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Autore: luna nueva 96    20/11/2012    1 recensioni
[Questa storia ha partecipato al contest "Quando Harry Potter e Twilight diventano più o meno la stessa cosa" indetto da Beth 96 classificandosi terza]
DAL TESTO:
Il lupo rossiccio sbuffò. "Prepara tutto" gli inviò mentalmente "presto avremo visite. Controlli."
"Ispezione sanitaria?" fece Paul con una punta di ironia.
"Una cosa del genere. Alcuni Auror hanno avuto ordine dal Ministero della Magia di classificare tutte le specie sovrannaturali e controllare che si comportino… decentemente."
"E la cosa peggiore " continuò poi lo stesso Jacob "è che dovrò essere io ad occuparmi di tutto"
[....]
-Ehi Jared, hai sentito? Pare che l’ispettore auror sia quel tipo che ha salvato il mondo magico pochi anni fa. Quel… come si chiama…. Potter! Harry Potter!-
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Harry/Hermione
Note: Cross-over, Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Questa storia ha partecipato al contest "Quando Harry Potter e Twilight diventano più o meno la stessa cosa" indetto da Beth 96 classificandosi terza.

Nickname: luna nueva 96
Titolo: Non importa che tu sia un Auror o un mutaforma: a volte la cosa migliore da fare è fermarsi e pensare  
Coppia:  Jacob/Harry; personaggio obbligatorio Paul dei Quiliute
Raiting: Verde
Avvertimenti: Cross-over, Movieverse, One-short
Genere: Introspettivo, sentimentale, generale

Non importa che tu sia un Auror o un mutaforma: a volte la cosa migliore da fare è fermarsi e riflettere


Tra i pochi aspetti positivi dell’essere un licantropo, secondo Jacob Black, al primo posto c’era sicuramente la velocità.
Jacob adorava correre velocemente attraverso la foresta, sfidare l’impeto dei venti peggiori e vincerli, provare il brivido quando evitava gli alberi all’ultimo secondo, amava sapere di essere veloce almeno quanto-se non di più- i succhiasangue; anche più di lui- di cui non riusciva a pronunciare il nome senza provare disgusto eche era tra tutti di certo il più veloce.

<< Jacob torna indietro >>

Sempre secondo Jacob Black, invece, uno degli aspetti negativi dell’essere un licantropo, forse il peggiore-si, più delle crisi isteriche, dei vestiti squarciati e del pelo, tanto tanto pelo- era l’unione mentale tra tutti i componenti del branco.

Non si potevano avere segreti all’interno di quel gruppo, tutto ciò che uno pensava, anche solo di sfuggita, qualunque pensiero profondo o perverso era a conoscenza di tutti. E questo, molto spesso, aveva provocato molte situazioni imbarazzanti; Jacob all’inizio aveva avuto per giorni nella testa le immagini delle notti di fuoco di Sam insieme alla sua amata Emily- e avere nella mente un continuo film porno causava sul suo corpo e sulla sua sanità mentale una pressione non indifferente- e  tutt’ora si continuava a torturare sul problema della paternità di Embry, senza però avere il coraggio di riuscire a chiedere a Billy se davvero nel fior fiore dei suoi anni avesse avuto una relazione segreta con la signora Call.

<< Forza Jacob torna, ce l’ha ordinato Sam >>

Il grosso lupo rossiccio fu costretto a interrompere la sua folle corsa; un lupo vero ama la velocità ma sa anche che ad un ordine del capobranco deve essere capace di fermarsi e fare marcia indietro.
Jacob odiava farsi dare degli ordini, ma Sam era l’alfa e purtroppo non aveva altra scelta che eseguirli, nonostante spesso non condividesse le sue idee fin troppo accondiscendenti.
A volte si rodeva le mani-anzi, le zampe- pensando che, se avesse accettato l’incarico di alfa, quell’incarico che gli spettava di diritto per discendenza di sangue, avrebbe  staccato la testa a quei Cullen uno ad uno e sarebbe riuscito a riportare Bella Swan sulla retta via.
Jacob riprese velocemente la sua forma umana e andò incontro al licantropo che lo aveva rincorso.
Anche Paul era ritornato in forma umana.

-Paul, che succede?-

-è Sam. Vuole vederti adesso-

                                                    *******

Paul abbracciò Rachel. Un tempo ci avrebbe pensato due volte prima di abbracciare una ragazza davanti ai suoi compagni- certe smielatezze non sono fatte per i veri uomini- ma da quando Rachel aveva fatto ritorno a casa Black dal college, la sua visione di vedere le cose era totalmente cambiata. 
Avere un semplice abbraccio con Rachel per lui significava essere dotato di un notevole autocontrollo- proprio lui che era sempre stato la testa calda del branco!- perché se in quel momento avesse potuto, oh!, se le sarebbe saltato addosso subito! 

-Secondo te cose si staranno dicendo Sam e mio fratello lì dentro?- domandò Rachel, la testa contro la sua enorme spalla.

