"Farci accompagnare dai genitori a una festa! Manco avessimo
dodici anni!", si lamenta Ed, poggiando la testa sul finestrino.
Anne rallenta l'andatura della macchina.
"Puoi sempre andare a piedi, se vuoi", suggerisce,
lanciandogli un'occhiata dallo specchietto retrovisore.
Ed balbetta qualcosa di incomprensibile.
"Te la sei cercata, Eddy", gli dice Harry.
"Scusate, è che mi sembra assurdo! Perché non torni a guidare
lo scooter?", domanda il rosso.
"E tu perché non te ne compri uno?", risponde Harry,
piccato.
Ed fa spallucce e torna a guardare fuori dal finestrino.
"Piuttosto", Anne richiama l'attenzione del figlio con una
pacca sul ginocchio, "sicuro di aver un passaggio per il
ritorno?".
"Sì", mente Harry.
"Ed, pure tu?", continua la donna.
"Sì sì", le assicura l'altro ragazzo, evitando di
incrociare il suo sguardo nello specchietto.
"Ma', ora devi girare a destra...credo".
Harry studia la cartina che gli ha disegnato Louis.
"Non è che l'hai messa al contrario?", si informa sua
madre, decelerando.
"Ma no, che dici?", ribatte il ragazzo, prima di avere un
attimo di titubanza e capovolgere il disegno, per sicurezza.
"Allora?".
"Stiamo andando dalla parte giusta. Gira!".
Pochi minuti dopo arrivano a quella che dovrebbe essere la casa di
Louis.
"Siamo nel posto giusto?", domanda Anne.
"A giudicare dallo schizzo che mi ha fatto Louis, sì".
"Bene, possiamo andare!", esulta Ed, cercando di aprire - senza risultato - la portiera della macchina.
"Signora, può liberarci per favore?".
"Non così in fretta! Devo scambiare due parole con mio
figlio!".
Harry rotea gli occhi all'indietro.
"Sbrigati", la esorta.
"Tre semplici regole: non bere, non fumare, non fare sesso".
"Mamma! Mi hai scambiato per Gemma?", protesta Harry,
cercando anche lui di forzare la portiera.
"No, faccio questo discorso anche a te per par condicio".
"Signora, lei è sicura che Harry non abbia già fatto queste
cose?", interviene Ed. Sia Harry sia sua madre lo fulminano con
lo sguardo.
"Calma! Dicevo così per dire", si difende Ed.
"Ma', prometto che farò il bravo bambino. Ora che mi hai messo
sufficientemente in imbarazzo posso andare?", prega Harry.
Fuori dall'auto Harry esala un sospiro di sollievo.
"Andiamo a ubriacarci, strafarci e scopare!", propone Ed,
alzando i pugni in aria.
"Guarda che ti ho sentito!", urla la madre di Harry, dal
finestrino.
"Signora, ancora qui? Vuole seguirci con lo sguardo fino a che
non entriamo in casa?".
Harry si picchia una mano in fronte. Poi osserva sua madre ripartire,
sollevato.
"Comunque, la mia proposta è ancora valida!", gli assicura
Ed, beccandosi una gomitata in mezzo alle costole.
I due percorrono, cercando di farsi inciampare a vicenda, i metri che
li separano dalla porta di Louis.
"Suono?", domanda Harry, incerto, sbirciando il campanello.
"No, io direi di buttare giù la porta con un ariete!",
esclama Ed, sardonico.
"Idiota", lo insulta Harry afferrandogli il cappuccio della
felpa e cercando di coprirgli la faccia, mentre Ed si dibatte e tenta
di allontanarlo.
"Sto assistendo a un misterioso rituale di accoppiamento?".
Nè Harry nè Ed si erano accorti che Louis avesse aperto la porta di
casa. Rimangono immobili, le mani di Harry salde sul cappuccio
dell'altro ragazzo e quelle di Ed strette su suoi polsi, a fissare il
padrone di casa.
Harry è il primo a scoppiare a ridere.
"In realtà era una lotta", spiega.
"Finalizzata all'accoppiamento?", domanda Louis,
facendogli l'occhiolino e spalancando la porta di casa per farli
entrare.
Le risa di Harry si estinguono quando l'altro ragazzo lo stringe tra
le braccia, sull'uscio di casa. Harry restituisce l'abbraccio,
scoprendo di non trovarsi a disagio.
