XVIII
Capitolo: Chiarimenti.
Quanto tempo era
passato da quella luna piena?
Una settimana
ormai, e
la nuova luna piena stava arrivando, e sicuramente non sarebbe stata
una luna
facile.
Derek non faceva
altro
che passare da uno stato euforico ad uno di rabbia ad uno di terrore.
Probabilmente
iniziava
a diventare schizofrenico.
Ma ovviamente
riusciva
a mantenere la maschera da duro davanti al branco.
Il momento
peggiore
della giornata era la notte, poiché era libero di lasciar
vagare la mente, che
inevitabilmente tornava a quella notte.
Doveva smettere
di
pensarci, smettere di ricordare quanto si fosse sentito bene.
Lei stava con
Stiles, e
lui aveva approfittato di una sua debolezza per fare ciò che
voleva,
infischiandosene delle conseguenze.
Se ora ci
fossero stati
dei problemi tra l’umano e Rachel sarebbe stata solo colpa
sua, e Derek si
sentiva in colpa.
Non doveva
più vedere
la ragazza, anche se non avrebbe cambiato le cose.
Certo se
l’era
ripromesso più di una volta, ma questa volta ci sarebbe
riuscito.
Doveva riuscirci.
Faceva male, nel
profondo, ma si sarebbe abituato anche a quel dolore prima o poi.
Aveva notato lo
sguardo
di Scott quando facevano le riunioni, ed era ovvio che lui sapesse cosa
fosse
accaduto.
Ma non glielo
avrebbe
mai chiesto, ne avrebbe lasciato che il beta sollevasse
l’argomento.
Anche Rachel non
sapeva
cosa fare.
Non voleva fare
la
parte della stronza che tradisce il ragazzo, ma non poteva nemmeno dire
che non
l’avesse voluto tutto ciò che era successo con
l’Alpha.
Non riusciva a
capire:
amava Stiles e desiderava stare con lui con tutta se stessa ma
c’era una parte
dentro di lei che sapeva che non era del tutto giusto, che
l’Alpha invece fosse
la scelta giusta.
Ma Rachel non
amava il
lupo, amava Stiles.
Se il problema
si fosse
limitato al dirlo o meno al ragazzo poteva ancora uscirne viva, ma la
parte
peggiore era vedere le occhiate che le riservava Scott.
Non ne aveva mai
parlato direttamente con lui, ne con nessun altro.
Era arrivata al
punto,
dopo una settimana, che quando stava con Stiles si sentiva un peso sul
petto e
non riusciva a guardarlo negli occhi e presto o tardi l’umano
si sarebbe
accorto che qualcosa non andava in lei.
Doveva parlarne
con
qualcuno, o sarebbe impazzita.
“Io…”
disse Rachel a
cena quella sera, richiamando l’attenzione dello zio che
l’osservava
preoccupato.
La ragazza
poteva
sentire il proprio cuore battere all’impazzata, pronto a
prendere il volo.
David le fece
cenno con
la testa di continuare, e Rachel prese un gran respiro.
“Sono
andata a letto
con Derek l’ultima luna piena.” Disse di getto
senza fermarsi, posando la
forchetta nel piatto.
“Io
non capisco. Amo
Stiles zio, ma c’è quella piccola parte di me,
nascosta da qualche parte, che
pensa sia sbagliato! Capisci zio? Sbagliato! Quando invece è
sbagliato aver
tradito il proprio ragazzo! Io voglio stare con Stiles zio, non con
Derek…”
continuò la ragazza trattenendo le lacrime.
David si
alzò e la
raggiunse per poi abbracciarla.
“Shh,
va tutto bene
calma.” Disse cullandola.
“E’
successo anche a
tua madre sai?” le disse, staccandosi un po’.
“Che
cosa?” chiese
confusa la ragazza.
“Sì,
è successo anche a
lei. Stava insieme a Rupert, il fratello del padre di Derek, ed era lui
l’Alpha
di Beacon Hills a quel tempo. Aveva morso lui tua madre, ed erano
felici insieme.
Poi un giorno giunge in città un nuovo ragazzo, che
frequenta quasi gli stessi
corsi di tua madre. Sai, lei era addetta all’accoglienza e
così si ritrova a
passare molto tempo con questo ragazzo. Durante un pomeriggio in cui lo
aiutava
a studiare si baciano ed arrivano a fare l’amore. Tua madre
amava Rupert, ma
dentro di lei sapeva non fosse giusto, la sua parte lupesca sapeva che
sebbene
Rupert fosse il suo Alpha non era la persona giusta per lei, mentre
quel nuovo
ragazzo sì. Ed indovina chi era questo ragazzo: tuo padre.
