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Autore: RakyKiki    28/11/2012    1 recensioni
Rachel torna a Beacon Hills dopo nove anni, e si ritrova catapultata in un mondo popolato da licantropi; la sua città natale che aveva sempre creduto fosse piuttosto tranquilla si rivela quindi un luogo molto più pericoloso del previsto.
Ambientata in un AU, questa fanfiction contiene spoiler sulla seconda stagione, quindi chiunque non voglia rovinarsi la sorpresa della seconda stagione conviene che non la legga ;) A tutti gli altri auguro una buona lettura!
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Past, present and future. '
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XVIII Capitolo: Chiarimenti.

Quanto tempo era passato da quella luna piena?

Una settimana ormai, e la nuova luna piena stava arrivando, e sicuramente non sarebbe stata una luna facile.

Derek non faceva altro che passare da uno stato euforico ad uno di rabbia ad uno di terrore.

Probabilmente iniziava a diventare schizofrenico.

Ma ovviamente riusciva a mantenere la maschera da duro davanti al branco.

Il momento peggiore della giornata era la notte, poiché era libero di lasciar vagare la mente, che inevitabilmente tornava a quella notte.

Doveva smettere di pensarci, smettere di ricordare quanto si fosse sentito bene.

Lei stava con Stiles, e lui aveva approfittato di una sua debolezza per fare ciò che voleva, infischiandosene delle conseguenze.

Se ora ci fossero stati dei problemi tra l’umano e Rachel sarebbe stata solo colpa sua, e Derek si sentiva in colpa.

Non doveva più vedere la ragazza, anche se non avrebbe cambiato le cose.

Certo se l’era ripromesso più di una volta, ma questa volta ci sarebbe riuscito.

Doveva riuscirci.

Faceva male, nel profondo, ma si sarebbe abituato anche a quel dolore prima o poi.

Aveva notato lo sguardo di Scott quando facevano le riunioni, ed era ovvio che lui sapesse cosa fosse accaduto.

Ma non glielo avrebbe mai chiesto, ne avrebbe lasciato che il beta sollevasse l’argomento.

 

Anche Rachel non sapeva cosa fare.

Non voleva fare la parte della stronza che tradisce il ragazzo, ma non poteva nemmeno dire che non l’avesse voluto tutto ciò che era successo con l’Alpha.

Non riusciva a capire: amava Stiles e desiderava stare con lui con tutta se stessa ma c’era una parte dentro di lei che sapeva che non era del tutto giusto, che l’Alpha invece fosse la scelta giusta.

Ma Rachel non amava il lupo, amava Stiles.

Se il problema si fosse limitato al dirlo o meno al ragazzo poteva ancora uscirne viva, ma la parte peggiore era vedere le occhiate che le riservava Scott.

Non ne aveva mai parlato direttamente con lui, ne con nessun altro.

Era arrivata al punto, dopo una settimana, che quando stava con Stiles si sentiva un peso sul petto e non riusciva a guardarlo negli occhi e presto o tardi l’umano si sarebbe accorto che qualcosa non andava in lei.

Doveva parlarne con qualcuno, o sarebbe impazzita.

“Io…” disse Rachel a cena quella sera, richiamando l’attenzione dello zio che l’osservava preoccupato.

La ragazza poteva sentire il proprio cuore battere all’impazzata, pronto a prendere il volo.

David le fece cenno con la testa di continuare, e Rachel prese un gran respiro.

“Sono andata a letto con Derek l’ultima luna piena.” Disse di getto senza fermarsi, posando la forchetta nel piatto.

“Io non capisco. Amo Stiles zio, ma c’è quella piccola parte di me, nascosta da qualche parte, che pensa sia sbagliato! Capisci zio? Sbagliato! Quando invece è sbagliato aver tradito il proprio ragazzo! Io voglio stare con Stiles zio, non con Derek…” continuò la ragazza trattenendo le lacrime.

David si alzò e la raggiunse per poi abbracciarla.

“Shh, va tutto bene calma.” Disse cullandola.