Paul non seppe come rispondere e si ritrovò così a fissare la porta di casa Young oltre la quale stavano discutendo Sam e Jacob su chissà che cosa; il branco era stato convocato interamente, e, pur non riuscendo in quella forma a leggere nei loro pensieri, anche solo guardando le loro facce riusciva a capire che erano curiosi di scoprire cosa stesse succedendo almeno quanto lui.
Ogni tanto, da dentro le mura domestiche, volava qualche bestemmia, ed erano riusciti a percepire tra i tanti discorsi le parole “bambino”  “gravidanza” e “Potter”, ma non ci avevano capito un granchè.

L’ennesimo sbuffo di Leah, fece capire a Paul che era passato un altro minuto da quando i due avevano iniziato a parlare.

Non molto tempo dopo uscì di casa un Jacob decisamente di pessimo umore, seguito da  Sam che al contrario sembrava essere più rilassato rispetto a prima.

Proprio mentre colui che sarebbe stato a breve suo cognato gli passava accanto e gli faceva segno di seguirlo, l’alfa diede l’ordine a tutti i componenti del branco di riunirsi intorno a lui. Ma, allo sguardo astioso di Jacob, Sam, evidentemente intimorito, fu costretto a cambiare comando.

-Ehm… tutti quanti tranne Jacob e Paul, se non vogliono-

Paul, dopo aver lasciato a Rachel un ultimo bacio a stampo, corse a raggiungere il suo amico, che nel frattempo si era tolto la maglietta perché ,intuì Paul, era in procinto di trasformarsi; il Quiluite lo seguì a ruota, e da un momento all’altro si ritrovò a sfrecciare nella foresta a velocità super sonica.
Con non poca fatica, riuscì a raggiungere Jacob: nonostante lui fosse più grosso, doveva ammettere che il suo compagno possedeva un’agilità innata e riusciva a raggiungere una velocità tale che lo rendevano uno dei migliori in combattimento tra tutti i lupi; Jacob percepì questo apprezzamento, tanto che, Paul lo sentì, il suo umore nero era leggermente migliorato.

<< Allora cognatino >> disse Paul  provocando un leggero ringhio da parte dell’altro  << mi dici di cosa avete parlato tu e Sam o devo andare a tentoni? >>

Il lupo rossiccio sbuffò. << Prepara tutto >> gli inviò mentalmente << presto avremo visite. Controlli. >>

<< Ispezione sanitaria? >> fece Paul con una punta di ironia.

<< Una cosa del genere. Alcuni Auror hanno avuto ordine dal Ministero della Magia di classificare tutte le specie sovrannaturali e controllare che si comportino… decentemente. >>

<< E la cosa peggiore >> continuò poi lo stesso Jacob << è che dovrò essere io ad occuparmi di tutto >>

<< Ma… ? Sam…? >>

<< Visita ginecologica. Sai che lui e Emily stanno provando ad avere un bambino ma hanno qualche problema. Oggi il medico li ha chiamati e ha detto “o oggi o fra sei mesi”. Poco dopo è arrivata la chiamata dal Ministero della Magia >>

Ora Paul capiva perché Jacob fosse così girato di scatole, lui lo sentiva; non era preparato a fare l’alfa, tanto che uno dei motivi per cui aveva rifiutato l’incarico era proprio il fatto di non sentirsi un leader, per cui rappresentare tutto il branco davanti a dei maghetti da strapazzo gli sarebbe costato molto.
D’altra parte non avrebbe mai neanche potuto negare a Sam questo piccolo favore. Non si nega mai niente ai cuccioli umani.

La loro corsa questa volta durò meno del solito; presto- troppo presto secondo Paul, abituato a corse con Jacob che duravano anche ore a volte- ritornarono alla loro forma umana, e, mentre Jacob si diresse verso casa sua per farsi una doccia, Paul raggiunse nuovamente Rachel, stupendosi nuovamente di quanto, per quanto poco potesse essere il tempo in cui erano stati lontani, non si era sentito totalmente completo.

Avrebbe dovuto aiutare Jacob a sistemare tutto per l’arrivo degli Auror, ma dopo che i suoi occhi si posarono sulle labbra invitati della sua ragazza, e gli balenò in mente che casa sua era totalmente libera, fu costretto a ponderare i due fattori. E, pensò, Jacob era tosto, se la sarebbe cavata anche senza di lui.

Mentre lui e la sua ragazza andavano mano nella mano verso casa,  gli arrivò alle orecchie un’interessante pezzo della conversazione dei suoi compagni.

-Ehi Jared, hai sentito? Pare che l’ispettore auror sia quel tipo che ha salvato il mondo magico pochi anni fa. Quel… come si chiama…. Potter! Harry Potter!-

Seguì un ennesimo, quanto ormai familiare, sbuffo.

