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Autore: Lady R Of Rage    20/11/2012    3 recensioni
Un ragazzo e una ragazza, che per il bene dell'altro farebbero ogni cosa.
Una donna misteriosa, che non conosce sentimenti.
Un patto, sconsiderato come solo le azioni d'amore sanno essere.
Un amore, un grande amore. Grande, tormentato e senza alcun limite.
E tre parole. Tre semplici parole.
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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3 Words

 
Capitolo 1
 
Il mondo dall’altra parte del vetro appariva silenzioso e immobile. Spento.
Era come se, dall’altra parte del vetro, tutto si fosse fermato, per immortalare per sempre quel terribile momento.
Era bastato solo un attimo. Un secondo, un solo secondo di distrazione.
Un secondo, poi la fine.
Questo, almeno, era quello che pensava Will.
 
Nelle orecchie del ragazzo esplodeva ancora l’eco dell’esplosione.
Gli occhi, due magnifiche perle di un nero profondo e senza screzi, non versavano più lacrime, ma sul viso e nello sguardo erano impresse come segni maledetti le tracce di un lungo pianto.
E le mani, lisce e scosse da un tremito senza fine, non smettevano di toccare il vetro che lo separava dalla sua ragazza.
Will non parlava. La lingua era secca nella sua bocca, incapace di compiere anche il più piccolo movimento. Nella testa, però, ripeteva infinitamente e ossessivamente un nome. Ilsuo nome.
Il nome della ragazza che amava, e che giaceva inerte dall’altra parte del vetro.
Jessica…
 
William Ebony aveva conosciuto Jessica Clover alcuni anni prima, in un giorno di primavera luminoso come i suoi occhi nel momento in cui l’aveva vista.
Lui era uno studente di letteratura, con il massimo dei voti.
Lei era una studentessa di mitologia e storiografia, con una strana attrazione per i misteri e gli intrighi dei popoli del passato.
Lui era solitario, lei amava la compagnia. Lui era timido, lei era spigliata.
Ma quando stavano insieme queste differenze svanivano come la rugiada accarezzata dalle prime luci dell’alba. Insieme, erano indissolubili, intoccabili, una perfetta armonia.
Lui l’amava, e per lei avrebbe fatto di tutto.
Lei lo amava, e non lo avrebbe mai abbandonato nel bene o nel male.
Erano felici, insieme.
Nulla avrebbe potuto turbare la loro felicità.
Questo, almeno, era quello che credevano entrambi.
 
Quel giorno, l’estate si era fatta stranamente fredda. Il sole sembrava nascondersi dietro i tetti delle case come un bimbo spaventato, e nell’aria aleggiava un freddo pungente e prematuro.
Né Will né Jessica, però, sembravano curarsene. Tutto quello che contava, per loro, era la compagnia dell’altro.
Erano stati insieme per un intero, magnifico pomeriggio. Gli occhi di lui negli occhi di lei. La mano di lui nella mano di lei.
Poi, come tutte le cose belle, anche quell’appuntamento era dovuto finire.
Jessica doveva tornare a casa. Doveva finire urgentemente una tesi per un esame.
Si erano salutati con un bacio intenso e profondo. E in quel momento, Will credeva che le cose non sarebbero potute andare meglio.
Pochi secondi dopo, però, ebbe inizio l’incubo.
Un grido…
Lo stridore dei freni sull’asfalto…
Gli sguardi atterriti dei passanti…
E Will, che correva senza fiato verso il luogo del disastro.
 
Il tassista fu fermato dai poliziotti pochi metri dopo.
Appena uscì dalla vettura, barcollando sulle gambe, fu chiaro a tutti quello che era successo. Il suo alito aveva un inconfondibile, irritante sentore di alcool.
Fu portato subito in prigione. Ma per Will, questa misera vendetta non costituiva un conforto.
Si era gettato sul corpo della sua ragazza, incapace anche solo di reggersi sulle gambe, afferrandole la mano, sussurrandole che la amava, che non doveva andarsene, non doveva lasciarlo…
Le sue grida non raggiunsero le orecchie di Jessica. I lobi erano già macchiati di sangue vermiglio.
La bocca era semiaperta, come per lanciare un grido d’aiuto. Gli occhi, prima tanto vividi e pieni di calore, adesso erano spenti, come quella terribile giornata.
Will l’aveva vista mentre veniva portata via da un gruppo di infermieri, legata a una barella.
Poi, improvvisamente, tutto si era fatto nero.
 
