Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Gaia Bessie    07/11/2012    2 recensioni
Lui, la pace, non l’aveva mai conosciuta.
In realtà, non sapeva nemmeno cosa fosse.

{Seconda classificata al contest "The Hunger Games" indetto da Always89 sul forum di Efp e vincitrice del premio lacrima}
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Daphne Greengrass, George Weasley
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Image and video hosting by TinyPic Image and video hosting by TinyPic 

I fuochi fatui sono piccole fiammelle solitamente di colore blu che si manifestano a livello del terreno in particolari luoghi come i cimiteri, le paludi e gli stagni nelle brughiere. Il periodo migliore per osservarli è nelle fredde sere d'autunno.
Si tratta di fiammelle derivate dalla combustione del metano e del fosfano dovuta alla decomposizione di resti organici.
Le leggende sui fuochi fatui sono moltissime. Nell'antichità si ritenevano la dimostrazione dell'esistenza dell'anima.

(Wikipedia – Fuochi fatui)





I fuochi fatui sono un’illusione dolorosa, le cicatrici delle anime che hanno sofferto. Daphne li guarda, senza distogliere lo sguardo. È un dolore piacevole, per lei, quelle ferite che non le appartengono. Il prezzo da pagare per esprimere un desiderio, la notte del plenilunio, per incidere un’altra cicatrice sulla pelle rovinata dalla guerra. Ogni tanto, si dice che è giusto così. “Me lo sono meritato” ripete, a bassa voce. Poi getta una lettera nel fiume dalle acque fangose, osserva il brandello di pergamena che viene portato via dalla corrente. E subito dopo, viene quella proposizione distruttiva, quella che annienta ogni fuoco che può accendersi dentro di lei. La doccia fredda che distrugge ogni ricordo, lasciando solo la nebbia che nasconde il futuro. Il futuro, lei, l’ha sempre odiato. Ha sempre cercato di nasconderlo dietro un velo squarciato di nebbia, tagliato dal suo stesso pugnale e mai rammendato. Non che non ci avesse provato, in verità: i punti minuscoli, fatti di nebbia, saltavano via come grilli ogni volta che lei cercava di farli combaciare. Ad Asteria piaceva, il futuro. Forse è questo pensiero che la fa sobbalzare, le mani strette attorno ad un vecchio libro dalla copertina cremisi. “Me lo merito” si disse, mentre un fuoco fatuo si spegneva davanti ai suoi occhi. E poi pronunciò quella frase, distruggendo tutto, facendo cadere il libro cremisi sulla terra ancora umida di pioggia.
« È colpa mia, se Asteria se n’è andata »


L’appartamento di Daphne è piccolo, anonimo. Una serie limitata di stanze vuote, dove lei non mette più piede, da quando sua sorella è morta. Lascia che la polvere copra tutto e spera che aiuti le sue ferite a guarire, ripari il velo che lei non è riuscita a rammendare. Illusione, è la parola di cui si ciba Daphne. Il nettare dorato che cola dalle labbra, veleno per i colpevoli. E lei convive con le sue colpe da un paio d’anni, quando ha visto sua sorella cadere sul pavimento, fra pile di vestiti ancora da lavare. “Veleno” aveva pensato Daphne, all’inizio. Poi era giunta alla conclusione che Asteria si era consumata come una cadela, di fronte al suo amore impossibile. E quando la cera era finita, semplicemente, la candela era sparita. Buttata via.
Ed in Daphne era maturata la convinzione che fosse tutta colpa sua, che non era stata in grado di accorgersi dell’angoscia della sorella.
« Non è colpa tua » disse George, seduto in un angolo, indovinando i pensieri di lei. « Lo sai ».
Daphne non rispose. Si era scoperta innamorata di lui in una notte scintillante di fuochi fatui, l’aria così fredda che permetteva di notare il vapore prodotto dai loro stessi respiri. Di giorno, la sua certezza veniva a meno. Respirava contro il tessuto ruvido della fodera del divano, le lacrime che graffiavano il viso, quello strano pout-pourri di polvere e ricordi che la ossessionava.
« Strano » replicò Daphne. « E’ tutto un pasticcio, ma, per qualche ragione, sento che se risalissi alla radice dei nostri problemi, alla fine della strada troverei le mie stesse azioni *»
George la guardò, esausto. Non amava lottare. Combattendo, aveva perso il suo gemello. Combattendo, aveva trovato lei che, lo sapeva, avrebbe portato solo lacrime. Non era riuscito a non soccombere a quell’istinto primordiale, soccorrerla, e l’aveva portata con sé.
« Non dirlo nemmeno per scherzo » la riprese lui, senza troppa convinzione. In un angolo, una foto ritraeva due ragazzi giovani, fiori stroncati da un prematuro inverno.
Fred e Asteria li guardavano, i sorrisi congelati dal tempo sembravano quasi inappropriati. Quelli reali erano stati cancellati, anni prima.


