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Autore: Esperanza97    14/11/2012    11 recensioni
Elena e Caroline, sono due ragazze normali, di giorno... Ma di notte, tutto cambia. Vengono costrette a fare cose che non vogliono e non possono ribellarsi, né fare nulla... Solo obbedire...
Ma può una notte cambiare il corso degli avvenimenti? Può cominciare una nuova vita, grazie a un semplice ragazzo? Ma sarà davvero così "semplice"?
N.B.Tutti Umani
Dal primo capitolo:
-Ve ne do tremila se la tua amichetta castana passa la notte con me e se tu la passi con il mio amico-
Caroline mi guardò sorridendo e strinse la mano al conducente dell'auto.

(Storia revisionata)
Genere: Drammatico, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Caroline Forbes, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Klaus | Coppie: Damon/Elena
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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-Today My Life Begins-
-Revelations. Capitolo n.7-
 
Pov.Caroline

Aprii gli occhi di scatto, mentre un viso abbastanza conosciuto si chinò su di me: Klaus.
-Ehi,- mi accarezzò una guancia. –Come stai? Ti hanno dovuta dare un sedativo. Ti sei svegliata urlando. Hai avuto un incubo?-
Mi poggiai una mano sulla tempia e le immagini del sogno avuto poche ore prima riapparvero nella mia mente. Altre gocce di sudore percorsero il mio viso.
-Si.-
Lui spostò una ciocca di capelli dietro all’orecchio e mi posò un lieve bacio sulla fronte, constatando che era piuttosto bagnata.
-Vado a prendere un caffè. Non alzarti, chiamo un infermiera.- Si alzò dalla sedia e se ne andò, lasciandomi sola.
Il computer accanto a me, continuava a segnare i battiti del mio cuore che erano aumentati non appena Klaus aveva varcato la soglia della porta.
Sprofondai nel cuscino, ricoperto da una fodera bianca e fresca, probabilmente appena cambiata e cercai di calmarmi.
La porta si aprì e immediatamente sobbalzai. Una dottoressa dal viso gentile entrò con un vassoio in mano.
-Signorina Forbes. Non volevo spaventarla! Le ho portato la colazione e sono venuta a controllare come si sentiva.-
Come mi sentivo? Agitata e nervosa. Come se qualcuno mi avesse fatto un torto, impossibile da perdonare.
Gli rivolsi un falso sorriso rassicurante e osservai le mie mani che non la smettevano di tremare.
La dottoressa si avvicinò e guardò il liquido contenuto nel lavaggio con un espressione perplessa.
-Non gliel’ho riempito ieri pomeriggio? Come può essere ancora pieno? E perché questo colore?- Mi rivolse uno sguardo visibilmente teso. –Faccio venire il dottore.-
Io annuii e mi distesi nuovamente sul letto. Il mio corpo era scosso da brividi.
Appena lo dottoressa uscì, Klaus rientrò con il caffè tra le mani.
-Ehi, sono tornato. Che sta succedendo? Perché la dottoressa aveva quell’espressione?-
Scossi la testa. –Ha detto che ha visto qualcosa di strano nel medicinale che ieri mi hanno iniettato.- 
I muscoli del mio corpo, reagivano in maniera scomposta. Tutto mi doleva terribilmente e sembrava voler esplodere. Gocce di sudore continuavano ad imperlare il mio viso.
La porta si aprì sbattendo di colpo e il dottore raggiunse il mio letto in un istante. Osservò il liquido e la sua espressione divenne tesa. Mi guardò preoccupato e posò lo sguardo verso l’altra infermiera.
-Kate! Chiama gli altri e digli di venire immediatamente qui. Chiama anche la polizia! Muoviti!- La dottoressa annuì spaventata e corse via.
Il dottore cominciò a scollegare tutti i tubicini che mi circondavano, in modo rapido e veloce, talvolta causando anche qualche livido.
Sentii la voce di Klaus che quasi urlava.
-Mi spiega cosa sta succedendo?!-
-La paziente è stata avvelenata!-
Persi un battito, mentre Klaus aveva uno sguardo sconvolto.

Pov.Elena

Mi risvegliai, ma l’intenzione di aprire gli occhi non c’era e per questo mi rannicchiai sotto le coperte di quel comodo letto. La stanchezza stava continuando a dominare il mio corpo e mi sarei riaddormentata se non fosse stato per una carezza leggera sui miei capelli.
-Che mi sta succedendo?- Il tono era piuttosto basso, ma riuscii comunque a sentirlo e riconobbi la voce che risultò essere quella di Damon.
Lo sentì sospirare e mentre una mano continuava ad accarezzarmi lievemente, l’altra mi rimboccò le coperte. Sentii un bacio sulla fronte e infine una porta chiudersi.

