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Autore: PeaceS    12/11/2012    3 recensioni
« Ogni volta che penserai che ti ho abbandonato, ti basterà guardare questo segno per ricordarti che tornerò. Non so’ quando, Draco, e nemmeno se mi vorrai ancora quando lo farò, ma io tornerò sempre da te » gli promise, senza mai distogliere lo sguardo dal suo.
Draco abbozzò un sogghigno placido, quasi dolce e in contrasto con i suoi occhi… tristi.
« Certo che tornerai sempre da me, Mezzosangue. È così che deve andare » mormorò con voce roca, sbilanciandosi appena quando lei gli buttò le braccia al collo, impetuosa.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Draco Malfoy, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Pansy, Luna/Ron
Note: Movieverse, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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A me, perché non riesco a smettere di scrivere
A SweetTaiga, che senza volerlo mi ha dato ispirazione
A Labyrinhtum, che con le sue "correzioni" veloci non fa che migliorare le mie storie
A Draco e Hermione, che si innamorano sempre in situazioni difficili




Io sono di legno




"Il legno sembra fermo, ma è sottoposto a pressioni interne che lentamente lo spaccano. La ceramica si rompe, fa subito mostra dei suoi cocci rotti. Il legno no, finché può nascondere, si lascia torturare ma non confessa.
Io sono di legno."
(Giulia Carcasi, Io sono di legno)




 

