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Autore: AxXx    05/11/2012    1 recensioni
Xemnas è morto e con lui l' organizzazione.
Ma qualcosa si è mosso nelle tenebre.
Il maestro Xehanort aveva due allievi segreti, a cui si è aggiunto un terzo. I loro compito è riportare in vita il loro maestro e porre fina alla guerra del Keyblade portando l' oscurità su tutti i mondi.
Sora e Riku, nominati maestri keyblade da Yen Sid, dovranno intraprendere un nuovo viaggio e con loro altri nuovi custodi per salvare i mondi dai loro avversari e dalla rediviva Organizzazione XIII.
Tra grandi battaglie e pericolosi viaggi il gruppo si dovrà confrontare con nuovi nemici, scoprendo che non tutto è come appare.
Genere: Avventura, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Kairi, Nuovo personaggio, Riku, Sora
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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 Riku fissò per un attimo il ragazzo in armatura e si lanciò contro di lui.
I due si scambiarono una rapida serie di stoccate mentre Xion si incamminava verso la cima del castello per salvare Kairi.
‘È forte, ma non mi lascerò sconfiggere così facilmente.’ Pensò l’argenteo mentre saltava di lato per evitare una magia oscura dell’avversario.
I due si scambiarono molti attacchi senza riuscire a sopraffarsi a vicenda.
Riku tentò di colpirlo piroettando in aria con il keyblade, ma l’avversario si scansò con una capriola all’indietro per lanciare una sfera di fuoco.
L’argenteo evocò una barriera magica che frappose tra se e l’attacco nemico per poi tornare all’attacco.
Intorno  loro la battaglia continuava senza esclusione di colpi.
I soldati di affrontavano gli heartless senza timore, ma erano nemici molto pericolosi e che non si fermavano davanti a niente.
Riku si lanciò in avanti mutilando la spada spingendosi in avanti facendo forza sull’arma avversaria quando Vanitas bloccò il colpo.
I due si ritrovarono a confrontarsi in un vero contro di forza.
Spinsero l’uno verso l’altro cercando di prendere un vantaggio, ma sembrava proprio che i due fossero uguali in forza.
“Credi di potermi battere!?” Disse Vanitas schernendo il suo avversario tirandosi indietro e lanciando una potente sfera di fuoco contro l’argenteo che si frantumò in cinque sfere più piccole che volarono verso l’argenteo.
Quello evocò una barriera di energia per deviare i colpi dell’avversario, per lanciare contro il ragazzo in armatura tre sfere elettriche che quello evitò saltando e lanciando alcune saette che colpirono alcuni soldati uccidendoli.
Riku riuscì ad evitarli e si lanciò di nuovo all’attacco con tre serie di attacchi rapidi, l’ultimo dei quali con una piroetta per colpire con tutto il peso del proprio corpo.
Vanitas si scansò rapido con una capriola laterale.
“Sei troppo lento.” Lo schernì di nuovo il custode oscuro lanciando alcune saette ghiacciate contro l’argenteo che per evitarle saltò facendo una capriola all’indietro.
Appena atterrato alcuni heartless lo attaccarono, ma lui riuscì ad abbatterli tutti in pochi secondi.
Fu così che riuscì ad evitare Vanitas che, apparso dal terreno, cercò di colpirlo dal basso spargendo una miriade di sfere di fuoco.
“Inutile che usi i poteri oscuri, non puoi battermi! Blizzara!!!” Urlò Riku puntando il keyblade contro l’avversario scagliandogli contro tre proiettili ghiacciati.
Quello sembrò paralizzarsi un attimo, ma l’argenteo sentì uno spostamento d’aria alle sue spalle e rotolò a destra evitando così l’attacco di Vanitas che era apparso alle sue spalle.
“Sei molto veloce, ma non credere che basti a vincere!” Disse Riku rimettendosi in posizione.
Xaldin e Kain si stavano ancora affrontando sulle mura.
Il dragone usava magie d’aria, che però contro il feroce lanciere non avevano molto effetto.
Le loro lance si scontrarono più e più volte in aria, ma se Kain era molto veloce, doveva vedersela con le sei lance che gli si opponevano e con la superiore forza del nessuno.
“Credi di potermi battere, sciocco!” Urlò Xaldin lanciandosi contro il nemico con tutte e sei le lance.
“Io ti batterò!” Rispose il dragone saltando in avanti.
Per un attimo le loro forze furono a diretto confronto, ma nessuno dei due sembrò essere in grado di avere una posizione di vantaggio sull’altro.
Improvvisamente una fiammata costrinse il nessuno ad allontanarsi mentre Faraia sopraggiungeva in aiuto del dragone con il keyblade sguainato.
Xaldin scagliò una delle sue lance contro la ragazza, ma lei, con un agile mossa, saltò evitando l’attacco nemico.
“Arrenditi, creatura oscura!” Urlò lei puntando l’arma contro il nessuno con fare minaccioso.
“Non credo proprio.”Rispose lui di rimando lanciandosi in avanti contro i suoi due avversari con ferocia.
 
