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Autore: The_Ruthless    25/11/2012    6 recensioni
"Buio. Nasconde ciò che sono, mentre nella fredda notte guardo la luna. Mi sento in pace con me stessa per la prima volta da non so quanti anni. Chiudo gli occhi e sospiro. E' ora."
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo: una casa in mezzo ai campi

Ero riuscita a scappare di nuovo da casa, a mezzanotte passata. Percorsi la mia via correndo e arrivai su quella principale. Una volta attraversata avrei raggiunto la distesa di grano. Presi la strada sterrata che conduceva al cuore dei campi, sentii subito lo sciabordio dell'acqua della roggia, che passava rasente a questa natura coltivata, per scomparire sotto il sentiero sterrato e riemergere subito dopo circondata da alberi selvatici e frondosi, che la seguivano fino alla strada asfaltata della cittadina dove abitavo. Andai avanti, e, dopo circa cinque minuti, il sentiero svoltò e tra i rovi di more comparve la mia amata casa abbandonata. Come me. Era immensa, la ditta che la stava restaurando era fallita lasciando il lavoro incompiuto. Così la villa si era deteriorata, quegli incompetenti dei restauratori avevano usato chili di cemento per restaurare questa casa risalente ai primi del '900. Mi chinai e passai sotto al filo spinato arrugginito, girai attorno alla casa seguendo un sentierino appena tracciato ed entrai nel giardino stracolmo di vecchie TV e computer, li guardai con tristezza: la gente proprio non conosceva limiti. Camminai, saltando i cumuli di tegole e mattoni, e arrivai alle scale esterne di cemento che portavano al primo piano della casa. Gettai un'occhiata a quello che sembrava un incrocio tra una cappela e una rimessa, sprofondato nel terreno. Doveva essere un bunker usato durante la prima e la seconda guerra mondiale. Salii le scale ed entrai nella prima stanza, c'erano scatole di pizze lasciate da ragazzi venuti a fare i cretini, per drogarsi, fumare e rovinare ancora di più quel posto. Alcune sedie erano sparpagliate per la stanza, ne presi una e la portai nella stanza immensa al lato est della casa. Le travi del soffitto erano quasi del tutto rotte, e sembravano dover cedere da un momento all'altro.

Misi la sedia vicino alla finestra gigantesca e mi sedetti, guardando la luna.
Rimasi immobile per un tempo interminabile, ascoltando i rumori della notte, lasciando che i miei pensieri scorressero senza nessun nesso.
Strinsi forte il martello tra le dita cercando di trovare il coraggio di farlo.
Non sarei mai riuscita a realizzare il mio sogno. Se la mia vita doveva finire, sarebbe finita lì, dove tutto era cominciato.
Mi alzai di scatto dalla sedia e con un urlo disumano, sferrai dei colpi alle travi con il martello.
La casa crollò.

Finalmente ero in pace, nel buio, sola.

   
 
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