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Autore: stellysisley    21/05/2007    8 recensioni
Elizabeth capì che era arrivato il momento di spiegare al suo ragazzo le ragioni del suo gesto. Erano soli, lei e Will... toccava a lei parlare, e lo sapeva... Fanfic dedicata a mia cugi, che mi sopporta ogni giorno nei miei deliri da scrittrice!!!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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My heart will go on Notte. Notte fonda a bordo di una nave ormeggiata nelle acque calde di una caletta. Acque tranquille... ma la vera tempesta è dentro.

Elizabeth Swann sedeva nella cabina debolmente illuminata, le ginocchia al petto, lo sguardo fisso nel vuoto, ripensando agli avvenimenti delle ultime ore... ore? Sì. Pareva impossibile, ma tutto era successo in poche ore: l'inabissamento della Perla e del suo capitano, l'arrivo alla capanna di Tia Dalma, il ritorno di Barbossa, che aveva lasciato tutti senza parole... la sacerdotessa voodoo che li conduceva su quella nave, la sua, che chissà da dove saltava fuori, ma con la quale avrebbero viaggiato fino ai confini del mondo.
In quelle ultime ore erano sorti troppi punti interrogativi: come aveva fatto Barbossa a sfuggire alla morte? Che interessi aveva nell' andare a recuperare Jack? Quanto ne sapeva Tia Dalma e che cosa c'entrava con Davey Jones?
Troppe domande, decisamente troppe domande... mentre la sua unica certezza ora vacillava. No, non il suo amore per Will. Aveva paura di come lui la vedeva adesso... specialmente dopo la litigata che avevano avuto poco prima.

William Turner stava sdraiato sul letto della sua cabina, fissando il soffitto senza vederlo. Le uniche cose che vedeva erano le immagini di quel giorno. Il bacio tra Jack ed Elizabeth lo aveva ferito, era vero... ma più ancora gli aveva fatto male la litigata con la sua fidanzata. Quanto avrebbe voluto poter tornare indietro nel tempo e cancellarla.

Il sole morente, con i suoi ultimi raggi regalava al cielo riflessi rossi, oro e arancio, che giocavano anche con l'acqua dell'oceano.
Will ed Elizabeth erano gli unici rimasti sul ponte della nave, uno al parapetto di babordo, l'altra a quello di tribordo. Il resto della ciurma si era ritirato sotto coperta, come pure Tia Dalma e Barbossa.  Tutto era silenzio... quel silenzio che precede una tempesta.
Elizabeth fece un respiro profondo: erano soli, lei e Will... era arrivato il momento di spiegargli perchè aveva baciato Jack. Will non gliel'aveva detto, ma lei aveva capito benissimo che li aveva visti. E che probabilmente si era fatto un'idea completamente sbagliata. Perchè se lei aveva baciato Jack era stato solo per salvare gli altri... soprattutto Will. Toccava a lei parlare, lo sapeva... e prima si decideva a farlo, meglio era. Fece un altro respiro profondo e si girò: Will era ancora fermo, con lo sguardo fisso al mare. Elizabeth attraversò il ponte, fermandosi poi accanto a lui: " Will" sussurrò. Il ragazzo non si mosse. "Will" ripetè. Di nuovo niente. "Will, per favore, vuoi ascoltarmi?". Finalmente il ragazzo si girò: "Che cosa c'è, Elizabeth?". Questa frase le fece l'effetto di un blocco di ghiaccio in piena pancia: doloroso e freddo. Ma non ebbe il potere di fermarla: voleva chiarire le ragioni del suo gesto e l'avrebbe fatto. "Lo so che mi hai vista mentre baciavo Jack. Ma non è come pensi."
"Io non penso nulla" rispose Will, lo sguardo fisso di nuovo davanti a sè.
Elizabeth cominciava a spazientirsi: "Se è vero, guardami".
Will si voltò, ma non riuscì a sostenere lo sguardo della ragazza: non era vero che non pensava nulla. La lama della paura lo aveva colpito, fredda e impietosa... la paura che Elizabeth non lo amasse più... ma non riusciva a dirglielo, così preferiva nascondersi dietro quella maschera di freddo distaccamento.
"Ti facevo diverso, Will. Pensavo che tu fossi disposto quanto meno ad ascoltarmi"
Il ragazzo sollevò di scatto la testa: "Anche io ti facevo diversa, Elizabeth. Pensavo che se tu avessi voluto chiuderla con me me l'avresti detto." .
A quel punto Elizabeth perse davvero la pazienza: "Ah, è questo quello che pensi? Pensi che io non ti ami più?" gridò, con le lacrime agli occhi per la rabbia. "Bene, William Turner... sappi che sei completamente fuori strada!!" .
Gli voltò le spalle e corse via.
Solo in quel momento Will capì l'idiozia che aveva fatto.

E adesso se ne stava lì, sdraiato a guardare il soffitto, pensando a lei. Quanto era stato stupido! L'aveva capito solo quando l'aveva vista piangere, aveva capito che l'amore di Elizabeth per lui non era scomparso... anzi.
"Bravo Will. E ci volevano le sue lacrime per fartelo capire?" pensò. Detestava vederla piangere, perchè significava che qualcosa l'aveva fatta piangere... o qualcuno. Come in quel caso. E sapere che quel qualcuno era lui lo faceva impazzire. Si alzò dal letto. "Adesso basta... vado da lei", e si diresse verso la porta.

Elizabeth inghiottì le lacrime causate dal ricordo di quella litigata. "Adesso basta. Vado da lui... questa volta mi deve ascoltare." pensò. Si alzò e si girò verso l'uscita.
In quel momento la porta si aprì e apparve Will. Elizabeth si bloccò, incapace di muovere un solo passo in avanti.
Restarono così, a guardarsi negli occhi per qualche istante. Poi si gettarono l'una nelle braccia dell'altro, baciandosi con foga.
"Will... perdonami, io..."
"Ssst... non parlare...  sono io che ti chiedo scusa".
Will l'abbracciò, e lei affondò il viso nell'incavo del suo collo, lasciandosi finalmente andare ad un pianto liberatorio. Il ragazzo le accarezzò i capelli: "Ti amo, Elizabeth..." le sussurrò all'orecchio.
La ragazza sollevò il viso e lo guardò, senza dire nulla, lasciando che fossero i suoi occhi a parlare per lei.


   
 
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