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Autore: bacinaru    05/11/2012    2 recensioni
"E’ un soldato, la morte è diventata una compagna costante.
Dean e Sam ne sono consapevoli, perché in fondo, soldati lo sono anche loro.
Questa volta, però, c’è qualcosa di diverso.
Non esiste spiegazione logica: a volte fa male.
“Siamo arrivati troppo tardi.” "
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quinta stagione
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Titolo: Sometimes it Hurts
Fandom: Supernatural
Personaggio: Castiel, Dean, Sam
Rating: Arancione
Avvertimenti: Flashfic
Set/Prompt: Armi - Posacenere
Disclaimer: I personaggi descritti non mi appartengono e la storia non è scritta a fini di lucro.
Note: Ambientata da qualche parte durante la quinta stagione.  Buona lettura! =)
Tabella: Qui

Sometimes it Hurts





A Castiel non importa.
Molti anni, più di quanto l’uomo possa immaginare, giacciono pesanti sulle spalle dell’angelo ribelle. Ha osservato a lungo, ha compreso le dinamiche dell’essere umano e le ha accettate da tempo. I Winchester non hanno cambiato di molto questa prospettiva. La caccia è un gioco pericoloso e Castiel, nella sua così lunga vita, ha visto donne, uomini e bambini morire in tutti i modi possibili e sebbene tali morti generassero un senso di malessere nel petto, mai hanno fatto breccia nel suo cuore tanto da fargli male. E’ un soldato, la morte è diventata una compagna costante.
Dean e Sam ne sono consapevoli, perché in fondo, soldati lo sono anche loro.
Questa volta, però, c’è qualcosa di diverso.
Non esiste spiegazione logica: a volte fa male.
“Siamo arrivati troppo tardi.”
Sam constata con voce gentile, quasi un sussurro nel silenzio che fa da padrone nella piccola stanza. Castiel percepisce appena un’imprecazione sospirata da Dean, qualcosa che non è una vera maledizione, ma più una semplice accettazione di qualcosa che non sono riusciti a impedire, qualcosa che spesso accade e con cui hanno dovuto imparare a sopravvivere.
L’angelo non dice una parola.
Resta fermo, immobile, e non guarda le lenzuola azzurre macchiate di sangue, né le braccia di una madre, strette attorno alla figura esile del bambino che ha concepito e ha cercato di proteggere con tutta se stessa. Castiel non riesce a distogliere lo sguardo dalle dita del piccolo che penzolano dal bordo del letto. Stringono forte un pezzo di plastica a forma di angelo, sospeso nel vuoto, come se fosse in volo. Sul pavimento, proprio sotto quel polso privo di vita, giace un posacenere di vetro, al suo interno un altro gruppo di angeli di plastica. Il sangue gocciola su di loro, sedimenta sul fondo.
Castiel può ancora sentire le urla di quel bambino che chiedono il suo aiuto. Eppure, l’angelo che avrebbe dovuto salvarlo, sta annegando nel suo sangue, sul fondo di un posacenere.
“Cass?”
Sam chiama, ma Castiel non risponde.
E allora i Winchester capiscono.
Dean pone una mano sulla spalla dell’angelo, stringe appena, in un misero gesto di conforto. Sam gli prende un lembo della manica con due dita, lo porta via, lontano da un dolore che non comprende.
“Andiamo, Cass.”
A volte fa male, ma bisogna andare avanti.
Più tardi, nell’impala, Castiel siede sul sedile posteriore. Il dolore è ancora lì, sordo, ma indelebile.

  
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