Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: Strega_Mogana    08/11/2012    3 recensioni
Un anno é passato da quella notte sull'Astoria. Un anno di brevi sguardi e veloci carezze. E' la fine o l'inzio di tutto.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Masumi Hayami, Maya Kitajima
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PARTE II

La giovane attrice si voltò piano, incredula alle proprie orecchie.
- Yu…
Sakurakoji era a pochi passi da lei, indossava uno smoking nero che lo faceva sembrare più adulto. Sorrideva.
Maya non poteva credere che stesse sorridendo a lei.
Senza volerlo le lacrime le salirono agli occhi.
- Ciao Maya. – fece il giovane avvinandosi di un passo.
- Cosa ci fai qui? – gli domandò.
- Quando ho saputo che eri candidata al premio come migliore attrice protagonista ero certo che avresti vinto. – infilò le mani in tasca e sorrise - Te lo meriti, volevo congratularmi con te.
- Grazie. – riuscì solo a dire mente lui si appoggiava alla ringhiera accanto a lei.
- E’ il minimo. – fece una breve pausa osservando gli alberi nel parco - Sono stato un idiota con te, Maya. Potrai mai perdonarmi?
- La colpa è mia. Ti ho illuso senza rendermene conto.
Yu scosse il capo.
- No. Tu sei stata chiara fin da subito, ma io ero troppo cocciuto e non volevo vedere la realtà. Credevo che con il tempo… - scosse di nuovo il capo mestamente - ma avevi ragione tu, Maya. Non siamo mai state anime gemelle nella vita. Solo sul palco.
Lei lo guardò meravigliata, sembrava maturato in quei mesi. Si chiese se il cambiamento fosse dovuto alla sua nuova compagna.
- Eri un Ishinn perfetto. – gli disse poggiando delicatamente la mano sul suo braccio – Mi dispiace che tu te ne sia andato.
- Dovevo farlo. – le rispose alzando il viso verso il cielo stellato – Stare vicino a te sapendo che non avresti mai ricambiato i miei sentimenti… era una tortura. – lo vide sorridere alle stelle - Sono felice di averlo fatto. Sai tu e il signor Hayami avevate ragione, non mi ero conto di quanto fossi solo fino a quando non ho incontrato la mia anima gemella.
- Ho letto un articolo…- azzardò Maya – lei è una bella donna.
Il sorriso di Yu si allargò, i suoi occhi abbandonarono la volta celeste e si posarono sul suo volto.
- Elisabeth è molto dolce. Lei mi insegna l’inglese e io il giapponese. – ridacchiò – Ha una pessima pronuncia. Ci divertiamo, è intelligente e simpatica. Sono certo che ti piacerebbe.
- Sei felice Yu? – c’era ansia nella sua voce, in tutti quei mesi l’idea che il suo migliore amico non fosse felice l’aveva torturata.
Aveva bisogno di chiederglielo, doveva sapere se almeno uno di loro era felice.
- Sì, sono felice. Sento che con lei potrei costruire qualcosa di solido… mi fa sentire completo. Non so se riesco a spiegarmi meglio.
- So cosa vuol dire. – rispose lei tristemente, ma sollevata per lui – So cosa significa voler stare accanto alla persona che ami ogni attimo della tua vita perché senza di lui non riusciresti neppure a respirare. E’ una sensazione che conosco molto bene.
Sakurakoji osservò attentamente Maya, conosceva ogni sfumatura del suo sguardo, ogni leggera inflessione della sua voce.
Vide solo allora la rosa scarlatta appoggiata sulla balaustra e il bigliettino era ancora aperto. Lesse quelle poche righe e sgranò gli occhi.
Il suo affezionato ammiratore.
- Maya…- mormorò.
- Non preoccuparti per me. – lo interruppe subito lei.
- Ma tu non sei felice.
Maya si voltò a guardarlo, la sua felicità sembrava irraggiungibile. Aveva successo, faceva quello che più amava, ma non bastava. Voleva anche l’amore, voleva il suo amore.
