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Autore: Tactolien    22/11/2012    1 recensioni
Cosa succederebbe se due individui di un altro mondo piombassero nel Mondo Emerso?
Dopo "Il Potere Perduto" ecco un piccolo esperimento che mi frullava in testa già da un pò, con una storia che unisce i personaggi di Licia Troisi, con quelli di una mia storia originale. Spero che vi piaccia.
Per saperne di più... Cronache di Grimoire. Storie Originali Fantasy
Genere: Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Qualche tempo prima.

Mondo di Grimoire.

 

 



 

Clan… clang.

Mossa. Parata. Scarto. Scintille al cozzare di lame.

Nonostante fossero andati alla grande biblioteca per riposare, i due Demoni non rinunciarono certo ad allenarsi e tenersi sempre preparati in caso di guai.

Wolkan indietreggiò, portandosi a distanza di sicurezza respirando affannosamente, mentre il suo maestro, Dahak, rimase al suo posto, neanche sudato.

Tornò ad attaccare con un fendente dall’alto che fu subito parato dalla spada avversaria, ma lui ne approfittò per menare col secondo pugnale in laterale. Fu allora che l’altro si abbassò velocemente per evitare il colpo.

La gamba di Wolkan si mosse pronta verso la sua faccia, ma Dahak non esitò un attimo a sollevare il braccio, e assorbire l’impatto con uno dei suoi polsini metallici.

Con una velocità quasi fulminea, gli fece a sua volta lo sgambetto, senza che quello avesse modo di reagire.

Wolkan stramazzò a terra con un tonfo sordo. Neanche il tempo di rimettersi in piedi, che si ritrovò la lama del maestro puntata alla gola.

- Morto- disse quello, mettendo fine al combattimento.

Dahak era un Demone Lupo esattamente come l’allievo: stessi occhi, anche se di un giallo più spento, stessi artigli, stesse zanne e stesse orecchie. L’unica cosa che cambiava era il colore dei capelli: grigi come quelli di un vecchio, che facevano uno strano contrasto col suo aspetto da trentenne.

- Stai migliorando- aggiunse poi, lasciandolo rialzare.

- Mai abbastanza per batterti, però-.

Sospirò. Il maestro era un Demone di oltre centocinquant’anni, mentre lui a malapena sfiorava la ventina.

"Ce ne vorrà ancora, prima di arrivare al suo livello".

Come sempre Wolkan si era battuto usando i suoi pugnali dalla guardia a forma di testa di lupo. Dahak, invece, in via eccezionale, aveva usato una vecchia spada, quando in genere prediligeva le mani nude.

- Per non disimparare a farlo- diceva lui.

All’improvviso… un boato fortissimo attirò la loro attenzione, costringendoli a voltarsi verso una delle torri che formavano la biblioteca.

- Che diavolo è stato!?- esclamò allarmato il ragazzo.

- Andiamo!- e si fiondarono dentro a vedere.

 

 
 

- Wolkan! Dahak!- venne loro incontro un anziano Demone con il volto pieno di rughe.

Clark, il custode della biblioteca.

- Che sta succedendo?-

- Non lo so, veniva da più in alto-.

Tutti e tre percorsero in fretta e furia le scale, cercando di farsi un’idea sull’accaduto: non c’era odore di fumo, quindi non era scoppiato un incendio, e neanche potevano essere i loro nemici, dato che quel luogo era protettissimo.

Appena arrivarono in uno dei corridoi principali del trezo piano… un terribile presentimento spinse Wolkan a voltarsi verso sinistra.

A nessuno sfuggì quegli intensi bagliori bianchi che filtravano da sotto la porta in fondo.

- Dov’è Kina!?- chiese a Clark, non poco agitato.

- Non lo so, non l’ho vista!-

- Maledizione!!- e scattò veloce come non mai.

Spalancò il portone fin quasi a spaccarlo.

Sobbalzò quando vide l’amica venire trascinata a forza da alcune catene uncinate, verso quella che sembrava un’inquietante voragine di fiamme verdi.

- Kina!- urlò a squarciagola, slanciandosi in avanti.

Tese la mano artiglita, arrivando quasi a sfiorare la sua.

La mancò per un soffio. La giovane Maga fu ingoiata dal fuoco magico, e sparì lasciando posto al silenzio.

- Kina!- continuò a chiamarla il giovane Demone, guardandosi freneticamente intorno, come se lei fosse ancora lì - Kina! Dove sei, Kina!?-.

Il pugno in faccia arrivò improvviso e inaspettato, talmente forte da farlo cadere a terra.

