Tutti i personaggi citati in questa fanfiction appartengono
a J.K.Rowling, così come gli ambienti e la maggior parte delle situazioni
descritte, io ho preso solo la libertà di inventare qualcosa, qualche
nome e niente di più. Nonostante i personaggi non mi appartengano credo
di averli caratterizzati in maniera un po' diversa da come si vede nella saga
di Harry Potter, ma trattandosi per lo più dei Serpeverde ho potuto
spaziare, visto che questo gruppo è delineato dall'autrice solo marginalmente.
In questa pagina
potete vedere i volti che ho dato ai miei personaggi.
Capitolo 2
Outrageous
Nothing else can change my plans
It's outrageous when I move my body
Outrageous when I'm at a party
Outrageous when I'm on the scene
Outrageous let's be it, girl
“Queste feste alla fine si rivelano sempre così
noiose!” esclamò Daphne raccogliendosi dietro la nuca i capelli
rosso fuoco, lasciando scivolare alcuni boccoli sulle spalle scoperte. Quella
sera niente uniformi, Silente aveva organizzato una delle solite celebrazioni
così tipiche di Hogwarts per festeggiare le imminenti vacanze di Natale,
e tutti gli studenti erano esentati dall’indossare i soliti abiti potendo
sbizzarrirsi in ciò che preferivano.
Millicent indossava un semplice vestito azzurro dalle spalline sottili intrecciate
con fili argentati, lungo fino al ginocchio, decorato in contro luce da un semplice
motivo floreale; nonostante fosse già molto alta di natura la ragazza
non rinunciava mai a tacchi alti e sottili su cui camminava alla perfezione
lungo i corridoi della scuola.
Pansy aveva optato per qualcosa di diverso ma quanto mai elegante, un vestito
di seta verde corto e svasato, drappeggiato attorno al collo, che lasciava scoperta
interamente la schiena su cui ricadevano ordinati e composti i lunghi capelli
corvini.
Tutti si erano preoccupati di dire che la festa sarebbe stata assolutamente
informale, non uno dei soliti balli eleganti in stile medioevale che erano così
frequenti a Hogwarts, una semplice festa tra ragazzi, che avrebbe permesso loro
di celebrare la serata in maniera tranquilla e rilassata.
Ma simili direttive valevano per gli altri, non per le ragazze Serpeverde. Il
significato della parola informale era a loro praticamente sconosciuto, partecipare
a una festa senza suscitare vocii e sguardi interessati era una cosa assolutamente
inutile, e nel loro comportamento non c’era nulla che potesse definirsi
tale. Loro sarebbero entrate in sala facendosi notare, perché era quello
che avevano sempre fatto e che sempre avrebbero fatto.
Baluardo di questa filosofia era sicuramente Daphne Greengrass, indubbiamente
una delle ragazze più belle di Hogwarts, una di quelle che chiunque si
trovava a fissare lungo i corridoi: un chioma di morbidi boccoli rosso fuoco,
due occhi verdi e trasparenti, quasi fossero stati fatti apposta per appartenere
alle schiere di quella casata, un corpo minuto e ben modellato, una statura
perfetta e una grazia e una eleganza che perfino le amiche le invidiavano. Daphne
era l’emblema dell’eccesso, del voler apparire e sapeva farlo: sempre.
Anche quella sera aveva indossato qualcosa di troppo elegante e troppo vistoso,
che di certo l’avrebbe fatta notare anche dai quadri appesi ai muri di
ogni parete: un lungo vestito dorato, senza spalline, che lasciava appena scoperti
i piedi e ricadeva naturale sulle forme della ragazza.
Sarebbe di certo stata l’unica vestita a quel modo, anzi, questo era proprio
quello che Daphne sperava, ed anzi sapeva, nessuna sarebbe stata come lei, e
quello era il motivo principale per cui aveva scelto quell’abbigliamento:
stupire.
“Siete pronte?” esclamò Pansy alzandosi dalla sedia davanti
alla specchiera, dove stava ultimando il trucco. Le compagne di camera risposero
con un deciso cenno della testa seguendola fuori dalla porta. La sala comune
era già vuota, probabilmente erano già tutti a cena, erano le
nove e dieci e come sempre la festa era iniziata alle nove, e le tre ragazze
erano ben consapevoli di questo, ma arrivare in ritardo era un prerogativa che
potevano permettersi senza che nessuno, o quasi, avesse niente da ridire.
Camminarono in formazione lungo il corridoio, Pansy al centro, Millicent alla
sua destra e Daphne alla sinistra, precedute dall’eco dei loro passi.
“Ma come siamo carine stasera!” arrivò il commento da uno
dei quadri lungo la parete destra, un ritratto di Salazar Serpeverde. Le tre
ragazze si fermarono salutando con un ossequioso cenno del capo il fondatore
della loro illustre casata.
“Festa per le vacanze di Natale…” spiegò Pansy con
tono rispettoso “…una delle solite trovate delle vecchie cariatidi
che portano avanti questa scuola” continuò con quel suo così
tipico sorriso malevolo, strappando al ritratto un’espressione compiaciuta.
“Tenete alto il nome dei Serpeverde, come sempre!” commentò
Salazar accennando un inchino prima di scomparire oltre la cornice; le tre ragazze
ripreso a camminare arrivando poco dopo davanti al portone della sala grande,
dove si teneva la festa; fuori, sulla soglia, a braccia incrociate con la solita
espressione scocciata e insofferente la professoressa McGrannit.
“Sono le nove e quindici signorine e la cena è già iniziata”
statuì rivolgendo loro uno sguardo severo.
“Siamo state fermate nei corridoi dal nostro capostipite, ci scusi professoressa”
rispose Daphne con un’espressione innocente e pentita.
“Salazar…” commentò la McGrannit scuotendo la testa,
a bassa voce “…e mi pareva che fosse stato detto a tutti di vestirsi
in maniera adeguata per una festa informale!” riprese guardando gli abiti
ricercati delle tre Serpi.
“Ognuno si adegua in modo diverso, professoressa” sorrise Pansy
inclinando leggermente la testa ricevendo un’occhiata severa dall’anziana
strega.