Ed si affretta ad allungare una mano per salutare Louis, per non
essere sottoposto allo stesso trattamento. Poi, mentre Louis chiude
la porta, domanda a mezza bocca "ricordami perché siamo venuti
qui?" a Harry.
"Per le stesse cose sulle quali mia madre ci ha messo in
guardia".
Ed pare soddisfatto della risposta e recupera un po' del suo
entusiasmo iniziale. Louis li guida in salotto dove - sedute sul divano a chiacchierare - si
trovano tre ragazze.
"Eleanor, la mia ragazza, la conoscete", afferma Louis, "e
anche Perrie. Lei, invece, è Danielle".
Una ragazza mora e riccia li saluta con la mano. Harry ed Ed
ricambiano, prima di guardarsi intorno in cerca di un posto dove
sedersi. Harry si sistema su una poltrona, Ed su quella di fronte
alla sua. Louis si siede sul bracciolo del divano, accanto alla sua ragazza, e
allunga una mano per accarezzarle la nuca. Nel fare questo non
distoglie lo sguardo da Harry.
"Ci avete messo tanto a trovare casa mia?", domanda, dopo
un po'.
Harry fa un cenno di diniego.
"Ci ho messo di più a decifrare il tuo disegno!".
Louis getta indietro la testa, ridendo.
"Scusami, disegnare non è il mio forte. In compenso, ho altre
qualità".
La sua ragazza sembra trovare questa uscita divertente e - come per
ricompensarlo - lo attira a sè e gli stampa un bacio sulla bocca.
Harry distoglie rispettosamente lo sguardo e nel farlo incontra
quello di Perrie. Le sorride amichevolmente. La conosce a malapena,
si saranno scambiati in tutto due parole, ma la trova carina e ha
avuto modo di apprezzare la sua voce. La ragazza gli concede un
sorriso sghembo e torna a parlare con Danielle, senza
staccargli gli occhi di dosso.
Il suono del campanello lo toglie dall'imbarazzo di dover sostenere
lo sguardo dell'altra ragazza ancora per molto, perché tutti si
girano verso la porta. Louis sia alza per andare ad aprire e poco
dopo torna in salotto con Niall e Josh al seguito.
"Quella te la porti sempre dietro?", osserva Ed, indicando
la chitarra che Niall ha appesa al collo.
"Sì, non si sa mai".
"Non si sa mai che organizziamo un falò", commenta Josh,
scatenando le incontrollabili risa dell'irlandese.
Harry trova il suo modo di ridere curioso, affascinante. Niall ride
spesso, ma sempre sinceramente, di gusto. Gli deve piacere proprio.
Nel giro di poco tempo arrivano tutti gli invitati, più qualche
imbucato. Zayn saluta Harry scompigliandogli i capelli, prima di sedersi su un
bracciolo della sua poltrona. Liam si siede sull'altro, dando segni
di irrequietezza.
"Tutto ok, amico?", domanda Harry, dandogli una pacca sulla
coscia.
"Sì sì", replica l'altro, offrendogli un sorriso
stiracchiato.
Zayn ridacchia, beccandosi un'occhiataccia da parte di Liam. Harry rivolge uno sguardo interrogativo a entrambi.
"Mi sono perso qualcosa?".
Harry sorprende Liam a lanciare un'occhiata implorante al suo
migliore amico. Zayn lo ignora, ghignando.
"Liam è innamorato di Danielle da anni", spiega,
gongolando nel vedere arrossire l'altro ragazzo.
"Dovevi proprio dirglielo?", brontola Liam.
"Ormai Harry è uno di noi!", ribatte Zayn.
"Era un po' presto per dirglielo", si lamenta Liam, "senza
offesa, Harry", precisa.
Harry fa spallucce.
"Non lo dirò a nessuno, questo è certo", lo rassicura.
"Dai, un segreto per un segreto", dice Zayn, "c'è
qualcuno che ti piace qui dentro, Harry?".
Harry rimane un attimo interdetto, poi lascia scorrere lo sguardo per
la stanza. I suoi occhi si posano su Louis, che sta sussurrando
qualcosa all'orecchio di Eleanor. Affianco a lei, Perrie si guarda
annoiata le unghie, annuendo di tanto in tanto alle parole di
Danielle.
"Perrie", afferma Harry.
Zayn sembra desolato.
"No, cazzo, l'avevo puntata io!".
"Ehi,
tu hai voluto la verità! É una bella ragazza, che ci posso
fare?".
Zayn
annuisce, convinto.