Quando Rupert e tua
madre ruppero il licantropo capì che non poteva farci nulla
ed infondo aveva
sempre saputo che tua madre non era quella giusta per lui: quando un
Alpha
sceglie un compagno, quello è per sempre, e dato che Rupert
aveva già avuto una
compagna prima di tua madre, essendo più grande ed essendo
poi quella morta,
sapeva che lei non sarebbe stata per sempre.”
“Ma
Stiles non è un
lupo zio. Non… insomma come posso dirgli che lo amo ma il
mio lupo no? E’ da
pazzi! Non mi capirebbe. Non mi perdonerebbe.”
“Magari non subito, ma col tempo lo farebbe.”
Rispose David alzandosi e
tornando a sedersi.
“E se
il mio lupo si
sbagliasse? Se scambiasse la figura di Derek come Alpha con il mio
compagno?
Lui ha già avuto una compagna dopotutto.”
“Kate
Argent non conta.
Era un beta quando stava con lei, mentre ora è un
Alpha.”
“E se
io non volessi?
Se Stiles mi perdonasse e volessi continuare a stare con lui?”
“Potresti, ma sentiresti sempre che ci sarebbe qualcosa di
sbagliato. Nessuno
ti vieta di stare con lui sia chiaro, dico solo che hai
un’altra possibilità
oltre a lui.”
“Non
so cosa fare. E la
luna piena è la settimana prossima. Non voglio accada di
nuovo zio.”
“Se
non lo vuoi non
accadrà. La scelta spetta a te.” Rispose
enigmatico lo zio.
***
“Scott?
Va tutto bene
amico? Mi guardi come se dovessi rompermi da un momento
all’altro e la cosa mi
spaventa. Che c’è senti puzza di morte o malattia
o pestilenza? Se sto per
morire ti prego dimmelo! Così troverò il modo per
evitare che succeda. Sì
insomma non voglio morire proprio ora che la mia vita inizia ad essere
fantastica, lucertoloni a parte s’intende!” chiese
Stiles ormai al limite della
sopportazione.
Era da una
settimana
che l’amico l’osservava con
un’espressione da cucciolo bastonato dipinta sul
volto ed aveva tentato di ignorare la cosa, ma dopo
l’ennesima occhiata si era
stufato.
“Non
è niente Stiles.”
Rispose secco l’amico.
Ok
c’era sicuramente
qualcosa che non andava.
“McCall,
non sarò un
lupo mannaro ma so riconoscere se il mio migliore amico mi mente o
meno.”
Ribatté l’umano incrociando le braccia al petto e
fissando l’amico seduto alla
sua scrivania.
“Che
succede?” Lo
incalzò sedendosi meglio sul letto.
Scott lo
fissò a lungo
ed era sul punto di dire qualcosa, quando richiuse la bocca per poi
dire
nuovamente all’amico di non preoccuparsi.
“Eh
no, ora basta!”
esclamò Stiles scendendo dal letto e recuperando un
sacchetto dalla
cassettiera.
“Che
stai facendo!?”
gli chiese impaurito Scott mentre osservava il suo migliore amico
disegnare con
quella polvere nera un cerchio intorno alla sedia dov’era
seduto.
“Io
rompo il cerchio
quando mi dici che diamine succede! E non provare a rifilarmi una balla
lupetto.” Decretò l’umano sedendosi per
terra davanti all’amico.
Il licantropo
prese un
respiro profondo ed iniziò a parlare.
“Non
dovrei dirtelo io,
dovrebbe essere lei a farlo, ma vedo come sta e sento come si sente
e… Si
tratta di Rachel amico.”
“Cos’ha?”
“Lei…
Ti ricordi la
scorsa luna piena che lei ti ha detto che non era successo nulla? Ecco,
non ti
ha detto tutto. Sono andati alla vecchia casa nel bosco e sono stati
attaccati
e lei è stata ferita. Derek l’ha curata
e…” disse il lupo non concludendo la
frase.
“E…?”
chiese Stiles.
“….meti.”
rispose
biascicando Scott.
“Va
bene che posso
capire se menti, ma non ho il super udito, genio!”
“Hanno…
unito i loro
gameti?” disse titubante il licantropo.
“Loro
cosa?” chiese
confuso Stiles.