 
 
Xion salì rapidamente le scale  per raggiungere Kairi, ma quando arrivò in cima si trovò davanti ad una scena che non si aspettava.
La ragazza dai capelli rossi, che fino a poco fa si trovava accasciata sulla torre del castello era in piedi ed osservava qualcosa nel cortile.
La nessuno sentì come una strana ansia percorrerle il corpo e fu come se l’ossigeno fosse diminuito facendole venire voglia di respirare ad ampie boccate.
“K-Kairi, stai bene?” Riuscì a chiedere allungando una mano per scuoterle la spalla.
“Non dovresti girare da sola in momenti come questi.” Disse la rossa in tono minaccioso voltandosi di scatto.
Xion si ritrasse spaventata, non aspettandosi un tono così minaccioso da quella ragazza che, da quanto poteva dedurre dai suoi ricordi, era un esempio di gentilezza.
Kairi fu avvolta un una specie di aura di fiamme nere ed i suoi capelli divennero neri come una notte senza stelle, mentre gli occhi da azzurri si coloravano d’oro e sulla schiena gli spuntavano due ali nere di corvo.
“Ora ci divertiamo.” Disse l’oscura principessa puntando contro Xion un keyblade oscuro simile al ‘Posto del Destino’ ma appassito e scuro.
“Prima dovrai battermi!” Rispose la ragazzina dai capelli scuri cercando di darsi coraggio evocando il suo keyblade.
Le due ragazze si lanciarono l’una contro l’altra, ma a pochi centimetri da Xion, Kairi aprì le ali e fermò il suo slancio.
La nessuno non aspettandosi la mancanza di una forza che la trattenesse, perse l’equilibrio e quasi cadde in avanti.
La sua avversaria ne approfittò subito mulinando la lama e conficcandogliela nel braccio.
La ragazzina urlò di dolore, ma riuscì a tenere in mano l’arma e a rigirarsela in mano allontanando la lama dell’altra dalla carne.
Si spinse indietro e si tenne il braccio ferito con l’altra mano, ma non ebbe tregua.
Kairi si spinse in avanti attaccando ripetutamente con una ferocia mai vista mulinando la sua arma molto velocemente costringendo Xion a difendersi con disperazione per non essere ferita altre volte.
Dopo un po’ si tirò indietro lanciando contro la nessuno una raffica di fiamme nere seguita da una saetta di energia oscura.
Xion fu costretta a chiudersi in difesa da tutta la serie di attacchi che le venivano lanciati e quando le magie dell’avversaria gli arrivarono a pochi metri fu costretta a ripararsi dietro una barriera di energia perdendo di vista la malvagia principessa.
Quando l’attacco cessò quest’ultima era sparita e la nessuno si guardò intorno alla sua ricerca.
Una voce però le sussurrò qualcosa alle spalle: “La prossima volta, guardati le spalle. Sempre che ci sia una prossima volta.”
Una dolore lancinante gli attraverso la schiena quando la sua avversaria la colpì con furia piantandole il keyblade all’altezza della vita per trapassarla da parte a parte.
Le gambe di Xion cedettero e lei cadde in ginocchio tenendosi la pancia tossendo sangue.
“Addio, fantoccio!” Le sussurrò l’oscura ragazza mettendole la lama sulla gola.
Xion sentì la sua coscienza scivolare via mentre sentiva il freddo della lama che le passava sulla gola.
Fu un attimo, ci fu una specie di botto e l’arma volò via dalla sua pelle mentre qualcuno la afferrò alle spalle.
 