-Oh sta zitta sorella! Sei insopportabile!-

                                                                                         *******

Harry Potter leggeva scrupolosamente la Gazzetta del Profeta. La prima pagina, lì dove di solito c’era un resoconto dettagliato della sua impresa eroica del giorno- essere Il bambino-che-è-sopravvissuto portava molti crediti, soprattutto presso la stampa- mostrava quest’oggi un primo piano di Bellatrix Lestrange che si dimenava come una forsennata dietro le sbarre.
Ma, al contrario di quanto si potesse supporre dall’immagine, le parole che la affiancavano dicevano qualcosa di completamente diverso: nonostante i serratissimi controlli-il ricordo della seconda ascesa del Signore Oscuro era ancora vivido per la popolazione magica, decisamente meno per quella babbana- quella vecchia pazza era riuscita a “fare fessi” i Dissennatori e ad evadere da Azkaban.

Una volta scappare da Azkaban era considerato qualcosa di impossibile, ora Harry sapeva che neanche il carcere di massima sicurezza del mondo magico era un posto così sicuro e bisognava di costanti controlli. 

L’eroe del mondo magico non potè evitare di ritornare con la mente al suo terzo anno di scuola,l’anno dell’evasione di Sirius , e come d’istinto spostò lo sguardo sulla parete del soggiorno di Grimmauld Place Numero 12, che esibiva una vecchia foto del suo padrino in compagnia di Remus Lupin il giorno della consegna dei MAGO; Harry non aveva idea dei risultati che i due avessero conseguito nell’ultimo esame, ma era pronto a scommettere che i voti del suo ex insegnante erano praticamente il doppio di quelli di Felpato.

Dato un profondo sospiro, il giovane gettò il Profeta sul tavolino alla sua destra. Bellatrix Lestrange era riuscita a scappare ma né lui né Hermione avevano il permesso di partecipare alla missione di recupero, perché, a detta del suo capo, “erano troppo coinvolti e avrebbero compromesso l’esito della missione”; ma che diamine!, certo che era coinvolto!
A ragion dei fatti,quella donna era stata un’alleata del mago che aveva ucciso i suoi genitori, ed era stata sempre quella stessa vecchia megera a scagliare un’anatema che uccide contro il suo padrino.
Ma Harry Potter era famoso, oltre che per aver sconfitto il mago oscuro più forte di tutti i tempi, per la sua testa calda e la sua poca dedizione alle regole, tanto che il Capo Auror, per impedirgli di intervenire sotto il suo consenso, gli aveva affidato un incarico decisamente stupido e poco gradito.

-Harry- si sentì chiamare debolmente- dobbiamo andare. La squadra è pronta-

Hermione era appoggiata allo stipite della porta e guardava Harry con la sua solita aria professionale.

-Oh, andiamo Hermione!, oggi dobbiamo catalogare dei mutaforma… CATALOGARE Hermione!- disse mostrando il suo disappunto- Noi siamo fatti per l’azione, non per catalogare, soprattutto quando Bellatrix Lestrange è in libertà!-

La sua storica compagna di squadra alzò un sopracciglio. –Hai finito?-

-Finito? Ma mi hai almeno ascoltato?-

-Si, ti ho ascoltato e sinceramente i tuoi mi sembrano i capricci di un bambino che non ha avuto il suo giocattolo- fece tagliente- E poi-e qui addolcì lievemente il tono- c’è Ron ad occuparsi di tutto, devi fidarti di lui; sono certa che te la riporterà dietro le sbarre in un baleno-

Il Bambino-che-è-sopravvissuto ingoiò un boccone amaro.

Ron. Per lei c’era sempre e solo Ron.

Eppure, pensò Harry, Ron non era mai stato il più forte fra i tre, ma nonostante questo neanche ad Hermione era stato concesso di raggiungerlo in missione, a cui, era certo, ci teneva particolarmente- non aveva mai osato chiederle se ogni tanto le ferite che Bellatrix le aveva inferto sul braccio bruciassero ancora-

La sua compagna di squadra gli tese una mano e lo aiutò ad alzarsi. 
-Scusa se prima sono stata dura, ma lo faccio per il tuo e nostro bene; per qualche strana ragione il Capo pensa che Ron abbia superato tutto meglio di noi due, ma dobbiamo dimostrargli che si sbaglia, e inizieremo col catalogare i mutaforma dello Stato di Washington. Questa volta è necessario rispettare le regole Potter, altrimenti perderemmo la fiducia del Capo definitivamente e non sarebbe una mossa tanto geniale visto che aspiri al suo titolo-   

Harry abbassò gli occhi verdi e sorrise leggermente. –Stato di Washington hai detto eh?-

-Si, la squadra ha aperto una passaporta oltre la quale ci aspetta il capo-lupo-

Harry si appresto a raggiungere la sua squadra.

Forse Hermione aveva ragione;- come sempre del resto- aggiunse mentalmente la sua vocina da so-tutto-io: questa volta doveva fermarsi, fidarsi degli altri e… perché no… catalogare
Il tempo dei piani strategici ai tempi di Hogwats era finito, questa volta non avrebbe risolto niente andando indietro del tempo o creando un esercito di adolescenti segreto.
Era tempo di crescere.
Peccato che fosse più facile a dirsi che a farsi.   

