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Autore: Mary West    27/11/2012    7 recensioni
Un evento incredibile sconvolge la vita tranquilla di Tony Stark e lui si sentirà più solo e distrutto che mai proprio nel momento in cui il mondo ha bisogno di Iron Man più che mai prima d'ora. Un arrivo dal passato, un nuovo nemico da sconfiggere, amicizie indistruttibili e l'amore più puro fanno da sfondo all'avventura del secolo e tra litigi, notti insonni, travestimenti e bugie gli Avengers si riuniranno ancora.
Lei annuì e tornò ad accarezzargli la mascella, senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi perfetti.
«Baciami» sussurrò adorante. «Tutta la notte.» Lui sorrise e la accontentò.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Pepper Potts, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'You'll find that life is still worthwhile, if you just smile'
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Capitolo VI
The rancher's circle



“Buongiorno.”
Era le quasi le nove e il primo piano di villa Stark era ancora avvolto nel sonno e nel silenzio più assoluti. Al piano inferiore, il padrone di casa aveva appena aperto gli occhi e si era seduto sul divano, che aveva svolto la funzione di letto per quella notte, con le mani che giocavano con i fianchi e il ventre della sua fidanzata. Pepper era sveglia anche lei, ma teneva ancora gli occhi ben chiusi e lasciava che le dita di Tony le danzassero attorno.
“Buongiorno” replicò con la voce ancora impastata dal sonno. Un vistoso sbadiglio le dischiuse le labbra e finalmente aprì gli occhi. Si rigirò nel divano, con la coperta che le si era avvolta attorno alla vita in onde dorate e scarlatte e i capelli che accarezzavano l’unico cuscino che lei e Tony erano riusciti a tenere per sé.
“Ti fa ancora male la schiena?”
Prima di rispondere, Tony lanciò uno sguardo indagatore alla cucina, il corridoio e le scale.
“Un po’” rispose riluttante.
“Che guardi?” gli chiese Pepper, ridendo perché tanto già sapeva la risposta.
“Stavo controllando la situazione per assicurarmi che fossimo soli, dato che la nostra casa è stata devastata da un’orda di folli peggio di Roma invasa dai Lanzichenecchi.”
Pepper rise del paragone e incurvò la schiena poggiando il collo sul divano e unendo la bocca a quella di Tony. Per qualche istante, rimasero in silenzio.
“Howard mi è sembrato molto gentile” tentò lei dopo qualche secondo di silenzio. Si morse il labbro e concentrò la sua attenzione sul viso di Tony. Lui annuì, distaccato.
“Sì, be’… non mi sembra sia stato particolarmente eloquente.”
“Magari sta aspettando” continuò Pepper, sempre con lo stesso tono paziente.
“Aspettando cosa?” chiese lui scettico.
“Te” replicò lei semplicemente. “Sta dandoti il tempo di cui ha bisogno. Non vuole metterti fretta; lascia che sia tu a fare il primo passo quando ti sentirai in grado di farlo.”
Tony fissò lo sguardo nel vuoto e pensò. Howard si era davvero messo da parte nelle ultime ventiquattr’ore e lui si era chiesto il motivo di quel suo assurdo comportamento. Se ci teneva a riallacciare il loro rapporto, perché non ci provava sul serio? Davvero lo stava aspettando, gli stava dando la possibilità di scegliere?
“Non saprei” affermò con una scrollata di spalle.
Sentì poi le dita di Pepper sfiorargli il reattore e stringersi attorno ai bordi. Quando la guardò, aveva gli occhi pieni di dannata comprensione e indelebile sostegno.
“Lo sai qui” gli disse paziente e lui scosse la testa.
“Sai, preferirei la smettessi di avere sempre ragione. Evidentemente, non ti sei resa conto che sono Tony Stark e, per quanto tu possa essere speciale in quanto mia ex segretaria e attuale fidanzata, ci sono dei limiti che neanche tu puoi superare e ciò include anche il fatto che non puoi darmi sempre torto.”
