Chiudi gli occhi per qualche secondo – nella mano la mano di lei, che per una sola volta conduce il passo e ti conduce, forte di una fiducia che non è mai venuta a mancare.
Non c'è bisogno di sforzo per vedere alcuna onda, immaginare un mondo lontano che ha le sfumature del ricordo e del sogno, della pazzia che rende folli: tutto è nello sguardo, innato come la volontà insita nel petto che fa battere il cuore, alla vita, e tra le onde e il profumo di salsedine ti perdi in un solo istante per ritrovare il sorriso di lei. E riapri gli occhi, per vederlo ancora davanti a te, reale e tangibile come quella paura di fondo, nuova, nel suo sguardo.
Ti chiedi se sia umano trascinarla lontano da tutto quello, se il sogno in cui si è rinchiusa per non soccombere è indegno di farle da rifugio, dacché separa le sue fragili membra da una realtà troppo crudele per poter essere accettata, guardata con occhio nudo.
Il pavimento freddo e bianco del Distretto 13 ti regala l'ennesimo brivido, quando il pensiero prende forma, ed è la realtà che spazza via ogni residuo di evanescente fumo dalla coscienza e rende tutto concreto, specialmente il terrore sempre presente e l'insonnia che gonfia gli occhi con incubi indescrivibili.
Annie ti stringe ancora la mano e sorride di nuovo, con un verso troppo acuto per essere considerato normale.
Dice parole sconnesse, senza un vero fine – ma d'altronde in questo momento ti sfugge persino la direzione del cammino che avete intrapreso assieme.
-Vieni, andiamo assieme!-
Senti le sue dita attorno alle tue, sono tangibili e calde. Allora rispondi al suo gesto e procedi al ritmo del suo passo, accompagnando i suoi capelli con la mano dietro l'orecchio pallido.
Non ci sono persone, attorno a voi. Non più. Non nella piega dell'espressione che increspa le tue labbra fino alla felicità, Finnick, né nel suo sguardo. Non dolore lungo la pelle, non affanno nel fiato. Pensi che è bello rifuggire assieme a lei a quella realtà priva di senso, o almeno illudersi di farlo per un'istantanea serenità.
Pazza lei, pazzo tu: dovevate solo incontrarvi, infine.