 
 
 
Riku incrociò le lama con Vanitas per l’ennesima volta.
“Non mi batterai mai!” Disse l’argenteo spingendosi in avanti costringendo l’altro ad indietreggiare.
“Sai, dovresti stare attento quando mandi qualcuno in missione solitaria.” Disse Vanitas con uno strano tono.
Riku ebbe una brutta sensazione e si voltò verso la torre dove c’era Kairi e vide una strana fiammata oscura.
‘Era una trappola!’ Pensò preoccupato per la sorte di Xion.
Si liberò della presa di Vanitas e corse verso l’entrata del castello facendosi strada tra i combattenti, mentre un urlo squarciava l’aria: “I rinforzi di Baron, sono qui!”
In cielo infatti c’erano tre aereonavi armate di cannoni che bombardavano il grosso degli heartless fuori dalle mura.
Riku si fece strada oltre il portone e salì più veloce che poté le scale mentre sentiva il rimbombo dei cannoni contro le creature oscure ma lui non se ne curò continuando la sua folle corsa.
Arrivato in cima vide una ragazza dai capelli neri tenere la spada sulla gola di Xion.
“No!!!” Urlò l’argenteo lanciando una sfera di luce contro la misteriosa combattente.
Ci fu un botto spaventoso e quella fu scaraventata contro il parapetto della torre con violenza inaudita.
“Chi sei!?” Chiese l’argenteo mettendosi in posizione pronto a difendersi.
“Riku, dovresti riconoscerli gli amici.” Rispose l’altra divertita.
“Non so perché tu abbia la faccia di Kairi, ma non mi farò ingannare da te o dai tuoi trucchi!” Fece il ragazzo aggressivo preparandosi allo scontro.
“Ehi! Così mi spezzi il cuore!” La sua voce era improvvisamente diventata supplichevole e Riku abbassò la guardia per un attimo.
Ma lui sapeva di non dover fermarsi davanti all’oscurità e si affrettò subito a rimettersi in posizione.
“I mostri come te devono tornare nell’oscurità da cui provengono, non cercare di ingannarmi!” Intimò veemente pronto allo scontro.
“Ti prego, Riku, credimi, sono Kairi!” Il tono era così supplichevole e così simile a quello dell’amica che il ragazzo non riuscì a resistere e le si avvicinò di pochi passi.
Improvvisamente la ragazza si alzò e lo colpì di scatto e l’argenteo riuscì a malapena a difendersi.
“Devi stare più atteeento Riku.” Gli sussurrò lei all’orecchio mentre il ragazzo tratteneva a stento l’arma dell’avversario.
Se fosse stato un altro nemico non avrebbe esitato, ma con lei era diverso.
Sentiva nel cuore che colei che aveva davanti era kairi, e non riusciva ad alzare il keyblade contro la sua amica.
“Non costringermi! Anche se tu non sei lei, non sarebbe mai caduta nell’oscurità!” Urlò Riku allontanandola con una spinta.
“E tu chi sei per dire agli altri cosa possono o non possono fare?” Chiese Kairi tagliente.
L’argenteo sentì una stretta al cuore sentendo quelle parole.
“Non sei tu il primo ad essere caduto nell’oscurità? Chi sei tu per riprendermi quando sei stato tu il primo a chiamare l’oscurità nel nostro mondo e a distruggere il nostro mondo.” Continuò la ragazza con un sorrisetto malvagio.
Riku avrebbe voluto controbattere e lanciarsi all’attacco, ma la sua mente ed il suo cuore sembravano impotenti.
Kairi gli aveva rinfaccio i suoi errori senza nessun tatto e aveva rievocato il suo dolore ù profondo.
Ma non poteva combattere.
Per quanto si sforzasse di non riusciva a non sovrapporre il viso gentile di Kairi con quello stravolto dalla malvagità della sua avversaria.
I capelli rossi si sovrapponevano a quelli neri, gli occhi azzurri gentili a quelli aurei e malvagi.
“Sei un dannato mostro!!!” Urlò Riku in preda alla collera.
Improvvisamente un ondata di energia oscura gli avvolse il cuore e una sfera di energia oscura gli attraversò il braccio e colpì la ragazza dalle ali nere facendola volare oltre il parapetto.
 