C’erano giorni, proprio come quella sera, che le sembrava impossibile realizzare il suo desiderio. In quella lunga serata, lui non l’aveva guardata neppure una volta, non le aveva rivolto la parola, e più di una volta aveva creduto che le parole di Sakurakoji fossero vere. Forse Hayami-san voleva solo i diritti della Dea Scarlatta. Forse lei era solo un suo capriccio.
- La mia felicità arriverà presto. – disse. Non sapeva se lo stava dicendo a Yu oppure a se stessa – E spero che tu ti sia sbagliato sul conto di Hayami-San.
- Lo spero anch’io.- ammise l’altro – Altrimenti mi toccherebbe prenderlo a pugni e Masumi Hayami è molto più forte di me. – si voltò a guardarlo sgranando gli occhi - Ma per difenderti farei questo ed altro, - continuò lui con un sorriso divertito - resti comunque la mia Akoya.
Maya sorrise, gli occhi lucidi dalle lacrime trattenute.
- Oh Yu…
Lo strinse in un forte abbraccio, nascondendo il volto nell’incavo del suo collo, cercando quella rassicurazione che in più di un’occasione lui le aveva donato. Sakurakoji ricambiò l’abbraccio immerso nel suo dolce profumo.
Un lieve rumore metallico li fece separare, Maya si voltò verso la vetrata che separava la sala del ricevimento con il terrazzo.
Il respiro le si mozzò in gola.
- Hayami-san…
Il presidente della Daito Art Production rimise nel taschino interno della giacca l’accendino dorato che aveva usato per accendersi una sigaretta.
- Non mi sembra saggio avere questi atteggiamenti affettuosi in un luogo pubblico. – disse con tono gelido osservandoli attraverso il fumo acre del tabacco – Specialmente per te Sakurakoji. Sei un uomo impegnato.
L’attore per poco non scoppiò a ridere.
- E’ assurdo come i ruoli si siano improvvisamente invertiti. – pensò divertito – Ha ragione Hayami –San. – disse poi allontanandosi da Maya – E’ meglio che vada da Elisabeth, si sentirà a disagio in mezzo a persone che non conosce senza padroneggiare la lingua. – si voltò verso Maya – Congratulazioni ancora Maya-chan.
Si congedò con un lieve inchino nella direzione di Masumi Hayami ed entrò nella sala sparendo quasi subito dalla vista di Maya.
La donna si voltò verso il signor Hayami. Si guardarono negl’occhi per infiniti istanti silenziosi. Sentiva il cuore batterle furioso nel petto, la sua sola presenza bastava per mandarla in confusione.
Era la prima volta che si trovavano da soli dopo quel bacio.
Sentiva i brividi lungo la spina dorsale e le labbra pizzicare.
- Congratulazioni, Maya. – disse lui dolcemente, la sigaretta era ancora tra le dita, appena fumata.
- La ringrazio, Hayami-san. – rispose con un lieve inchino.
Lui si avvicinò di un passo. Maya sentiva le gambe tremare.
Tra di loro calò di nuovo il silenzio.
Maya si ritrovò a mordicchiarsi le labbra, non riusciva a distogliere lo sguardo da lui.
- Ho letto…- iniziò a dire titubante – ho letto che la sua causa legale è finita.
Abbassò il capo imbarazzata, sì pentì immediatamente delle sue parole.
- Sì, - rispose Masumi spegnendo la sigaretta nel portacenere di pietra da esterni vicino alla ringhiera- ora solo libero.
Libero.
Maya sgranò gli occhi e alzò il capo, non osò sperare che quella frase significasse qualcosa in più.
Masumi Hayami fece ancora qualche passo nella sua direzione diminuendo la distanza che li separava. Nessuno dei due osava interrompere quel silenzio con parole inutili. Maya avrebbe solo voluto perdersi nel suo abbraccio. Voleva accarezzarlo. Desiderava ardentemente un bacio.