                                                                                             *******

Jacob non aveva mai visto un mago nella sua vita- del grande Harry Potter poi aveva solo sentito qualche racconto dal suo vecchio padre a cui non aveva neanche dato tanto peso- e si ritrovò a pensare che dovevano essere proprio dei tipi fanatici; avevano un’aria cordiale, si, ma, anche se cercavano di non darlo a vedere, sembravano quasi annoiati di stare là a perdere tempo.

Tra il gruppo di quegli alquanto strampalati maghetti l’unica persona che in gentilezza dava il meglio di sé era praticamente anche la sola a stare lavorando: una brunetta nel complesso molto carina- nonostante lui preferisse altri tipi di morette, più riservate nei loro modi di fare-con i capelli ricci e arruffati ma con un’espressione assolutamente fastidiosa stampata in volto, ascoltava le leggende Quiluite dalla potente voce di Billy Black e prendeva contemporaneamente appunti ad una velocità disarmante.

Gli altri si limitavano più o meno a scandagliare con lo sguardo il territorio e a stare attenti nel caso uno di noi dovesse all’improvviso perdere il controllo, senza degnar nessuno in realtà di particolari attenzioni.

Il peggiore di tutti poi, era decisamente quel Potter, lo stesso che si era ripromesso di non perdere d’occhio un solo istante; da quando era arrivato, non aveva fatto altro che presentarsi e tacere-causando un mormorio eccitato di Seth, incredibilmente contento di avere l’onore di conoscere un grande eroe- senza neanche ascoltare i discorsi della sua collega, con la mente altrove; a volte, quando giungevano sul posto nuovi Auror da una specie di varco tridimensionale, si voltava verso di loro all’improvviso agitato e, dopo che quelli scuotevano la testa in modo negativo, continuava a chiudersi nel suo inquietante silenzio immerso in chissà quali pensieri misteriosi. Doveva essere qualcosa di molto grosso però, intuì Jacob, dato che il giovane Potter sembrava non trovare pace; i suoi occhi verdi e profondi erano quasi sempre puntati in un puto fisso del terreno, e solo raramente questi si erano alzati incontrando ogni volta i suoi neri e perforanti.

-Bene-esordì all’improvviso la brunetta- Chi è dunque il capo qui?-

Billy le riserbò un’occhiataccia abbastanza eloquente.

-Ehm… scusi signor Black- fece imbarazzata- il lupo alfa- si corresse.

Con la stessa velocità di un fulmine che si scaglia sul mare, il chiacchiericcio si interruppe di colpo e molteplici sguardi puntarono nella sua direzione, prima dei suoi compagni (che comprendevano a pieno la difficoltà di quel momento e speravano che non facesse qualche cazzata) e poi, seguendo il loro esempio, anche degli Auror; persino Potter, svegliato da quel chiassoso silenzio concesse loro l’onore di ritornare tra i comuni mortali.

 A Jacob, dal canto suo, poco interessavano quelli sguardi opprimenti. Cosa avrebbe dovuto rispondere? “Si, l’alfa sono io” ? Oppure avrebbe semplicemente dovuto dire la verità e spiegare di essere solo un sottoposto del vero capobranco? Nonostante fosse stato lui a rifiutare l’incarico, soltanto pensare di classificarsi come “il beta” spingeva il lupo che era in lui a protestare a gran voce e pretendere il titolo che gli spettava di diritto. Meglio tenere a freno quel ringhio.

-Oh, Jacob è davvero il migliore capobranco che si possa desiderare, ispettore Granger!- sbottò Seth, sbloccando finalmente la situazione complicata.

La brunetta sorrise al giovane Quiluite e Jacob fece lo stesso, segnandosi nella mente di ringraziare il nuovo arrivato appena possibile.

Qualcosa però, constatò Jacob, non quadrava: tutti gli sguardi curiosi, dopo aver intuito che il pericolo era ormai scampato, si erano lentamente allontanati dalla sua figura, ma c’era qualcuno che ancora non demordeva; al Quiluite parve di vivere una specie di deja-vu inverso, dato che questa volta, quasi come volesse prendersi la meritata rivincita, sembrava essere Potter quello che si rifiutava di distogliere lo sguardo da lui.
Già preparato a ritrovarsi davanti agli occhi la sua espressione da pesce lesso, scoprì invece che gli occhi di Potter questa volta fiammeggiavano; non sapeva se di ira, invidia, felicità o determinazione ma fiammeggiavano.
E ne fu intimorito.
Ne fu tanto intimorito da chiedere di avere il permesso- e ottenerlo- di ritirarsi nella sua officina e lasciarsi quella fastidiosa sensazione d’inquietudine sulla pelle alle spalle. Non appena si fu inoltrato nella selva non perse occasione di togliersi i vestiti e di spogliarsi di quella natura in cui era così vulnerabile, e tuffarsi nel suo vero elemento.  

Harry rimase immobile con la mascella serrata a fissare la figura di Jacob Black diventare un puntino tra gli alberi; lo aveva osservato, lo aveva studiato e con un tuffo al cuore aveva visto il sé stesso di qualche anno prima. E Dio!, se desiderava metterlo in guardia! Bellatrix poteva aspettare questa volta; necessitava di una bella chiacchierata con quel ragazzo.