Lei rise e gli diede una cuscinata in volto. Lui aprì la bocca indignato e la colpì a sua volta, ma Pepper lo scansò e il cuscino finì sulla faccia ancora assonnata di Phil.
“Buon-… oddio, che è?!”
Pepper rise e si rimise seduta fra le lenzuola.
“Scusa Phil” disse colpevole riprendendosi l’unico cuscino che erano riusciti a racimolare.
“Come fate ad avere tutte queste energie alle nove di mattina?” si lamentò lasciandosi cadere sulla poltrona di fronte al divano.
Tony sospirò e si portò una mano alla schiena; Pepper gli mise le mani sul dorso e iniziò a muoverle lentamente, ma con decisione.
“Avete dormito uno schifo qui sopra, non è vero?” aggiunse poi Phil con sguardo apprensivo.
“Qui sopra dove?”
Steve e Howard si erano svegliati.
“Buongiorno Capitano” lo canzonò Tony e Pepper gli diede una piccola spinta.
“Ciao Stark” replicò Steve roteando gli occhi al cielo. “Perché sei ancora qui?”
“Be’” rispose Tony fingendosi pensieroso. “Sai com’è, ci abito.”
Steve sbuffò.
“Intendevo sul divano” specificò. “Non dirmi che hai continuato a stare qui tutta la notte solo per avere un po’ più di intimità” disse storcendo il naso in una smorfia disgustata.
“Veramente, Rogers, data la tua presenza nel mio letto, io ho dovuto dormire sul divano” replicò Tony seccato e abbassò la testa all’indietro sulla spalla di Pepper, chiudendo gli occhi per la stanchezza. Lei sorrise comprensiva e gli accarezzò delicatamente i capelli in disordine.  
Steve e Howard si guardarono colpevoli.
“Avete dormito sul divano, tutti e due?” domandò Howard stupefatto. “Perché non ce l’avete detto?”
“Non credo che sareste stati capaci di costruire un letto nel giro di un’ora, perdonatemi la scarsa fiducia” ribadì Tony tranquillo, mentre Pepper aveva ripreso a massaggiargli lentamente le spalle.
“Avremmo potuto disporci diversamente” replicò Howard testardo.
“Non credo sarebbe cambiato molto… insomma, avremmo dovuto stringerci tipo tre in un letto e per quanto mi stuzzichi immensamente l’idea di includere Barton in una deliziosa cosetta a tre nel gioco del dottore e del paziente che Natasha tanto bramava di fare ieri notte insieme a Banner, non credo avrei tollerato la dipartita di Rogers a causa delle mie straordinarie capacità anche in quel campo, senza contare che non è proprio il mio tipo.”
“Oh, neanche tu lo sai” replicò prontamente Steve. “Preferisco qualcosa di più femminile e aggraziato.”
“Non provarci con Thor, sai! Ha anche lui un amore lontano” proferì Tony con voce solenne. “Comunque, qualcuno sarebbe finito sul divano in qualunque caso” concluse pratico.
“Potevi non andarci tu” ribadì Howard severo. Tony spalancò la bocca piacevolmente sorpreso, ma non rispose.
“Buongiorno, amici Vendicatori.”
Il padrone di casa diede un sospiro incredulo.
“Santo Cielo, Thor, sai proprio come alleggerire la pressione, non è vero?”
“Non capisco, uomo di ferro” rispose il dio, strabuzzando gli occhi in un’evidente manifestazione della sua estraneità a concetti quali ironia e sarcasmo, ma anche pressione e alleggerimento.
“Lascia perdere” replicò Pepper fra le risate.         
“Ho fame” si lamentò Clint, che aveva raggiunto con Bruce l’ultimo divano libero. “Quando si mangia?”
“Smettila Barton, non sei ad un bed and breakfast” lo rimbeccò Natasha con una smorfia esasperata.
“No, infatti” ragionò Tony perplesso. “Sembra più la versione horror di un qualche reality show. Se fosse così, potremo mandare in nomination la Padella!”
