Sangue e oro.
Sangue e grida.
Loki vide il mondo oscillare e sparire.
Non poteva essere vero. Loro non potevano essere morti.
Tony, che l’aveva accolto in casa.
Bruce, che per primo l’aveva trattato
con dolcezza.
Clint. Steve. Peter. Johnny che l’aveva liberato da paura.
Non potevano essere morti.
Non loro.
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Le braccia di sua
madre tese verso di lui.
I cancelli che scricchiolavano sotto la
prima manifestazione del suo potere.
Le urla, quelle mani che la spingevano. Il viso di sua madre che spariva fra
la folla, quelle braccia che lo trattenevano, troppo forti per lui. Per le sue
neonate capacità.
L’impotenza lo avrebbe ucciso quel giorno se fosse possibile morire di
frustrazione.
Poi…Moira che si avvicinava. Lo sparo, e quell’urlo alle spalle.
Charles che crollava sulla sabbia tenendosi una mano sulla schiena.
E per la seconda volta, l’impotenza che colava in lui, brucante come lava
vulcanica.
Erik aprì gli occhi con un sussulto e raddrizzò la testa.
Si era addormentato alla sedia, davanti alla scrivania di Charles e raddrizzando
la schiena portò automaticamente una mano al collo massaggiandolo con una
smorfia.
Gli anni, stavano diventando troppi sulle sue spalle.
Sbatte le ciglia e si passò le mani sulle braccia.
Aveva la pelle d’oca.
Era
un incubo Erik.
Magneto sussultò voltando e sollevando il capo
verso la finestra oltre la scrivania.
Riflesso al vetro appannato, vide come da una televisione mal sintonizzata,
Charles che lo osservava dalla sua prigione.
Seduto a terra con le spalle contro un angolo della stanza, il capo inclinato
verso la spalla e con ancora più ferite . Erik si alzò e le labbra di Charles
si tesero arricciandosi leggermente - Da
quanto sei nella mia testa Charles?-
Da
un po’.
Magneto aggrottò la fronte - Ti sei fatto vecchio
amico mio.- sospirò - Dobbiamo rispolverare il discorso spazio personale e fuori dalla mia testa?-
Una risata rauca, e dimenticata, risuonò nella testa di Erik.
Nell’immagine proiettata malamente sul vetro della finestra, Charles si chinò
in avanti, poggiandosi una mano sul petto, tossendo e ridendo assieme.
Erik, sorrise appena osservandolo.
Come
l’hanno presa i miei ragazzi?
-Una meraviglia. Credo che Wolwerine si stia
rifacendo gli artigli sul divano per sfogare lo stress.-
E’
comprensibile.
-Non ho voglia di portarlo dal veterinario, spero che si pacifichi in fretta.-
Charles roteò gli occhi al soffitto mantenendo la mano sul petto : Il
solito impaziente.
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Per Loki
era stato come svenire.
Per un momento aveva visto tutto bianco, poi il rosso che macchiava il
pavimento era entrato di nuovo nella sua visuale e il suo cervello aveva
ripreso a girare. I rumori erano tornati a filtrare nella coltre di nebbia che
gli aveva preso i pensieri e li era tornato alla realtà.
A quel massacro che si stendeva a quel passo da lui.
Era stato troppo.
Il dolore, la consapevolezza di avere altre vite sulla coscienza, era scoppiata
dentro di lui con la potenza di una bomba. Si era alzato al secondo
tentativo e barcollando si era voltato verso Odino, che dall’alto del trono,
osservava la scena impassibile.
-Sei diventato così vecchio e cieco da non capire più qual è il tuo obbiettivo
padre?- urlò avvicinandosi ai gradini che portavano al trono - Sono stato io il
primo a peccare. Ho detto io di sì a Paura perché volevo che anche altri soffiassero
il mio dolore.-
-E ora che lo soffrono come ti senti mio caro?-
Loki si bloccò, guardando Frigga.
-Come ti sentì Loki?-lo incalzò la regina degli dei.
Loki si volse a guardare la tragedia dietro di lui.
Diane, dei Diane.
Era letteralmente buttata addosso al fratello, gli stringeva la testa fra le
braccia e piangeva senza riuscire più a prendere fiato. Accanto a lei, Natasha,
osservava totalmente passiva la scatolina aperta appoggiata sulle sue
ginocchia. L’anello di fidanzamento che Clint aveva scelto per lei. Un
cerchietto d’oro bianco, senza pietre . Semplice, come sapeva sarebbe piaciuto
a lei.
-Ora che anche altri soffrono il tuo dolore…- mormorò Odino -…Come ti senti?-
Loki spostò lo sguardo verso Pepper-
Aveva la testa di Tony sulle ginocchia e il figlioletto fra le braccia.
Howard piangeva così tanto aggrappato alla camicia del padre. Il dio si
focalizzò sulle dita paffutelle del bambino che stringevano la stoffa,
slittando e stringendo ancora.
Una scena orrenda.
Un bambino che chiama il proprio padre che non può rispondergli.
-Soffrono il tuo dolore. Hanno perso chi più amavano al mondo.-
Sharon.
Sharon aveva rinunciato a rianimare Steve. Aveva spostato le mani dal suo petto
e ora lo guardava agghiacciata. Incapace di piangere, di abbracciarlo. Troppo sconvolta
per dare un qualsiasi ordine al corpo, guardava quel corpo sdraiato nel suo
sangue senza riuscire a fare la qualsiasi cosa.
A pensare che di solito non stava ferma un attimo, tanto da risultare quasi
fastidiosa.