“Noi siamo perfettamente adeguate al nostro stile” aggiunse Millicent
convinta.
La McGrannit le guardò serrando le labbra per impedirsi di continuare
la discussione, avrebbe potuto e voluto rimandare le ragazze nei dormitori a
cambiarsi ma non era lei a capo della loro casata, e qualcosa le diceva che
Piton non avrebbe gradito la sua intrusione nell’abbigliamento delle sue
ragazze.
“Sbrigatevi, la cena è iniziata” disse con tono perentorio
allungando il braccio per indicare la sala grande ricevendo un cenno di finto
assenso dalle giovani Serpeverde che si incamminarono verso la loro tavolata.
E successe quanto prevedibile, gli sguardi si spostarono su di loro nel momento
esatto in cui misero piede nella sala; non tutti sguardi di ammirazione, i commenti
provenienti dal tavolo scarlatto dei Grifondoro erano per una parte tutt’altro
che lusinghieri, dettati per lo più dall’invidia di molte ragazze,
che trovavano insopportabile un simile sfoggio di egocentrismo e arroganza.
“Alla buonora…” commento Blaise guardando il trio mentre prendeva
posto come di consueto.
“Imprevisti…” commentò Pansy noncurante versandosi
qualcosa da bere prima di fare cenno a Goyle di metterle un po’ di arrosto
nel piatto.
“La vecchia strega era particolarmente insopportabile” commentò
Millicent gesticolando annoiata, girando lo sguardo verso la lunga tavolata
dei professori che sovrastava l’intera sala.
“Potrei scommettere che aveva qualcosa da ridire sul modo in cui vi siete
vestite!” rise Adrian Pucey divertito, ricevendo delle occhiate poco convinte
da tutte e tre le ragazze.
“Una festa informale, e voi tre sembrate appena uscite da uno dei migliori
balli di casa Malfoy…” intervenne Theodore indicando con un gesto
della mano gli abiti delle compagne di casa.
“Avreste preferito vederci conciate così?” sbottò
Millicent con espressione disgustata girandosi per indicare la tavolata dei
Grifondoro, ricevendo ancora una volta occhiate d’odio e di risentimento.
“Neanche per sogno chery…” rise Blaise rivolto alla bionda
con sguardo convinto e vagamente ammiccante.
“Anche perché sappiate che è una cosa che non succederà
mai!” aggiunse Daphne portandosi elegantemente una ciocca di capelli dietro
la spalla ostentando una espressione annoiata, facendo ridere buona parte degli
amici attorno a lei.
“E comunque spero per voi che abbiate provveduto alle nostre consuete
scorte per rendere il resto della festa più sopportabile!” continuò
la ragazza rivolgendo verso Pansy e Draco, alludendo alle scorte di whiskey
incendiario, burrobirra e alcolici che i due erano soliti procurare per le celebrazioni
dei Serpeverde.
Pansy girò la testa incontrando gli occhi di ghiaccio di Draco e abbozzando
un sorriso malizioso e divertito.
“Abbiamo pensato a tutto come al solito Daph…” rispose il
ragazzo senza guardare la rossa, continuando invece a sostenere lo sguardo di
Pansy per qualche altro secondo prima di venire interrotto dalla fastidiosa
voce del preside: Albus Silente.
“Ragazzi…” esclamò, come ogni volta che deliziava la
sala con un lungo e inconcludente discorso “…anche quest’anno
le vacanze di Natale sono arrivate!”
“Fa questa scoperta ogni dicembre di ogni dannatissimo anno, come se prima
o poi qualcuno dovesse perderle nella foresta stregata queste mistiche vacanze
di Natale!” commentò Blaise facendo ridere le schiere Serpeverde.
“La neve sta cadendo ormai copiosa sul giardino della nostra scuola…”
riprese il mago allargando le braccia in un gesto solenne.
“Ma possibile che qualcuno stia davvero ad ascoltare tutto quello che
dice questo vecchio rimbambito?” borbottò Draco a bassa voce avvicinando
la bocca all’orecchio di Pansy che in questo momento gli dava le spalle
per rivolgersi verso il tavolo dei professori.
“Malfoy… porta rispetto per il tuo preside!” lo redarguì
ironica la ragazza girando la testa verso destra per incontrare gli occhi del
giovane Malfoy.
“Tu non lo stai ascoltando…” commentò lui con tono
saccente, inarcando un sopracciglio.
“Ah no?” rispose lei sottovoce appoggiando il mento sulla propria
spalla per guardarlo meglio.
“No, stai parlando con me Parkinson…” sorrise lui prima di
venire interrotto dallo scroscio di applausi che annunciavano la tanto attesa
fine del discorso.
La cena proseguì al solito tra chiacchiere sugli ultimi compiti prima
di Natale, e discussioni su dove si sarebbero passate le vacanze ormai imminenti:
a differenza del solito il gruppo dei Serpeverde aveva deciso di trascorrerle
a Hogwarts quest’anno, senza tornare a casa se non la sera della Vigilia
per la consueta festa a casa Malfoy, dove ci sarebbero state tutte le famiglie
purosangue del mondo magico, tutte le personalità che contavano, in sostanza
tutti quelli con cui valeva la pena di avere un rapporto.
Di solito le feste nella Sala Grande si svolgevano così, si cenava e
poi Silente con un semplice gesto della bacchetta faceva sparire i tavoli e
addobbava le pareti e gli altri mobili a tema per la festa, quest’anno
però il preside sembrava aver organizzato qualcosa di diverso…
Quando tutte le tavolate ebbero finito si alzò con fare cerimonioso avvicinandosi
alla postazione da cui teneva tutti i suoi noiosi discorsi.
“Per quest’anno…” iniziò a dire cercando di far
zittire il vociare confuso degli studenti prima di schiarirsi la voce, “…per
quest’anno la festa di Natale non si terrà in questa sala!”
disse suscitando commenti e borbottii diffusi.
“…ma si terrà nel mio studio! Una festa privata con lap-dance
della professoressa McGrannit!” commentò Adrian a bassa voce mentre
gli altri scoppiavano a ridere non troppo silenziosamente.