Allungò titubante una mano sfiorandogli il bavero della giacca.
- Hayami – san… - mormorò – ha perso il fiore all’occhiello.
L’uomo abbassò il capo, la piccola mano di Maya sembrava perdersi sul suo torace.
- E’ vero. Deve essermi caduto.
Senza pensarci troppo la ragazza si voltò verso la ringhiera e prese la rosa scarlatta. Spezzò il gambo e l’appuntò nell’occhiello della giacca. Solo mentre sistemava il fiore si rese conto del significato quel semplice gesto.
Si rivide nella casa di Nagano, immersa nel silenzio dell’oscurità, sola e desiderosa solo di vedere la luce e di sentire dei suoni. Ricordò le sue grandi mani che l’afferrarono al volo. Il loro primo abbraccio.
Ricordò la festa per l’inaugurazione del suo nuovo film quando lui le aveva appuntato una rosa al vestito.
Sentì il corpo tremare, avvertì chiaramente i brividi di lui mentre lisciava con piccoli gesti il colletto.
- Le dona molto. ¹
Sollevò il capo per guardarlo in volto, nonostante i tacchi alti restava sempre più bassa di lui. Il signor Hayami la stava fissando, aveva lo stesso sguardo del tempio, scintillava come le stelle nella Valle.
- Il suo ammiratore non sarà geloso? – le chiese con voce calda.
Maya sorrise e scosse lievemente il capo.
- Maya..
L’attrice chiuse gli occhi, continuare a fissarlo poteva farle perdere il lume della ragione. Sentì due sue dita accarezzarle una guancia. Erano calde, delicate, profumavano di rosa.
Sembrava tutto così irreale…
Aumentò la presa sulla sua giacca per paura che fosse solo un sogno ad occhi aperti, ma Masumi Hayami, l’uomo che amava, l’altra metà della sua anima sola era a pochi centimetri da lei. Le accarezzava il volto, sentiva il suo sguardo sul suo minuto corpo.
- Maya…- la chiamò di nuovo lui con un sussurro.
- Sì? – la donna aprì gli occhi e lo fissò.
Lui sorrise, le sembrò che si stesse chinando sul suo volto.
- Maya io…
Il piccolo gruppo di musicisti ingaggiati per la premiazione iniziò a suonare in quel preciso istante.
Maya e Masumi, con i volti vicinissimi, le labbra che stavano quasi per sfiorarsi, sorrisero insieme.
- Questa è la stessa musica…- iniziò la giovane attrice.
- … che abbiamo ballato sull’Astoria. – finì lui.
Il presidente indietreggiò di un passo.
- Posso chiederle l’onore un ballo, signorina Kitajima?
Maya sorrise e prese la mano che l’uomo le offriva.
- Sarà un vero piacere, presidente Hayami.
Entrarono nella sala dove alcune coppie avevano già iniziato a ballare.
Il signor Hayami l’aveva avvicinata al suo corpo, mettendole una mano in vita. Forse erano più vicini di quanto l’etichetta sociale consentiva, ma non le importava. Persa nel suo sguardo cobalto si sentiva leggera, avvolta nel calore del suo corpo e dall’intensità di suoi occhi.
Come sulla nave si era lasciata andare a lui, respirava la sua stessa aria, i loro cuori battevano all’uniscono.
Senza rendersene veramente conto, attratta da lui, si avvicinò ancora di più al suo corpo. Lui sorrise e sentì la presa sulla sua vita aumentare di poco.
- Mi dispiace non averti cercato prima, ma non volevo coinvolgerti in nessun modo.
- Non importa, Hayami-san. Ho promesso che l’avrei aspettata.
Aumentò il sorriso, perso nella contemplazione del suo volto.
- E’ stato un anno difficile, Maya. – la mano che aveva appoggiato sulla sua vita si spostò per un attimo sul suo volto, spostandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio - Potevo vederti solo sul palco, così vicina eppure così lontana.