“E’ successo anche a tua madre sai?” le disse, staccandosi un po’.

“Che cosa?” chiese confusa la ragazza.

“Sì, è successo anche a lei. Stava insieme a Rupert, il fratello del padre di Derek, ed era lui l’Alpha di Beacon Hills a quel tempo. Aveva morso lui tua madre, ed erano felici insieme. Poi un giorno giunge in città un nuovo ragazzo, che frequenta quasi gli stessi corsi di tua madre. Sai, lei era addetta all’accoglienza e così si ritrova a passare molto tempo con questo ragazzo. Durante un pomeriggio in cui lo aiutava a studiare si baciano ed arrivano a fare l’amore. Tua madre amava Rupert, ma dentro di lei sapeva non fosse giusto, la sua parte lupesca sapeva che sebbene Rupert fosse il suo Alpha non era la persona giusta per lei, mentre quel nuovo ragazzo sì. Ed indovina chi era questo ragazzo: tuo padre. Quando Rupert e tua madre ruppero il licantropo capì che non poteva farci nulla ed infondo aveva sempre saputo che tua madre non era quella giusta per lui: quando un Alpha sceglie un compagno, quello è per sempre, e dato che Rupert aveva già avuto una compagna prima di tua madre, essendo più grande ed essendo poi quella morta, sapeva che lei non sarebbe stata per sempre.”

“Ma Stiles non è un lupo zio. Non… insomma come posso dirgli che lo amo ma il mio lupo no? E’ da pazzi! Non mi capirebbe. Non mi perdonerebbe.”
“Magari non subito, ma col tempo lo farebbe.” Rispose David alzandosi e tornando a sedersi.

“E se il mio lupo si sbagliasse? Se scambiasse la figura di Derek come Alpha con il mio compagno? Lui ha già avuto una compagna dopotutto.”

“Kate Argent non conta. Era un beta quando stava con lei, mentre ora è un Alpha.”

“E se io non volessi? Se Stiles mi perdonasse e volessi continuare a stare con lui?”
“Potresti, ma sentiresti sempre che ci sarebbe qualcosa di sbagliato. Nessuno ti vieta di stare con lui sia chiaro, dico solo che hai un’altra possibilità oltre a lui.”

“Non so cosa fare. E la luna piena è la settimana prossima. Non voglio accada di nuovo zio.”

“Se non lo vuoi non accadrà. La scelta spetta a te.” Rispose enigmatico lo zio.

 

***

 

“Scott? Va tutto bene amico? Mi guardi come se dovessi rompermi da un momento all’altro e la cosa mi spaventa. Che c’è senti puzza di morte o malattia o pestilenza? Se sto per morire ti prego dimmelo! Così troverò il modo per evitare che succeda. Sì insomma non voglio morire proprio ora che la mia vita inizia ad essere fantastica, lucertoloni a parte s’intende!” chiese Stiles ormai al limite della sopportazione.

Era da una settimana che l’amico l’osservava con un’espressione da cucciolo bastonato dipinta sul volto ed aveva tentato di ignorare la cosa, ma dopo l’ennesima occhiata si era stufato.

“Non è niente Stiles.” Rispose secco l’amico.

Ok c’era sicuramente qualcosa che non andava.

“McCall, non sarò un lupo mannaro ma so riconoscere se il mio migliore amico mi mente o meno.” Ribatté l’umano incrociando le braccia al petto e fissando l’amico seduto alla sua scrivania.

“Che succede?” Lo incalzò sedendosi meglio sul letto.

Scott lo fissò a lungo ed era sul punto di dire qualcosa, quando richiuse la bocca per poi dire nuovamente all’amico di non preoccuparsi.

“Eh no, ora basta!” esclamò Stiles scendendo dal letto e recuperando un sacchetto dalla cassettiera.

“Che stai facendo!?” gli chiese impaurito Scott mentre osservava il suo migliore amico disegnare con quella polvere nera un cerchio intorno alla sedia dov’era seduto.