 
 
Faraia e Kain osservarono Xaldin sparire in un ornando di vento ed una figura nera volare via dalla torre.
I due raggiunsero il cortile dove erano atterrate le aeronavi.
“Dov’è il tuo maestro?” Chiese Re Cecil scendendo dalla nave volante.
“Io ho visto il ragazzo andare sulla torre.” Disse Edward indicando il suo castello.
La ragazza corse fino alla cima del castello dove trovò Riku e Xion a terra sanguinanti!
“Maestro!” Url la ragazza correndo verso l’argenteo.
Appena si inginocchiò accanto a lui si accorse che respirava ancora.
“È vivo.” Annunciò felice.
“Anche lei.” Aggiunse Ceodore sollevando Xion.
“Dobbiamo portarli all’aeronave.” Disse il principe portandoli giù dalla torre con calma per non aggravare le sue condizioni, mentre Faraia veniva aiutata da Re Cecil a portare Riku.
 
 
 
 
 
 
 
Sora si alzò su un letto d’ospedale.
Le ferite che aveva ricevuto erano state fasciate e lui era solo in pantaloni.
“Ma che...?” Stava per chiedersi quando fuori dalla porta della stanza sentì delle voci.
“Signore, come ho già detto le ferite erano profonde ed alcune ossa erano al limite della frantumazione, ma incredibilmente, si è rimarginato tutto in pochissime ore.” Fece una voce.
“Chi l’ha portato qui?” Disse un’altra voce in tono formale.
“I suoi amici dicono che l’hanno trovato su un isola.” Rispose l’altro.
“Come si è ferito in maniera cos violenta?”
“Sembra strano, ma è stato colpito da una spada.”  Fu la risposta.
“Ok, ci voglio parlare.” Disse l’altro.
Sora si apprestò a sdraiarsi a ad assumere un’aria sconvolta, mentre la porta si apriva facendo entrare un ufficiale di polizia in uniforme.
“Buongiorno Sora.” Disse l’ufficiale guardandolo con fare paterno.
Il ragazzo sapeva di dover stare attento: non aveva ancora recuperato le forze e per fuggire doveva recuperarle o non sarebbe mai riuscito a tornare dai suoi amici.
Continuò a non rispondere ostentando un silenzio tombale.
“Allora ragazzo, sei scomparso per quasi due settimane, tu, tua madre  due ragazze dell’isola, di cui tu eri amico. Non hai niente da dirmi?” Chiese di nuovo l’agente ostentando tranquillità.
‘Trappola: non dire niente.’ Pensò Sora mentre continuava a stare zitto.
I due continuarono a guardarsi senza dire una parola per alcuni minuti, fino a che il poliziotto venne fuori con un’altra domanda.
“Sei stato assente dall’isola per più di due anni e per un certo periodo eri come sparito dai ricordi delle persone, ne sai qualcosa?”
Silenzio.
I tentativi dell’ufficiale di farlo parlare si fecero più intensi, ma non sfociarono mai in urla, e dopo un’ora di inutili tentativi se ne andò, lasciando Sora da solo.
Il ragazzo stette sdraiato ad ascoltare una serie di voci agitate fuori dalla porta, ma non ci fece caso, guardandosi intorno alla ricerca di una via d’uscita.
La stanza era occupata da sei lettini disposti in due file, ma l’unico occupato era il suo.
L’unica uscita dall’ospedale era la finestra, ma non sapeva a che altezza si trovasse.
Dopo alcuni minuti si decise ad alzarsi dal letto avvicinandosi alla finestra.
“Che stai facendo!?” Chiese una voce alle sue spalle.
 
 
 
