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Autore: Rowena    14/06/2007    4 recensioni
Il buio intorno a me, questo luogo senza forme né colori. Ho già visto questo luogo, sono sicuro di esserci stato prima, anche se non ne ho alcuna memoria. Vorrei che qualcuno mi aiutasse, vorrei poter andare via di qui. Mi ricordo un dolore terribile, grandi occhi dorati e pieni di lacrime e poi... il nulla. Chiunque tu sia, ti prego, vieni a salvarmi.
Genere: Dark, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cedric, Orube
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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(La discrepanza nell’equilibrio)

I cieli di Kandrakar sono stranamente bui, solcati da grandi nuvole che annunciano pioggia. Una pulsazione dal ritmo calzante, simile ai battiti agitati di un cuore vivo, scuote l’intera fortezza.
Qualcosa non va; Tibor se ne rende conto vedendo l’Oracolo cercare un appiglio sulla parete, un attimo prima di accasciarsi a terra.
- Signore! – Grida il saggio. – Che avete?
Si precipita a soccorrere il suo maestro, improvvisamente pallido ed emaciato.
- Non temere, amico mio; l’incantesimo che abbiamo compiuto ha richiesto molta energia, complicato com’è. Temevo che ci sarebbe stata qualche ripercussione, ma con un po’ di riposo sarò di nuovo in forma, vedrai.
Sul volto del supremo signore di Kandrakar si disegnano per qualche istante lunghe ombre, che subito dopo si spostano cercando un diverso luogo dove posarsi.
È la luce del Cosmo di Obliminose, il portale curativo; nessuno sa spiegare come sia davvero, a causa della moltitudine di mondi che possono essere ricreati lì dentro per facilitare la guarigione.
Il movimento delle fiamme fredde che segnano il portale, però, è stranamente rapido, come se qualcosa all’interno impedisse l’armonia.
Il volto di Tibor si corruga, quando si rende conto di cosa sta accadendo a qualche passo di distanza, e si chiede ancora una volta se i signori della fortezza abbiano fatto la scelta giusta.
Imperturbabile come sempre, l’Oracolo si alza lentamente, ancora sorretto dall’amico; può essere esausto, eppure nemmeno in queste condizioni sfugge qualcosa al suo occhio attento.
Persino il suo antico allievo, che lo conosce meglio di chiunque altro, è sorpreso dal sentirsi domandare cosa lo turba.
- I miei dubbi non si sono ancora placati, signore; è una creatura malvagia, che non meritava una seconda opportunità, a mio parere. – Il suo è un borbottio imbarazzato, come accade sempre quando si trova a dover discutere delle scelte dell’altro.
Il potente guerriero gli rivolge un sorriso gentile, senza parlare; sa perfettamente che, fino a quando non vedrà i reali effetti positivi di quanto ha fatto il Triumvirato, Tibor non si lascerà convincere.
Ne hanno passate tante insieme, da comprendere perfettamente i reciproci pensieri senza nemmeno ricorrere ai loro poteri mentali.
Le vibrazioni iniziate poco prima diventano sempre più forti, più simili alle scosse di un terremoto; il malessere dell’Oracolo passa in secondo piano, quando i due realizzano quanto sta accadendo.
- Maestro… – Tibor si zittisce ad un cenno, limitandosi ad osservare con apprensione il cielo.
Un grido disperato e rabbioso spezza il silenzio all’improvviso, come a segnare la rinascita di una creatura malvagia dopo un lungo sonno.
Dal Cosmo di Obliminose appaiono lentamente alcuni fili di capelli biondi, seguiti da due mani dotate di lunghi artigli affilati che fanno forza sulle colonne del portale per emergere dal vortice di fiamme; nell’incredulità dei due spiriti, un rettile appare là dove si aspettavano un essere umano.
Il volto è piegato in una smorfia crudele, gli occhi si muovono per notare ogni singolo dettaglio dell’androne. Sa che non sarà facile fuggire, ma deve riuscire a riconquistare la libertà; è tutto così confuso, quasi come se non ricordasse nulla di quanto accaduto.
L’Oracolo comprende cosa è successo e la sua mente è paralizzata dall’orrore. Ora, solo ora ha idea di quali terribili effetti ha causato il loro incantesimo, i fattori di cui non hanno tenuto conto.
Prima che possa pensare a come bloccare quel mostro, la lunga coda squamata della creatura di Meridian lo avvolge e lo solleva in aria.
- Grazie, poveri sciocchi, per avermi riportato a Kandrakar!
È un mesto spettacolo quello che appare agli illuminati abitanti della fortezza accorsi alle grida della serpe; Tibor annaspa, incerto sul da farsi, esattamente come gli altri spiriti.
La fiammella di Luba vortica impazzita intorno al capo dell’Oracolo per cercare una soluzione.
Yan Lin è certa di trovarsi davanti all’antico Lord Cedric, il servo devoto di Phobos, il suo spirito immutato dal recente soggiorno sulla Terra e dall’incontro con Orube.
Non sente la sua parte buona, il coraggio generoso di chi è pronto a sacrificarsi per le persone amate, il rimpianto per una vita segnata dall’odio.