"Lasciamo
scegliere lei, allora! É inutile ingaggiare una lotta fratricida!".
Harry
ride.
"Puoi
stare tranquillo che non ho alcuna speranza con lei, quindi è tutta
tua!", ammette.
Zayn
gli dà un pugno sulla spalla.
"Non
buttarti giù! La partita è ancora aperta!".
La loro conversazione è interrotta dal padrone di casa.
"Adesso che siamo tutti possiamo dare inizio alle danze!",
annuncia. "In cucina trovate da bere, servitevi pure!".
Gli invitati si alzano in piedi e cominciano a sgomitare per
raggiungere l'alcool.
"Calma, calma!", cerca di placarli Louis. "Facciamo
che per il primo giro verso io da bere a tutti, mh?".
Harry si mette in fila dietro a Ed.
"Alice mi ha salutato!", sussurra, eccitato.
"Buon per te".
"Secondo te è un buon segno?".
"Mhmh".
Ed gli pizzica un braccio.
"Non mi supporti mai!".
"Ti sopporto. Ed è già abbastanza".
Quando finalmente è il suo turno Louis gli allunga un bicchiere.
"Cosa ti do?".
Harry si sofferma a ispezionare l'alcool schierato sul tavolo.
"Direi di iniziare con del gin lemon".
"Dovrei sentirmi terribilmente in colpa per offrire da bere a un
minorenne!", commenta Louis, preparandogli il cocktail.
"Fino a prova contraria sei minorenne anche tu!", ribatte
Harry.
"Ma sono più vicino alla maggiore età di quanto lo sia tu,
Hazza".
"Questo non cambia il fatto che stai infrangendo doppiamente la
legge".
Louis ride e gli passa da bere.
"Alla salute, Haz!".
*
Harry può dire di aver raggiunto il suo scopo. Si sente la testa
leggera ed è euforico. Neanche la cacofonia di suoni - Niall e la sua
chitarra in salotto e lo stereo che spara musica commerciale
nell'altra stanza, più le voci degli invitati - lo disturbano. Anzi,
si sente piuttosto motivato a gettarsi nella mischia. Il punto è
decidere quale.
Si alza dagli scalini dove si era momentanemamente appollaiato, lascia
il bicchiere ormai vuoto su uno dei gradini e prova la stabilità
delle sue gambe. Può ancora camminare, ma lui vuole ballare.
A mente lucida non desidererebbe mai una cosa del genere. Per questo
decide di recarsi nell'improvvisata sala da ballo, che nei suoi tempi
migliori doveva essere la sala da pranzo.
Louis ha fatto le cose per bene. Lo stereo è dotato di almeno
quattro casse e dal soffitto pende una strobosfera che riflette la
luce dei faretti colorati puntati su di essa. Quando entra nella
stanza Harry deve schermarsi per un attimo gli occhi.
"Harry!!!" si sente urlare nell'orecchio. Zayn lo tira per
un braccio.
"Puzzi di alcool", gli dice.
"Cosa??!".
Harry prova a ripetere, ma gli costa troppa fatica e poi Zayn non
sentirebbe comunque, con tutta quella musica.
L'altro ragazzo lo trascina nella mischia. Harry si ritrova a
muoversi al ritmo di musica, assecondando i movimenti del suo amico.
"Sono ubriaco!!!", urla Zayn, per sovrastare la musica.
"Lo sooo!", ribatte Harry. "Pure io!".
Zayn ride come se Harry avesse fatto una battuta particolarmente
divertente. Poi gli indica con un cenno della testa qualcuno a fianco
a loro. Perrie.
La ragazza deve sentirsi osservata perché si volta a guardarli.
Sorride a entrambi, poi si avvicina a Harry e comincia a
strusciarglisi addosso, al ritmo di musica.
In un antro recondito della sua mente Harry sa che tutto questo
è
sbagliato e che dovrebbe sentirsi in colpa per Zayn, ma è come
se le
forze per prestare ascolto alla sua coscienza non gli bastessero e
quindi gli viene più facile ignorarla. Nel frattempo Zayn si
è volatilizzato e così a Harry viene più
facile zittire il suo senso di colpa quando Perrie lo bacia. Circonda
la vita della ragazza e la attira ancora più vicina.
Non è che gli capiti tanto spesso di baciare ragazze a caso alle
feste, quindi è meglio battere il ferro finché è
caldo. Le mani di Perrie scivolano sul suo sedere e Harry spalanca gli
occhi
di scatto quando la ragazza gli strizza una natica. Così ha la
possibilità di gettare uno sguardo alla stanza e vedere corpi
che si
agitano, saltano, si avviluppano gli uni agli altri, si spintonano.