Aprii gli occhi, notando di essere nella stessa stanza in cui stavo riposando qualche ora fa.
Mi sedetti al centro del letto, spostando indietro i capelli.
Avevo sete, ma soprattutto stavo morendo di fame. Scesi a piedi scalzi da sopra al letto e mi avviai giù per le scale. Mi fermai, non appena mi ricordai del resoconto della discussione avuta con Damon.

“Perché? Tu cosa hai provato?”

Quelle parole, che mi avevano tremendamente ferita. Ma dopotutto, mi ero inflitta da sola questo genere di male. Avrei dovuto sapere che per lui ero semplicemente oggetto di vendetta e non qualcosa di più, ma allora perché aveva detto quelle cose mentre stavo dormendo? “Che mi sta succedendo?” Che gli stava accadendo? Provava qualcosa per me? No. Basta illusioni. Voleva semplicemente proteggermi da Tyler.
Improvvisamente provai un ondata di panico. “Chissà Tyler cosa farà adesso…”
Mentre quel pensiero si faceva largo nella mia testa arrivai in cucina dove Damon stava comodamente seduto su una sedia. La tavola apparecchiata per due, al centro vi era un vaso con dei girasoli e vi erano vassoi con cornetti, biscotti, torte e brioche di vari tipi. Da bere, c’era del latte, del caffè e del succo.
-Pensavo che avresti voluto parlare appena sveglia e che avresti avuto fame- Mi lanciò uno sguardo indagatore. –Accomodati.-
Lo guardai sconvolta. Aveva fatto tutto questo solo per me? Un sorriso si fece spazio sul mio viso.

Pov.Caroline

Avvelenata?!
Guardai il dottore per ricevere una risposta. La polizia stava arrivando e Klaus continuava ad andare avanti e indietro. D’un tratto si fermò.
-Chi diamine è stato?! Se lo prendo, giuro che lo uccido!- Imprecò a voce bassa mentre apriva la porta per far entrare gli agenti della polizia.
-Buongiorno. Che nessuno esca o entri nell’ospedale. Chiaro?- Pronunciò seriamente. Il dottore annuì e chiamò l’infermiera per comunicargli la notizia.
L’agente cominciò a perlustrare la stanza mentre Klaus mi stringeva la mano.
All’improvviso un uomo dalla trentina d’anni con i capelli castani e gli occhi blu entrò nella stanza. Il viso era una maschera di dolore, ma nonostante tutto si stava impegnando a fare il suo lavoro. Si unì alla sua squadra, perlustrando la zona. Guardò nei vestiti del medico, e anche in quelli di Klaus. Mentre stava per aprire bocca trovò nella tasca della giacca di Klaus una boccettina.
-Che cazzo significa?!- La voce era dura così come lo sguardo. Il biondo guardava la boccetta sconvolto, assunsi la sua identica espressione.
Non era stato Klaus, altrimenti me ne sarei accorta e inoltre non poteva avermi avvelenato, non lui. Il mio cuore iniziò a frantumarsi in mille pezzi mentre la verità incombeva su di me. Era stato davvero lui.
Guardai Klaus con gli occhi lucidi. Il biondo ricambiò con il mio stesso sguardo.
-Caroline, ti giuro che non sono stato io. Non mi sarei mai permesso di fare una cosa del genere. Credimi.- Il suo tono… sembrava sincero e dispiaciuto.
Abbassai lo sguardo e lasciai che la polizia lo portasse via. Chiusero la porta e caddi in un pianto disperato mentre il mio corpo continuava a tremare.
Avevo bisogno della mia amica. ‘Elena dove sei?’ pensai tristemente.