No, il Cedric che ha di fronte sfoggia l’ira come un meraviglioso fregio, con tutti i suoi lunghi denti bene in vista. Un brivido le percorre la schiena: non è solo il solito nemico delle Guardiane, bensì sembra essere avvolto in un’aura magica del tutto nuova. È la forza del Triumvirato, unita al potere benefico del Cosmo di Obliminose, che permane il suo corpo, non ci sono dubbi.
- Apritemi un passaggio per Meridian, o dovrete ricominciare la ricerca di un nuovo Oracolo.
Endarno freme di rabbia, ma nemmeno lui sa come agire; porta molto rancore verso il principe di Meridian e il suo servitore per il lungo periodo di prigionia alla Torre delle Nebbie e l’onore infangato, è avvertibile nell’aria.
Alcuni saggi tentano di spostarsi alle spalle del nemico, ma questo si allontana ridendo, rapido ed inafferrabile. Che fare, se non accontentare le richieste del mostro?
Il volto dell’Oracolo perde colore, non c’è molto tempo per prendere una decisione.
Nemmeno ai tempi di Nerissa e del suo attacco all’armonia, Kandrakar si era trovato in una simile crisi.
- Muovetevi!
Il guerriero di Basiliade chiude l’occhio ancora sano e alza una mano alle sue spalle, sentendosi improvvisamente impotente. Non ha altro modo di salvare l’amico: è stanco e debole e Yan Lin non è da meno.
Stringe i denti, sentendo l’energia del portale attirare verso un mondo diverso.
- Non credere di averla fatta franca, dannato mostro: manderemo le Guardiane a riprenderti e soffrirai la pena eterna che meriti alla Torre delle Nebbie.
Un tuono spezza il pesante silenzio che ha avvolto la Congrega, come a sottolineare la minaccia nelle parole di Endarno. L’ex-Guardiana al suo fianco congiunge le mani, senza sapere cos’altro aggiungere. I saggi alle loro spalle mormorano spaventati.
Alla vista del passaggio magico, Cedric si libera dell’Oracolo, che cade privo di sensi tra le braccia di uno sconvolto Tibor, e si tuffa con eleganza in direzione del portale.
Prima di attraversarlo, si volta a guardare gli spiriti eletti della fortezza: potrebbe distruggerli tutti e ripagarli per quanto gli hanno fatto, tanto si sente potente, ma non vuole più avere a che fare con quel regno di ipocrita pace.
L’unico suo pensiero è il Metamondo, il regno che gli era stato promesso da Phobos prima della disfatta definitiva: vuole prenderlo per sé, Lord Cedric, e scalzare dal trono quella mocciosetta di Elyon. Vendetta, ecco quello che desidera.
Non è mai stato tanto forte, ma grazie alla stupidità dell’Oracolo potrà correggere ogni torto che ha subito. Meridian sarà sua, finalmente!
Quanto ha detto Endarno gli sembra così vuoto e sciocco: non teme quelle ragazzine, ora che è diventato tanto forte. Farà pagare il giusto anche a loro, sì.
Il portale disegna sul suo volto ombre di pazzia e malvagità, accentuando la nota crudele che brilla nelle pupille verticali da rettile.
- Chiama pure le tue streghette, vecchio pazzo: le aspetterò con trepidazione, non temere. – E svanisce tra le fiamme splendenti, come se non ci fosse mai apparso; i cieli di Kandrakar tornano sereni improvvisamente, il temporale lascia spazio alle candide nuvole che segnano la pace.
L’Oracolo apre gli occhi, di nuovo in sé; scaccia via i saggi che lo circondano preoccupati, pur essendo visibilmente segnato da quanto è accaduto.
- Convocate le Guardiane all’istante. So che sono impegnate in un’altra missione, ma questi eventi hanno priorità. Non possiamo permettere che il Metamondo sia distrutto da quella bestia per un nostro futile errore.
Yan Lin si dirige verso la sala del consiglio, per contattare la nipotina e le sue amiche. Non ha idea di come prenderanno questa storia, per non parlare di Orube…
Luba l’accompagna in silenzio, anche lei preoccupata, pregando che gli elementi sappiano cosa sta accadendo.

Qualcosa non va al centro dell’infinito: sento distintamente che Kandrakar è afflitta da una qualche sciagura, anche se non ho la facoltà di capire cosa stia accadendo.
Non posso vagare a mio piacere nell’universo, oltre a tornare al mio mondo natale, perciò non mi resta che attendere una chiamata dalla fortezza per scoprire la verità.
Nagadir mi guarda con attenzione, sorpresa dai miei movimenti bruschi, segno che mi sto tendendo con i sensi più in là dell’apparenza.
Odio non comprendere, odio non sapere. Cerco di calmarmi camminando in tondo lungo il disegno del tappeto; devo concentrarmi su questo mondo, sulla sua regina e non mostrarmi nervosa.
Sento ancora voci a me sconosciute, nella mia testa, e non riesco a farle smettere: è una richiesta d’aiuto sempre più pressante, forte ed insistente.
Chi sei, perché mi tormenti?Senza una risposta non potrò fare nulla per te!
È impossibile, eppure giurerei che si tratta di un richiamo dal passato. Un altro doloroso ricordo. Vattene, te ne prego: ho sofferto troppo, ora devo voltare pagina.
Addio.





   
 
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