Maya corrugò la fronte pensierosa. Non l’aveva mai visto dopo la prima. Aveva cercato il suo sguardo in platea, ma non aveva mai incrociato il suo sguardo o intravisto la sua figura.
- A… a quanti spettacoli ha assistito, Hayami-san?
Lui rimase in silenzio qualche istante poi sospirò.
- Ho visto ogni replica.
Maya sentì lo stomaco stringersi in una morsa dolorosa. Capì che la solitudine che aveva provato in quell’ultimo anno l’aveva provata anche lui. Non era la sola che aveva sofferto per quella forzata lontananza. Avrebbe voluto abbracciarlo, consolarlo e fargli capire che nulla era cambiato in quei lunghi mesi, che i suoi sentimenti erano sempre gli stessi, anzi forse anche più forti di prima.
- Perché non…- voleva chiedergli perché non era andato nei camerini a salutarla, perché non l’aveva cercata dietro le quinte.
Ricordò ogni rosa che aveva ricevuto dal suo ammiratore. Ogni parola gentile e di conforto che le aveva scritto nei suoi bigliettini. Ricordò i regali che le aveva fatto recapitare. Mai aveva sentito il suo amato ammiratore vicino come quell’anno.
Si rese conto che era l’unico modo che aveva Hayami –san di starle vicino.
- Ero costantemente seguito. – spiegò lui interrompendo il filo dei suoi pensieri – La famiglia Takamiya cercava ogni punto debole. Non potevo metterti al centro di uno scandalo.
- Mi protegge ancora. – pensò sentendo le lacrime pizzicarle gli occhi – Nell’ombra come ha sempre fatto. L’amo così tanto Hayami-san.
Il desiderio di abbracciarlo e baciarlo era quasi impossibile da reprimere, ma sapeva che non potevano dare scandalo. Se voleva stare con lui, se voleva essere la donna di Masumi Hayami doveva seguire certe regole, mantenere un’etichetta sociale accettabile. Si limitò ad aumentare la stretta sulla sua spalla cercando di trasmettergli tutto il suo sentimento con lo sguardo.
Mentre continuavano a volteggiare sulla pista lo vide avvicinarsi al suo viso.
- Abbiamo un’altra promessa da mantenere. – le sussurrò pianissimo all’orecchio.
Izu.
Sorrise e arrossì, non avrebbe potuto evitarlo anche se lo avesse voluto. Izu significava stare con lui, passare la notte con lui. Era grande abbastanza per sapere che non avrebbero solo parlato.
Nonostante il rossore sulle guance lo fissò negl’occhi.
- Aspetto questo invito da molto, Hayami-san. - Questa volta fu lui ad arrossire appena, forse uno spettatore esterno non l’avrebbe notato, ma, da quella distanza, Maya poteva vedere ogni mutamento del suo volto, ogni sfumatura del suo sguardo profondo. - Ma…- continuò a dire abbassando il capo – prima di mantenere questa promessa, devo chiederle di aspettarmi ancora, Hayami-san. Ma non molto! – precisò non appena lo sentì irrigidirsi – Solo qualche giorno. Io… la… la sensei…
- Ho capito, Maya. Non preoccuparti.
Alzò il volto perdendosi nel suo sguardo, le sue labbra così vicine. Il suo profumo la inebriava, era avvolta dalla sua essenza.
- Non è solo questo…- disse con un lieve sussurro, sentiva le gote in fiamme per l’emozione di averlo così vicino - sento ancora Akoya in me, Hayami-san. Non è una semplice maschera che posso togliere quando cala il sipario; Akoya è stata in me per un anno. Sono stata Akoya per un anno. La sento ancora sotto la pelle, sento il suo cuore, la sua voce. Quando verrò a Izu non voglio essere Akoya; voglio solo essere Maya, Hayami-san.
Lui sorrise e si avvicinò ancora al suo orecchio.
- E io quando ti accoglierò a Izu, - le disse piano facendola rabbrividire – voglio solo essere Masumi.
Maya arrossì ancora di più e annuì.
