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Autore: telesette    17/11/2012    0 recensioni
Morea parve stupita ma, dopo un lieve attimo di smarrimento, sorrise a sua volta. Tutto sommato sembrava un giovanotto simpatico, anche se un tantino strano, comunque era stato davvero generoso nel prendersi quell'innaffiata gigante al posto suo.
Pochi altri sconosciuti avrebbero agito allo stesso modo, e lui invece si era comportato da vero cavaliere...
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Makoto/Morea, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Il tempo del suo viaggio era finito. 
Ora Sailor Jupiter aveva una nuova forza dentro di sé, la padronanza completa del suo elemento, e la piena consapevolezza del potere derivante dal suo pianeta di origine. Astark non esagerava, quando parlava della reale portata di quella energia: era come se tutta la materia metallica di Giove, reagendo come una sorta di immenso conduttore di elettricità, avesse amplificato fino all'inverosimile le capacità offensive della Guerriera. 
Sailor Jupiter inarcò la schiena e respirò profondamente, chiudendo gli occhi e visualizzando sullo schermo della sua mente delle colonne di luce che non aveva mai visto e neppure immaginato. Queste si ergevano per centinaia di metri, impressionanti come le onde di un maremoto, pronte a rovesciarsi e a travolgere ogni cosa con la loro furia. Per un attimo la Guerriera si domandò se quello fosse realmente il potere di cui era in grado di disporre adesso.

- Questo è il tuo nuovo potere - echeggiò una voce dentro di lei. - E' sempre stato tuo, e ora ti appartiene... Fanne buon uso!

Quando la Guerriera riaprì nuovamente gli occhi, la situazione era la stessa di quando Astark era intervenuto per sottrarla all'attacco del suo nemico. Il mostro che teneva prigioniere le sue compagne era sempre lì, troneggiante come un titano e disgustoso come un ammasso di vomito. 
Costui non immaginava certo quello che lo attendeva. 
La rabbia e il dolore di Sailor Jupiter, miste alla sofferenza e all'angoscia per la perdita di colui che amava, scivolarono assieme al flusso di immensa energia che attendeva solo di esplodere. I suoi occhi brillavano luminosi, e l'espressione sul suo volto era dura e decisa come non mai. 
Sapeva benissimo che, nonostante tutto quell'immenso potere dentro di lei, Sparky non sarebbe mai più tornato. 
Il suo cuore era gonfio di tristezza come mai prima d'ora. 
Non si trattava dell'ennesima delusione amorosa: lei era innamorata di Astark ( o Sparky! ), lo amava con tutta sé stessa; e in quel bacio, nell'unico bacio che i due erano riusciti appena a scambiarsi, la fanciulla aveva allo stesso tempo trovato e perso l'unico vero amore della sua vita... 
Purtroppo non era più quello il momento di piangere. 
Ora che l'energia di Astark era entrata a far parte di lei, Sailor Jupiter sapeva perfettamente ciò che doveva fare. 
Doveva lottare. 
Doveva combattere. 
Doveva aiutare le sue compagne, proteggere la Terra da ogni minaccia, usare i suoi poteri per servire la causa del Bene e sconfiggere i malvagi che avrebbero osato sfidarla. 
Questo era il dovere di una Guerriera Sailor. 
Il momento fatidico era arrivato. Ormai non doveva fare altro che concentrarsi e liberare tutto il suo potere su quell'essere mostruoso. 
Tutto dipendeva da lei, adesso. 
La forza planetaria che le scorreva in corpo non era neanche lontanamente paragonabile a prima. Nella sua mano sentiva una forza in grado di sbriciolare qualunque avversario e questo perché, d'ora in avanti, Astark l'avrebbe guidata in ogni battaglia.

- Bomba del Fulmine di Giove... Azione !!!

Il proiettile luminoso sfrecciò dritto verso il mostro, che lo accusò in pieno petto. 
Sulle prime sembrava non aver prodotto alcun danno ma, come questi chinò lo sguardo verso la bianca sfera che gli si era conficcata nelle carni, il mostro rabbrividì in preda al terrore. 
Morea aveva riversato tutta sé stessa in quel colpo, tutta la sua rabbia e il suo dolore, cosicché il mostro non aveva alcuna possibilità di resistere. La sua armatura naturale cedette, sotto la spinta incontenibile di quel globo luminoso, e scariche da migliaia di volts presero a bruciargli gli organi interni come bistecche sopra un barbecue. Il mostro emise un urlo stridulo di disperazione, perdendo completamente le forze e liberando le Guerriere Sailor dalle sue grinfie.

- Sailor Moon - gridò Sailor Jupiter, per spronare la compagna. - Tocca a te ora, finiscilo!

La bionda paladina annuì. 
Il tempo di chiamare a sé il potere dello scettro e, con un bianco vortice luminoso, il mostro si trasformò in cenere per poi disperdersi completamente nel fresco vento della sera.

 

***

 

La battaglia era finita.

Una volta riacquistate le loro normali sembianze, le cinque paladine della giustizia rimasero ad osservare il silenzio che era sceso sul parco, ormai semidistrutto e completamente deserto. 
Morea non aveva detto nulla ma, guardando la sua espressione, le altre percepirono comunque la sua sofferenza. 
Se solo fosse stata un po' meno onesta verso sé stessa, Morea avrebbe potuto "fingere" che si era trattato solo di un'altra storia finita male: avrebbe dunque fatto una delle sue solite sceneggiate, magari piangendo un po', dopodiché avrebbe dimenticato tutto con una serata assieme alle amiche. 
Non lo fece. 
Non solo non voleva piangere ma non voleva neppure "dimenticare"... e del resto, come poteva farlo? 
Ciò che aveva vissuto in quei giorni, e soprattutto ciò che aveva provato, era ancora dentro di lei. 
Astark non l'aveva abbandonata del tutto anzi, in un certo senso, era ancora dove era sempre stato... nel suo cuore! 
Mai e poi mai la fanciulla avrebbe cancellato dal suo cuore il ricordo, per quanto  questo fosse doloroso, e avrebbe cercato invece di sorridere al mondo e alla vita. Proprio come lui amava tanto la sua espressione quando la vedeva sorridere di felicità. 
In quello stesso momento, il sole del tramonto gettò i suoi ultimi raggi sulla città. 
Morea avvertì un leggero bruciore agli occhi e, sollevando il braccio per istinto, pensò immediatamente al giorno in cui aveva incontrato Sparky per la prima volta. Anche allora il sole era sbucato così all'improvviso, dopo grigi nuvoloni carichi di pioggia, e anche allora non le era mai sembrato così incredibilmente bello.

- Sei bellissima quando sorridi - riecheggiò la voce di Astark nella sua mente.

Gli occhi di Morea erano lucidi di commozione e, quasi senza rendersene conto, sulle sue labbra si disegnò lo stesso identico sorriso che il giovane amava tanto.

FINE

 

***

 

ANGOLO COMICO

Ehi, autore... 
Sì, dico proprio a te! 
Sai cosa penso? Che sei un maledetto e insensibile farabutto! 
Per una volta che avevo trovato un ragazzo "d'oro" 
così dolce, innamorato, sensibile e premuroso... 
TI ODIO !!!


CORNUTO 
CORNUTO 
CORNUTO 
AUTORE, SEI UN CORNUTOOO !!!

   
 
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