Harry non si era accorto che il numero dei partecipanti alla festa
fosse lievitato così tanto. Mentre continua a baciare Perrie
come se non ci fosse un domani, nota
con la coda dell'occhio Louis ballare assieme ad Eleanor. Ha la testa
buttata all'indietro, gli occhi chiusi e di tanto in tanto barcolla.
Quasi si sentisse gli occhi di Harry addosso, Louis apre i suoi e
incrocia il suo sguardo. Per un attimo sembra stupito, come se non
credesse a quello che sta vedendo, perciò si ferma e rimane a
fissarlo. Harry comincia a sentirsi a disagio, non sa bene
perché, quindi
afferra Perrie per le spalle e la costringe a interrompere il bacio.
La ragazza emette un verso di disappunto. Louis gli fa un cenno con
la testa - Harry non sa se di approvazione o di rimprovero - poi
riprende a ballare. Perrie si mette in punta di piedi per sussurrargli
all'orecchio.
"Vado a prendere da bere. Vuoi qualcosa?".
Harry esita.
"No, sto bene così", decide.
"Ok".
Prima che la ragazza se ne vada, Harry la afferra per un braccio.
"Vado a mettermi un po' sulle scale, ti aspetto lì".
Perrie si sporge per poggiargli un bacio sulla guancia e poi va via.
Harry raggiunge barcollando i gradini. Adesso la sua testa è
pesante, come il resto del suo corpo del resto, e lui spera di
trovare la forza per rialzarsi, dopo.
Dal salotto proviene, ovattato, il suono della chitarra di Niall e le
voci degli altri ragazzi. Harry è quasi sicuro che Ed sia con loro,
perché nell'altra stanza non è riuscito a trovarlo.
Quando devono essere passati ormai dieci minuti e Perrie non si è
ancora fatta vedere, Harry comincia a temere che sia svenuta in
cucina. Non sembrava ubriaca quanto lui, eppure non si sa mai.
Vorrebbe alzarsi per andare a controllare, perciò fa leva sulle
braccia, ma scopre che è più difficile di quello che si aspettasse.
"Dove vorresti andare tu?".
Un Louis Tomlinson parecchio provato, col ciuffo scompigliato e il
fiato corto, lo invita a desistere da ogni tentativo di alzarsi.
"Perrie. Cucina", riesce ad articolare Harry.
Louis scoppia a ridere, piccole rughe si formano agli angoli dei suoi
occhi ed Harry deve sbattere le palpebre per smettere di fissarlo.
"Che?", domanda Harry.
"Fammi spazio, va'".
Harry si schiaccia contro il muro per permettere a Louis di sedersi.
"Che avevi da ridere?", mugugna Harry.
"Perrie è di là che si limona il tuo amico".
"Cosa?", Harry quasi sbatte la testa contro il muro per lo
stupore. "Ed?!".
Louis si piega in due dalle risate.
"Ma no, Zayn!".
Harry non ci rimane particolarmente male, anzi, è quasi sollevato.
Forse quando sarà lucido ed elaborerà la notizia vorrà prendere
Zayn a pugni in faccia, ma proabilmente la cosa sarà reciproca.
"Mi dispiace", dice Louis, con un sorriso ancora stampato
sul volto, come a uno a cui non dispiace affatto.
"Non sono geloso", replica Harry, passandosi una mano tra i
capelli.
"I tuoi capelli sono uno schifo, Haz", commenta Louis.
"Perché?", domanda Harry, con voce stridula, cercando di
aggiustarsi il ciuffo.
Louis si fa più vicino, le loro ginocchia adesso si toccano.
"Peggio di prima".
L'altro ragazzo si sporge in avanti, e gli pettina i capelli con le
dita, tentando di mettere ordine nel groviglio sulla sua testa . Harry
non sa se è perché le sue percezioni sono alterate ma
Louis
sembra molto vicino.
"I tuoi occhi sono blu", è la prima cosa che gli viene in
mente di dire, per non stare a pensarci troppo.
Louis lascia scivolare una mano sul suo collo e comincia ad
accarezzare col pollice la porzione di pelle sotto il suo orecchio.
"E le tue labbra sono rosse", sussurra Louis.
Di riflesso, Harry comincia a mordersi il labbro inferiore.
