Ti trovi sopra una finestra.
Ad un passo da te c’è la libertà.
C’è la pioggia.
Il verde.
La vita.
Ma hai solo dieci anni.
Avrai il coraggio di scappare da qui ?
Di aspettare altri otto anni, prima di poter uscire da questa prigione che chiamano orfanotrofio ?
Di diventare come i tuoi compagni: pecore obbedienti, che mangiano la loro sbobba, sopportano le botte e i ‘rimproveri’ di quelle vecchie, di inseguire la chimera dell’adozione ?
No, tu non vuoi questo.
Perché sai che nessuno ti adotterà.
Rifiuti di parlare.
Hai uno sguardo affilato.
Non sei come gli altri bambini.
Vedi di notte.
Dai un odore ad ogni cosa.
Le tue ferite si rimarginano quando ti picchiano.
E hai perduto qualcosa di importante.
Un pezzo dei tuoi ricordi.
Una pezzo che riguarda i tuoi genitori.
Il periodo in cui sono morti.
E tu vuoi sapere cosa successe.
E per questo vuoi fuggire, prima che ti trasformino in una stupida pecora.
Ma avrai il coraggio di saltare, sotto la pioggia ?
Di buttarti da 3 metri d’altezza ?
Di sfidare la morte …
L’hai fatto.
Complimenti.
Hai una gamba rotta e la bocca sa di rame.
Hai avuto un bel coraggio.
Ti alzi a fatica, con l’odore dell’erba che ti stuzzica ancora il naso.
Ti giri verso quella tremenda prigione e gridi, tutta bagnata e con l’adrenalina ancora in circolo , la tua prima parola da quando sei arrivata lì.
“IO SONO UNA PECORA NERA !”
Se ti avessero sentito, ora saresti a scalciare e a gridare, mentre ti riportano dentro.
Ma hai avuto fortuna: un tuono copre la tua voce.
E cominci a correre.
Piccola pecora nera, cosa avrà il destino progettato per te ?