“Io rompo il cerchio quando mi dici che diamine succede! E non provare a rifilarmi una balla lupetto.” Decretò l’umano sedendosi per terra davanti all’amico.

Il licantropo prese un respiro profondo ed iniziò a parlare.

“Non dovrei dirtelo io, dovrebbe essere lei a farlo, ma vedo come sta e sento come si sente e… Si tratta di Rachel amico.”

“Cos’ha?”

“Lei… Ti ricordi la scorsa luna piena che lei ti ha detto che non era successo nulla? Ecco, non ti ha detto tutto. Sono andati alla vecchia casa nel bosco e sono stati attaccati e lei è stata ferita. Derek l’ha curata e…” disse il lupo non concludendo la frase.

“E…?” chiese Stiles.

“….meti.” rispose biascicando Scott.

“Va bene che posso capire se menti, ma non ho il super udito, genio!”

“Hanno… unito i loro gameti?” disse titubante il licantropo.

“Loro cosa?” chiese confuso Stiles.

Insomma, unire i loro gameti significava che…

“No. Oh no, no, no e no. Mi stai prendendo per il culo vero? E’ tutto uno scherzo, ora spunterà fuori una telecamera nascosta che mi dirà che sono su ‘Candid Camera’ vero? Vero Scott?” rispose l’umano alzandosi da terra ed andando verso l’amico.

“No Stiles, l’ho sentito. L’ho visto, in un certo senso. Mi spiace amico.” Rispose Scott guardando la consapevolezza farsi strada negli occhi dell’amico.

“Stiles, puoi rompere sto coso? Per favore…” chiese all’amico che fece quanto gli aveva chiesto.

“Cosa vuol dire che lo hai visto? Che minchia vuol dire Scott!” chiese Stiles iniziando a respirare più velocemente, la crisi di panico ormai iniziata.

“Ha una cicatrice, sulla clavicola sinistra, pressoché invisibile agli umani. Serve agli Alpha per… Marchiare le loro compagne. Ma Rachel non è la compagna di Derek. Sì insomma, Deaton ha detto che lei deve morderlo per rendere la cosa ‘ufficiale’, e non lo ha fatto.” Rispose Scott.

Ma ormai la voce dell’amico gli arrivava distante.

Sentiva soltanto il sangue pulsargli nelle tempie ed il respiro che non riusciva a passare.

Si sedette per terra con le gambe al petto e la testa tra di quelle, tentando di calmarsi.

Provava delusione, abbandono, tristezza.

E rabbia.

Rabbia verso se stesso.

Rabbia verso Rachel, che era davvero poca rispetto a quella che nutriva verso l’Alpha.

Aprì gli occhi e si alzò da terra.

Corse alla scrivania e, prese le chiavi della Jeep, uscì di casa, seguito dall’amico che lo chiamava.

Salì in macchina e non aspettò Scott che si era attardato a dare una qualche spiegazione al padre del ragazzo, che aveva assistito alla scena.

Partì.

Guidò superando tutti i limiti di velocità presenti nel tratto di strada ma non gli importava.

Parcheggiò l’auto ed una volta sceso non bussò nemmeno.

Scese le scale e quando arrivò alla fine trovò tutto il branco dell’Alpha, compreso lui, che lo fissavano stupiti.

Ignorò le domande dei presenti ed andò dritto verso Derek.

“Tu.” Disse solo dopodiché, non seppe bene nemmeno lui con quale coraggio, caricò il braccio e diede un pugno dritto in faccia al licantropo che, preso alla sprovvista, si sbilanciò un po’.

“Questo è per esserti fatto la mia ragazza, stronzo!” esclamò poi.

Si allontanò dal branco che lo fissava senza parole e dall’Alpha che sebbene avesse gli occhi vermigli lo guardava con un’espressione colpevole.

Ritornò in auto e partì.

Non voleva tornare a casa ed affrontare il padre ed il migliore amico.

Non voleva nemmeno vedere Rachel al momento.

Aveva bisogno di stare solo.