Tidus, Wakka e Selphie avevano appena parlato con l’agente di polizia che sembrava un po’ irritato.
Il dottore inoltre aveva detto loro di non entrare per nessun motivo perché Sora doveva riposare, ma loro erano impazienti.
“Sentite, ma che facciamo?” Chiese il ragazzo più grande perplesso.
Tidus dal canto suo sembrava a metà tra l’esaltato ed il disgustato: “Ma avete visto quanto sangue c’era!?”
“Smettila, non era bello!” Lo rimproverò Selphie.
“Ehi, Gente!!!” Urlò una voce squillante lungo il corridoio.
I due videro arrivare un gruppo di una ragazza  con i capelli neri lunghi che finivano sulla schiena e gli occhi scuri.
Doveva avere almeno vent’anni se non di più.
“Rinoa!” Dissero in coro i tre ragazzi.
Era la sorella di Maya e da quando era sparita non si era data pace.
“Dov’è quel ragazzo!?” Chiese con voce isterica.
Era nervosa da quando sua sorella era sparita e dava la colpa a Sora ed alla sua famiglia.
“Fatemi parlare con lui!” Disse la ragazza mora con irruenza aprendo la porta della stanza d’ospedale mentre gli altri tre cercavano di fermarla.
Rinoa però non sentì ragioni e fece irruzione nella stanza e vide Sora che stava guardando oltre la finestra.
“Cosa stai facendo!?” Chiese nervosa Rinoa marciando velocemente verso il ragazzo mentre gli altri tre amici osservavano la scena a metà tra il divertito e lo spaventato.
Sora fu preso dallo spavento vedendo lo sguardo rabbioso che gli era riservato dalla ragazza più grande di lui.
In un impeto di paura, dovuto anche alla sua momentanea debolezza, evocò il keyblade puntandolo contro di lei.
Non che fosse un codardo e sapeva di non dover mostrare il keyblade, ma sapeva che Rinoa faceva arti marziali da dieci anni e, per quanto infantile potesse essere, aveva paura di prendere un pugno in faccia da lei.
La mora si fermò un attimo stupita vedendo la strana arma che le veniva puntata contro, ma subito si riprese.
“ma che diavolo fai, dov’è mia sorella!?” Chiese rabbiosa la ragazza senza scomporsi.
“È quella! È Quella!!!” Urlò Tidus indicando il keybalde.
“Cosa!?” Esclamarono tutti i presenti osservando il ragazzo che saltava eccitato.
“È l’arma che disintegrava gli alieni!” Spiegò rapidamente il ragazzo biondo continuando a saltare.
Improvvisamente Sora sentì un’aura oscura molto potente e pochi istanti dopo sentì il pavimento tremare.
“ATTENTI!!!” Urlò evocando istintivamente una barriera di energia per proteggere lui e gli altri che gli stavano intorno.
Fu una mossa provvidenziale, dato che pochi istanti dopo tutta la loro ala dell’ospedale esplose.
Il gruppo di cinque ragazzi si ritrovò nel parcheggio dell’ospedale pieno di macchine alcune delle quali stavano prendendo fuoco.
“Ci rivediamo, ragazzino.” Disse la voce di una ragazza alle spalle di Sora che si era appena rialzato, mentre Rinoa stava aiutando gli altri.
“Phobia!” urlò il ragazzo riconoscendo la sua avversaria.
“vedo che ti ricordi di me.” Disse lei con un sorriso folle. “L’ultima volta che ci eravamo visiti avevo quasi distrutto il tuo mondo, ma mi sono trattenuta. Che ne dici se ora rimedio?”
“Di che stai parlando!?” Chiese Rinoa notando la ragazza simile a Kairi.
Quella non disse nulla, ma evocò il suo keybalde  lo puntò in alto evocando una sfera gigante di energia oscura che iniziò a liberare decine di heartless.
“Dannazione!” Fece Sora iniziando a fronteggiare le creature oscure con coraggio, ma loro erano tantissimi e subito Phobia iniziò a combattere.
Il ragazzo era molto più esperto di lei, e molto più forte, ma, impegnato con gli heartless, non poteva concentrarsi solo su di lei.
“Sei solo contro migliaia di nemici, cosa speri di ottenere combattendo, se non ritardare la tua fine?” Chiese l’oscura guerriera continuando a duellare contro Sora tra le auto in fiamme, mentre gli heartless continuavano ad attaccare le persone rubando i loro cuori.
Rinoa sapeva combattere coraggiosamente usando le sue arte marziali, ma i suoi colpi attraversavano senza danni i corpi oscuri degli heartless.
Anche Tidus, Wakka e Selphie stavano tentando di difendersi, ma senza successo.
Solo Sora sembrava in grado di tenere a bada quelle creature, ma era solo e soprattutto ancora debole e non riusciva a combattere contro i suoi avversari.
Improvvisamente una sagoma gli apparve alle spalle mentre incrociava le lame con Phobia.
Con una spinta allontanò la ragazza e si voltò parando l’attacco del suo avversario.
“Seifer!” Urlò il custode della luce riconoscendo il ragazzo di Crepuscopoli che ora impugnava un keyblade.
Subito si tirò indietro e fu accerchiato dagli heartless e dai due custodi oscuri mentre Rinoa e gli altri si affiancavano a lui mentre il mondo scivolava lentamente nell’oscurità.
“Cosa facciamo!?” Chiese Selphie disperata guardandosi disperatamente intorno.
Improvvisamente un raggio di luce colpì gli heartless disintegrandoli mentre una ragazza dai capelli biondi, armata con il Portafortuna piombava sul campo di battaglia.
“Naminé!” Urlò Sora riconoscendo la nessuno di Kairi.
“Sora! Devi abbandonare l’isola! Kairi è in pericolo!” Disse la bionda iniziando a duellare con Phobia e Seifer.
Il custode della luce, però non si dette per vinto e corse in aiuto di dell’amica mulinando il keyblade abbattendo due gruppi di heartless per poi tentare di abbatterlo su Phobia che parò il colpo mentre Naminé lanciava delle sfere di luce contro Seifer.
Nello stesso momento una Gummiship si schiantò in mezzo alla strada distruggendo molti gruppi di nemici.
“Dannazione, ritiriamoci!” Disse Phobia al custode oscuro biondo aprendo il portale.
“Ci rivedremo!” Minacciò Seifer ritirandosi a sua volta.
Sora ed i suoi amici osservarono stupiti i tre custodi che uscivano dal portellone della gummiship.
“Meno male che sapevi guidare quest’affare, vero Terra!?” Chiese irritato il Maestro Eraqus mentre si massaggiava la testa.
“Ehi, maestro, io pensavo che sarebbe stato come per la nave-keybalde, mica pensavo che fosse così complicato.” Si giustificò il ragazzo alzando le mani come per difendersi.
“Potevi fare di meglio, comunque.” Aggiunse Ventus guardandolo di sottocchio come se fosse sul punto di mettersi a ridere.
 