« Dove vai? » la voce di George risultò debole, un sussurro inudibile. Eppure, risuonò in tutto l’appartamento, colpendo Daphne come un dardo avvelenato. Troppe volte si era figurata quella scena e, nelle sue fantasie, era lei ad avere la meglio. Quella coraggiosa, che fuggiva via da quella situazione scomoda. Ogni volta, scordava che era Asteria, la Greengrass forte. Lei era Daphne, quella fin troppo ligia alle regole.
La domanda di George la fece vacillare, incerta. Pensava di vincere, eppure erano bastate due parole a farla esitare.
« Via » fu la risposta, urgente.
Daphne fece cadere il libretto cremisi sul pavimento, un vecchio  diario, una speranza infranta dal tempo.
« Perché mi fai questo? ».
George sospirò, stremato. Aveva perso Fred. Adesso anche Daphne stava per andarsene. Si chiese, se non fosse il suo destino, rimanere solo ed immutabile nel tempo. L’unica costante.
«Perché non voglio che tu dimentichi quanto è diversa la nostra situazione. Se tu muori e io sopravvivo, non avrò più ragione di vivere.* Ma se fossi io, a morire, tu andresti avanti. Ti conosco » fu la risposta di lei.
E corse via, troppo codarda per sentire la risposta. George strinse le labbra e fissò  il pavimento, sperando che quello bastasse a nascondere le emozioni che cominciavano a ribollirgli dentro.
Ripensò alla prima notte, quella dei fuochi fatui e la nostalgia lo assalì, prepotente. “Due anni” pensò, nostalgico. Solo due anni. La pace era durata solo per due anni. “Pace?” si chiese, sarcastico. Lui, la pace, non l’aveva mai conosciuta.


George guardava il suo gemello chiacchierare con una piccola Serpeverde dai capelli castani, che avrebbe dovuto avere l’età di Ginny. Sorrise, quando li vide allontanarsi e si diede mentalmente dello sciocco. Avrebbe dovuto scoraggiare il gemello, fargli troncare sul nascere quella relazione che, ne era certo, avrebbe portato solo lacrime. Scosse la testa e si frenò, bloccando i pensieri molesti.
Il suo sguardo si posò su una ragazza bionda, che ricordava vagamente la ragazzina con cui aveva visto Fred, china sopra un libro dalla copertina cremisi. Ogni tanto mordicchiava la penna, con aria assorta.
George sorrise, fra sé. “Ecco” si disse. “Quella potrebbe portare guai”. E quasi rise, mentre le si avvicinava.

George, la guerra, non l’aveva mai conosciuta.


Sorrise davanti alla copertina cremisi del diario di Daphne, l’unica cosa che gli era rimasta di lei, insieme ad alcuni album di foto che avrebbe bruciato.
La sfiorò con un dito, esitante, poi la gettò fra le fiamme. Guerra.
Aveva conosciuto Daphne durante una notte di fuochi fatui, illusioni e lacrime che lui non era riuscito a versare. Era ancora in guerra, George, non aveva ancora smesso di combattere. La pace, per lui, era un’utopia, faceva parte dell’immaginario comune.
Guardò le pagine soccombere al fuoco e diventare cenere, l’ultimo ricordo di lei che svaniva fin troppo lentamente. Si stese sul divano, facendo attenzione a non inalare il profumo di lei, che sembrava essersi attaccato alla federa del divano. Pace.
Cadde fra le braccia di Morfeo, convinto di trovarla lì, al suo risveglio. Con la sua pace.
In realtà, non sapeva nemmeno cosa fosse.




*citazione trovata nel pacchetto del contest

BC: Piccola GeorgeDaphne partorita durante una settimana fatta di influenza e malesseri vari. Spero che vi sia piaciuta, eh xD Qui sotto, il giudizio.
§
Grammatica: 9,2/10

- Il prezzo da pagare per esprimere un desiderio, la notte del plenilunio, peer incidere un’altra cicatrice sulla pelle rovinata dalla guerra. (errore di battitura: “per incidere un’altra cicatrice sulla pelle rovinata dalla guerra” -0,1)

- Ad Asteria piaceva, il futuro. Forse è questo pensiero che la fa sobbalzare, le mani strette attorno ad un vecchio libro dalla copertina cremisi. (“le mani strette attorno a un vecchio libro dalla copertina cremisi. “la “d” va inserita solo se la parola che segue inizia con la stessa iniziale, in questo caso “a” -0,2)

- Ed in Daphne era maturata la convinzione che fosse tutta colpa sua, che non era stata in grado di accorgersi dell’angoscia della sorella. (“E in Daphne era maturata la convinzione che fosse tutta colpa sua” la “d” va inserita solo se la parola che segue inizia con la stessa iniziale, in questo caso “e” -0,2)

- Quella coraggiosa, che fuggiva viaa da quella situazione scomoda. (errore di battitura: “Quella coraggiosa, che fuggiva via da quella situazione scomoda.” -0,1)

- Si chiese, se non fosse il suo destino, rimanere solo ed immutabile nel tempo. (“Si chiese, se non fosse il suo destino, rimanere solo e immutabile nel tempo.” la “d” va inserita solo se la parola che segue inizia con la stessa iniziale, in questo caso “e” -0,2)