“La mia padella!” intervenne Steve colpito. “Dov’è?”
“Quale padella?” chiese Howard confuso.
“Cioè, lo scudo” si corresse Steve spazientito. “Stark, smettila di chiamarla in quel modo oltraggioso e ridicolo, fai confondere persino me.”
“Ah, Rogers” gongolò Tony visibilmente compiaciuto e Pepper lo spintonò di nuovo scherzosamente.
“Me lo dai o no?”
Questa volta persino Pepper non poté trattenersi dal ridere. Lei e Tony si guardarono e mentre lui si abbandonava ad una risata fragorosa e profondamente divertita, lei si limitò a ridacchiare fra sé. Anche Bruce e Natasha si unirono alla loro ilarità, con grande imbarazzo e irritazione di Steve.
“Quando avete intenzione di dare un taglio al vostro atteggiamento poco maturo, avvertitemi” annunciò incrociando le braccia piccato, cercando di celare il rossore che gli aveva invaso le guance.
“Cos’è questa confusione?”
La voce di Nick precedette di pochi istanti la sua entrata in scena. Scese le scale con grande classe, cosa di certo non favorita dal pigiama grigio che indossava e che decisamente si male intonava alla sua carnagione scura, e raggiunse il centro del salotto, incrociando le braccia con aria severa.
“Ho appena finito di parlare con l’agente Hill” iniziò con tono professionale e Tony e Pepper si scambiarono uno sguardo complice e malizioso. “Glanster è arrivato a San Francisco. Stasera il suo braccio destro, un tale di nome Fuhrmann, sarà al Big Horse Journey con un paio di complici. È necessario far infiltrare, pertanto, un paio di noi per cercare di carpire informazioni a proposito di Glanster” concluse compito. Tony sollevò le sopracciglia perplesso e Fury lo guardò distaccato, cercando di ignorare il fatto che si trovasse semi steso con la schiena appoggiata contro Pepper e le mani di lei sulle spalle.
“Illuminami, grande capo” intervenne con tono di finto ossequio. “A quale scopo? E in che modo?”
“Dovresti conoscere quel posto, Stark” lo incenerì Nick minaccioso e Tony pensò.
Il Big Horse Journey aveva detto? Ma certo… era stato ai telegiornali per settimane. ‘Il locale più sexy al mondo’ l’avevano definito. Era un pub che richiamava lo stile, le fattezze e il genere del Far West. In un’altra epoca, Tony ci sarebbe andato.
“E allora?” chiese ancora.
“Allora, non dovrebbe esser difficile riuscire a scoprire qualcosa… più ci avviciniamo a Fuhrmann, più ci avviciniamo a Glanster.”
Un sospiro teatrale si levò all’unisono e tutti capirono che quello era solo l’inizio.
 

*

 
Era molto tardi quando la Lamborghini grigia di Tony frenò stridendo sull’asfalto perfettamente liscio fuori dal Big Horse Journey. Tony e Steve, che erano seduti l’uno accanto all’altro sui sedili anteriori in quella che era una perfetta imitazione di una giovane coppia in litigio perché il gatto del primo aveva rubato le crocchette al cane del secondo, si guardarono incuriositi in giro. Fuori dall’entrata vistosa del pub, stava un piccolo gruppo di giovani dall’aria molto poco affidabile e probabilmente sbronza. Steve tirò un sospiro di disapprovazione.
“Questi locali sono una rovina” asserì convinto nel suo dolore morale e interiore.
“Dacci un taglio, Rogers” lo stroncò subito Tony, ma sorrideva. “Non ho alcuna intenzione di subire una ramanzina sull’importanza dei ruoli che l’alcol e il sesso facile hanno ricoperto nella distruzione del tuo ideale di amore casto e puro.”
“Il mio ideale di amore non è casto e puro” replicò Steve stizzito. “Solo ritengo che ci sia un modo migliore, ben diverso, da questo di trascorrere le proprie serate.”