Sakurakoji li vedi ballare e sorrise. Ora capiva. Capiva il cuore di Maya, i suoi sentimenti. Non avrebbe mai potuto amarlo, lo aveva capito col tempo. Per quanto si fosse sforzato e battuto non avrebbe mai fatto dimentica a Maya la sua anima gemella.
Sì, ora la capiva perfettamente.
Aveva sofferto, si era arrabbiato, era scappato via da tutti, ma ne era valsa la pena.
Non si era mai pentito di quella scelta sofferta, neppure quando il dolore e la solitudine sembravano insopportabili. Non aveva ceduto perché sapeva che, prima o poi, le cose sarebbero cambiate.
E poi era arrivata lei.
E allora aveva capito tutto.
Una delicata mano lo toccò sulla spalla. La sua compagna gli passò un calice di champagne poi guardò le coppie ballare in pista.
- She's the one who won the award for Best Actress?
- Yes, she is.
- What’s her name?
- Maya. – bevve un piccolo sorso e sorrise.
Elisabeth sgranò gli occhi sorpresa, voltandosi prima verso di lui per assicurarsi che non scherzasse e poi, di nuovo, verso la felice coppia che ballava in un stretto abbraccio.
- That Maya?
Annuì solamente bevendo un altro sorso di vino.
Elisabeth sorrise e si voltò verso di lui. Si accostò al suo braccio, i suoi seni premevano provocatori su di lui. Sorrise maliziosa.
- Sei geloso? – lo provocò usando il suo pessimo giapponese che lo faceva sempre ridere.
- No... – risposte Sakurakoji serio guardando solo lei e nessun’altra – ora non sono più geloso.

* * *


Maya entrò in casa a notte inoltrata. In mano teneva le scarpe col tacco alto che si era tolta in ascensore; maledisse Rei per averla costretta a comprare quella tortura medioevale.
Lasciò cadere le scarpe a terra e appoggiò il premio sulla mensola assieme agli altri vinti negli anni passati.
Abbandonò la borsa sul divano e si diresse in cucina con il fascio di rose scarlatte in mano.
Si sentiva ubriaca.
Masumi Hayami aveva questo effetto su di lei. Si era inebriata con il suo profumo, aveva bevuto dai pozzi profondi dei suoi occhi, si era assetata con la sua voce.
Era ebbra di lui.
Dopo il ballo si era dovuti separare di nuovo. Lui l’aveva salutata con un bellissimo sorriso e un delicato bacio sulla mano, in mezzo alla pista di ballo davanti a tutti gli invitati che avevano già iniziato a mormorare alle loro spalle.
Imbarazzata, ma con il cuore gonfio di gioia, era tornata al suo tavolo ed era rimasta alla festa lo stretto necessario.
Era tonata a casa sfinita dalle intense emozioni vissute nelle ultime ore.
Sospirò appoggiando i fiori sul tavolo.
Neppure quella sera aveva fatto cadere la maschera dell’ammiratore.
Iniziava a credere che quell’ombra non se ne sarebbe mai andata. Forse Hayami-san l’avrebbe fatta sparire col tempo, ma sarebbe sempre rimasta la bugia tra di loro.
Non poteva sopportarlo.
E io quando ti accoglierò a Izu, voglio solo essere Masumi.
Forse glielo avrebbe rivelato ad Izu. Era plausibile, ma non ne era certa. Hayami – san era troppo preoccupato della sua reazione, in più di un’occasione l’aveva stuzzicata con la possibilità che il suo amato ammiratore fosse un esponente della criminalità organizzata, o un vecchietto analizzando ogni sua espressione.
Non sapeva come fargli capire che lei era già a conoscenza della sua vera identità e che lo amava comunque e che lo avrebbe amato anche se non fosse stato l’ammiratore.
Si alzò di scatto dalla sedia e andò nel salotto. Afferrò decisa la cornetta del telefono e compose un numero.
Attese in linea un tempo che le sembrò infinito.