-Harry- lo chiamò Hermione- credo che qua sia tutto; mi sembrano dei tipi abbastanza pacifici anche se a volte un po’ maleducati- e qui storse leggermente il naso, gesto che Harry classificò come adorabile-Possiamo tornare a Londra appena vuoi-

-No non ancora-

-Ma…- Hermione era rimasta senza parole- Harry! Bellatrix… la fuga… sei stato impaziente tutto il giorno di metterti in azione-

-Sono già in azione, e poi l’hai detto tu stessa Hermione: ci sono gli Auror, c’è Ron. Dobbiamo fidarci. Resteremo qui per un paio di ore; ho delle questioni urgenti da sbrigare-     

Ancora una volta Hermione non riuscì a capire quel repentino cambio di idea, ma del resto, pensò, non poteva farci niente: era di Harry Potter che si stava parlando in fondo, e se non fosse stato così pazzo probabilmente non sarebbe riuscito a salvare il mondo.
Desiderava sapere cosa attanagliasse la sua testa,ma forse questa volta era meglio lasciare che risolvesse i suoi problemi da solo. Si voltò verso i suoi uomini e diede l’ordine del fermo.

                                                                ********

Fin da piccolo Jacob Black era sempre stato un appassionato di motori; ricordava perfettamente una versione minuta di sé stesso stringere il vestito di sua madre e gridare con una vocetta stridula che fare il meccanico era il sogno nel cassetto, e lo sarebbe diventato; sua madre aveva esposto il suo più sgargiante dei sorrisi, l’aveva preso in braccio e gli aveva dato un bacio.
E se concentrava la mente, Jacob quel calore sulla guancia destra poteva ancora sentirlo. Erano cambiate così tante cose da quel giorno; la morte di sua madre l’aveva segnato profondamente e ancora di più aveva segnato suo padre.

Il povero Billy non era più riuscito a trovare pace dal giorno del decesso, e il giovane Black aveva perso il conto di quante volte, nel cuore nella notte, mentre in teoria avrebbe dovuto essere sotto le coperte con gli occhi chiusi a fare bei sogni ed aspettare il nuovo giorno per andare a scuola, era rimasto sveglio ad ascoltare i singhiozzi del padre; non si alzava per andare a consolarlo, non piangeva insieme a lui o in disparte nel suo lettino… rimaneva semplicemente fermo, come se in qualche modo sentire il dolore del padre potesse aiutarlo a stargli vicino, perché non aveva altro mezzo che questo.
Del resto Billy l’aveva sempre detto che il meglio che potesse mai capitargli nella vita erano i suoi tre figli.

E forse era stata proprio questa incapacità nel poter fare qualcosa per Billy a renderlo così insicuro; si era sentito così piccolo in confronto a ciò che lo circondava- l’incidente d’auto della mamma, il dolore del papà- che in qualche modo da quel momento aveva sempre cercato di non esporsi troppo, di non essere mai al centro dell’attenzione- e così erano passati il matrimonio di Rebecca e gli studi di Rachel a Washington-, confondendosi nel gruppo della famiglia e non essendo mai un individuo a parte; ma qualcosa nel suo modo di vivere era andato storto nel momento in cui era capitato qualcosa che lo riguardasse personalmente: la trasformazione.

Di colpo si era ritrovato non solo ad essere un licantropo, ma anche a scoprire di essere un licantropo importante, di essere l’alfa. E, soffocato da quella situazione assurda in cui non poteva nascondersi- perché i lupi considerano l’alfa come il loro capo, la loro guida, il loro punto di riferimento- aveva rifiutato l’incarico; il problema non era prendersi tutte le responsabilità, il problema era che in quel modo sarebbe stato troppo esposto e quindi vulnerabile. Che capobranco sarebbe stato un ragazzo che non aveva neanche avuto le palle di consolare il proprio padre nel momento più buio della sua vita, e che si era limitato ad ascoltare ogni notte il suo triste pianto? 

In più ad alimentare le sue insicurezze ci aveva pensato Bella Swan- dannata ragazza!-  che di recente lo aveva rifiutato brutalmente.

“Bella ti amo e voglio che tu scelga me invece che lui” 

Una dichiarazione semplice ma romantica, e dopodiché l’aveva anche baciata; una scena perfetta l’avrebbero definita alcuni, peccato che poi il pugno della suddetta ragazza si era lanciato dritto verso il suo volto; certo, le conseguenze peggiori ce le aveva avute Bella, e lui in realtà non si era neanche accorto dello schiaffo finchè non era stata lei a dirglielo, ma nonostante questo il solo gesto di rifiuto gli aveva spezzato il cuore. E diamine!, se era certo che Bella fosse innamorata anche di lui.
Eppure lei stava scegliendo, e preferiva la morte alla vita, il freddo al calore del sole; sceglieva un vampiro che l’amava, sì, ma in modo contorto e ossessionato, che la teneva rinchiusa costantemente in una gabbia di vetro, ad un uomo che invece l’amava di un amore fresco e leggero, un amore che le avrebbe portato l’approvazione di suo padre, l’affetto di un figlio, una vita appagante…