 
 
 
 
Aqua osservò un gruppo di giovani keybalder allenati da Topolino.
Erano un gruppo di ragazzini che si erano decisi a combattere al loro fianco.
L’unico motivo per cui lo facevano era tornare nei loro mondi, sapendo che avrebbero potuto tornare solo dopo la fine di questo scontro.
‘Siamo inferiori di numero, più deboli e meno potenti. Anche con loro non avremo molte possibilità.’ Pensò lei mentre si avviava verso l’ufficio di Leon per avere nuove informazioni sui nemici.
Le scale erano pattugliate da moltissime guardie e continuavano ad aumentare a mano a mano che venivano soldati dalle altre città di quel mondo e i rinforzi della luce da altri mondi.
‘Ho proprio paura che non ce la faremo.’ Continuava a pensare la ragazza dai capelli blu cercando di non darlo a vedere ostentando coraggio e sicurezza per poter comunicare anche agli altri la stessa sensazione.
L’ufficio del comandante era molto spartano con solo una scrivania di legno, una brandina ed un baule dove dovevano essere contenuti i suoi effetti personali.
“Aqua,buon pomeriggio, come stai?” Chiese il giovane mentre guardava fuori dalla finestra il crepaccio che si riempiva di heartless.
“Vorrei sapere se ci sono novità sulle creature oscure.” Rispose la ragazza.
“Nessuna, approfittane per riposare.” Fece laconico Leon alzando le mani noncurante.
Lei decise di avere proprio bisogno di riposare, dopotutto aveva combattuto una difficilissima battaglia e si era impegnata ad allenare i giovani keyblader insieme al Re e a Paperino e Pippo, ma ormai sentiva anche lei la stanchezza.
Si diresse verso le stanze che erano state allestite per loro e trovò li vicino Pence, Heyner ed Olette.
“Quando potremo tornare a Crepuscopoli?” Chiese la ragazza abbassando gli occhi triste.
“Prima dobbiamo risolvere i problemi qui.” Rispose Pence disinvolto e calmo, nonostante la situazione pericolosa e difficile.
“E poi non sei eccitata da tutto questo!?” Chiese un esaltato Heyner osservandola con gli occhi luminosi.
Aqua era molto contraria a quello che quest’ultimo stava dicendo, ma non sarebbe stato affare suo se non fosse per l’improvvisa reazione della ragazzina.
“Sei uno stupido Heyner!” Urlò iniziando a piangere sulla spalla di quest’ultimo che osservò l’amico con l’aria di chi sta chiedendo aiuto.
“ma cosa c’è?” Chiese preoccupato cingendo quasi automaticamente le spalle dell’amica mentre Pence si allontanava con uno strano sorriso tenendo le man dietro la testa.
“Sei uno stupido, Heyner! Non ti rendi conto che questo non è un gioco!? È una guerra vera! Rischi di morire!” Disse lei tra i singhiozzi aggrappandosi ancora di più alla schiena del ragazzo.
Aqua li avvicinò e li separò.
“Forse è vero, che moriremo, ma dobbiamo ricordare cosa ci spinge ad andare avanti.” Disse la ragazza dai capelli blu poggiando una mano sulle spalle dei due.
La ragazza si asciugò le lacrime.
“Sì, grazie signora, mi scusa.” Disse Olette con una voce spezzata mentre si allontanava.
“Io la seguirei.” Aggiunse Aqua all’orecchio di Heyner quando la ragazzina era già lontana.
Quello la guardò con uno sguardo un po’ vuoto, ma seguendo il consiglio della giovane donna.
Lei sorrise ed entrò nella sua stanza.
Rifece il letto rapidamente e si spogliò degli abiti sudati cambiandosi velocemente.
Il sole stava tramontando illuminando con raggi arancioni il castello e la città di Rediant Garden.
Dopo essersi cambiata si sdraiò sotto le coperte e, calmatasi dopo tanti giorni di tensione, nonostante il pericolo incombente, si addormentò subito.
 