Stile e lessico: 8/10

Lo stile che hai utilizzato in questa storia mi piace molto. Lo trovo davvero perfetto, perché tramite ogni parola riesci a sottolineare e a imprimere nel lettore quel senso di angoscia che aleggia dall’inizio alla fine della shot. Naturalmente ti starai chiedendo per quale motivo allora io non ti abbia dato il punteggio pieno. Beh, in alcuni passaggi l’ho trovato forse troppo pesante. Naturalmente qui parlo di gusto personale, secondo me in alcuni punti forse hai esagerato un po’, rendendo la lettura difficile. Ti faccio un paio di esempi: “Il prezzo da pagare per esprimere un desiderio, la notte del plenilunio, per incidere un’altra cicatrice sulla pelle rovinata dalla guerra.”, “Illusione, è la parola di cui si ciba Daphne. Il nettare dorato che cola dalle labbra, veleno per i colpevoli.”
Ho apprezzato molto, invece, il passaggio in cui parli del modo in cui lei abbia nascosto il futuro dietro un velo di nebbia lacerato. Quel punto mi ha messo i brividi, davvero.

Originalità: 10/11

Punteggio abbastanza alto in questa voce. Ho trovato davvero originale il modo in cui hai sviluppato la relazione tra Daphne e George, soprattutto come l’hai fatta concludere. Non ci si aspetterebbe da una ragazza come lei, che ha sofferto così tanto per la morte della sorella, che lasci l’unica persona che le stava dando qualcosa. Anche se forse era un rapporto un po’ malato.
Quel punticino che ti ho tolto è dovuto alla presenza dell’accenno alle Fred/Astoria, che ormai è un pairing fanon abbastanza utilizzato e anche al fatto che può sembrare un po’ banale che il fratello del ragazzo morto e la sorella della ragazza morta si mettano insieme.

Caratterizzazione personaggi: 8/10

I personaggi sono caratterizzati abbastanza bene e sei stata in grado di farmi entrare nelle loro menti e i loro cuori. Brava, davvero. Daphne e le sue debolezze, i suoi sensi di colpa, il suo dolore. E George, con la sua continua lotta per la ricerca della pace, che probabilmente non riuscirà mai più a trovare, non dopo ciò che gli è successo. Quei punti che ti ho tolto sono dovuti al fatto che George fosse un po’ OOC, a mio parere. So che hai inserito l’avvertimento, ma era anche una cosa che io avevo messo tra i “Non accetto”, anche se mi rendo conto che nel bando ho scritto di non andare troppo nell’OOC e nel What if? e quindi sono stata confusionaria. Infatti, la ff comunque va benissimo, ma avrei voluto vedere il protagonista della storia IC e, nel momento in cui lui si avvicina a Daphne per soccorrerla (non riuscendo a resistere), sapendo che avrebbe portato solo lacrime, e poi la lascia andare così, senza fare nulla, non mi sembra molto lui e neanche coerente.

Giudizio personale: 9,5/12

La shot mi è piaciuta molto, soprattutto per il fatto che in ogni singola riga mi sono sentita esattamente come i due ragazzi. Hai un modo di scrivere particolarmente coinvolgente ed è veramente importante, e il fatto che avessi i brividi appena ho finito di leggerla ti ha fatto guadagnare un bel po’ di punti!
Come ti ho già detto, ho adorato il punto in cui parla del velo di nebbia lacerato e impossibile da riparare, così come la parte in cui racconti della prima volta in cui George ha visto la ragazza, una che avrebbe sicuramente portato guai. Una cosa detta da lui in modo scherzoso a quei tempi, ma che purtroppo si era rivelata vera. E concludi in bellezza quando scrivi di George solo, che brucia il vecchio diario di Daphne e realizza di non sapere cosa sia la pace.
Mi è piaciuta un po’ meno la parte in cui lei lo lascia, l’ho trovata piuttosto confusionaria e poco chiara. Non ho capito la decisione di Daphne e, come ti ho scritto prima, la reazione di Geroge mi è sembrata troppo strana…avrei preferito che avesse per lo meno provato a fermarla.

Utilizzo elementi dei pacchetti: 8/10


Mi dispiace moltissimo averti tolto quei due punti, ma non ho potuto evitarlo. Le motivazioni sono due: quando usi la seconda citazione (quella in cui lei dice che la loro situazione è diversa) non riesco proprio a capire perché. Probabilmente sono io stupida, ma non lo capisco come discorso. Da quello che hai scritto non mi sembra che a George non importi di lei, quindi sono confusa, ecco. E poi perché, essendo George il personaggio del pacchetto da te scelto, il tuo Tributo diciamo, mi sarebbe piaciuto che la ff fosse incentrata di più su di lui, mentre lo è soltanto alla fine.

Punti Bonus: 2/2

Hai usato due citazioni, quindi li meriti entrambi!

Totale: 54,7/65
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Gaia Bessie