Jacob neache immaginava cosa sarebbe successo se Bella avesse scelto la sanguisuga; probabilmente avrebbe tentato fino all’ultimo di farle cambiare idea riguardo alla trasformazione, ma non le avrebbe tolto la possibilità di scegliere. Non si sarebbe comportato come Edward Cullen.
Ogni volta che gli balenava il pensiero di rimanere senza di lei il cervello gli andava a farsi friggere, e lavorare con i suoi attrezzi, oltre che un piacere, per Jacob diventava anche un modo per sentire meno la sua mancanza e perdersi nel ricordo dei loro molteplici pomeriggi felici passati insieme, dopo che il succhiasangue aveva preso il largo l’autunno precedente.

-Sai- esordì una voce alle sue spalle- non sono un esperto di motori babbani ma credo che quella marmitta debba essere cambiata: è troppo vecchia-

Jacob osservò la figura di Potter appoggiata con una spalla alla porta del garage; i suoi occhi erano ancora infuocati, ma non allo stesso modo: era come un fuoco freddo, un fuoco che non si mostra subito ma c’è, un fuoco paziente. Insomma, Potter sembrava essersi calmato, almeno in parte.

Il licantropo decise di ignorare le sue provocazioni- anche se cavolo!, se avesse avuto i soldi non ci avrebbe pensato due volte a comprarsi una marmitta nuova!- ma questo gli fu impossibile perché l’Auror gli si avvicinò e gli si sedette accanto.

-Attenzione sua maestà! Non vorrete sporcare il suo regale fondoschiena!-ironizzò e l’altro rispose con una leggera risata.

-Allora Jacob- voleva chiamarlo per cognome, ma assolutamente non riusciva a pronunciare “Black” senza sentire un profondo dolore all’altezza del cuore e non ribollire di rabbia al pensiero di Bellatrix in libertà- Chi è la dolce donzella che affligge i tuoi pensieri?-

Il lupo non si rese neanche conto che la chiave inglese gli era sfuggita di mano finchè non avvertì un eco decisamente assordante per il suo udito supersviluppato.

-Ma come..?!-

-è stato semplice: in te vedo la stessa espressione che vedo in me ogni volta che mi guardo allo specchio-

-Cioè? Quella di uno spaccone arrogante?- chiese Jacob accompagnando il tutto con un ghigno.

-Senti Potter- continuò poi ritornando subito serio- Non ho tempo per ascoltare il racconto della tua deprimente vita, nonostante io non riesca a capire come con tanta fama e tanti soldi la tua vita possa essere deprimente, ma.. ho già abbastanza problemi di mio-

-Sono fottutamente innamorato della donna che sta per sposare il mio migliore amico, nonostante io stesso sia sposato con la sorella dello stesso migliore amico-

Jacob ridacchiò.

-Mi sbagliavo Potter: la tua vita è davvero deprimente-

Si avvicinò al tavolo degli attrezzi e offrì al suo ospite una tazza di caffè. Probabilmente quel matto di un Auror ne aveva bisogno più di lui.    

-Credo che sia il prezzo da pagare per essere un leader… perdere la donna che ami intendo . Capita la stessa cosa anche a te, vedo-

-Ti sbagli Potter- rispose Jacob dopo aver sorseggiato il suo caffè- Prima ho mentito, non sono il capobranco. Oggi ne faccio solo le veci-

-Non è vero- proruppe l’Auror- lasciatelo dire da me, che ho un po’ più anni di te. Tu sei nato per essere un capo, l’ho visto da come nonostante fossi in difficoltà ti sei messo a servizio dei tuoi compagni e di come loro ripongano in te la più completa fiducia. Seth oggi ha detto: “Jacob è il miglior capobranco che si possa desiderare”, e credo che non l’abbia detto solo per coprirti. È la nostra natura, ce l’abbiamo nel sangue-

-Io non voglio quel posto. Che motivo avrei per volerlo? Che vantaggi posso ottenere? - confessò Jacob

-Neanch’io ho mai voluto essere il capo, volevo solo avere una vita normale ma non era possibile perché ero destinato ad uccidere un mago oscuro. E no, Jacob non ci sono vantaggi, ci sono solo responsabilità, scelte difficili e una vita stressante; ma presto l’attuale alfa farà uno sbaglio, ti obbligherà a fare qualcosa che rifiuterai totalmente, ti ribellerai e prenderai il posto che ti spetta di diritto in quanto nipote di Ephraim Black; su, non fare quella faccia, credevi davvero che oggi non abbia ascoltato nulla di quello si è detto?- concluse

-Non sembravi proprio nel nostro mondo- ammise Jacob- E comunque Sam è molto saggio, non credo che sarò mai in disaccordo con le sue scelte-

Harry sogghignò –Jacob, fai parte di un branco, è vero, ma ricordati anche di essere un individuo a parte. Non mescolarti tra la folla. Tu sei l’alfa-

Per un attimo il lupo avvertì un moto d’orgoglio sgorgargli dal petto e ringhiare ad alto volume, ma per la seconda volta in quel giorno lo represse.