"Ho b-baciato una ragazza", biascica.
"Ho visto", commenta Louis. "Sembrava volessi
soffocarla con la tua lingua", aggiunge poco dopo.
Harry cominicia a ridere e il movimento fa cozzare le loro teste.
"Cosa vorresti dire? Bacio benissimo io!".
"Chiederò conferma a Perrie. Però non ti lamentare se poi mi
dice che Zayn bacia meglio di te!".
Harry gli strizza un capezzolo.
"Ahia! Tieni a posto le mani, Curly!".
"E tu smettila di fare illazioni!".
"Illazioni!", gli fa eco Louis. "E quando li
hai imparati questi paroloni?", lo sfotte.
Harry inizia a fargli il solletico, ma Louis riesce a bloccargli i
polsi.
"Lasciami andare!", gli intima Harry.
"Solo se mi prometti che la smetterai", ribatte Louis.
"Mi stai bloccando la circolazione".
"Esagerato".
"Devo grattarmi il naso!".
Louis scoppia a ridere.
"Non ci crederò mai".
Harry sbadiglia improvvisamente.
"Ti direi che è da maleducati non mettere le mani davanti alla
bocca, ma vista la situazione...", commenta Louis, beccandosi un
calcio negli stinchi dall'altro ragazzo.
Louis gli lascia andare i polsi. Harry se li massaggia.
"Sei parecchio forzuto per essere un Hobbit".
"Un Hobbit?", domanda Louis, sollevando un sopracciglio.
"Sì, un Hobbit. Senza..ehm, tutti quei peli sulle mani".
Louis afferra una mano di Harry e fa incontrare i loro palmi, per
fare il confronto.
"Hai ragione, le tue mani sono enormi!", osserva,
stupito.
"E non hai visto niente!", replica Harry, con un sorriso
impertinente.
"Sei scontato, Haz", ribatte Louis con espressione
annoiata, "s-c-o-n-t-a-t-o. Credevo avessi un senso
dell'umorismo più sottile. Mi ero sbagliato su di te",
aggiunge, dandogli le spalle. Harry poggia la fronte sulla sua schiena.
"Non è vero. Non staresti con me se fosse vero".
"E chi ti dice che sto con te per questo?".
"E per cosa sennò?".
"Per i tuoi ricci. Ho una specie di fetish", confessa
Louis. "E per il tuo odore", ammette, subito dopo.
"Hai un fetish per il mio odore?", domanda Harry, cercando
di trattenere una risata.
"Ma no!", esclama Louis. "Cioè, mi piace, più o
meno", balbetta. Harry vorrebbe vederlo in faccia perché ha il sospetto che sia
arrossito.
"Gli
odori sono importanti nelle relazioni umane. É
scientificamente dimostrato", spiega Louis.
"Se
lo dici tu".
Harry
trova rilassante il ritmo del respiro di Louis, così sistema meglio
la testa sulla sua schiena e gli circonda la vita con le braccia.
"Sonno?",
domanda Louis, poggiando le sue mani su quelle dell'altro ragazzo.
"Mh-mh,
da morire".
"Dormi
qui?".
Harry
soffoca una risata sulla maglia di Louis.
"Intendi
addosso a te?".
"No,
idiota, intendo qui a casa mia".
"Se
insisti".
"Più
che altro non vorrei che ti mettessi a vagare per le strade ubriaco,
se non riesci a trovare un passaggio".
"Ok,
accetto l'offerta. Speriamo che Ed trovi un modo per tornare a casa".
ANGOLINO
DOVE BLATERO:
sì,
lo so che Liam e Danielle si sono lasciati e la cosa mi ha spezzato
abbastanza il cuore. Però in questa storia voglio immaginare che
l'amore trionfa sempre e quindi...vedrete ( vi sto spoilerando la mia
stessa storia, comunque).
Parlando d'altro ( e facendomi i fatti vostri): avete ascoltato il nuovo CD? Io sto in fissa con “Over Again” e penso che sia la mia preferita. Giuro, Louis non c'entra niente...forse. Comunque, Ed colpisce ancora ed è solo grazie a lui se nell'album ci sono almeno due canzoni più che decenti (mio parere spassionato. Ed, ti amo).
Adesso devo andare, la vita sociale mi chiama. Consideratevi fortunati altrimenti avrei parlato profusamente della voce di Louis e delle sue meraviglie (cosa che desidero fare dallo scorso capitolo, ma ormai ci rinuncio).
Alla prossima!