“Tipo portare a ballare una donna con i capelli stile Grace Kelly ne La finestra sul cortile in un locale dove non offrono alcolici ai minorenni e la musica più chiassosa ed eversiva è il jazz di Charlie Parker e Harry Potter?”
Tommy Potter, Stark” lo corresse Steve esasperato, con i denti serrati per il fastidio che gli causava la vicinanza con quell’individuo, per non parlare del suo modo ingiurioso di relazionarsi con grandi eroi del passato come i jazzisti più longevi e rispettati.
“Sul serio, non capisco perché ho dovuto accompagnarti io.”
“Ah, neanch’io lo capisco. Tu hai insisto, tesoro.”
“Solo perché l’alternativa era stare con Thor… e non chiamarmi tesoro” aggiunse spazientito. “Usa questi dolci nomignoli affettuosi per la tua ragazza” continuò piccato.
“Cos’è tutta questa rabbia, Capitano?” gli chiese sospettoso Tony. “Non ti garba la mia bimba?”
“La tua cosa?” domandò Steve perplesso.
“La mia bimba” ripeté Tony tranquillo.
“Se ti riferisci a Virginia” riprese Steve impaziente. “Certo che mi garba. Mi dispiace solo che si è imposta un supplizio del genere” alluse scettico. “Come ti sopporta da tredici anni è una cosa che solo lei sa.”
“Geloso, Capitano?” disse Tony malizioso. “Devo dire che mi sorprendi. Cioè, non proprio: insomma, sapevo di interessarti, ma addirittura diventare invidioso della mia bimba…”
“Non sono geloso di te” si lasciò scappare Steve e Tony strabuzzò gli occhi, ridendo nervosamente.
“E invece sarà meglio per te che sia così, Capitano, o la Padella la userò per friggertici dentro” minacciò esaustivo.
Steve roteò gli occhi al cielo e sospirò.
“Non intendevo in quel senso” borbottò imbarazzato.
“E in quale, di grazia?”
“Nel senso che… oh, lascia perdere.”
“No, voglio capire” insistette Tony ed era stranamente serio. Steve lo guardò e annuì, sempre più a disagio.
“Be’, quando Natasha ci ha detto che avevi una relazione stabile con una ragazza, sono rimasto molto stupito. Diciamo che non sei il tipo che avrei immaginato invischiato in una situazione seria, a livello sentimentale” cominciò pacato. “Non immaginavo, insomma, che fosse così… legati. Si vede he con lei sei diverso…uhm, cioè migliore. Ho pensato che sei davvero fortunato e che non tutti hanno la fortuna tua, di avere qualcuno sempre e comunque dalla propria parte, pronto ad aiutarti in qualsiasi situazione, fino a partecipare a fughe illegali e missioni spionistiche. Insomma, hai capito.”
“Più o meno” rispose Tony. “Come mai avete parlato di questo?” aggiunse poco dopo.
Steve esitò.
“Lascia stare” lo fermò Tony. “Nick e Barton hanno litigato con Phil, non è vero?”
Il Capitano annuì, sorpreso.
“Già. A nessuno dei due va molto a genio Pepper. Cioè, in realtà più a Nick, Clint dubita di chiunque. E Phil è il suo migliore amico… naturale che non vadano d’accordo.”
Steve annuì di nuovo, poi parlò di nuovo.
“Stai molto a cuore a Howard, sai.”
Tony sorrise fra sé; si stava proprio chiedendo quando sarebbe arrivato quel momento.
“Te l’ha chiesto lui?” gli ciese in un sussurro rassegnato. Rogers parve non capire.
“Cosa?” chiese perplesso.
“Di dirmelo.”
“No” rispose subito Steve. “Assolutamente. Anzi, lui ci ha detto non di parlartene e di darti tempo. Non vuole che ti si metta fretta.”
Tony annuì, distaccato.
“Lo conosco da tanto tempo e so che a te sembra non sia mai stato un buon padre, ma ti vuole bene, anche se magari non è mai stato in grado di dimostrartelo nel modo giusto e farebbe qualsiasi cosa per te. Sarebbe anche disposto a sacrificare la possibilità di entrare nella tua vita, se questo significasse che sei libero e felice.”
