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Autore: __Sayuri__    19/11/2012    4 recensioni
[post-Thor] [pre-The Avengers]
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I film della Marvel ci hanno mostrato i due volti diversi di Loki e la sua 'metamorfosi' senza rivelarci cosa è accaduto nel mezzo, quando si è lasciato cadere nel vuoto. Con questa storia proverò a riempire questo buco narrativo utilizzando tanta fantasia e vari riferimenti ai film stessi, ai fumetti e alla mitologia nordica.
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[COMPLETA]
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[Questa fanfiction ha partecipato al contest "La notte degli Oscar" indetto su Writers Arena Rewind, vincendo il premio speciale 'Momenti di Gloria']
Genere: Drammatico, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Loki, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 4 - La genesi di un incubo
La genesi di un incubo




La mente di Loki viene attraversata da un ricordo fulmineo, mentre l'eco della voce del mostro gli vibra tra le tempie.

Titano.

Ha già sentito quel nome, in un passato talmente lontano da sembrare irreale, e rincorre ansiosamente quel barlume di memoria, cercando di afferrarne la sostanza. Gli rammenta un'antica storia, una di quelle che suo Padre... che Odino era solito raccontare a lui e a Thor quando erano solo dei bambini. Una leggenda, che raccontava di una guerra sanguinosa e senza precedenti, dell'ascesa di Asgard, di un tempo prima del tempo...

"Non è una leggenda" afferma Thanos, come se potesse leggergli i pensieri, incrociando le braccia possenti, "o, perlomeno, non lo era. Ma sono certo che la voce distorta del Padre degli dei l'ha resa tale."

Un sorriso affilato gli taglia il volto deforme, mentre la sua voce risuona di sarcasmo e disprezzo.

"Vuoi conoscere la verità?" Chiede con un sussurro, fissando Loki intensamente.

L'agardiano trattiene il respiro, combattuto. L'ultima volta che gli è stata detta la verità, forse l'unica volta nella sua vita, ha smarrito se stesso ed è sprofondato nel baratro dell'odio, del dolore e della follia. Nel tentativo di tenere in piedi un'assurda bugia, ha provato inutilmente a cancellare il suo passato, le sue vere discendenze, la sua inadeguatezza... e ha fallito.
Eppure quella sciocca convinzione, quell'illusione di essere degno, di essere davvero ciò che gli è stato insegnato a credere, è rimasta ostinatamente attaccata al suo cuore, e non riesce a lasciare andare anche quella. Non vuole farlo. Se ora ascolterà le parole di quell'essere, però, è certo che niente sarà più lo stesso. Nuovamente giunto ad un bivio, deve però scegliere quale strada imboccare, anche se sa che entrambe le direzioni lo priveranno di qualcosa, riempiendo un nuovo spazio vuoto con altro dolore.

Cosa perderò adesso?

Socchiude gli occhi, abbassando il capo, e smorza una risata amara. Che illuso. È davvero convinto di avere ancora qualcosa da perdere.




Thanos si avvicina ulteriormente a Loki, inclinando il capo divertito. Quel piccolo asgardiano è proprio quel che gli serve. Smarrito, stordito dal dolore e ricolmo di una rabbia cieca che potrà tramutare in odio senza troppo sforzo. Sta già facendo breccia nella sua mente, e ben presto sarà totalmente manovrabile. E, quando avrà adempiuto al suo scopo, sarà anche facilmente eliminabile.

La sua voce assume una sfumatura subdola, mentre gli entra silenziosamente nei pensieri, carpendo i suoi ricordi e le sue debolezze.

"Dunque cosa ha deciso di perseguire, asgardiano? L'ignoranza che conduce alla morte, o la verità che forse che ti manterrà in vita?"




Loki rialza lo sguardo, gli occhi freddi come il ghiaccio, affrontando con amarezza il suo destino oscuro e spietato. Oramai ne è convinto: lui non ha mai avuto scelta, e mai l'avrà. Non importa quante vuole proverà a ribellarsi, quanti piani geniali riuscirà a progettare, alla fine dovrà soccombere e ricoprire il ruolo abietto e degradante che il fato gli ha assegnato.
Sorride in direzione di Thanos, ma quella che si delinea sul suo volto è solo una smorfia vuota e inespressiva.