-Forse hai ragione, forse sono nato per essere un leader e forse un giorno lo sarò davvero; ma il momento non è questo: a breve dovrò affrontare un intero esercito di neonati e devo risolvere ancora tutto questo casino con Bella per-

-Ma allora è così che si chiama!- lo interruppe l’occhialuto- Bella! E dimmi… la sua figura rispetta il suo nome?-

-La sua figura e anche la sua anima-

Harry puntò gli occhi verde smeraldo verso il sole che tramontava e li socchiuse leggermente infastidito dalla luce.

-Credo di non essere proprio il più adatto per dare consigli in amore ma- disse- se la ami lasciala libera; se torna allora è tua, altrimenti non lo è mai stata-

Jacob abbassò il capo e constatò di come le parole dell’Auror nonostante profonde e sincere non riuscissero a dargli nessun conforto. Non gli serviva aspettare: probabilmente ci avrebbe tentato ancora, ma una parte di lui- la sua parte più masochista- non osava ammettere che Bella non sarebbe mai tornata.

-Ehi!- Potter gli poggiò una mano sulla spalla- Se ti va male con lei posso sempre presentarti qualche amica!-

-Molto divertente- ironizzò Jacob scrollandosi la mano dalla spalla- Piuttosto vedi di seguire il tuo stesso consiglio e sii sincero con entrambe- mise particolarmente enfasi nell’ultima parola- Non prenderle in giro e dii loro cosa senti davvero. Non fregartene di niente e di nessuno, manda al diavolo il tuo migliore amico, falle capire che ha un’altra scelta!-

-E da quando siamo esperti di donne Jacob?-

-Ehi! La mia vita non è deprimente come la tua !- alzò le mani Jacob.

I due iniziarono a ridere e del sole erano rimasti solo i bagliori dei raggi che quelli ancora continuavano a ridere; erano incontenibili. E anche attraverso una risata scoprirono di avere una bella sintonia; Harry perché vedeva in Jacob il sé stesso di un tempo e desiderava pareggiare i conti con l’inferno che era stata la sua adolescenza, Jacob che dal canto suo, ancora giovane e inesperto nei suoi diciassette anni, necessitava di qualcuno che lo tenesse per mano e gli dicesse che sì, stava andando nella direzione giusta.

Quando arrivò un Auror a chiamare l’ispettore Potter dicendo che la passaporta per la Londra magica era stata aperta, il sole era ormai un vecchio ricordo.

Harry tese la mano al suo interlocutore –Se sopravvivi ai neonati e qualche volta ti ritrovi a girare per la Londra Magica chiamami; se non mi trovi lì sto salvando una vita in qualche parte del pianeta-

-Sicuramente. E se qualche nuovo signore oscuro minaccia di ridurre il mondo in un deserto di morte non esitare a chiamarmi-
Finì così, con una stretta di mano.

                                                                       *****
-Harry finalmente!- sbottò Hermione

-Scusa per il ritardo, possiamo tornare a casa-

-C’è una bella notizia- gli sorrise lei- Il distretto auror ce l’ha fatta: Bellatrix è di nuovo dietro le sbarre e questa volta mi impegnerò personalmente a farla rimanere dov’è… e ho anche sentito il Capo, dice di essere fiero di noi e del nostro sangue freddo- poi si avvicinò lentamente- E io sono soprattutto fiera di te- aggiunse a bassa voce.

Harry represse con difficoltà l’impulso di baciare quelle labbra perfetta, dicendosi che ci sarebbe stato tempo una volta a casa.

-C’è qualcosa che non va Harry?- chiese lei apprensiva

Il giovane sospirò. –Ne parliamo a casa-

Il gruppo auror attraversò la passaporta. 
 