Blaise intento a bere un bicchiere di succo di zucca che aveva precedentemente
corretto con il whiskey che portava sempre nella sua fedele fiaschetta iniziò
a tossire, facendo, se possibile crescere maggiormente l’ilarità.
“Adrian ti prego, questa orrenda visione mi bloccherà di certo
la crescita!” si lamentò Theo con faccia schifata, senza nemmeno
accorgersi che Silente aveva interrotto il suo discorso ed ora, insieme al resto
delle persone in sala, stava fissando proprio il loro lato della tavolata.
Pansy girò la testa facendo scorrere lo sguardo sugli altri studenti
che li guardavano come se avessero interrotto chissà quale irripetibile
cerimonia: era abituata agli sguardi poco convinti degli appartenenti alle altre
casate, lei come tutti gli altri suoi compagni Serpeverde erano spesso oggetto
di critiche e commenti gratuiti da parte di gente che disapprovava il loro modo
di comportarsi, o che trovava da ridire sulle loro osservazioni e sui loro atteggiamenti.
Erano cose a cui loro non prestavano più la minima attenzione, a dire
il vero non l’avevano mai prestata, certe parole scivolavano addosso alle
Serpi come acqua, senza che loro nemmeno se ne accorgessero, i giudizi della
gente non contano quando sei un Serpeverde, contano solo le opinioni di chi
ritieni al tuo livello, e la tua casta difficilmente ti giudica davanti ai tuoi
occhi, preferisce farlo alle spalle in maniera subdola e meschina, è
così che funziona quando appartieni a questa casata, l’apparenza
è tutto e, a meno che tu non sia un leader, non ti è concesso
esprimere le opinioni sui tuoi pari.
In sala era sceso il silenzio, Draco si passò una mano tra i capelli
alzandosi dalla sua sedia e rivolgendosi verso il tavolo dei professori “Ci
scusi professor Silente, Adrian ci stava esponendo le sue idee per rendere indimenticabile
la festa di stasera!” disse con quel suo fare suadente, il timbro arrogante
e distaccato.
“Vuole forse renderci partecipi delle sue idea Signor Pucey?” chiese
il preside scaturendo ancora una volta un’incontenibile seguito di risatine
dalla tavolata verde-argentata.
“La ringrazio professore, ma è una cosa solo pochi eletti possono
capire, non è cosa da tutti avere un simile ingegno quale il mio!”
scherzo Adrian gesticolando e alzandosi con fare teatrale verso il soppalco
dei docenti.
“Potete riprendere posto, gentilmente…” disse Silente facendo
cenno ai due ragazzi di sedersi nuovamente. “Dicevo appunto che la festa
si terrà nel giardino della scuola! La professoressa McGrannit è
stata così gentile da creare per noi una cupola termica, che ricopre
la prima metà del nostro giardino, che è stato preparato a dovere
dai nostri elfi perché possiate divertirvi e celebrare queste imminenti
vacanze!” esclamò e con un gesto della bacchetta fece scomparire
la parete sinistra della sala grande rivelando al suo esterno l’immenso
parco innevato di Hogwarts.
The land of ice and snow
Where the midnight sun blows
Hundred thousand lakes glow
In the land of ice and snow
Sopra l’erba era stata creata una pedana di ghiaccio
per permettere agli studenti di ballare e muoversi più comodamente, dai
lati estremi della lastra partivano degli intricati intrecci di ghiaccio che
si sviluppavano verso l’alto, creando una cupola che appariva di cristallo
sotto i riflessi dell’enorme luna piena che si stagliava luminosa nel
cielo.
Erano stati allestiti cinque tavoli, lunghi e stretti, colmi di cibi e bevande,
tutto sembrava essere fatto di ghiaccio, così come le sedie e i piccoli
tavolini sparsi qua e là sulla lastra che arrivava fino a metà
del giardino degradando in una serie di gradini che si tuffavano in quello che
sembrava essere un piccolo lago blu cobalto su cui viaggiavano eleganti cinque
coppie di cigni; intorno al lago crescevano piante scure e intricate con enormi
fiori rossi e rosa sbocciati e rivolti verso il cielo quasi fossero girasoli
notturni; infine nell’aria si potevano notare ad intermittenza piccole
luci che si muovevano veloci e dispettose, altro non erano che minuscole Lucifate
d’Inverno intente ad assicurarsi che tutto ciò che era stato ghiacciato
con tanta cura dagli organizzatori non si sciogliesse, rimanendo sempre freddo
e impeccabile.
Un coro stupito si levò all’unisono da tutti gli studenti mentre
centinaia di occhi rimanevano incantati alla vista di un simile splendore: era
inutile negare l’evidenza, il parco di Hogwarts era stupendo, così
incantevole da togliere il fiato, ed ora, ricoperto dalla fitta coltre di neve
caduta negli ultimi giorni, e preparato con tanta maestria in ogni piccolo particolare
era forse ancor più spettacolare del solito.
“Se volete accomodarvi…che la festa abbia inizio!” esclamò
Silente compiaciuto della sua creazione mentre l’eco dei passi dell’intero
corpo studenti riecheggiava tra le pareti di pietra della sala grande, diretto
all’esterno.
Draco si alzò contemplando la visione del giardino davanti a lui prima
di porgere la mano a Pansy perché lo seguisse insieme poi al resto del
gruppo.
“E’ stupendo non trovate?” commentò Sally-Anne Perks,
avvicinandosi al biondo Malfoy con le braccia incrociate e lo sguardo fisso
su di lui. Sally era una di quelle ragazze che non aveva ancora capito il concetto
di proprietà privata, o meglio di ‘off limits’.
I suoi comportamenti erano inequivocabilmente e costantemente diretti verso
Draco, cercando il suo consenso, la sua approvazione, a volte solo la sua sopportazione,
Sally non aveva ancora capito che c’erano delle regole non scritte ma
ben chiare a tutti tra i Serpeverde, una delle quali era che Draco non era oggetto
di caccia per nessuna, né all’interno di Hogwarts né tantomeno
all’esterno, lui era al di fuori della portata di tutti, e Pansy l’aveva
fatto capire chiaramente in più occasioni, mandando incantesimi di nascosto
a ragazze di ogni casata e ogni età, che avevano anche solo provato ad
avvicinare Draco.