"Raccontami ogni cosa."

Sente la sua voce scandire meccanicamente queste poche parole e poi concentra tutta la sua attenzione sul mostro che gli si è parato di fronte, consegnandosi inesorabilmente al quel nemico implacabile e insidioso, che si cela sotto le false vesti del suo unico alleato.




Il viso orribilmente deforme di Thanos si apre in un sorriso sinistro, mentre nei suoi occhi si condensa l'ombra del trionfo. Inizia a parlare, e la sua voce poderosa è come un'onda inarrestabile che travolge ogni cosa, incurante della scia di morte che si lascia alla spalle.

"Quando nacqui, sotto l'ombra mutevole della luna di Saturno, l'universo era controllato e governato dall'immenso potere degli Eterni, esseri superiori ed immortali, in grado di manipolare materia ed energia. Da quella stessa razza eletta e dominante, provengo io, sangue del loro sangue, l'ultimo rimasto."

Loki alza un sopracciglio, scettico, aprendo lievemente le braccia.

"Hai appena detto che la tua è una stirpe di immortali. Com'è possibile che tu sia l'unico in vita?"

La risata di Thanos gli raggela il sangue, bloccandogli il respiro.

"Una cosa per volta asgardiano. Non esiste legge in questo universo che non possa essere sovvertita. Gli Eterni sono immuni alla morte, tranne quando questa è causata da loro stessi."

Il dio dell'Inganno aggrotta ulteriormente le sopracciglia, cercando di decifrare il senso nascosto in quelle frasi oscure, finché la sua mente viene attraversata da un pensiero spiazzante e terribile. Istintivamente sbarra gli occhi, indietreggiando lievemente con il corpo, mentre trattiene il fiato.

"Esatto, asgardiano" replica il mostro, ghignando, "non ci si può difendere da se stessi. Solo un Eterno è in grado di provocare la morte di un altro Eterno. Questo significa, quindi, che se io sono l'ultimo della mia razza e perché... "

"... perché hai ucciso tutti gli altri." Loki conclude la frase di Thanos con un fil di voce, come se rispondesse a se stesso, fissando un punto imprecisato oltre il suo sguardo. La consapevolezza dello spaventoso pericolo in cui si sta cacciando lo trafigge come una lama, ma tenta comunque di nascondere il panico sotto una maschera di lucida indifferenza, perché sa benissimo che uscire da quel labirinto ignoto è ormai impossibile.

L'ultimo Eterno lo fissa per qualche istante, sondando i suoi pensieri con studiata lentezza, mentre continua a sorridere senza pietà. Poi, soddisfatto del tumulto che le sue parole stanno provocando nell'animo dell'asgardiano, riprende il suo racconto.

"Ho fatto ciò che dovevo, ciò che era giusto per adempiere al mio ruolo. La mia nascita, al contrario di quella del mio odiato fratello, ha causato solo disgusto e disprezzo negli appartenenti alla mia razza. Lui era dotato di abbagliante bellezza, amato e accolto e benvoluto da tutti; mentre io, nato deforme, nella migliore delle ipotesi ho ricevuto solo indifferenza. Emarginato fin dalla nascita, circondato solo da ipocrisia, talvolta persino rivestita da affetto di circostanza, ho progettato la mia vendetta. Se non potevo essere come gli altri Eterni, sarei diventato migliore di loro. Se non potevo sperare di essere accettato dalla vita e di camminare con onore alla luce del sole, mi sarei adoperato per diffondere la morte, orgogliosamente trasportato dall'oscurità. Per questo ho dato il via ad una guerra che ha condotto sul baratro della fine tutti mondi, compresa l'allora piccola ed insignificante Asgard."

Loki sussulta, profondamente colpito da quelle parole che sente in qualche strano modo sue, e si guarda nervosamente intorno, stringendo i pugni.

"Cosa succede, asgardiano? Sembri turbato. Il mio racconto di rammenta qualcosa? Ti ricorda... qualcuno?"

"Io non sono come te." Sibila Loki, il volto livido di sdegno, tremando di rabbia.