Pov.Esterno

Flashback
Odiavo gli ospedali, ci ero entrato si e no un paio di volte: alla morte di mio padre e quando avevo avuto la bronchite da bambino.
Quelle pareti verde chiaro mi terrorizzavano e quell’odore di disinfettante e medicine penetrava nelle mie narici facendomi venire il voltastomaco. Dovevo fare in fretta. Klaus sarebbe tornato da un momento all’altro. Avevo organizzato bene il mio piano, avevo studiato ogni mossa di quei quattro idioti. Credevano di farla franca con me? Beh si sbagliavano di grosso.
Mi introdussi senza alcuna difficoltà nella camera dove giaceva la bionda. Il viso era pallido ma sembrava rilassata, ‘non per molto’ pensai.
Presi la boccettina contenente un tipo di veleno piuttosto forte. Versai una parte del liquido nella soluzione che gli stavano iniettando e l’altra parte, sempre chiusa nella bottiglina, la infilai in fondo alla tasca della giacca di Klaus.
La bionda continuava a dormire profondamente. La guardai con leggera compassione. ‘Mi dispiace che sia successo tutto questo’ pensai mentre gli accarezzavo una guancia.
Mi allontanai dal suo letto, aprii la porta e furtivamente andai via da quell’ospedale. Questo era solo l’inizio.
Fine flashback

Pov.Elena

Seguii il suo consiglio e mi accomodai a tavola accanto a lui. Damon iniziò a prendere un cornetto mentre io osservavo le mie mani che non la smettevano di torturarsi tra di loro.
-Mangia, non devi pagare nulla.- Sorrise divertito.
Sorrisi timidamente anche io e bevvi un po’ di caffè.
-Perché hai detto che avremo dovuto parlare?- Domandai scostando la tazza di caffè dalle labbra.
-Perché pensavo che avresti voluto delle spiegazioni, così come le voglio io da te. Non ci siamo mai fermati un secondo a riflettere su ciò che entrambi stavamo facendo. Cioè dopotutto siamo stati a letto insieme. Un minimo di considerazione va dato.- Ci scherzò su ma nei suoi occhi leggevo altro. Qualcosa di indecifrabile ma sicuramente non era “divertimento”.
Annuii poco convinta, guardandolo negli occhi. Sostenne lo sguardo per pochi secondi e dopo lo distolse riconcentrandosi sul cornetto che aveva davanti. Ne addentò un altro pezzo, lo imitai, prendendo anche io una brioche.

Restammo in silenzio per un paio di minuti. Era tutto un addenta, mastica, ingoia, aspetta, bevi. Stavo bevendo del latte quando lui ruppe il silenzio.
-Perché ti prostituisci?- Domandò, così tutt’ad un tratto, alzando lo sguardo dal suo piatto.
Stavo per sputare tutto il latte ma fortunatamente mi contenni e deglutendo lo risposi.
-Non sono fatti che ti riguardano e poi dovresti saperlo dato che la tua ex moglie faceva il mio stesso lavoro.- Risposi con il tono di voce un po’ freddo.
Lui mi guardò sorpreso e vidi i suoi occhi incupirsi.
-Oh, non volevo essere invadente, perdonami.- Rispose anche lui con voce atona.
‘Oh cazzo!’ Ero maestra nel combinare guai.
-No. Scusami tu. Non so cosa mi prenda. Non dovevo risponderti con quel tono, dopotutto quello che stai facendo per me…- Calai il tono della mia voce di tre-quattro gradi.
Lui mi rivolse un sorriso tirato.
-Fa nulla...-
Finii il cornetto e bevvi l’ultimo sorso di latte.
-Com’era lei?- Domandai all’improvviso.
Lui mi rivolse uno sguardo interrogativo.
-Rose…- Risposi piano.
Sospirò e aprì la bocca per dire qualcosa ma subito la richiuse.
-Non voglio parlare di lei.- Mi liquidò subito. Freddo e deciso.
Annuii e posai il mio sguardo sui girasoli che giacevano sul vaso. Erano di un giallo così intenso, così perfetto… così allegro. Sorrisi e Damon mi guardò divertito.
-Non pensavo che i fiori facessero ridere le persone.- Constatò.
Io scossi la testa e lo guardai.
-Sembrano allegri…- Sorrisi. –Rispetto al mio umore.- sussurrai quasi tra me e me ma lui mi sentì e mi guardò compassionevole.
-Come mai sei triste?-
-Sono preoccupata per Caroline.- Affermai.
-Sta bene, è con Klaus.- Sorrise ed entrambi afferrammo il senso della cosa. Forse Caroline sarebbe stata felice d’ora in poi.