Al decimo squillo sospirò sconsolata pronta a riagganciare quando un’assonnata voce maschile rispose dall’altro capo.
- Hijgiri-san? - domandò Maya non riconoscendo subito.
- Maya – san! – rispose l’uomo ora del tutto sveglio – E’ successo qualcosa?
- No… mi scusi se la chiamo a quest’ora.
- Avevi bisogno di parlarmi?
- Dovrei chiederle di recapitare un messaggio all’ammiratore. – gli disse velocemente per paura di non trovare più il coraggio che l’aveva spinta a fare quella telefonata – E’ molto importante.
Hijgiri-san restò in silenzio qualche istante, forse si stava domandando cosa volesse dire di così urgente al suo ammiratore.
- Va bene, Maya-san. – Maya tirò un impercettibile sospiro di sollievo - Qual’è il messaggio?

* * *


Saeko Mizuki ordinò meticolosamente i documenti della giornata in ordine di urgenza, sistemò il porta penne; gettò nel cestino dei vecchi appunti e aprì la casella mail. Le porte dell’ascensore si aprirono silenziose.
- Ti ha detto questo? – la voce di Masumi Hayami si udì chiara nell’ufficio silenzioso.
Sollevò lo sguardo dallo schermo e vide il suo principale arrivare a passo spedito, la ventiquattrore stretta in una mano, il cellulare nell’altra.
La superò senza guardala o fare il suo solito cenno di saluto. Dallo sguardo che aveva Mizuki capì immediatamente che la persona dall’altra parte dell’apparecchio non portava buone notizie.
Masumi Hayami quella mattina si lasciava alle spalle un forte odore di fumo. Mikuzi guardò l’ora sul piccolo orologio che teneva al polso.
Era mattina presto e lui doveva aver già fumato parecchio.
Erano pessime notizie.
- Bene, - disse lui aprendo le porte del suo ufficio – dille solo che hai riferito il messaggio.
La segretaria lo vide chiudersi al porta alle spalle senza degnarla di uno sguardo, come se non avesse notato la sua presenza. Tornò a fissare il monitor, sistemò gli occhiali e aprì la prima mail.
Ci volle quasi un’ora prima che il Presidente la chiamasse.
Repentinamente aveva preso il suo blocco ed era entrata nel grande ufficio pronta a ricevere le istruzioni della giornata.
Masumi Hayami le dava le spalle, osservava la città che si svegliava ai suoi piedi, la giacca era appoggiata allo schienale della costosa sedia di pelle mentre la cravatta di seta pregiata era stata abbandonata sulla scrivania lucida. Sentiva l’odore di fumo nell’aria e nel portacenere c’erano già parecchi mozziconi spenti.
Capì immediatamente che la pessime notizie riguardavano Maya.
Trattenne un sospiro quasi esasperato. Era certa che, finita la causa legale contro i Takamiya, il semaforo da rosso sarebbe passato a verde. Invece c’era sempre qualcosa, o qualcuno, che si frapponeva tra loro.
Chiuse la porta alle sue spalle e si mise davanti alla scrivania dove aspettò le istruzioni della giornata in silenzio.
- Signorina Mizuki, - disse lentamente Masumi Hayami – annulli tutti gli appuntamenti per i prossimi dieci giorni. Si scusi con tutti, dica che ho avuto un urgenza e che li richiameremo noi per fissare un nuovo appuntamento. - annottò tutto velocemente - Se non ricordo male devo incontrare il regista Ischimaru domani.
- Sì, signore.
- Non è un uomo incline alla comprensione. Urlerà e minaccerà di andare a presentare il suo ambizioso progetto ad un’altra casa di produzione. La Daito è l’unica che può offrirgli i fondi che richiede per il suo nuovo film, le sue minacce sono solo parole al vento. Ma non voglio avere un regista di fama mondiale in collera con la società, fagli recapitare una bottiglia di sakè, uno dei più rinomati e dei sigari. Si informi sulla sua marca preferita. Lo dovrebbe calmare per qualche giorno.
