Titolo: Anytime,
sweetie.
Fandom: Glee
RPF
Personaggi/Pairing(s): Dianna
Agron/Naya Rivera
Avvertimenti: flashfic,
oneshot, femslash.
Note: i
personaggi hanno la sfortuna di non essere miei. Nessuno mi paga per
scrivere questa roba, molti lo farebbero per farmi
smettere.
Anytime,
sweetie.
Quel
tocco leggero lo riconosci ovunque, lo riconosceresti in mezzo ad
altri mille, bendata in mezzo ad una folla di gente.
Lo riconosci
perché è speciale, perché la reazione
che quel tocco ha sulla tua
pelle è un costante brivido di freddo che ti attraversa la
schiena,
partendo dal collo e percorrendola lentamente e diresti quasi
dolorosamente.
Perché lo sai che non puoi voltarti, stringerla a
te e baciarla come se niente al mondo avesse senso. Ci sono gli altri
ragazzi del cast, la troupe e qualche fan. Non potresti farlo per
tanti motivi ma lo vorresti così tanto che le tue mani
graffiano il
legno lucido del pianoforte e per un attimo un “porca
puttana” ti
scivola dalle labbra, accompagnato da un colpo di tosse che fingi di
avere.
Dianna ti sorride, e sai che lo sta facendo anche se non
puoi vederla. Chiudendo gli occhi puoi delineare esattamente il modo
in cui le sue labbra si curvano all'insù, lasciando scoperta
la
parte superiore dei denti.
Ti volti piano, attenta a non darle
troppe attenzioni, perché è così che
giocate, al
gatto e al topo.
Ma lei lo sa, puoi
leggerglielo negli occhi.
Si posiziona dall'altro lato del piano,
piegandosi su di esso e lasciando che la lingua le bagni il labbro
superiore.
E non ci vedi più.
E non appena Ryan chiama il
ciak, vedi il suo braccio partire con decisione, ma scansarti con
altrettanta facilità. Giri la testa, se la sbrigheranno i
tecnici al
computer.
Poi ti riprendi, la guardi e ha quel sorriso felino
sulle labbra. E la tua mano parte prima che tu possa fermarla e si
schianta sulla sua faccia. Non troppo forte, ovviamente, ma
davvero.
“Stop” urla qualcuno, ma sei impegnata a guardarla
con le labbra aperte e l'espressione di un pesce palla.
“Oddio,
Dianna, mi dispiace, io..”
Balbetti qualche scusa, immobile
dietro quel pianoforte.
Lei alza la testa, e il sorriso è ancora
lì.
Poi viene verso di te, ti tocca lentamente la mano e
intreccia le vostre dita, trascinandoti fuori fino a che la tua
schiena non impatta con qualcosa di duro e ghiacciato, probabilmente
gli armadietti o qualche porta scorrevole.
“Se lo fai di nuovo,
Rivera..” ti biascica sulle labbra, tirandoti quello
inferiore tra
i denti.
“..non sarò in grado di fermarmi”
E la tua testa
esplode. O almeno così ti sembra, perché tutto si
ferma e diventa
bianco e l'unica cosa che senti è la sua lingua che traccia
il
contorno delle tue labbra.
E devi stringere i pugni ed affidarti a
tutto il tuo buonsenso per non trascinarla in qualche ripostiglio
buio e prenderla lì.
Ma
ti fermi e le prendi il viso tra le mani, sfiorandole le labbra
lentamente, come non sapevi di poter fare.
“Riprovaci a casa”
sussurra provocandoti, poi sorride e si volta a lasciare un bacio sul
tuo palmo.
“Quando vuoi, tesoro”