Insomma, unire i
loro
gameti significava che…
“No.
Oh no, no, no e
no. Mi stai prendendo per il culo vero? E’ tutto uno scherzo,
ora spunterà
fuori una telecamera nascosta che mi dirà che sono su
‘Candid Camera’ vero?
Vero Scott?” rispose l’umano alzandosi da terra ed
andando verso l’amico.
“No
Stiles, l’ho
sentito. L’ho visto, in un certo senso. Mi spiace
amico.” Rispose Scott
guardando la consapevolezza farsi strada negli occhi
dell’amico.
“Stiles,
puoi rompere
sto coso? Per favore…” chiese all’amico
che fece quanto gli aveva chiesto.
“Cosa
vuol dire che lo hai visto? Che
minchia vuol dire
Scott!” chiese Stiles iniziando a respirare più
velocemente, la crisi di panico
ormai iniziata.
“Ha
una cicatrice,
sulla clavicola sinistra, pressoché invisibile agli umani.
Serve agli Alpha
per… Marchiare le loro compagne. Ma Rachel non è
la compagna di Derek. Sì
insomma, Deaton ha detto che lei deve morderlo per rendere la cosa
‘ufficiale’,
e non lo ha fatto.” Rispose Scott.
Ma ormai la voce
dell’amico gli arrivava distante.
Sentiva soltanto
il
sangue pulsargli nelle tempie ed il respiro che non riusciva a passare.
Si sedette per
terra
con le gambe al petto e la testa tra di quelle, tentando di calmarsi.
Provava
delusione,
abbandono, tristezza.
E rabbia.
Rabbia verso se
stesso.
Rabbia verso
Rachel,
che era davvero poca rispetto a quella che nutriva verso
l’Alpha.
Aprì
gli occhi e si
alzò da terra.
Corse alla
scrivania e,
prese le chiavi della Jeep, uscì di casa, seguito
dall’amico che lo chiamava.
Salì
in macchina e non
aspettò Scott che si era attardato a dare una qualche
spiegazione al padre del
ragazzo, che aveva assistito alla scena.
Partì.
Guidò
superando tutti i
limiti di velocità presenti nel tratto di strada ma non gli
importava.
Parcheggiò
l’auto ed
una volta sceso non bussò nemmeno.
Scese le scale e
quando
arrivò alla fine trovò tutto il branco
dell’Alpha, compreso lui, che lo
fissavano stupiti.
Ignorò
le domande dei
presenti ed andò dritto verso Derek.
“Tu.”
Disse solo
dopodiché, non seppe bene nemmeno lui con quale coraggio,
caricò il braccio e
diede un pugno dritto in faccia al licantropo che, preso alla
sprovvista, si
sbilanciò un po’.
“Questo
è per esserti
fatto la mia ragazza, stronzo!” esclamò poi.
Si
allontanò dal branco
che lo fissava senza parole e dall’Alpha che sebbene avesse
gli occhi vermigli
lo guardava con un’espressione colpevole.
Ritornò
in auto e
partì.
Non voleva
tornare a
casa ed affrontare il padre ed il migliore amico.
Non voleva
nemmeno
vedere Rachel al momento.
Aveva bisogno di
stare
solo.
Doveva pensare.
Riflettere.
Valutare.
Ed aveva un
dannato
bisogno di andare all’ospedale perché, cazzo,
tirando quel pugno si era
sicuramente rotto qualche osso!
“Te
pareva, ho tenuto dentro il pollice! Maledizione
non sono nemmeno capace di fare a pugni!” pensò.
Parcheggiò
davanti
all’ingresso del pronto soccorso e quando Melissa lo vede
scattò sull’allerta.
“Che
succede Stiles?”
chiese preoccupata andandogli incontro.
“Credo
di essermi rotto
qualche osso della mano.”
Rispose
soltanto.
“Fammi
vedere.” Disse
Melissa prendendogli la mano, che in effetti era parecchio gonfia.
“Come
hai fatto?” gli
chiese.
Stiles non
rispose e
guardò altrove.
“Stiles.”
Insistette
lei.
“Ho
tirato un pugno
contro il muro. Ero arrabbiato e mi sono sfogato
così.” Rispose mentendo il
ragazzo.
Melissa lo
portò a fare
una lastra, e fortunatamente non si era rotto la mano.
“Tienila
fasciata per
un po’ di giorni ed il dolore dovrebbe passare. Tra una
settimana è passato ti
togliamo le bende.” Disse la donna mentre finiva di medicarlo.