In quel momento sentii il mio cellulare suonare sul bancone della cucina. Mi voltai e lo presi.
‘Caroline’
Risposi subito.
-Care! Che bello sentirti!-
-Ele…na..- Sentì la mia amica singhiozzare.
-Cosa succede?!- Domandai, improvvisamente in ansia.
-Klaus mi ha avvelenata! È stato appena arrestato.- La mia amica scoppiò in un pianto fragoroso mentre il mio cuore perdeva battiti e il sangue mi si gelava nelle vene. Guardai Damon che stava leggendo un articolo di giornale.
Appena fui sicura di riavere la voce, parlai.
-Caroline, dimmi che si può rimediare…- Risposi ferma mentre nella mia mente una parola si venne a creare: ‘Inganno’
Deglutii mentre Caroline prendeva un respiro profondo.
-Fortunatamente si, mi dovranno fare una serie di trasfusioni e altri tipi di interventi. Quindi si tratta di rimanere un’altra settimana in ospedale. Dovresti prendermi qualcosa da casa sia di abiti che di soldi e portarmela. Ah, Elena ma sei a casa vero? Non vorrei che fossi con Damon, dopo ciò che è successo con Klaus, non mi fido molto di quel ragazzo.-
-No.- Risposi incerta. –Prendo le cose e arrivo. Ciao.-

Chiusi la chiamata e guardai Damon.
-Tutto bene, Elena?- Mi domandò pacato.
La rabbia si impadronì di me e sbattei il cellulare sul tavolo.
-No che non va tutto bene! Tu e il tuo stupido amico, siete due stronzi! Non voglio avere più niente a che farci!-
Ripresi il cellulare e con tutta la rabbia che avevo nel corpo mi diressi verso le scale mentre la voce di Damon continuava a chiamarmi.
All’improvviso una mano mi strinse il polso e fui costretta a fermarmi e a girarmi.
Gli occhi di Damon erano infuriati.
-Mi spieghi di cosa stai parlando? Tre minuti prima eri tranquilla e dopo mi dici che sono stronzo?! Che ti prende?-
-Che mi prende? Mi prende che il tuo fottuto amico ha avvelenato Caroline!- Risposi dura. Lui mi guardò sconvolto.
-Che stai farneticando?!- Il tono era sempre rabbioso ma vi scorsi un po’ di preoccupazione.
-Caroline me l’ho ha detto! La polizia ha arrestato Klaus e spero che lo facciano anche con te. Brutti stronzi molestatori!-
Damon serrò ancora di più la presa sul mio polso. Serrò i denti.
-Molestatori? Noi? Guarda Tyler prima di parlare!- Quasi ringhiò.
-Forse è meglio di voi!- Questo non dovevo dirlo. - Almeno non ha tentato di uccidere la mia amica!-
Damon cercò di contenere la rabbia e allentò di poco la presa su di me.
-Non puoi andartene!-
-Invece si!- Tentai di togliere quella mano, ma con scarso risultato.
-No, Elena! Dannazione, cerca di capire. Non stai bene!-
-Sto benissimo invece!- Mentii, perché era da circa qualche minuto che mi sentivo venir meno.
Lui sorrise sarcasticamente.
-No. Non stai bene. Ti sei vista? Hai controllato bene i tuoi dolori?- Mi domandò in modo teso.
Lo guardai interrogativa. In risposta, lui mi rivolse un sorriso tirato e scosse la testa lasciandomi il polso.
-Cavolo Elena, non riesci a fare neanche due più due? Pure un bambino di quinta elementare lo avrebbe capito prima di te…- Si fermò prima di proseguire. Prese un respiro. –Sei incinta, Elena…- I suoi occhi divennero preoccupati. –E da quanto vedo, temo che la tua gravidanza non vada affatto bene--
E per la seconda volta, in quella giornata, il mio cuore si fermò.
 
 

Angolino Autrice: 
Sono viva *-*, Okay era tantissimo tempo che non pubblicavo.. però sono tornata.. e più vogliosa che mai. Sto gia scrivendo il prossimo e informo le lettrici della storia di "All I Need" che a breve avranno mie notizie ;) 
Il capitolo questa volta ci rivela una serie di segreti.. 
Come Damon ha capito che Elena è incinta, lo sapremo nel prossimo capitolo.. 
Voglio dedicare questo capitolo a tre autrici che ritengo siano fantastiche e che adoro: Love Bites, Winner_ e Morgana_94. 
Ragazze, siete la mia forza.. <3 
Al prossimo capitolo, 
Un bacione :33

P.S: Perdonate miei eventuali errori.. L'ho pubblicato senza rileggerlo.. >.< Vado un po' di fretta.. ç.ç

 

 
  
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