-Allora Loki?- chiese Frigga spostandosi dal fianco
del marito e scendendo un gradino - Come ti senti?-
Le labbra di Loki si mossero senza che
lui se ne rendesse conto -…Vorrei essere morto io.-
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-Logan?-
Rogue socchiuse gli occhi per via del brusco
cambio di illuminazione , per poi fermarsi alla vista del , non sapeva come
definirlo, accucciato accanto al corpo del Professore. Illuminato dalle luci
basse che creavano ombre azzurrine sul corpo immobile di Xavier,
Logan stringeva la mano del Professore e parlava con lui a bassa voce.
Rogue si premette una mano sulla bocca, si
guardò attorno, ma non c’era posto dove
nascondersi. Così rimase là, ad osservare l’animale , come spesso Logan era
stato definito , cercare conforto in un guscio vuoto privato della sua essenza.
-Non so che fare
Professore. Mi aiuti.-
Scott era perso nel suo dolore. Spariva
giornate intere, vagava lungo le coste del lago di Alkali
Lake alla ricerca della pace che aveva perso quando quella massa d’acqua si era
portata via la dottoressa Grey. Tempesta , non era
onnipotente. Si occupava della scuola, teneva alto il morale dei ragazzi come lui di certo non avrebbe saputo fare.
Restava lui .
E lui non sapeva che pesci prendere.
Magneto aveva detto loro che era stato il Professore
ad affidarsi a lui.
A permettergli di entrare nella scuola. A dirgli di prendersi cura di loro.
E se da una parte Logan aveva visto Xavier stringere
la mano di Magneto come se fosse stata l’unica ancora
di salvezza. Logan non poteva di certo dimenticare gli avvenimenti degli ultimi
tempi.
-Ragazzina vuoi restare lì ancora per molto?-
Rogue sussultò abbassando la mano con cui si era
coperta la bocca e si portò alle spalle di Logan. Alzò le mani una prima
volta, incerta, prima di sospirare e passargli le braccia attorno al collo, tirandolo
indietro verso di lei facendogli appoggiare il capo e le spalle sul suo petto.
Gli accarezzò i capelli con le mani coperte dai soliti guantini
di pelle , e lo sentì sospirare rilassando appena la tensione nervosa che gli
aveva tramutato le spalle in due blocchi di granito dolorosissimi.
-Dobbiamo fidarci del giudizio del professore…- mormorò la ragazza -…Non
possiamo fare altrimenti.-
Logan chiuse gli occhi -Già.- sospirò -… Non possiamo fare altrimenti.-
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Loki chiuse
gli occhi - Vorrei essere morto.- ripetè.
-Perché loro soffrono?- chiese Odino.
-Sì, e non lo meritano.-
-Perché loro sono morti?- chiese Frigga.
-Sì, perché erano innocenti. Come lo era Sygin. Come
lo era mio figlio.-
Odino sospirò chiudendo gli occhi, Frigga sorrise sollevata.
E il miracolo avvenne.
Clint scattò fra le
braccia di Diane.
Tony aprì gli occhi con un gorgolio rauco.
Bruce si tirò a sedere fra le braccia di Darcy.
Peter tossì voltandosi su un fianco.
Johnny si lamentò portandosi una mano
alla fronte.
Steve tossì grumi di sangue e bava,
toccandosi il petto che aveva sentito scricchiolare al colpo di luce che l’aveva
investito.
-Che diavolo…- mormorò Diane mentre Clint si tirava a sedere tossendo forte,
sputando , e passandosi una mano al collo. Aveva un taglio, quel colpo l’aveva
sgozzato ne era certo.
Prima di perdere conoscenza aveva sentito l’aria filtrare dalla parte sbagliata.
Guardò Diane che singhiozzava, poi Natasha che gli toccò incerta una guancia.
Le ferite si erano rimarginate, come se non ci fossero mai state.
Tony si alzò la maglietta, la luce del reattore sfarfallò un paio di volte
prima di tornare fissa come al solito. Si passò una mano sulla pancia, si era
sentito letteralmente le budella pendere avanti le ginocchia e ora…Niente.
Guardò Pepper che stringeva forte Howard che cercava
di catapultarsi verso di lui.
Piangeva troppo forte per dire qualsiasi cosa.
Steve si fece pulire la bocca da
Sharon, sorrise alla donna che per tutta
risposta gli prese la testa fra le mani e schiacciò le labbra contro le sue.
Troppo felice per pensare a quello che stava facendo, soprattutto alle
preoccupazioni degli ultimi giorni.
Lo sentì ricambiare il bacio confuso e enormemente goffo. Si allontanò e lo
guardò crucciata - Steve, non mi dire che era il tuo primo bacio.-
Steve arrossì fino alla radice dei capelli
-Sì, cioè no. Cioè diamine sono appena morto e risorto.-
Dietro di loro, Thor era seduto accanto
a Jane e si stava massaggiando indolenzito il petto, si alzò la maglietta e si
volse verso Jane con le mani ancora sporche di sangue.
Loki li guardava tramortito.
Johnny si pulì la bocca con il dorso
della mano e guardò Peter che cercava di riprendere fiato inspirando ed espirando ad ampie boccate
spezzate da colpi di tosse nel mezzo. Maledizione, si era sentito letteralmente
squartare , aprire in due come una mela.
Si portò entrambe le mani al petto e
tastò.
Porca vacca.
-…Mi dispiace figlio.-
Loki si volse verso Odino e Frigga.
-Era l’unico modo per assicurarci che il tuo cuore fosse davvero tornato trasparente
come un tempo.-
FINE CAPITOLO.
Ebbene sì, è stata tutta una
prova di Odino e Frigg. Un modo per comprendere la vera indole di Loki. Ebbene sì, adoro far infartare chi legge le mie storie. Grazie a tutti per i
commenti, per aver letto e aver messo questa mia fra le preferite, le ricordate
e le seguite.