Pansy era una persona molto gelosa, non eccessivamente possessiva, ma non tollerava
che qualcuno potesse mettere in discussione la sua autorità, ed inoltre
era ben consapevole del fatto che Draco non era il tipo di ragazzo da passare
inosservato, quello di cui tutte invece dovevano essere consapevoli era che
non era merce di scambio, in nessun caso…
“A qualcosa servono quei luridi elfi domestici allora…” commentò
sprezzante il giovane Malfoy con un sorriso beffardo portando una mano sulla
schiena di Pansy per invitarla a uscire in giardino.
You've gotta live with yourself
For the rest of you life
Do you understand?
Everybody asks the same question
Who do you think you are?
“Perché non ci risparmi i tuoi inutili commenti,
Malfoy?” la voce di Hermione Granger risuonò petulante e fastidiosa
a poca distanza da loro, accompagnata da una espressione di rimprovero che le
si apriva sul viso sotto quella informe groviglio che lei si ostinava a chiamare
capelli.
“E’ lei o è solo una visione? La paladina degli elfi indifesi!
La piccola adorabile martire dei Grifondoro!” commentò Blaise unendo
le mani al petto come in segno di preghiera e alzando lo sguardo verso il cielo
con aria sofferente, scaturendo l’ilarità di amici e compagni.
“Gli elfi sono creature che meritano rispetto! Esseri che voi trattate
come pezze da piedi e che…” continuo la Granger livida di rabbia
come ogni volta che questo argomento veniva trattato.
“…e che comunque consideriamo su un gradino più alto del
tuo nella scala evolutiva!” sentenziò Pansy con la sua voce tagliente
e lo sguardo indagatore senza minimamente scomporsi mentre avanzava con passo
elegante verso il giardino totalmente incurante della mezzosangue che ora la
fissava con la bocca spalancata e la guance arrossate dal nervosismo e dalla
rabbia.
Il gruppo dei Serpeverde uscì nel parco ridendo per la magra figura appena
fatta dalla Grifondoro a cui Pansy non aveva dato nemmeno il tempo di rispondere.
“Stai insidiando il mio primato di insultatrice della Granger!”
le fece notare Millicent divertita, scambiandosi uno sguardo complice con l’amica
soddisfatta della breve discussione avuta con la pezzente amica di Potter.
Millicent sorrise avvicinandosi poi a Blaise che si era già fatto strada
verso il tavolo di ghiaccio decorato con la tovaglia verde della loro casata
e che stava guardandosi intorno, come se fosse alla ricerca di qualcosa o qualcuno.
La mano di Draco scivolò lenta lungo la schiena di Pansy che si girò
a guardarlo “La mia vipera…” commentò soddisfatto senza
nascondere una velata punta di orgoglio.
“Weaneane sarà qui a momenti…” commentò la ragazza
sfiorandogli il viso con la mano “…meglio andare che dici?”
continuò ricevendo un cenno di assenso dal compagno al suo fianco, mentre
iniziarono a camminare fin’oltre la piattaforma di ghiaccio, sul limite
sinistro del piccolo lago blu, dalla parte opposta rispetto a dove ora si trovavano
i professori
Passarono sì e no una manciata di secondi prima che quello che sembrava
un semplice cespuglio di Rosabiancasenzaspina si trasformasse in un uomo alto
poco più di un metro nascosto sotto un pesante mantello azzurro scuro,
il volto accigliato e contornato da una folta barba bianca e un buffo paio di
sopracciglia grigie e irsute.
“La merce è già al suo posto signorino Malfoy, resa visibile
con incantesimo del nostro pozionista più potente solo agli appartenenti
alla vostra illustre casata e solo a quelli di età inferiore ai vent’anni
per escludere naturalmente il vostro capocasa, il professor Piton…”
disse con voce con voce atona, colma di sudditanza e rispetto verso Draco.
“Ottimo lavoro Weaneane, i tuoi servigi non saranno dimenticati e saranno
tenuti in grande conto da me e la mia famiglia…” rispose il ragazzo
con un cenno della mano ricevendo in risposta un inchino da parte del piccolo
uomo.
“Lei è troppo gentile signorino Malfoy, e lei è incantevole
stasera Milady…” continuò lo strano individuo profondendosi
in ulteriori inchini prima di essere congedato dalla coppia e scomparire sotto
il suo mantello nel buio nel parco della scuola.
“Tutto è pronto?” la voce di Blaise fece girare contemporaneamente
Draco e Pansy che annuirono soddisfatti, Weaneane aveva fatto ancora una volta
il suo dovere preparando le scorte di alcolici esattamente dove loro volevano
che fossero, al limitare della foresta, dietro un piccolo cespuglio di Baccheribacche,
come ogni volta.
Weaneane era il proprietario del più famoso negozio di whiskey e burrobirra
di Hogsmade, il suo socio Lycanter era un ex studente di Hogwarts, figlio di
un vecchio insegnante di pozioni nella scuola francese di Beauxbatons, e per
questo conoscitore di alcuni dei filtri più strani e potenti conosciuti
dai maghi di tutto il mondo. Era infatti in grado di rendere invisibile a chi
voleva cioè che voleva, con una complicata pozione inventata proprio
da lui e testata ormai più e più volte dai ragazzi della casata
dei Serpeverde. Anche questa sera, come durante ogni festa, la ‘merce’
era stata correttamente considerata e i festeggiamenti della casata di Salazar
potevano cominciare.
Blaise Zabini se ne stava seduto scompostamente su una sedia
di ghiaccio insieme ai compagni di casa Thodore Nott e Adrian Pucey, grazie
ad un incantesimo le sedie non erano fredde né scomode e i tre, al momento,
stavano ridendo di gusto per la figura appena fatta da Ronald Weasley: il rosso
si era avvicinato ad una ragazza del suo anno, che avevano scoperto essere Lavanda
Brown, per offrirle da bere, ma goffo e impacciato come sempre si dimostrava
era scivolato sul ghiaccio della pedana finendo per rovesciare un intero bicchiere
di succo di zucca addosso alla ragazza.