- Ora smettila, Wolkan!- gridò a sua volta Dahak, sovrastandolo dall’alto - Kina è andata! Non c’è più!-

- Vuoi dire che è morta?!-

- No. Non è morta- prese la parola l’anziano custode - E’ stata trasportata da qualche parte-

- Da qualche parte?!- eslcamò il ragazzo ancora in ginocchio, con la guancia arrossata - Che vuol dire "da qualche   parte"!?-

- Vuol dire che la tua amica ne ha combinata un’altra delle sue- fece il maestro, mostrando tutto il suo disappunto - Ha aperto un varco verso un altro mondo-.

 


 

Ce ne volle per convincere il Lupo grigio a lasciarlo fare.

Appena aveva realizzato ciò che era accaduto, Wolkan si era subito proposto per andarla a riprendere.

- No, non ci pensare neanche, ragazzo!-

- E cosa dovrei fare, lasciarla là?-

- Lei si è messa in questo pasticcio, perciò lei se ne tirarà fuori da sola-

- Kina è nostra amica, non possiamo abbandonarla-

- Userà la magia e riaprirà il varco-

- Veramente non sarà così semplice- s’intromise Clark, osservando il disegno sulla parete.

I due Lupi lo guardarono, invitandolo a proseguire.

- Il fatto è che, secondo i miei studi, ogni mondo parallelo al nostro ha un  suo tipo di magia-.

Wolkan sgranò gli occhi. Non era un gran intenditore di quell’argomento, ma questa riusciva a capirla lo stesso.

- Questo significa che…-

- Che nel posto dov’è adesso, la magia di Grimoire non funziona. Kina non avrà modo di tornare a casa-.

 

 
 

A Clark ci volle quasi una settimana per riesaminare i testi, e capire dove la Maga avesse sbagliato, mentre Wolkan non faceva altro che girargli intorno, dicendogli di fare il più presto possibile.

Dahak, invece, rimase in silenzio a guardarlo in disparte, ricordandogli ogni tanto che l’agitarsi non avrebbe aiutato Kina a tornare indietro.

- Ecco!- li raggiunse infine il vecchio Demone, sorridendo - Ho capito cos’è andato storto. Povera ragazza, chissà che faccia farà?-

- Ebbene? Può rimediare?- chiese il giovane Lupo.

- Certamente. Di per sé doveva essere un semplice incantesimo di evocazione, ma nelle incisioni runiche ha disegnato male un tratto-

- Disegnato male un tratto?- fece eco l’altro, alquanto stranito.

- Già- ridacchiò - Incredibile quanti danni possa provocare una lineetta, eh?-.

Una lineetta. Per una lineetta. Il ragazzo non seppe se mettersi a ridere, oppure no.

- Prendi questa con te- gli disse Clark, al momento della partenza, porgendogli una leggera sfera di robusto vetro, grande quanto il palmo della sua mano.

All’interno… ardeva vivace una fiamma di un blu profondo.

- Che cos’è?- chiese Wolkan, afferrandola.

- La fiamma blu è il simbolo della magia per eccellenza, ti aiuterà a tornare indietro appena avrai ripreso la Maga. Ma attento, non pensare di potere restar via all’infinito, questa sfera durerà al massimo un mese, dopodichè la fiamma sbiadirà e perderà ogni potere-

- Ci siamo chiariti?- si fece avanti Dahak - Hai tempo trenta giorni per ritrovare Kina, poi dovrai tornare, con o senza di lei. O rimarrai incastrato anche tu in quel mondo a vita-.

Nascondendo l’ansia, il giovane Lupo annuì. Tutto chiaro: trovare Kina entro un mese, e riportarla indietro subito.

Subito!.

 

 

 

 

- COME SAREBBE "RESTIAMO QUI"!!!- tuonò la voce di Wolkan, in casa di Ido.

- Ti prego, Wolkan, non urlare così- gli disse Kina, cercando di calmarlo, se pur sorridendo.

Seduta sul suo letto, a gambe incrociate… Nihal li guardava allibita, senza dire una parola.

Era stato difficile per la Maga convincere tutti quei soldati che il Lupo non era neanche lontanamente il mostro che credevano.

Appena si era rimesso in piedi dopo il volo dal drago…

- Che ci fai qui?!-

- Non fare domande stupide, Kina. Sono venuto a salvarti-

- Salvarla?- fece eco Laio, con la spada ancora in mano, rivolgendosi un po’ a tutti - Avevo capito che volesse ucciderla!-

- Ah, sì?- storse gli occhi l’altro - Sono proprio curioso di sapere cosa ve l’ha fatto pensare-.

Mormorando sconcertati, furono in molti a voltarsi per dare un’occhiata in giro, contando i danni e i feriti.

Ido sospirò - Qui ci vuole qualche spiegazione-.