Un silenzio straziante e insopportabile avvolgeva le torrette svettanti, le mura sgretolate e gli abitanti di Hogwarts da due minuti buoni; niente si muoveva, tutto era immobile: i granelli di polvere a malapena volteggiavano nell'aria tersa di dolore e lacrime, sudore e sangue. La paura accarezzava perfidamente chiunque si trovasse dalla parte opposta del nemico dagli occhi rossi e, probabilmente, molti attendevano la fine di tutto ciò.
Il fumo di quel fuoco appena spento appannava la vista, inumidiva gli sguardi e, in segnali incomprensibili, mormorava addii che pochi avrebbero capito; il vento scompigliava i capelli e portava nuovi odori - odori di una guerra che ancora doveva spegnersi - odori di una guerra che veniva portata avanti da troppi anni.
Molti erano stanchi, lui era stanco. Un lui che era sempre stato dalla parte sbagliata, ma agevolata in tutto e per tutto. Un lui che non contava niente e che - a differenza di molti corpi caduti - anche se ucciso non avrebbe suscitato nessun dolore, nessuna angoscia.
Era stanco. E aveva paura. Draco Malfoy aveva paura, come non ne aveva mai avuta in vita sua.
Aveva paura di uccidere, quando suo padre ne aveva sempre decantato la gioia; aveva paura di impugnare la bacchetta, quella volta, perché non era in grado di restare immobile dinnanzi al tonfo di un corpo crollato sul terreno, senza vita. Aveva paura di sbagliare, perché ogni omicidio fallito era un cruciatus sulla sua pelle, su quella dei suoi genitori; ogni singhiozzo trattenuto era un peso sul suo cuore che, lentamente, andava a spegnersi sempre di più.
« Draco, vieni immediatamente quì! » fu il sussurro di Lucius a rompere il silenzio, a catalogare l'attenzione sulla sua figura, meno inquietante del solito; le occhiaie gli appesantivano lo sguardo guardigno, implorante, addolorato. In quei tre anni che Lord Voldemort era risorto, il caro e vecchio Lucius, sembrava essere stato piegato in due - quasi spezzato come un ramoscello nelle mani del vento -. Tendeva la mano al suo unico figlio, rigido e gelido dall'altra parte della radura; il suo unico figlio, con i suoi stessi occhi, ma dello stesso colore degli occhi di sua madre. Lei, maledetta, che l'aveva reso - molto in fondo - un sentimentalista.
« Draco, tesoro... » anche Narcissa prese parola, stringendo la mano del marito e unendosi a quel richiamo tormentato, triste, simile ad un pianto trattenuto.
Avevano paura, ora. Draco sogghignò, amareggiato. Avevano paura, ora, di perdere il loro unico e prezioso figlio. Lucius aveva paura, ora, quando da piccolo non aveva mai tempo per lui, tempo per una carezza o una presenza che - in una famiglia normale - avrebbe dovuto essere superflua.
Aveva paura, ora, sua madre, quando per amor di suo padre aveva sempre cercato di non far trasparire alcun sentimento capace di rovinare il buon nome di famiglia. Quando la mancanza di un abbraccio - per i Malfoy - era solo per fortificare la tempra morale.
Perché l'amore - per i Malfoy - è per i deboli. Ma per Draco no.
Draco amava la sua famiglia, più di qualsiasi altra cosa, e sapeva che la sua famiglia amava lui, ma... per un momento, per un solo momento, avrebbe voluto che loro glielo dimostrassero.
Gli errori dei padri ricadono sui figli, mai detto era così vero; la voglia di Lucius - quella di voler rendere orgoglioso il proprio padre, riportando il nome di famiglia allo splendore iniziale - era stata trasmessa a Draco che, fin da piccolo, aveva messo da parte se stesso per rendere fiero lui, sangue del suo sangue, per farsi guardare in modo diverso.
Forse con lo stesso scintillio nello sguardo di quando Lucius parlava di Potter.
Scintillio bramoso, desideroso e carico di aspettative.
Fin da piccolo la storia del bambino che è sopravvissuto gli era stata inculcata nel cervello; Draco era stato cresciuto con l'intenzione di trascinare Potter dalla loro parte, farselo amico, poi - quando Harry non aveva ceduto al fascino del potere che i Malfoy e l'Oscuro potevano offrirgli - addestrato a combatterlo, superarlo, esserne superiore e infine ucciderlo.
Suo padre voleva renderlo un assassino.
Doveva davvero diventare un assassino perché lui gli volesse bene?
Perché lui lo amasse?
« No » mormorò Draco, ignorando lo sguardo sgranato di sua madre.
No, perché non ci stava più a venire ignorato.
No, perché non ci stava più a non essere amato.
« Draco! » sibilò suo padre, ordinandogli con lo sguardo di raggiungere la sua famiglia.
Quella famiglia che aveva distolto lo sguardo quando era stato cruciato senza pietà.
Quella famiglia che - in anni e anni - non aveva fatto altro che inculcargli cose sbagliate nel cervello; non gli avevano insegnato cosa era giusto e cosa era sbagliato. Tra i purosangue non esisteva bene o male, ma solo il potere e chi sapeva maneggiarlo.
L'Oscuro Signore non aveva fatto altro che fare sprofondare la sua famiglia nella vergogna, e ora Draco sembrava non avere nient'altro per cui combattere.
Suo padre aveva lasciato che i Malfoy cadessero in disgrazia, che suo figlio venisse trattato alla stregua di un prigionero nella sua stessa casa.
« No » ripetè Draco, alzando la voce per rafforzare il concetto.
Era un codardo, un Malfoy, un viziato purosangue, ma non un assassino.
Era stanco di essere qualcuno che non era per farsi amare.
Lui non odiava Potter, in realtà non gli fregava un cazzo della sua guerra personale e il suo decantare l'amore insieme a Silente.
Lui non odiava i Mezzosangue, che fossero o no inferiori a Draco non riguardava affatto, guardasi quello stesso Mezzosangue che impartiva ordini a tutti loro, che proclamavano di odiarli.