“Rogers…”
“Stark, neanch’io ho avuto un buon padre” continuò Steve infervorato. “Ma se fossi al tuo posto, non perderei l’occasione di dargli una seconda possibilità. A lui e a me. Non tagliarlo fuori dalla tua vita solo per paura che ti deluda di nuovo o per rancore di un passato che non può cambiare. Conta che ora è qui e lo è per te. Nient’altro.”
Tony deglutì, ma sembrava che tutta la saliva fosse scomparsa. Strinse le mani sul volante e respirò.
“Grazie” bisbigliò grato. Steve lo guardò con un sorriso quasi paterno, dall’alto dei suoi novant’anni scarsamente dimostrati. Naturalmente, a causa del suo fisico falso imbottito di siero.
“Quando vuoi.”
Un silenzio imbarazzante cadde fra loro.
“Ma questo non vuol dire che ci puoi provare con la mia ragazza.”
Steve roteò gli occhi al cielo, sollevato che fosse tornato al suo solito brio.
“Ti ho detto che non voglio provarci con la tua ragazza” si giustificò testardo.
“Sì, certo. Ho visto come la guardi, bello, ma lascia perdere. Lei ha trovato l’uomo perfetto.”
“Ah ah, sicuro. Che donna fortunata. E comunque ho solo pensato che fosse troppo carina ed eccessivamente buona e gentile per stare con te.”
“E quindi dovrebbe stare con te? Stai scherzando spero. Non funzionerebbe mai, hai settant’anni più di lei.”
“Sulla carta d’identità.”
“Non mi dire… sai cos’è?!”
“Dacci un taglio, Stark.”
“Come sei tenero, Rogers, quando arrossisci.”
“Te lo ripeto per l’ultima volta, Stark: dacci un taglio.”
“Stai cominciando a rimpiangere il locale dissoluto con Thor, non è vero?”
“Capitano, mio Capitano!”
La voce di Phil giunse dall’apparecchio radiofonico emozionata e venerante e Tony ebbe l’impulso di chiudere istantaneamente la conversazione.
“Agente Coulson, ti riceviamo forte e chiaro” scandì il Capitano con voce alta e lenta. Tony scosse la testa esasperato.
“Santo Cielo, Rogers, non sono le radio degli anni Quaranta. Questi sono auricolari moderni, servono per comunicare e passare inosservati. Motivo per cui, non è richiesta una voce da soprano, quindi taci.”
“Smettila di fare il Leonardo da Vinci della situazione, Stark.”
“Io?! Sei tu che non sei capace nemmeno di maneggiare un semplice…”
“E tu, allora?”
Capitano!”
La voce che uscì dall’auricolare stavolta era di Nick e non era di certo gentile, adorante e disponibile come quella di Phil.
“Sì, grande capo?”
“Thor e Barton sono arrivati adesso.”
Tony alzò lo sguardo fuori dalla macchina e individuò facilmente i due infiltrati di sesso maschile. I suoi occhi si dischiusero in un’espressione di esasperata rassegnazione.
“Ma come si sono conciati?!”
C’era infatti un motivo per cui Tony li aveva individuati così facilmente. Barton indossava un paio di pantaloni beige piuttosto larghi e un enorme camicia a quadrettoni con sopra una giacca molto in stile anni Sessanta. Thor portava un ampio vestito a fiori color prugna, dei sandali di legno ed entrambi avevano due grandi cappelli da cowboy. Perfino da laggiù, il Capitano poteva sentirli discutere animatamente sul vestiario reciproco.
Tony stava per aprire la conversazione con quei due, sgridarli e spedirli a casa sua perché la banda di ragazzi aveva cominciato a fischiare nella loro direzione e a chiamare Thor a gran voce. Steve al suo fianco non riusciva a star fermo.