“E’
curioso però.
Solitamente quando tiri un pugno al muro ti sbucci un po’ le
nocche…” buttò lì
Melissa, sperando che il ragazzo si aprisse.
“Forse
non ho fatto a
botte con un muro. Ma la versione per mio padre è
quella.” Rispose il ragazzo
scendendo dal lettino.
“Va
bene. Ho detto a
Scott di passarti a prendere, ora non riusciresti a guidare. Mi
raccomando non
togliere le bende Stiles. Fammi sapere se ci sono problemi.”
Lo salutò Melissa,
dopodichè tornò alla sua postazione.
“Cosa
ti è saltato in
mente Stiles?! Derek avrebbe potuto ucciderti!”
esclamò Scott aprendo la
portiera della Jeep all’amico.
“Se
non la smetti con
la predica prendo pure te a pugni.” Rispose Stiles dopo
essersi allacciato la
cintura di sicurezza.
“Stiles?”
chiese lo
sceriffo quando sentì il figlio entrare in casa.
“Sono
io Pà.”
“Cosa
è successo? Sei
sparito nel nulla e… cos’hai fatto alla
mano?” chiese con tono severo Jeff.
“Ho
preso a pugni un
muro.”
“Oh
certo, come no.
Perché tu hai preso e sei salito sulla tua Jeep per prendere
a pugni un muro
vero? E dimmi, chi sarebbe questo muro?”
“Hale.”
Rispose soltanto il ragazzo.
“Derek
Hale? Pensavo
non lo conoscessi.”
“E
invece lo conosco ma
credimi, preferirei non sapere nulla della sua esistenza.”
“Perché?”
“Lui
ha…baciato
Rachel.” Rispose il ragazzo.
“Oh...
Con lei hai
parlato?”
“No,
non le ho parlato.
Non ancora.”
“Ok.
Senti, se hai
bisogno di qualcosa sai che puoi contare su di me, vero
figliolo?” Chiese Jeff
dando una pacca sulla spalla al figlio.
“Lo so
Pà.” Rispose
Stiles ed iniziò a salire le scale, ma si fermò a
metà.
“Papà?”
chiese facendo
tornare il genitore nell’ingresso.
“Sì
Stiles?” rispose
l’uomo.
Stiles si
girò verso il
padre e corse ad abbracciarlo.
Non gli
importava di
sembrare poco virile, di farci la figura del ragazzo che piange ma
cazzo, stava
male, si sentiva morire dentro ed
aveva bisogno di qualcuno che gli stesse vicino.
Rimasero
abbracciati a
lungo in silenzio.
“Mi
dispiace. Per
Rachel e per le parole di quella sera. Non le pensavo veramente
figliolo.”
Disse il padre stringendolo di più a sé.
“Lo so
Papà. Ti voglio
bene.” Rispose il ragazzo ricambiando l’abbraccio.
“Ti
voglio bene anche
io figliolo.” Rispose lo sceriffo continuando ad abbracciare
il ragazzo.
“Tutto
si sistemerà
vedrai.”
Una volta in
camera si
fiondò sul letto e rimase così per tutto il
pomeriggio.
Giunta
l’ora di cena
scese in cucina e preparò da mangiare ed una volta pronto la
cena passò in
silenzio.
Tornato in
camera trovò
un messaggio di Scott.
-“Tutto
bene amico?”
“Si,
sto bene Scott.”
-“Le
hai già parlato?”
“No”
-“Hai
già pensato a cosa fare?”
“No.”
-“Idee?”
“No…”
-“Sei
innamorato di lei?”
“Si.”
-“Saresti
disposto a perdonarla?”
“…Si,
lo farei.”
-“Allora
sai cosa devi fare.”
“E’
la scelta giusta?”
-“Questo
io non posso saperlo, devi sentirlo tu.
Certo se al vostro posto ci fossimo io ed Allison, farei la stessa
cosa.”
“Grazie
Scott.”
-“Figurati,
gli amici servono a questo no? ;) Mi
spiace solo di essere un tantino distratto ultimamente.”
“Un
tantino distratto? Oserei dire che se morissi non
te ne accorgeresti nemmeno talmente sei preso dai
tuoi viaggi tra le nuvolette rosa. O nere
come preferisci. Si insomma, nere per via della rottura eccetera, hai
capito
no?”
-“Sì
Stiles, non preoccuparti. Ora va’ a parlare! In
bocca al lupo!”