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Grammatica: 6.7/10 
Tantissimi errori, la maggior parte delle volte sviste, peccato! 
-“Jacob adorava correre velocemente” Meglio “correre veloce”. 
-“…amava sapere di essere veloce almeno quanto-se non di più- i succhiasangue” L’inciso blocca la frase, meglio metterlo alla fine! 
-Le virgolette basse per il discorso diretto non si fanno con i segni << e >>. L’ho scoperto anch’io da poco, in effetti e devo ancora capire come si fanno quelle giuste, intanto mi rassegno al trattino! Inoltre le usi per i pensieri, per i quali sarebbero meglio le virgolette alte “ e ”. 
-Hai lasciato molto spazi sulla punta delle dita, quando metti i trattini per gli incisi. Una breve rilettura ti può aiutare a individuarli. 
-“torna, ce l’ha ordinato Sam” Meglio “è un ordine di Sam”. È più immediato e scorrevole. 
-“Paul, che succede?-“ Alla fine del discorso diretto, se non devi aggiungere cosa come “disse” e simili, il trattino non va. 
-“è Sam” La “è” va maiuscola. 
-Varie volte usi il punto esclamativo e poi la virgola, di per sé non credo sia un errore, ma il problema sta nel fatto che al 90% non servivano, in quanto l’intonazione viene da sé grazie ai termini che usi (ma che diamine, oppure oh) 
-“Quiluite” è sbagliato, la dicitura corretta è “Quileute” 
-“da un momento all’altro si ritrovò…” per il contesto è più giusto dire “in pochi attimi si ritrovò…” 
-“gli inviò mentalmente” -> “gli disse mentalmente” 
-“ritornarono alla loro forma umana, e, …” c’è una virgola di troppo 
-“sulle labbra invitati” errore di battitura “invitanti” 
-“mostrava quest’oggi” col passato non puoi usare oggi, meglio “quel giorno” 
-“a cui, era certo, ci teneva particolarmente” il “ci” non va, perché è una ripetizione 
-“perderemmo la fiducia” il verbo va al futuro semplice “perderemo” 
-“capo-lupo” -> “capo branco” 
-“Harry si appresto” il verbo va accentato, essendo al passato remoto 
-“Forse Hermione aveva ragione; -come sempre del resto- ” Il punto e virgola è superfluo. 
-“avevano un’aria cordiale, si,…” il si va con l’accento 
-“la sola a stare lavorando” meglio “la sola che lavorava” 
-“nel caso uno di noi” il racconto è in terza persona, quindi “uno di loro” 
-“Seth, incredibile contento” -> incredibilmente 
-“puntati in un puto” errore di battitura “punto” 
-“del resto […] era di Harry Potter che si stava parlando, in fondo”-> “in fondo” e “del resto” hanno lo steso significato, quindi eliminane uno 
-“le conseguenze peggiori ce le aveva avute Bella” il “ce” è una ripetizione 
-“motori babbani” babbani va maiuscolo 
-“Attenzione sua maestà! Non vorrete sporcare il suo regale fondoschiena!” c’è una discordanza fra verbo e aggettivi possessivi: o dici “sua maestà-vorrà-suo fondoschiena” oppure “vostra maestà-vorrete-vostro fondoschiena” 
-“avvertì un eco” eco è nome femminile, dopo “un” va l’apostrofo 
-“è stato semplice” la “è” va maiuscola 
-“dii loro cosa senti”-> di loro cosa senti 
-“Il distretto auror ce l’ha fatta” auror va maiuscolo 
-“baciare quelle labbra perfetta” -> perfette 

Questi errori che ti ho segnalato si ripetono anche in altre parti del testo, come auror scritto minuscolo, o Quileute scritto male e alcuni spazi dimenticati (ti consiglio una rilettura attenta). 

Stile e lessico: 9/10 
Puoi ancora migliorare ma lo stile non è niente male, scorrevole e non troppo semplice, rovinato spesso da errori di battitura e ortografia, peccato! Qualche scelta lessicale che non mi convince poi, te le indico qui di seguito: 
-“porno” riferito a Sam e Emily 
-volava qualche “bestemmia” ->imprecazione è più delicato 
-bacio “a stampo” -> bacio sulle labbra 
-“potente voce di Billy” -> autorevole voce… 

Originalità: 8.5/10 
Il tema del “catalogare” o comunque verificare la presenza e vita di creature soprannaturali era il più scontato, oltre al fatto che se anche di Ministero della Magia ce n’è solo uno a Londra immagino ci siano dei distaccamenti in tutto il mondo da non dover scomodare Harry Potter ogni volta! Però il confronto e parallelismo tra Jacob e Harry è ovviamente qualcosa di nuovo ma anche diverso che ha fatto salire il punteggio. Una trovata che ho apprezzato tantissimo! 

IC/caratterizzazione dei personaggi : 9/10 
Jacob è lui: scontroso, diffidente, sempre contro Sam ma anche dolce, amichevole e scherzoso, che vediamo nella parte finale, quando pensa a Bella e parla con Harry. 

Harry è meno lui, anche perché l’essere innamorato di Hermione è un what-if all’interno del cross-over. Lo ritrovo molto nel voler sempre essere in prima fila, nel sentirsi soffocato dal dover “catalogare”. Non ce lo vedo invece a essere innamorato di Hermione ed aver comunque sposato Ginny, non mi sembra il naturale sviluppo del personaggio dei libri. Troppo pieno di rimpianti insomma. Quasi troppo distaccato dalla realtà, troppo fisso nei suoi pensieri. 

Paul è perfetto, invece, assolutamente lui. 

Anche Hermione si mantiene se stessa, sempre perfetta, dolce quando serve ma anche severa e ligia al dovere. 

Gradimento personale: 8/10 
Ammetto, tutto è rovinato dalla causa banale e un po’ irreale, ma il parallelo tra i protagonisti mi è piaciuto tantissimo, e questo fa alzare il punteggio. Davvero brava! 

Richiesta personaggio secondario: 1/1 

Utilizzo personaggio secondario: 4/4 
Nulla da dire, utilizzo perfetto e IC impeccabile! 

Totale: 46.2 
  
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