“Weasley: idioti oltre che pezzenti!” sentenziò Millicent
avvicinandosi ai ragazzi e facendo cenno a Blaise si sedersi più compostamente
per prendere posto sulle sue ginocchia.
L’impressione che quei due davano in continuazione era quella di stare
insieme, di frequentarsi, di almeno nascondere qualcosa, ma le persone a loro
più vicine sapevano che in realtà non era assolutamente così,
non ancora quanto meno.
Si stuzzicavano, si rincorrevano, un prendere e lasciare ricorrente che li teneva
molto uniti ma non abbastanza da aver fatto scattare quella scintilla che li
avrebbe resi qualcosa di più: a Blaise Millicent piaceva, gli piacevano
i suoi occhi di ghiaccio, e i capelli di platino, adorava il suo sarcasmo e
quell’andatura ondeggiante quando camminava sui tacchi fin troppo alti;
gli piaceva quella sua passione per le piante carnivore dell’orto della
professoressa Sprite, e la conoscenza impeccabile che la ragazza aveva degli
ingredienti di ogni pozione che fosse ordinato loro di preparare dal professor
Piton.
Millicent era sicuramente accattivante, e di certo sapeva come ammaliare, anche
senza volerlo, ma con Blaise lo voleva, lo voleva fortemente: le piaceva sentire
il suo sguardo addosso mentre camminava per sala comune, o i commenti soddisfatti
alle battute che lei faceva contro i Grifondoro o contro le altre inutili casate,
era in un certo senso attirata da quella sua naturalezza, dal suo lasciarsi
cadere sempre scompostamente sulle poltrone di pelle del sotterraneo Serpeverde,
con il braccio ripiegato dietro la testa, un piede sul tavolo e una gamba allungata
lateralmente. Lo criticava, non faceva altro che rimproverarlo per quel suo
comportamento allusivo e indecoroso, ma le sue due amiche, le due compagne di
stanza con cui si confidava e che meglio la conoscevano, avevano capito da tempo
che la loro era solo una intricata messa in scena per non dover fronteggiare
qualcosa che entrambi vedevano avvicinarsi sempre di più.
“L’altro giorno ho sentito una matricola di Tassorosso sostenere
che Weasley fosse ‘carino’…” intervenne Pansy con faccia
schifata colpendo Theo con l’anca sulla spalla per farlo spostare un po’
e sedendosi poi con lui su metà della sua sedia, prima di rubargli il
bicchiere che teneva in mano e berne un sorso “Theo cosa stai bevendo,
lubrificante per le scope?” chiese la ragazza disgustata dal sapore troppo
alcolico perfino per lei di quel drink.
“E’ una mia creazione, non ti soddisfa?” scherzò il
ragazzo riprendendosi il bicchiere quasi indispettito.
Pansy e Theodore si conoscevano molto bene: il fratello maggiore della ragazza,
Timothy, era infatti fidanzato da ormai quasi sette anni con la sorella più
grande di Theo, Rowena; i due vivevano in un lussuoso cottage poco fuori Edimburgo,
e stavano progettando, in una data che sembrava ormai molto vicina, uno sfarzoso
matrimonio, che di certo non sarebbe passato inosservato nel mondo della magia,
e che anzi si prospettava come uno degli eventi più attesi dalle famiglie
purosangue.
I fratelli avevano entrambi 25 anni, si erano conosciuti a Hogwarts, ovviamente
nelle schiere Serpeverde, e si erano messi assieme durante il loro ultimo anno
di scuola, Rowena aveva dunque trascorso con il fratello Theo metà delle
successive vacanze estive a casa Parkinson, mentre per la seconda metà
erano stati Timothy e Pansy ad essere ospiti della famiglia Nott.
I due giovani Serpeverde si erano quindi conosciuti quando avevano soltanto
otto anni ed erano diventati subito molto amici negli anni precedenti il loro
ingresso ad Hogwarts, e il successivo smistamento nella stessa casa, insieme
alle amicizie comuni, non avevano fatto altro che rinforzare ulteriormente il
loro legame.
“Mmpf…” sbuffò Pansy per prenderlo in giro guardandolo
divertita, a volte sembrava strano vedere i Serpeverde in certi atteggiamenti
amichevoli, magari vederli sorridere come normali studenti, quello che gli altri
vedevano dall’esterno non era nulla, era la loro facciata, spesso veritiera,
ma era solo la piccola punta di un enorme iceberg sotto cui si nascondevano
persone complesse, relazioni intricate, pensieri, dettagli e amicizie che molti,
soprattutto i Grifondoro ritenevano impossibili per la casata verde-argento.
Ma ancora una volta non era importante quello che gli altri credevano, era importante
quello che le Serpi volevano far loro credere, e quella che in realtà
loro sapevano essere la verità.
C’era un mondo dietro l’arroganza, no il loro comportamento non
era finto, né costruito, il modo in cui apparivano era parte integrante
del loro essere, era davvero una parte di loro, una parte decisamente consistente
del loro modo di essere ma non l’unica: accanto a questa c’era una
seconda metà del loro io, riservata a pochi, riservata solo ai propri
pari, alle proprie Serpi e difficilmente questo lato era lasciato trasparire
in pubblico, come stava accadendo con un semplice sorriso tra Pansy e Theo in
quel momento.
“E ancora una volta la impavida paladina dei Grifondoro corre in aiuto
del suo amico…” commentò Adrian vedendo la Granger che si
avvicinava al tavolo poco distante da loro insieme a Weasley, probabilmente
per prendere dell’altro succo di zucca da rovesciare addosso a qualche
ragazza.
“Volete piantarla di ridere di Ron?” esclamo lei con la sua voce
fastidiosa insinuandosi nella loro conversazione senza aver ottenuto nessun
permesso.