“Haha,
spiritoso -.-”
-“;)
Vai!”
Finita la
“chiacchierata” con l’amico Stiles decise
che sì, sarebbe andato a parlare con
la ragazza.
Nello stesso
istante
Rachel decise che avrebbe detto a Stiles la verità.
Non era giusto
nei suoi
confronti continuare a tenergli nascosta una cosa del genere,
soprattutto se
non avrebbe avuto modo di ripetersi.
Scese le scale e
quando
aprì la porta di casa si ritrovò il suo ragazzo
davanti.
“Stiles!”
Esclamò
sorpresa.
“Posso
entrare?” chiese
timidamente il ragazzo.
Quando furono in
camera
sua, Rachel poté percepire meglio l’odore del
ragazzo, ed era qualcosa che la
faceva stare malissimo.
Oltre
all’ansia vi era
una tristezza opprimente e profonda, dolorosa.
Capì
che il ragazzo
sapeva, probabilmente aveva fatto parlare Scott.
La domanda su
come si
fosse fatto male alla mano passò in secondo piano,
sorpassata da una ben più
importante.
“Lo
hai saputo.” Più
che una domanda quella della ragazza era un’affermazione, che
venne confermata
dal cenno d’assenso del ragazzo.
“Mi
dispiace Stiles.
Io…” tentò di scusarsi Rachel, ma venne
interrotta dal ragazzo.
“Lascia
stare, non
importa.”
“Cosa?”
chiese confusa
lei.
“Sì,
non importa se sei
andata a letto con Derek. Scott mi ha spiegato come funziona, che non
è
qualcosa che puoi controllare, e me ne farò una ragione
sperando sempre che non
succeda di nuovo. Io sono innamorato di te Rachel, e ci sono cose che
non potrò
mai cambiare. Ma mi va bene così. Però ti prego
-disse il ragazzo avvicinandosi
a lei e prendendole le mani nelle sue- se tu dovessi capire di volere
lui
invece che me, dimmelo. Non importa per quanto possa farmi male, ma
dimmelo.
Niente più bugie, ok?”
Rachel non
riusciva ad
articolare una parola.
Insomma, era
incredula.
Felice ed allo
stesso
tempo triste.
Felice
perché Stiles
l’aveva perdonata certo, ma triste perché
l’ha fatto soffrire.
Ok potrebbe
sembrare
una cosa stupida, ma è così.
Delle lacrime
rigarono
il suo viso, traditrici silenziose.
“Ok,
te lo prometto.”
Rispose abbracciando il ragazzo.
Si
addormentarono
abbracciati e quando lo David li vide avvisò lo sceriffo che
il figlio era lì.
“Sweetheart.”
Disse
Gerard salutando la nipote.
“Nonno,
volevi
vedermi?” chiese Allison.
“Sì.
Vedi l’altra sera,
quando abbiamo teso una trappola a Derek, quella con lui era Rachel
Moore,
vero?”
“Si,
perché?”
“Perché
se ho ragione,
ci troviamo difronte ad un evento più unico che
raro.” Rispose enigmatico il
vecchio, che davanti all’espressione confusa della nipote
aggiunse
“Abbiamo
tra le mani un
Alpha e la sua Genitrice.”
NdA: Salve
salvino!
Come state?
Ecco per voi un altro “bel” capitolo!
Ok onestamente non mi piace la parte in cui Stiles parla con Rachel,
perché mi
sembra molto da bimbaminchia T_T Vi preso se così fosse
ditemelo!! D:
Davvero, vorrei
riuscire ad esprimere meglio l’amore che
c’è tra loro :/
Detto questo vi
ringrazio come sempre per le recensioni, siete fantastici!
Avete visto le
foto
dalla prima lettura del copione? Sono fantastiche!
Ed il nostro Dylan indovinate un po’? Ha i capelli lunghi!!
Ok non so se sia
un
bene o un male, perché sì sta molto bene con i
capelli così, ma Stiles ha i
capelli corti da tipo SEMPRE, e magari i capelli sono un po’
più Dylan che
Stiles .
Ok fine scleri xD
Ora vado, ci
vediamo al
prossimo capitolo! :D
Kiki.
Campagna di
Promozione
Sociale - Messaggio No Profit:
Dona l’8‰
del tuo
tempo alla causa pro recensioni.
Farai
felici milioni di
scrittori.
(Chiunque
voglia
aderire al messaggio, può copia-incollarlo
dove meglio crede)