa potrebbe succedere con Vane qui! Ma nonostante questo non devi mai darmi retta!”
“Se mi lasciassi spiegare…”
“Spiega, se ci riesci! SPIEGA!”
“Vane è nella sua camera, le ho chiesto di non uscire. Non pensavo di fare nulla di male facendoli venire qui. Fuori piove e siccome casa nostra è la più vicina, li invitati a salire.”
“Non è una spiegazione accettabile! Lo sai che non possiamo, e sai anche il perché!”
“Ovvio che lo so, ma non vedo perché io e Vane dobbiamo pagare per un tuo sbaglio!- questa frase turbò molto Melissa, perché sapeva che era vero. Le sue sorelle stavano pagando per un suo errore. Una lacrima cadde sul tappeto nero del salotto.-non sei l’unica che ha il diritto di sbagliare! È normale fare degli errori! E comunque il mio, se proprio lo vogliamo considerare un errore, non ha nulla a che vedere con il tuo!”
“C-certo…va bene,come vuoi- stava piangendo. Sentirsi dire quelle parole le aveva fatto male…le aveva aspettate per tanto, e ormai si era illusa che forse non sarebbero più arrivate –scusami, per tutto”
Tornò lentamente in camera sua, sempre piangendo. Prima di commettere lo sbaglio che le aveva cambiato la vita si tagliava, ora sarebbe stato solo una perdita di tempo. Si buttò in ginocchio sul tappeto rosso della sua camera, appoggiò la schiena al muro e sfogò tutta la sua rabbia, la sua frustrazione e la sua tristezza in un pianto liberatorio. Poi si alzò, attraversò la porticina nera affianco all’armadio che portava al bagno e si guardò allo specchio. Vide una ragazza dai lineamenti perfetti, troppo perfetti. I capelli castani con le punte scarlatte ricadevano in modo perfetto sulle spalle, pur essendo disordinati. Scese ancora una lacrima da quegli occhi verdi, contornati da lunghe ciglia nere, erano arrossati e gonfi dal pianto. Seguendo la strada di quella goccia salata si arrivava a due labbra rosse e carnose, labbra che sorridevano raramente.
Aveva sempre desiderata assomigliare alle sorelle, erano talmente simili che scambiavano loro due per gemelle, invece che lei. Ci rideva su, ma quello che non sapeva nessuno era che ci stava male.
Stava male a guardarle trovandole così diverse da lei, sia nel carattere che nell’aspetto. Infatti loro avevano dei meravigliosi occhi blu e capelli biondi, ma non troppo chiari. Erano bellissime secondo Melissa…il contrario di lei, pensava.
In quel momento avrebbe voluto uccidersi…“se solo sapessi come!” pensò tristemente mentre si abbandonava di nuovo al pianto.
Che cosa aveva fatto di male per meritare di stare così? Lo sapeva…aveva fatto diventare le sue sorelle dei mostri.


SPAZIO AUTRICE 
Wellaa!!! Come butta? Sono tornata con una nuova storia! Oh Yeah! Questo capitolo descrive bene le tre sorelle, ma non i cinque ragazzi e diciamo che c'è mistero dappertutto. Okei, diciamo pure che non sicapisce niente...RECENSITE! Vorrei vedere che ne pensate, perchè se non vi piace non continuo...SMACK SMACK

Kat
  
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