Draco non adorava Voldemort e la sua causa, se avesse dovuto ascoltarlo seriamente, e prenderlo di parola, ora, avrebbe già dovuto ucciderlo per la sua impurezza di sangue; questo, probabilmente, avrebbe voluto far capire a suo padre: stavano prendendo ordini da un Mezzosangue, era giusto poi uccidere quelli della sua razza solo perché lui, da bambino, non era stato amato?
C'entrava sempre, l'amore, Silente aveva proprio ragione.
E se Draco avesse davvero deciso di seguirlo, ora sarebbe un mostro senz'anima.
Pochi gli erano fedeli, il resto erano terrorizzati da una ritorsione.
"Pensaci, Draco, la vita di Silente o quella della tua famiglia?"
Come poteva mandare i suoi genitori al patibolo? Nonostante tutto, anche se per i Malfoy era impossibile amare, Draco lo faceva. "Smettila, Draco! Amare non è una debolezza; ricorda tu sei un Malfoy... ma l'altra parte del tuo sangue è BLACK!"
Rircordò le parole di sua madre con un sorriso: se amare non era una debolezza perché, allora, tanto disprezzavano - lei e suo padre - quel sentimento?
« Bene, bene, giovane Draco... vedo che hai fatto la tua scelta. Lucius, cresci male la tua progenie. Oltre che codardo tuo figlio è anche un traditore! » sibilò Lord Voldemort, mentre un mormorio sconcertato si alzava tra i Mangiamorte e Lucius ingoiava a vuoto.
« Lui non è un codardo! Anche se tardi ha capito da che parte stare e lo sta facendo a costo della sua vita! » urlò Neville Paciock, affiancandolo con suo immenso stupore.
Lo stava difendendo, con il suo buonismo Grifondoro, anche se in sette anni di scuola non aveva fatto altro che offenderlo e prendersi gioco di lui.
« Tu non sei un assassino, Malfoy, e non c'è niente di cui vergognarsi » disse seriamente, guardandolo negli occhi.
Paciock era... orgoglioso di lui? In quelle iridi brune brillava un sentimento che, Draco, non aveva mai visto negli occhi dei suoi genitori. Quante volte aveva desiderato vederlo brillare in quelle iridi grige? Quante? E quante volte, invece, aveva solo intravisto delusione e indifferenza? Quante?
« Non ho bisogno che tu mi difenda » sibilò Draco,alzando il mento e ignorando lo sbuffo rassegnato del ragazzo.
Quest'ultimo, probabilmente, non sapeva che quello era il suo modo di dire grazie.
La signora Weasley, con marito a seguito, seguì l'impavido Neville, sfidando - con quegli ultimi sprazzi di lucidità che la guerra aveva portato via con sé - con gli occhi Lord Voldemort, che sembrava essere arrivato al limite dell'umana sopportazione.
"Mostra sempre fredda indifferenza, Draco, ma non lasciare mai che il tuo cuore smetta di battere. Lascialo spezzarti lo sterno, amare è un dono, non una maledizione".
« Harry sarà anche morto, ma ha combattuto per noi, ha sacrificato la sua intera esistenza per assicurarci un futuro migliore, roseo. Lui è vivo dentro di noi, e noi ci uniremo a te quando l'inferno gelerà! Esercito di Silente! » un boato di risposta si levò dalla folla, e nemmeno gli incantesimi tacitanti di Voldemort riuscirono a fermarlo.
Draco capì che era arrivato il momento di combattere quando il Signore Oscuro cominciò a parlare. « Molto bene. Se questa è la vostra scelta, allora, torneremo al piano originale. L'avete voluto voi » e Draco avvertì più pericolo in quella voce serica che nelle più potenti delle maledizioni.
Con uno sventolio di bacchetta il cappello parlante volò dall'ufficio di Piton alle mani dell'Oscuro Signore e andò a posarsi sul capo di Neville, che venne immobilizato con un Pitrificus Totalum. « Non ci saranno più smistamenti alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. La casa e i colori del mio antico e nobile antenato, Salazar Serpeverde, basteranno per tutti » sibilò Lord Voldemort e, proprio sul capo di Paciock al suo fianco, il cappello prese fuoco.
L'alba fu squarciata dalle urla del ragazzo, mentre i Mangiamorte si muovevano come un uomo solo per fermare - in tal caso - i ribelli. Poi successero così tante cose velocemente che Draco non seppe dire quale fu la prima: un rumore di zoccoli si levò dalla foresta e una pioggia di frecce infuocate ruppe i ranghi dei Mangiamorte, mentre Grop - il fratellastro di Hagrid - arrivò urlando nella radura.
La battaglia iniziò di nuovo.
Draco riuscì a schiantare il padre di Pansy prima di correre - insieme a tutti gli altri - all'interno delle mura; « Stupeficium! » gridò, prima di venire attaccato da Tiger senior, alle sue spalle. Evitò per un pelo che uccidessero Weasley femmina, buttandosi su di lei, e poi arricciò il naso: da dove era uscito tutto quel coraggio e buonismo tipico dei Grifondoro? Non lo sapeva, non lo sapeva affatto, ma una cosa la sapeva di sicuro.
Non avrebbe mai potuto essere un Grifondoro, mai, perché teneva alla sua pelle di serpente più di qualsiasi altra cosa. Teneva alla sua famiglia più di sé stesso.
Non vide il resto della battaglia, semplicemente lasciò che sua madre lo abbracciasse di spalle e lo materializzasse in un posto che nemmeno lui conosceva.
"Mostra a tutti la tua facciata, Draco. Illudi anche tuo padre che niente ti batti in petto, che sei un pezzo di marmo, immobile e freddo. Ma tu non sei di ghiaccio né di marmo, ma sei di legno. Puoi sembrare anche duro, impenetrabile, inspezzabile... ma solo tu saprai ciò che c'è dentro di te. Noi Black, Draco, siamo di legno, a differenza di quello che credono in molti"
Lui era di legno.

   
 
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