 
 
Demyx era in camera sua quando l’occhio gli capitò sul suo Sitar.
Se l’era portato dietro dal Castello che Non Esiste.
Ricordava che prima di diventare un nessuno gli piaceva molto suonare quello strumento, ma, chissà perché era un sentimento che continuava ad avere anche ora che era un nessuno.
‘ma perché continuiamo a combattere? Sappiamo davvero cosa vuole Xehanort? Insomma lui dice che Kingdom Hearts è il potere supremo, ma noi cosa ne sappiamo?’ Si chiese il Notturno Melodico con un sospiro.
Il motivo per cui aveva abbandonato l’organizzazione era quello.
Era stanco di combattere per qualcosa che non conosceva.
Stanco di dover prendere ordini da chi voleva ubbidienza incondizionata.
Lui voleva solo stare tranquillo.
Certo sapeva combattere e combatteva quando ce n’era bisogno, ma quando non era necessario, lui preferiva riposare ed assaporarsi quel periodo di pace.
‘Tanto non ci sarà mai pace, scoppierà un’altra guerra e qualcun altro cercherà l’oscurità.’ Pensò con rassegnazione.
In quel momento qualcuno bussò alla porta.
“Avanti.” rispose il nessuno senza voltarsi.
“Demyx! Non vieni ad allenarti?” Chiese Axel sempre agitato ed iperattivo.
“No, preferisco starmene un po’ da solo.” Rispose il biondo mettendosi a gambe incrociate sul letto.
“Ok, fai come ti pare.” Rispose il rosso andandosene con fare agitato.
Il numero IX si ritrovò ad osservare malinconicamente il cielo che si scuriva lasciando posto alla luna.
‘Ufff, voglio uscire.’ Si disse imbracciando il Sitar.
Camminò senza meta per tutto il castello tra le guardie di pattuglia e le mura scure a causa del buio.
Alla fine giunse ad una delle innumerevoli terrazze del castello che dava sul crepaccio.
Era ad almeno venti piani di altezza e si poteva vedere tutto da lassù.
“Bella visto, vero?” Chiese una voce alle sue spalle.
Il giovane si voltò per trovarsi davanti ad un heartless molto strano.
Aveva in mano un Sitar oscuro e somigliava molto a lui, ma gli occhi dell’altro erano gialli e luminosissimi.
“Chi sei!?” Chiese Demyx mettendosi in guardia con la sua arma.
“Sono colui che vuole tornare ad essere tutt’uno con te. Io sono Ydem.” Rispose l’altro.
“Se vuoi tornare tutt’uno con me dovrai batterti!” Urlò il numero IX lanciandosi all’attacco.
 

 
 
 
 
 
 
Ennesimo cap. Era un po’ che non aggiornavo.
Perdonate la rapidità di alcune scene, ma dovevo andare avanti o non avrei avuto congruenza temporale tra i vari mondi.
Le Isole del Destino come mondo sono simili alla Terra, con un isola centrale e tante isolette che la circonda.
Sora è nato in una di quelle più piccole.
Comunque il capitolo è un po’ dedicato al personaggio di Demyx, infatti verso la fine c’è una parte dedicata a lui.
Il resto è un continuo di scene di combattimento e che servono a far andare avanti la storia.
Recensite, per favore.
AxXx

  
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