Proprio in quel momento, dall’altra parte della strada, una Maserati rosso fuoco si fermò sgommando davanti il locale. Thor e Clint smisero di discutere e Steve e Tony alzarono lo sguardo: le portiere di aprirono e Natasha e Pepper misero piede sull’asfalto.
Natasha portava un vestito molto corto beige e bianco, dalla gonna appena a sbuffo e il corpetto aderente che metteva bene in mostra le sue qualità; anche lei portava un cappello da cowboy a frenarle i riccioli rossi e un paio di stivali neri ai piedi. Pepper scese subito dietro di lei: sopra i cortissimi pantaloncini di jeans, indossava una maglia sbracciata con l’orlo sfilacciato e una camicia a quadri che le coprisse solo il petto, lasciandole scoperta gran parte della schiena. Un paio di stivali simili a quelli di Natasha le coprivano metà gamba e si rigirava il cappello fra le mani con aria imbarazzata.
Tony, Clint, Steve e Thor le guardavano tutti e quattro sconvolti e nessuno di loro riusciva a tenere chiusa la bocca.
“Accidenti” esclamò Barton con gli occhi sbarrati.
“Ma le Midgardiane sono tutte così?”
“Chiudi la bocca, Rogers, mi stai imbrattando tutto il cruscotto con la tua disgustosa saliva. Chiudila o ti faccio cadere la mascella.”
“Non sto sbavando, Stark, smetti immediatamente di fare queste allusioni maliziose e ridicole…”
Il gruppo di sbronzi posò lo sguardo su Natasha e Pepper nello stesso istante in cui loro varcarono la soglia del locale. Thor e Clint entrarono dopo di loro.
“E ora?” chiese Steve, riacquistando calma interiore. Tony sospirò.
“E ora… aspettiamo.”
 

*

 
“Uhuh!”
Natasha sbatté le mani ridendo, mentre Pepper cavalcava il grande cavallo finto al centro della sala, accompagnata dalle risate e dai fischi d’apprezzamento di gran parte delle persone presenti nel locale. Il cavallo si fermò all’improvviso e lei scese con grazia, raggiungendo l’amica al bancone.
Thor e Clint erano seduti poco lontani e cercavano di passare inosservati, con scarsissimo successo.
“Cosa prendete, belle signorine?”
“Due birre, tesoro” replicò Natasha maliziosa. Il barista le sorrise con altrettanta malizia.
“Ricordati di Bruce” le sussurrò Pepper ed entrambe scoppiarono a ridere. Bevvero in un gran sorso la loro birra e stavano per ordinarne un’altra quando due giovani le avvicinarono. Uno di loro scattò vicino a Pepper e le posò una mano sul fianco. Entrambi portavano un ciondolo a forma di fungo al collo e Natasha lanciò uno sguardo vittorioso a Clint.
Beccati.
 

*

 
Natasha e Pepper erano entrate da quasi tre ore e nessuno fino a quel momento aveva dato notizie.
Fuori dal locale, Tony continuava a battere nervosamente le dita sul davanzale del finestrino, impaziente e snervante. Steve sapeva di poter resistere ancora per poco.
“La smetti?” gli intimò irritato.
“Di fare cosa?”
“L’esaurito.”
“Sono entrate lì tre ore fa. Che stanno facendo?!”
“Smettila di fare l’agitato.”
“Lo faresti anche tu se lì dentro, mezza nuda e circondata da maniaci sessuali e assassini, ci fosse la tua ragazza.”
“Il fatto che riesca a farti diventare apprensivo è delizioso” gongolò Steve, finalmente con la possibilità di irritare a sua volta Stark. Tony arricciò la bocca in un’espressione altezzosa.
“Io non sono apprensivo. Solo non capisco perché ci sia dovuta andare anche lei.”
“Il gruppo di Glanster non si sarebbe fatto attrarre da Thor, per quanto il suo vestito a fiori color prugna gli donasse immensamente.”
“La Romanoff non era sufficiente?” insistette Tony imperterrito.
“Ce ne volevano due, Stark, smettila di fare la mammina.”