 

 
 

- Dico io, sei impazzita?!-

- No, Wolkan, voglio restare qui per un altro po’-

- Niente da fare, ti ho ritrovata, sei salva. Basta, noi ora ce ne torniamo a casa, e dimenticheremo tutta questa storia-

- Per favore, che ti costa? Mi piace qui e sto imparando un nuovo tipo di magia-

- Che tanto non potrai portare con te a Grimoire-

- Se tu mi lasciassi spiegare…- sbuffò Kina, per poi bloccarsi subito - Che cosa sono questi?- chiese, prendendogli la mano destra, sollevando il palmo verso l’alto.

La pelle incisa da tagli rossi non troppo profondi, in via di guarigione. Tagli che non avrebbero dovuto esserci.

- Sono recenti, come te li sei fatti?-

- Lascia perdere- disse lui, ritirando la mano, prendendo a sua volta quelle di lei - Che cosa sono questi, piuttosto-.

La ragazza arrossì, imbarazzata. Sui suoi polsi erano ancora evidenti i segni delle catene di quando era stata prigioniera di Roland.

- Vedo che anche tu hai avuto qualche problema. Immagino quindi che li abbia anche sulle caviglie-

- Per favore, Wolkan, non è questo il punto-

- Oh, sì, invece!- sbottò l’altro, senza più trattenersi - E’ esattamente questo il punto. Da quando sono arrivato, questo mondo mi ha dato solo un mucchio di problemi. Chiunque incontrassi mi attaccava dandomi del mostro, o della "creatura del Tiranno". Ma chi è questo Tiranno?!-

- Bè, è un…-

- Lascia perdere, non mi interessa. E’ pericoloso stare qui, sono tutti in guerra, e possono usare un tipo di magia in grado di uccidermi-

- Ma anche noi abbiamo passato dei brutti momenti-

- Ma questo non è il nostro mondo, Kina- ribattè lui per farla ragionare - Non sappiamo nulla di quello che ci aspetta. Sono venuto qui e ho cercato di ritrovarti nel minor tempo possibile, prendendo a calci chiunque mi sbarrasse la strada. Certo, ammetto di essere stato anch’io un tantino irruento, ma non ho avuto scelta. Lo sai che ci è anche scappato il morto!?-.

A quell’ultima frase, l’espressione della Maga cambiò immediatamente, facendosi sempre più seria e dispiaciuta, mentre Nihal irrigidì la schiena, nascondendo la tensione.

"Chissà cosa succederebbe se gli staccassi la testa?" strinse la spada nel pensarci "Morirebbe? O si rimetterebbe ancora in piedi?".

- Hai…- ricominciò Kina, senza riuscire a completare la frase per i primi due tentativi - Hai… hai… ucciso un uomo?-

- Non intenzionalmente, sia chiaro?!- si affrettò a spiegare il Demone - Era un Mago, continuava a colpirmi e ho reagito-.

- Sì- annuì pacata, abbassando lo sguardo - Sì, capisco-

- Perciò mi auguro che tu comprenda che non sono esattamente il benvenuto, né qui, né da nessun’altra parte. Tant’è vero che ora questa casa è completamente circondata da soldati, che sbavano per la mia prossima mossa!!- lo disse urlando direttamente contro la porta, apposta per farsi sentire dagli altri.

 

 
 

- Maledizione, se n’è accorto- sibilò qualcuno dei fanti.

Ma come aveva fatto? Erano stati così attenti a non far rumore, e a non passare davanti alle finestre della capanna per non attirare la sua attenzione.

- Allontaniamoci lentamente- ordinò infine uno dei Generali - Quello è capace di tutto-.

 

 
 

- Per amor del cielo- continuò Kina, cominciando a frugare dentro un baule pieno di coperte - Si tratta solo di un malinteso, appena sapranno come sono andate le cose non avranno più paura di te. Nihal mi crede, e sapeva del tuo arrivo già da prima- ne stese qualcuna sul pavimento, in mezzo ai due letti delle ragazze.

La mezzelfo capì all’istante, ma non disse niente. Non avrebbe fatto differenza.

Il Demone si voltò a guardarla un attimo, probabilmente chiedendosi come facesse a sapere, ma poi tornò a rivolgersi all’amica - Abbiamo già provato a spiegare, ma non mi pare che… Che cosa fai?-

- Non lo vedi? Ti sto preparando un giaciglio per la notte. Ido mi ha già dato l’unico materasso che aveva-.

Wolkan sospirò rumorosamente, passandosi le mani sul volto vagamente assonnato.

- Non ho bisogno di un giaciglio per la notte, perché ora noi ce ne andiamo adesso-

- Ma è già il tramonto, e tra poco sarà buio!-

- Non cercare scuse! Lo sai che per me non è un problema-.