“A dire il vero abbiamo appena iniziato” rispose Blaise guardandola
dal basso verso l’alto con espressione divertita, allargando le braccia
come se le sue parole fossero la cosa più naturale del mondo, esattamente
quello che lei si sarebbe dovuta aspettare.
“E poi comunque in questo momento non stavano ridendo di Ron…”
intervenne Millicent marcando bene il nome del rosso che li guardava cercando
di ostentare rabbia e convinzione, “stavamo ridendo di te!” concluse
mentre i suoi compagni cercavano malamente di trattenere qualche risata.
“Pensate di essere tanto furbi, vero?” sbotto la ragazza livida
di rabbia, “Pensate che farvi gioco degli altri sia una parte così
importante della vostra vita!” continuò sbattendo un bicchiere
sul tavolo ghiacciato accanto a lei, “E voi ragazze che vi atteggiate
tanto a prime donne, soprattutto tu, Parkinson, non siete altro che le inutili
tirapiedi dei maschi della vostra stupida casata!” tuonò indispettita.
Quelle non era parole destinate a rimanere senza risposta, soprattutto se rivolte
a una Serpeverde, che, per antonomasia, non era solita lasciarsi sfuggire una
provocazione o un pretesto per attaccare briga con qualcuno; Pansy si alzò
di scatto dalla sedia fronteggiando la Grifondoro che superava in altezza di
una abbondante manciata di centimetri.
“Hermione…” la voce di Potter risuonò alle spalle dell’amica,
mentre le metteva una mano sulla spalla, forse cercando di evitare lo scontro
che si stava prospettando tra le due ragazze.
Hermione Granger era di certo una Grifondoro, come carattere, come intelligenza,
come altruismo e forza d’animo, nascondeva un’indole decisa e testarda,
capace di farla riuscire in qualunque impresa si mettesse in testa. Era disprezzata
dalle Serpi, questo di sicuro, ma non voleva dire che non fossero consapevoli
della sua tempra e del suo carattere, del modo in cui prendeva le cose sempre
di petto, affrontando ogni problema, spesso anche il più difficile con
una forza che, se fosse appartenuta a un Serpeverde, avrebbero di certo elogiato.
Pansy la insultava, la riteneva indegna, una sporca mezzosangue, ma c’era
un motivo per la cui Granger era l’obiettivo preferito delle loro battutine,
dei loro scherzi: non era una smidollata, non si sarebbe mai ritirata a piangere
in un angolo, avrebbe reagito alle provocazioni, avrebbe iniziato una discussione,
un litigio, ed era questo che l’aveva fatta diventare il bersaglio preferito
delle ragazze verde-argento.
“Pansy la McGrannit ti sta guardando e non penso tu voglia provocarla
di nuovo…” intervenne Theodore prendendo il polso dell’amica,
cercando di farla tornare a sedere con lui, cercando di farla calmare e di non
provocare l’ennesimo scontro che avrebbe portato per la ragazza solo guai,
dopo gli innumerevoli richiami ricevuti durante la settimana alle lezioni di
trasfigurazione, per alcuni commenti troppo velenosi su questo o quel Grifondoro.
“Sai cosa trovo estremamente divertente di te Granger?” chiese Pansy
con tono stranamente pacato, inclinando la testa, abbozzando un sorriso malevolo
mentre continuava a fissare la sua sfidante che nemmeno per un secondo aveva
abbassato lo sguardo continuando a tenere gli occhi fissi su quelli della Serpeverde.
“Il fatto che continui ad aiutare Weasley nel suo patetico tentativo di
conquistare una ragazza, quando l’unica cosa che tu vorresti è
che si accorgesse di te…” continuò imperterrita mentre Hermione
spalancava gli occhi come colpita da uno schiaffo in pieno viso.
“Ci diavolo ti credi di…” esclamò la Granger ad alta
voce attirando su di sé l’attenzione di buona parte dei presenti,
compresa quella dei suoi due fedeli compagni, Potter e Weasley che stavano appena
dietro di lei, intenti a scambiarsi un’occhiata confusa.
“Signorine, abbiamo forse qualche problema?” la voce della professoressa
McGrannit interruppe la sua studentessa che fissava livida di rabbia la sua
avversaria.
“No professoressa!” rispose con tono innocente Pansy “Stavamo
discutendo dell’ultimo articolo della Gazzetta del Profeta sui Finoli
Antartici in estinzione, e la signorina Granger sembra aver preso un po’
troppo male la mia posizione in merito…” continuò mentre
Theo, Adrian, Millicent, Blaise ed anche Draco e Daphne che si erano da poco
avvicinati a loro, reprimevano malamente una risata e qualche sguardo divertito.
La professoressa non sembrò essere per nulla convinta dalla spiegazione
data dalla Serpeverde e si girò verso Hermione per ottenere una risposta
più consona ed esaustiva.
“Mi scusi professoressa, in effetti ho preso troppo di petto le argomentazioni
della signorina Parkinson” statuì lei senza staccare gli occhi
da Pansy, come se volesse farle capire che non era finita, anzi non era nemmeno
iniziata.
“Vi prego di controllarvi, siamo a una festa, se dovete discutere sono
sicura che riuscirete a farlo in maniera civile” convenne la McGrannit
con un cenno del capo, ancora non soddisfatta dal modo in cui le studentesse
avevano risposto alle sue domande, prima di girarsi e tornare con gli altri
professori attorno al loro tavolo.
Hermione fissò ancora per qualche secondo Pansy prima di aprire la bocca
per dire qualcosa ma prontamente Potter le prese un braccio sussurrandole qualcosa
all’orecchio cercando di trascinarla via insieme a Weasley.
“I Finoli Antartici…” commentò Adrian scoppiando a
ridere con le lacrime agli occhi, riempiendosi il bicchiere di Scrocchia Cola
e correggendolo poi con del rum di una delle bottiglie della loro scorta segreta.
La festa proseguì come da copione, risate e scherzi,
qualche matricola visibilmente ubriaca che Blaise e Theo avevano fatto bere
a tradimento giusto per divertirsi; i professori erano andati a letto da un
po’, ma rimanevano di sorveglianza come sempre i fantasmi e Gazza, pronto
a scattare verso l’ufficio di Silente al primo problema.