Thanos lo squadra con superiorità e replica con un tono accondiscendente:

"Certo che no. Tu non sei nulla in confronto a me, un misero granello di polvere. Ti credi un dio ma non sei altro che un'imitazione, un rifiuto, completamente incompreso da coloro che vorresti fossero tuoi pari. E la tua infantile immaturità ti ha portato a commettere degli errori, ad essere un codardo. Hai riversato la tua rabbia nella direzione sbagliata."

Loki sgrana gli occhi e stringe i denti furiosamente, punto nell'orgoglio, ma tace e poi abbassa lo sguardo, perché in qualche modo riconosce in quelle parole aspre e terribili un fondo di amara verità.

"Hai ucciso il tuo padre naturale, che non conoscevi nemmeno e la cui colpa nei tuoi confronti era minima, invece di riversare la tua vendetta sui reali colpevoli del tuo dolore, a te molto più vicini. Hai quasi distrutto un mondo con cui non avevi già più alcun legame, invece di devastare quello che ti ha imposto radici fittizie. Hai persino provato a tenere in piedi la stessa ridicola farsa che ti è stata imposta con l'inganno da Odino. Per questo hai fallito. Ma non sei ancora sconfitto."

L'asgardiano rialza lo sguardo, confuso. Che cosa significa?

"Credi di essere finito qui per caso?" prosegue Thanos, avvicinandosi. "Io ti ho voluto qui, ed è per questa ragione che sei ancora vivo. Col mio aiuto potrai avere la tua vendetta, la tua vera rivincita, e adempiere finalmente al tuo destino. Ti insegnerò a domare e controllare il più temibile dei poteri, ti donerò un esercito inarrestabile e nessuno dei tuoi nemici potrà contrastarti."

Anche Loki all'improvviso avanza, con gli occhi illuminati da una strana luce, attirato da quelle parole allettanti come una falena dalla luce, ormai senza via di scampo.

"E che cosa vuoi in cambio?"

Thanos gli si para di fronte, abbassandosi lievemente verso di lui.

"La tua collaborazione. Abbiamo un nemico in comune: Odino. È stato uno dei fautori della mia temporanea sconfitta, insieme a mio padre, che ha avvelenato la mia mente con l'inganno, impedendomi di compiere la mia ultima mossa quando stavo per diventare il Signore di ogni cosa. Di lui mi sono già occupato, gli Eterni sono caduti mentre Asgard si è eretta al di sopra di ogni altro mondo con arroganza. Ora è tempo che colui che si fa chiamare Padre di tutto assaggi il furore della mia giusta rabbia, e venga punito per le sue azioni meschine. Sono rimasto rinchiuso in questa dimensione per troppo tempo, è ora che Thanos di Titano rinasca e porti a compimento il suo proposito."

Loki scuote lievemente la testa, pensieroso, e allarga le braccia.

"Come posso aiutarti? Sono anch'io bloccato qui e, da quel che dici, da questo limbo senza confini non si può scappare."

"Ti sbagli. Mentre tu sei finito qui a causa della distruzione del Bifröst, che ha aperto per un istante uno squarcio in questa dimensione, noi che ci trovavamo già qui vi siamo stati esiliati e non possiamo uscirne, a meno che il suggello che ci costringe alla prigionia non venga infranto. Questo significa che tu, con la dovuta spinta d'energia, potrai uscire da questo abisso e recuperare il dispositivo con il quale siamo stati incatenati qui, per spezzare il sigillo."

Loki incrocia le braccia, soffocando una mezza risata. Decisamente una rivelazione interessante. Avrà comunque una via di fuga, e se le cose dovessero andare male potrà voltare le spalle al mostro senza remore, dato che non potrà inseguirlo.

Thanos sogghigna e lo afferra per un spalla con un gesto fulmineo, sollevandolo verso l'alto e fissandolo dritto negli occhi.

"Attento asgardiano, non sottovalutare il mio potere." Il tono dell'ultimo Eterno è minaccioso e implacabile, mentre la sua stretta si fa ferrea, stritolando il braccio dell'asgardiano, che non riesce a trattenere un gemito di dolore. "Sono già entrato nella tua mente senza difficoltà, e non ti perderò mai di vista. L'aiuto che ti darò sarà condizionato alla tua lealtà, quindi se deciderai di tradirmi non sarai mai più al sicuro, ovunque deciderai di nasconderti ti troverò e poi ti schiaccerò. Possiedo altri alleati e tu non sei la mia unica possibilità di fuga, sei solo la più immediata. Quindi ti conviene attenerti al mio piano e fare quel che ti richiedo, solo così anche tu ne trarrai dei vantaggi."