Fu un botta e risposta piuttosto vivace, ma non stavano litigando veramente. Poco ma sicuro. Nihal si scoprì a guardarli come fossero un duo comico: lei, giovane Maga senza poteri, e lui, Demone che precipitava da centinaia di metri d’altezza senza farsi un graffio. Tutti e due lì, a discutere come una coppia di sposini.

- Per favore, Kina, non mangio e non dormo da quando sono arrivato. Sono stanco e nervoso. Ho sempre dovuto agire di fretta perché ho un limite di tempo, e ormai è agli sgoccioli-.

Tirò fuori dal tascapane della sua cintura la sfera di vetro che gli aveva dato Clark, mostrandogliela in tutto e per tutto.

La fiamma al suo interno, da blu profondo, era ora di un azzurrino sbiavido che nulla aveva di attraente.

Kina la prese in mano, osservandola attentamente, cercando di captare quell’energia tipica del suo mondo.

Sempre seduta sul suo letto, a far da spettatrice silenziosa, Nihal non staccava un attimo gli occhi da Wolkan. Ora che lo vedeva così, a parlare con la Maga, quasi stentava a credere che fosse davvero la stessa creatura che quel pomeriggio ringhiava e saltava dappertutto.

Il colore delle sue iridi era veramente particolare: gialle, e sclera nera. Lei era sempre andata fiera dei suoi occhi viola, ma quel ragazzo la batteva.

Non le sfuggirono poi quegli sfregi sulla guancia. Erano vecchie ferite, cicatrizzate da tempo, ma comunque ben visibili.

"E’ sicuramente un’artigliata" si disse tra sé, senza smettere di giocherellare con la spada.

Tre tagli netti, perfettamente paralleli tra loro. Evidentemente, a Grimoire, i Lupi non erano i soli a possedere gli artigli.

"Dunque un modo per uccidere i Demoni c’è. Devo chiederlo a Kina".

Non dimenticava certo che Wolkan era stato trafitto al petto dalla lama di Ido, ed era ancora in piedi.

- Secondo le mie supposizioni- ricominciò a parlare la Maga - A questa fiamma rimane ancora una settimana di vita-

- La mia risposta è no- disse il Demone, sedendosi sul giaciglio a terra, suo malgrado.

- No, cosa?-

- So benissimo dove vuoi andare a parare. Non resteremo qui per un’altra settimana. Domani mattina ce ne andiamo. Ci allontaneremo da qui, in modo che nessuno ci segua-.

Kina si sedette sul letto.

- Ti prego, Wolkan, ti chiedo solo qualche giorno in più per restare qui. Così anche tu avrai un po’ di tempo per riposare-

- Ti prego, dimmi che non lo fai per il biondino riccioluto, ti prego- insinuò il Lupo col suo tono più canzonatorio, per poi esser subito colpito da un cuscino in faccia.

- Lascia stare Laio, lui non c’entra niente!- esclamò lei, rossa in volto - Ma comunque è mio amico, e vorrei almeno salutarlo come si deve- fece per riprendere il cuscino, ma per tutto risposta il Lupo se lo tenne per sé, mettendoselo velocemente sotto la testa.

Kina sorrise. Bene, era buon segno, significava che l’aveva convinto.

- Allora, restiamo qui per l’ultima settimana?- chiese in conferma.

- Io… io…- balbettò l’altro, sdraiato a terra, sollevando le mani come se volesse strozzare qualcosa nell’aria - E va bene! Dei, quanto sono stanco- e si corpì con le lenzuola, dandole le spalle.

- Sì, grazie infinite!- e si mise a letto pure lei.

Non era passato neppure un minuto, che…

- Wolkan?-

- Che altro c’è, adesso?!-

- Non ti andrebbe di venire a dormire qui su da me? Hai viaggiato parecchio, e il pavimento è scomodo-.

Dall’altra parte della stanza, Nihal non riuscì a credere alle proprie orecchie a punta: Kina stava veramente invitando un uomo, un Demone, a dormire nello stesso letto con lei.

Dopo un attimo di silenzio…

- Uff… e va bene- sospirò infine Wolkan - Spostati più in là-.

La mezzelfo non l’avrebbe mai creduto: il Lupo e l’Agnello, vicini.

Si portò le mani al volto.

"Maledette voci" pensò, digrignando i denti nel buio, cominciando a capire "Siete talmente piene di veleno… da volermi spingere perfino ad uccidere una ragazza innocente, solo per evitare che il Tiranno potesse usarla contro Wolkan".

Non avrebbe mai più dato ascolto ai suoi incubi. Mai più. Né per quella storia, né per altro.



  
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