Il custode se ne stava infatti fermo su una sedia con lo sguardo vigile e indagatore,
il suo gatto sulle ginocchia, le mani che le accarezzavano avidamente il pelo
liscio e scuro.
Il Trio era seduto in riva al lago con altri membri della loro casa, Ronald
Weasley stava raccontando qualcosa che sembrava essere per tutti estremamente
divertente, persino Lavanda Brown sembrava aver dimenticato l’incidente
del succo di zucca e si era unita di nuovo al gruppo con un vestito nuovo di
zecca.
I Tassorosso rimasti svegli erano davvero pochi e si erano confusi con i più
numerosi Corvonero, alcuni avevano inscenato una partita di Hockey su ghiaccio
dopo aver allungato la pedana anche a tutto il resto del giardino con un piccolo
incantesimo.
Blaise e Millicent se ne stavano seduti con Daphne e Theo sugli scalini accanto
al lago, dalla parte opposta rispetto ai Grifondoro, le ragazze stavano provando
alcuni filtri sui cigni cercando di farli cadere al proprio volere, magari per
attaccare la casata rivale.
Adrian Pucey era scomparso quasi un’ora prima con Tracey Davies, si era
quasi certamente ritirato nei dormitori, o, ancora meglio, in una delle stanze
vuote all’ultimo piano a destra prima della torre di astronomia, e di
certo non si sarebbe fatto vedere fino al mattino dopo.
Pansy stava camminando lungo la pedana ghiacciata alla ricerca di Draco che
sembrava essere scomparso da qualche tempo a quella parte; istintivamente si
girò verso sinistra verso un gruppo di Serpeverde per accertarsi che
Sally-Anne Perks fosse lì con loro, sarebbe stato quanto mai fastidioso
doverla cercare e schiantare se avesse scoperto che per qualche ragione era
andata nuovamente dietro a Draco cercando di sedurlo, come aveva fatto già
troppe volte.
Si incamminò verso destra, lungo le mura del castello, fino a svoltare
dietro l’angolo della torre dei Grifondoro, dove la lastra di ghiaccio
sotto i suoi piedi curvava dolcemente trasformandosi poi in una minuscola terrazza
delimitata da una balaustra alta poco più di un metro, appoggiato alla
quale c’era Draco.
Sporto in avanti con i gomiti sul corrimano, il maglione scuro tirato su sugli
avambracci, la testa leggermente inclinata, lo sguardo completamente perso verso
la foresta stregata che si perdeva a vista d’occhio contro il cielo scuro.
Pansy mosse qualche passo verso di lui, fino ad arrivare al suo fianco, appoggiandosi
con la schiena contro la ringhiera di ghiaccio; Draco si era accorto del suo
arrivo ma non aveva ancora dato segno della cosa, si limitava a rimanere fermo
e immerso nei suoi pensieri.
“Pensavo fossi fuggito a bordo di una carrozza con Sally-Anne…”
commentò la ragazza con tono serafico riuscendo a strappargli un sorriso
appena accennato; Draco girò la testa per guardarla, non poteva negare
che gli piaceva quella punta di gelosia che Pansy provava verso la Perks, ed
infatti in molte occasioni lui si era trovato ad assumere comportamenti vagamente
ammiccanti verso la bionda apposta per provocare la reazione della sua ragazza.
Gli piaceva il temperamento intransigente di Pansy, gli piaceva metterlo alla
prova, era più forte di lui, doveva stuzzicarla, come se volesse quasi
risvegliare in continuazione il suo interesse.
Non che in questo lei fosse da meno.
E aveva tutti i mezzi necessari per ripagarlo con la stessa moneta.
Avere ai suoi piedi Kyle Montague, del settimo anno, era infatti una cosa che
le era tornata utile in più e più occasioni: quando litigava con
Draco, quando lui esagerava un po’ troppo nel suo essere autoritario con
lei, o nei commenti che non sempre lei accettava, sedersi su uno dei divanetti
a flirtare volutamente con Kyle era una cosa che urtava i nervi nel giovane
Malfoy come poche altre, e Pansy lo sapeva.
Nel corso nel suo terzo anno la ragazza aveva infatti avuto una storia con il
compagno di casa, una relazione per così dire, durata poco più
di qualche mese: Kyle non era quello che si poteva definire una Serpe piena
di istinto e arguzia, era simile più che altro a Tiger, o Goyle, Serpeverde
per nome e tirapiedi di fatto.
Ma aveva comunque la sua utilità.
Era di certo di bella presenza, alto, profondi occhi azzurri, un fisico scolpito,
un talento naturale per il quidditch, Pansy si divertiva da morire a illuderlo
per far ingelosire Draco, cose che il più delle volte funzionava alla
perfezione, certo senza che la cosa fosse notata da nessuno, Malfoy era maestro
nel nascondere le sue emozioni, ma lei lo notava, eccome.
“Questo vuol dire che l’hai già schiantata? O annegata nel
lago?” chiese con una punta di ironia inclinando la testa per guardarla
meglio.
“Non ancora…ma ci stavo proprio pensando…” sorrise lei,
sincera, una di quelle espressioni che solo lui e gli amici più intimi
potevano vedere aprirsi sul suo viso, gli occhi scuri che si illuminavano, la
fossetta all’angolo destro della bocca, i denti bianchi e perfetti in
contrasto con la pelle olivastra.
Pansy era fisicamente agli antipodi rispetto a Draco: capelli di platino uno,
corvini come l’onice l’altra, entrambi con gli occhi verdi, ma lui
chiari fino ad essere quasi trasparenti, lei scuri fino a sembrare quasi castani.
Il giovane Malfoy aveva la pelle pallida e chiara, lei olivastra e dorata, che
contrastava con quella del ragazzo come il giorno contrasta con la notte: erano
agli opposti e forse per questo la gente rimaneva sempre stupita ed ammaliata
nel vederli insieme, quasi stregata dall’inconfutabile aura che emanavano
già separatamente ma in coppia ancora di più.