Quando aveva ripreso conoscenza, Will era disteso sul suo letto, nella sua camera. Accanto a lui, su una sedia di legno levigato, sedevano alcuni dei suoi più cari amici. Lo avevano trasportato là mentre era ancora incosciente.
Non attese di sentirsi meglio. Prese la giacca, e corse verso l’ospedale senza nemmeno guardarsi indietro.
Quando arrivò, e ricevette notizie della sua amata, fu come se qualcuno gli avesse piantato un coltello nel petto, fino al manico.
È in coma, purtroppo.
 
Per quasi mezz’ora, Will parlò con la sua Jessica, noncurante del fatto che lei non lo ascoltasse.
Le parole uscivano pesanti, ogni sillaba costituiva uno sforzo sovrumano.
-Non devi andartene, amore. Non puoi lasciarmi adesso. Eravamo così felici, insieme. Andava tutto benissimo… non andartene via. Io ti amo.-
Gridava, piangeva e si graffiava il viso con le unghie, come per punirsi della sua incapacità di proteggere la sua amata. Alla fine uno degli infermieri lo prese per le spalle, e lo condusse via, fuori dalla sala, lontano dalla sua ragazza.
Will si lasciò cadere su una delle sedie del corridoio, stringendo con forza i pugni per resistere agli impulsi più selvaggi. Poi, quando capì che non ce la faceva più, si lasciò andare al dolore che lo opprimeva.
Si coprì il viso con le mani, reclinò il capo sulle ginocchia, e pianse, pianse, pianse, come non aveva mai fatto in tutta la sua vita.
Dall’altra parte del vetro, Jessica seguitava a dormire il suo sonno senza sogni.
 
Verso sera, un’infermiera dai capelli biondo oro si chinò sul corpicino singhiozzante che era diventato Will, e lo chiamò a sé.
Will si riscosse. Il richiamo della speranza, di una possibilità, gli diede la forza di alzarsi e di ascoltare.
-Come sta?- domandò con la voce più salda che riuscì a partorire.
-La ragazza… sta molto male. È grave. Ha subito gravi danni alla scatola cranica…- cercò di dire la donna, ma Will la interruppe.
-Non mi interessano questi discorsi da dottore. Io voglio sapere come sta la mia ragazza.-
La voce di Will era feroce, tagliente. Mai, prima di allora, qualcuno lo aveva mai sentito parlare in quel modo.
L’infermiera impallidì. –Lei… potrebbe non farcela. Ci sono ancora delle possibilità, ma sono molto scarse. È giovane e forte, e questo l’aiuterà, ma temo che non ci sia più nulla da fare.-
Will si sentì cedere. Un ombra nera si impadronì di lui, straziandolo, stringendolo, soffocandolo letteralmente in una morsa dolorosa.
L’infermiera gli chiese se si sentisse bene, ma lui non rispose.
Corse via, con il cuore in gola e il viso umido di pianto, lasciandosi alle spalle quell’incubo senza fine.
Non può essere vero… no, no no!
Jessica, perché? Perché?
Perché mi hai abbandonato?
 
Quella notte, Will impiegò lunghe ore ad addormentarsi. Nella mente continuava a rivedere il momento in cui la sua ragazza, la persona che amava di più al mondo, scivolava via per sempre.
Continuava a rigirarsi, con il corpo tremante e madido di sudore. E, nel dormiveglia, chiamava a gran voce l’amata Jessica.
Ad un tratto, quando finalmente si addormentò, sentì qualcosa, qualcosa di strano, che lo scuoteva dal suo torpore.
Sentì un getto d’aria fresca, leggero e paradisiaco, che gli accarezzava le guance arrossate.
Poi, una sensazione lieve, di morbidezza, che gli pervadeva le membra stanche come il tocco vellutato di una massaggiatrice esperta.
Infine, sentì una voce sconosciuta, dolce come il tintinnio di mille campanelli, che chiamava il suo nome.
“Will…”
 

Mindcracker’s corner.
Ciao, tutti.
Questa è la mia prima storia nel fandom, quindi siate clementi.
Non pretendo fiumi di recensioni, ma gradirei enormemente vederne una.
L’idea per questa storia mi è venuta guardando il video di Cheryl Cole e del mio amato Will.i.am: 3 Words, appunto.
Avviso: nei prossimi capitoli ci saranno dei passaggi con elementi soprannaturali, e potrebbe esserci una scena lime… se però foste comunque interessati, potete andare avanti.
So che questo paranormal romance non sarà mai bello come Twilight, Fallen o roba così… ma vi prego, non devastate la mia autostima.
Un ultima cosa: desidero tanto un banner, ma non so farlo. Qualcuno potrebbe realizzarne uno per me? Glie ne sarei eternamente grata.
A presto.
MiticaBEP97
Ps: vi piacciono i Black Eyed Peas?
  
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