- Devo riferire qualcosa a chi la cercherà? – domandò mentre prendeva velocemente appunti.
- Di solo che sono fuori città e che non sai di preciso quando rientrerò.
Mizuki alzò gli occhi dal blocco.
- Mi sono dimenticata di appuntare un viaggio di lavoro?
Masumi Hayami aspirò un’altra lunga boccata dalla sigaretta.
- No.
Avrebbe voluto indagare, chiedere maggiori spiegazioni, ma restò in silenzio finendo di trascrivere i suoi appunti.
- Maya ha fatto recapitare un messaggio al suo ammiratore.
La mano che reggeva la penna si bloccò, sollevò lo sguardo dal blocco. Masumi Hayami le dava sempre le spalle, poteva vedere la mano che reggeva la sigaretta andare velocemente alle labbra per poi abbassarsi appena. Il fumo saliva in grandi e lenti spirali sul soffitto dell’ufficio.
- Ha chiesto di incontrarla alla Valle dei Susini dove si recherà per qualche giorno.
Era confusa. Aveva capito che Maya ricambiava i sentimenti del signor Masumi. Tutto quello che era successo nell’ultimo anno era stata una continua conferma dei suoi sospetti. Il presidente aveva fatto uno sforzo immane per restare lontano da lei, l’aveva visto osservarla di nascosto, nell’ombra di quelle rose che non aveva mai smesso di inviarle. Si era limitato a vederla di rado e solo come presidente della Daito, spesso l’aveva trovato di fronte a quella vetrata con lo sguardo perso per la città.
Non capiva perché la richiesta di Maya fosse così sconvolgente.
Poi sgranò gli occhi incredula.
- Lei non vuole rivelarsi…- disse lentamente.
Masumi Hayami restò in silenzio continuando a fumare la sigaretta.
Mizuki avrebbe voluto urlare, l’aveva visto innamorarsi di quella ragazza giorni dopo giorno, aveva cercato di fare di tutto per convincerlo rivelarsi invece lui era rimasto sempre nell’ombra.; facendosi odiare come Masumi Hayami e facendosi amare come ammiratore.
- E’ una situazione complicata. – spiegò lui disse voltandosi verso la scrivania e spegnendo il mozzicone nel portacenere già pieno.
E all’improvviso Saeko Mikuzi si rese conto che l’unico che si frapponeva nella loro relazione era proprio Masumi Hayami.
Lui non rispose sedendosi sulla costosa poltrona.
- E cosa vuole fare? – chiese irritata - Restare sempre l’ombra scarlatta che protegge Maya?
- Maya ha precisato che se l’ammiratore non andrà all’appuntamento non dovrà più mandarle rose. – specificò Masumi appoggiando la schiena sul sedile di pelle, la poltrona cigolò appena sotto il suo peso.
- Di cosa si preoccupa allora? – domandò cercando di trattenere il nervosismo – Non dovrà più mentirle.
- Vero. - ammise lui – Ma Maya verrà delusa, di nuovo, dall’unica persona che le è rimasta accanto nei momenti di difficoltà. E se io dovessi rivelarmi lei potrebbe… - le parole gli morirono in gola, si portò una mano alla radice del naso massaggiandola, sembrava stanco. Mizuki sentì un’immensa pena nel cuore.
- Se ricambia i suoi sentimenti. – gli disse decisa, cercando di convincerlo – Accetterà la verità.
Lo vide allungare una mano vero il pacchetto di sigarette e accenderla velocemente con l’accendino dorato.
Masumi Hayami aspirò la prima boccata e buttò fuori il fumo acre. Gli bruciava la gola, aveva un disgustoso sapore in bocca, ma era l’unico modo che conosceva per sfogare il suo dolore.
Sollevò lo sguardo sulla sua segretaria in piedi al centro dell’ufficio, stringeva il blocco, lo sguardo era severo.
- Una bugia è sempre una bugia, Mizuki.


¹ Vol.15
   
 
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