“Io non faccio la mammina… Pepper non è neanche una spia!”
“Ma è entrata a parte della cosa. La colpa è tua, non dovevi coinvolgerla nella fuga.”
“Non è colpa mia se non siete neanche in grado di difendervi da un gruppo di funghetti al comando di un esaltato con manie di grandezza.”
Steve sospirò e stava per rispondere che era davvero idiota, ma la porta del pub si era aperta e Thor e Clint la varcarono, con al seguito Pepper e Natasha. Tony tirò un sospiro di sollievo.
“Allora?” incalzò subito appena i quattro infiltrati si furono avvicinati. Thor aveva l’aria sconvolta.
“Oddio, Thor, dimmi che non hai sedotto nessuno” lo implorò Tony. Natasha sorrise incredula.
“Be’, veramente sì. Fuhrmann è pazza di lui e del suo vestito a fiori.”
“Andiamo bene” replicò Steve rassegnato. “Aspetta un attimo” disse poi. “Hai detto pazza?”
Clint sospirò affranto.
“A me non mi ha calcolato di striscio. E dire che il mio cappello era molto più trendy.”
“Fantastico” aggiunse Tony fingendosi compiaciuto. “Saltate in macchina che il grande capo vorrà un resoconto della serata.”
Natasha e Pepper tornarono alla Maserati e Tony rimise in moto la sua Lamborghini, mentre Thor e Clint tornavano a discutere animatamente di outfit e accessori.
“Comunque, Legolas, anche il mio cappellino era molto trendy.”
Clint sospirò ancora e prese nota di chiedere a Coulson di fare cambio stanza quella notte perché non avrebbe potuto tollerare altro tempo in compagnia di quel dio e dei suoi ridicoli pensieri su fiori e prugne ancora per molto.























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Buona sera miei Vendicatori! 
E allora eccomi qui con questo sesto capitolo. Ci tenevo molto a postare adesso perché pochi minuti fa sono scattati esattamente tre anni, tre mesi e tre giorni che sono iscritta a Efp e come festeggiare questa data speciale se non con la mia long preferita? In realtà, questo capitolo non mi convince particolarmente, ma, lo guardo e lo riguardo, a migliorare non migliora, quindi questo passa il convento. 
Nei giorni scorsi, sono riuscita a rispondere alla maggior parte delle recensioni e cercherò di rispondere anche alle ultime che mi mancano il prima possibile. In ogni caso, voglio ringraziare quei magnifici sette che mi hanno recensito lo scorso capitolo - MissysP, Alley, Silvia_sic1995, _Let it shine, LadyBlack89, DocHL, scarpegiallolimone - e promettere che risponderò il prima possibile. Grazie di cuore a voi e a tutti gli altri che dedicano attenzione, affetto e anche solo un minuto del proprio tempo su questa storia perché fate la mia felicità. 

Come al solito, qualche cosuccia: 

[1]The secret circle è un telefilm statunitense con protagonista Cassie Blake;
[2]: l'amore lontano di Thor a cui Tony allude a inizio capitolo è, naturalmente, Jane; 
[3]: Charlie Parker e Tommy Potter sono due jazzisti famosi degli anni Quaranta - il primo sassofonista e il secondo contrabassista;
[4]: Glanster dal tedesco significa "fungo" e da questo il simbolo sui vestiti dei suoi complici;
[5]: il locale citato è completamente inventato;
[6]: l'appellativo riferito a Clint - Legolas - è ispirato al film degli Avengers; 
[7]: per quanto riguarda l'appellativo di Phil al Capitano, vedere note del capitolo precedente.

Come forse avrete capito, la long viene aggiornata ogni dieci giorni circa e spesso a metà fra un capitolo e l'altro, troverete qualcos'altro nel fandom degli Avengers, di Iron Man o qualsiasi altro mi capiti sotto mano. :)
Credo di non dover aggiungere altro. Quindi, grazie ancora a tutti e buonanotte!
A presto, Mary.
   
 
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