Loki si ritrova di colpo scaraventato a terra e si porta una mano alla spalla, stringendo le labbra per impedirsi di urlare dal male. Quel mostro gli ha sbriciolato un osso con una semplice pressione, e ora lo fissa con tale intensità da fargli dolere la testa. Si è sbagliato, ogni via di scampo è sfumata. Non ha intenzione di arrendersi incondizionatamente al volere di Thanos ma, per adesso, non ha alcuna speranza di prevalere contro di lui. Quindi, almeno per il momento, dovrà collaborare.

L'asgardiano si rialza a fatica, lentamente, e Thanos risponde ai suoi pensieri con un ghigno soddisfatto. In quel momento sopraggiunge nuovamente l'Altro, l'elfo oscuro, che si avvicina all'Eterno chinando la testa.

"Mio Signore, ci siamo. Il Tesseract... "

Thanos si gira di scatto, puntando lo sguardo su di lui e stringendo le palpebre, in attesa di udire la lieta notizia che ha già colto nel tono della voce del suo sottoposto.

"... si è ridestato."






***





Angolo autrice

Non ricordo se l'ho già scritto, ma io non ho mai [putroppo] letto i fumetti Marvel (a parte il volumetto "Le fatiche di Loki", che però si distacca molto dalle trame 'originali') quindi per strutturare questa storia mi sto basando solo sui film, sulla mitologia e sul materiale che riesco a trovare sul Web (Wikipedia in primis), quindi se tra i lettori c'è qualcuno esperto dei fumetti in questione e trova che io stia scrivendo delle eresie assurde, mi perdoni, praticamente mi sto inventando un fondamento dal nulla. (Consigli e dritte sono comunque ben accetti ;D).

Per scrivere questo capitolo ho letteralmente sudato sette camicie e ho impiegato molto più tempo del previsto per completarlo. Ero partita in un modo, ma poi ho realizzato che la storia non stava in piedi, perché non avevo ancora ben chiaro cosa c'era dietro al personaggio di Thanos. Infatti mi sono sempre chiesta: se Thanos è davvero come viene descritto nei fumetti, cioè un Eterno, praticamente onnipotente, invincibile, dotato di abilità strordinarie come il teletrasporto e la manipolazione della materia, per quale assurdo motivo manda Loki sulla Terra a prendere il Tesseract, invece di pensarci lui? O_o
Quindi ho lavorato di fantasia [tanto, forse troppo] e ho creato un artefatto alle vicende dei film, cercando di restare in qualche modo movieverse (?) mischiando quel [poco] che so della storia di Thanos con qualche mio vaneggiamento. (La storia 'familiare' di Thanos comunque è vera, il fatto che sia nato deforme, che sia stato emarginato e che odi/invidi il fratello; questo parallelismo tra lui e Loki mi ha colpita fin da subito).

Spero davvero che si capisca qualcosa di questo capitolo, perché Thanos, oltre a non essere propriamente una creatura gentile, non ha raccontato proprio per filo e per segno a Loki quello che è successo in quel 'tempo prima del tempo', e rischiamo veramente di capirci qualcosa solo io e lui nel suo riassunto. (Al momento, in effetti, gli unici a 'sapere' come si sono svolti gli eventi che lo hanno portato ad essere intrappolato nel Limbo, siamo solo io, Thanos e Odino... [aiuto] XD).

Bene, che sia il caso di chiudere qui questo delirio agoizzante? @__@ Direi proprio di sì.


Informazione di servizio: ho deciso che il mio giorno di pubblicazione  d'ora in poi sarà il lunedì, ma per questa settimana so già che non avrò tempo di scrivere altro. Quindi per il prossimo capitolo appuntamento a lunedì 3 dicembre! (Poi dovrò riuscire a rendere gli aggiornamenti settimanali... speriamo!)

Il banner è opera di Blue_moon <3

A presto!

Sayuri









 
   
 
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