“Sei di umore ancora peggiore del solito oggi Malfoy…” continuò
lei vista la mancata risposta del ragazzo al suo precedente commento, alzando
la mano e scostandogli una ciocca di capelli dal viso. “Dopo la discussione
di oggi pomeriggio sei addirittura quasi venuto a scusarti, la cosa è
grave…”.
“Non mi sono scusato!” la interruppe Draco voltandosi indispettito:
era quello che Pansy voleva ottenere, una reazione. La ragazza cerco di trattenere
una risata, con scarsi risultati e Malfoy scosse la testa scocciato non appena
capì che la provocazione era stata lanciata volutamente per risvegliarlo
da quel torpore che l’aveva avvolto per tutta la giornata. “Ripeto
quello che ho detto prima Parkinson, stai diventando noiosa…” commentò
scrollando le spalle, riprendendo il tono distaccato e autoritario che era solito
usare.
Pansy si mosse sedendosi con un piccolo balzo sulla ringhiera della balaustra,
incrociando le mani e inclinando la testa per cercare di incontrare i suoi occhi
ma senza riuscirci.
“E’ da quando hai ricevuto quel gufo ieri sera che sei intrattabile…”
continuò insistente, non aveva intenzione di lasciar cadere l’argomento,
e lui sapeva che non sarebbe successo, Pansy voleva sapere cosa gli passava
per la testa, voleva sapere perché era così.
Se qualcuno si fosse spinto troppo oltre nel parlare con Malfoy sarebbe finito
male, molto male, schiantato nella foresta stregata o in preda agli spasmi di
un crucio, come altre volte era successo; ma a Pansy era consentito chiedere,
era consentito voler sapere, Draco glielo permetteva perché sapeva che
lei non avrebbe pronunciato frasi stupide o di circostanza come tutto il resto
della marmaglia che gravitava loro intorno, se avesse avuto qualcosa da dire
l’avrebbe detto altrimenti sarebbe rimasta semplicemente in silenzio ad
ascoltarlo, senza compatimenti, né parole scontate.
Here is my little secret
Stay back or I will kill
Kill, kill
Here is my little secret
Stay back or I will kill
Kill, kill, kill, kill
“Hanno scarcerato mio padre” disse così
di punto in bianco, alzando lo sguardo negli occhi scuri della ragazza mentre
una crescente espressione di stupore le si dipingeva sul viso.
Lucius Malfoy, finito ad Azkaban in seguito agli eventi del Ministero dell’estate
precedente, era stato scarcerato.
Non era una cosa comune essere rilasciati da Azkaban con una tale velocità,
ma dopotutto era di un Malfoy che si stava parlando e di comune non c’era
quasi nulla in loro.
“Un… vecchio amico di famiglia si è fatto avanti, dicendo
che era lui quel giorno al Ministero, è riuscito a portare delle prove
e… le accuse contro mio padre sono cadute” spiegò fermando
la voce per qualche istante nel corso della frase, come se stesse cercando la
forza per proseguire. “Era sua la lettera di ieri sera, mi stava informando
della cosa” concluse staccandosi dalla balaustra e tirandosi su, appoggiando
le mani sulla ringhiera di ghiaccio e scuotendo la testa impercettibilmente.
“Quindi è pulito, tornato a casa e pronto a ricominciare…”
commentò lei a bassa voce, quasi come se non volesse farsi sentire.
Un sorriso si aprì sul volto del ragazzo “Ora possiamo riprendere
in mano tutto quello che è stato mandato a monte dall’inutile Potter
quella sera, al Ministero…” le disse mentre lei scivolava giù
dalla ringhiera rimettendosi in piedi e allungando la mano verso di lui; il
ragazzo la prese e si avvicinò a lei portandole una mano intorno alla
vita e continuando a tenere la sua nell’altra. Pansy gli accarezzò
il viso con un sorriso soddisfatto avvicinandosi poi per baciarlo, facendogli
scorrere il palmo aperto sul petto lungo il maglione.
“Con tuo padre di nuovo al comando tutto tornerà come deve essere,
Malfoy…” continuò la ragazza staccando un attimo le labbra
dalle sue e poi fermandosi un attimo.
“Questo però non ha ancora spiegato…” iniziò
a dire alludendo al fatto che non aveva del tutto spiegato il motivo del suo
malumore, del suo nervosismo.
“Non sarà la cosa più facile del mondo riaverlo a casa dopo…”
la interruppe lasciando poi cadere la frase mentre Pansy gli passava una mano
tra i capelli.
“Forse dovresti tornare per le vacanze di Natale” propose.
Nonostante il loro progetto per quelle settimane fosse di rimanere a Hogwarts
e tornare solo per la festa a casa sua, riteneva che sarebbe stato meglio per
Draco passare del tempo con suo padre dopo tutta la faccenda del Ministero e
l’estate passata separati.
“Non lo so, di certo tornerò il giorno prima della festa, mia madre
impazzisce prima di certi eventi e vorrei evitare che il rientro di mio padre
sia un momento di follia generale” commentò ironico strappandole
un sorriso; “Poi magari mi fermerò qualche giorno” concluse
e la ragazza annuì in assenso passandogli il pollice sulle labbra prima
di baciarlo di nuovo.
“Neanche Azkaban può fermare un Malfoy…” sorrise a
pochi millimetri dalla sua bocca.
“Niente può farlo” rispose lui a bassa voce colmando la piccola
distanza tra loro.
I will keep the legacy
Of the lord of all
What they see is not a dream
Of a starless world
Nothing else can change my plans
And my destiny one more time
I´ll go to war
Note dell'autrice
Credits: le canzoni usate sono "Outrageous" di Britney Spears, "The Land of Ice and Snow" degli Stratovarius, "Who Do You Think You Are?" dei Duran Duran, "My Little Secret" dei Caliban e "Nothing Can Stop Me" dei Synthphonia Suprema
Ringraziamenti: Il più grande ringraziamento va a Ju (Magical_Illusion su questo sito) per avermi ispirato e avermi fatto venire la voglia di scrivere. Questa fanfic è interamente dedicata a lei! Grazie anche a Lys per il supporto e i consigli musicali e a Gio, Mione, per il bellissimo commento!