Doveva pensare.

Riflettere.

Valutare.

Ed aveva un dannato bisogno di andare all’ospedale perché, cazzo, tirando quel pugno si era sicuramente rotto qualche osso!

“Te pareva, ho tenuto dentro il pollice! Maledizione non sono nemmeno capace di fare a pugni!” pensò.

Parcheggiò davanti all’ingresso del pronto soccorso e quando Melissa lo vede scattò sull’allerta.

“Che succede Stiles?” chiese preoccupata andandogli incontro.

“Credo di essermi rotto qualche osso della mano.”  Rispose soltanto.

“Fammi vedere.” Disse Melissa prendendogli la mano, che in effetti era parecchio gonfia.

“Come hai fatto?” gli chiese.

Stiles non rispose e guardò altrove.

“Stiles.” Insistette lei.

“Ho tirato un pugno contro il muro. Ero arrabbiato e mi sono sfogato così.” Rispose mentendo il ragazzo.

Melissa lo portò a fare una lastra, e fortunatamente non si era rotto la mano.

“Tienila fasciata per un po’ di giorni ed il dolore dovrebbe passare. Tra una settimana è passato ti togliamo le bende.” Disse la donna mentre finiva di medicarlo.

“E’ curioso però. Solitamente quando tiri un pugno al muro ti sbucci un po’ le nocche…” buttò lì Melissa, sperando che il ragazzo si aprisse.

“Forse non ho fatto a botte con un muro. Ma la versione per mio padre è quella.” Rispose il ragazzo scendendo dal lettino.

“Va bene. Ho detto a Scott di passarti a prendere, ora non riusciresti a guidare. Mi raccomando non togliere le bende Stiles. Fammi sapere se ci sono problemi.” Lo salutò Melissa, dopodichè tornò alla sua postazione.

“Cosa ti è saltato in mente Stiles?! Derek avrebbe potuto ucciderti!” esclamò Scott aprendo la portiera della Jeep all’amico.

“Se non la smetti con la predica prendo pure te a pugni.” Rispose Stiles dopo essersi allacciato la cintura di sicurezza.

 

“Stiles?” chiese lo sceriffo quando sentì il figlio entrare in casa.

“Sono io Pà.”

“Cosa è successo? Sei sparito nel nulla e… cos’hai fatto alla mano?” chiese con tono severo Jeff.

“Ho preso a pugni un muro.”

“Oh certo, come no. Perché tu hai preso e sei salito sulla tua Jeep per prendere a pugni un muro vero? E dimmi, chi sarebbe questo muro?”

 “Hale.” Rispose soltanto il ragazzo.

“Derek Hale? Pensavo non lo conoscessi.”

“E invece lo conosco ma credimi, preferirei non sapere nulla della sua esistenza.”

“Perché?”

“Lui ha…baciato Rachel.” Rispose il ragazzo.

“Oh... Con lei hai parlato?”

“No, non le ho parlato. Non ancora.”

“Ok. Senti, se hai bisogno di qualcosa sai che puoi contare su di me, vero figliolo?” Chiese Jeff dando una pacca sulla spalla al figlio.

“Lo so Pà.” Rispose Stiles ed iniziò a salire le scale, ma si fermò a metà.

“Papà?” chiese facendo tornare il genitore nell’ingresso.

“Sì Stiles?” rispose l’uomo.

Stiles si girò verso il padre e corse ad abbracciarlo.

Non gli importava di sembrare poco virile, di farci la figura del ragazzo che piange ma cazzo, stava male, si sentiva morire dentro ed aveva bisogno di qualcuno che gli stesse vicino.

Rimasero abbracciati a lungo in silenzio.

“Mi dispiace. Per Rachel e per le parole di quella sera. Non le pensavo veramente figliolo.” Disse il padre stringendolo di più a sé.

“Lo so Papà. Ti voglio bene.” Rispose il ragazzo ricambiando l’abbraccio.

“Ti voglio bene anche io figliolo.” Rispose lo sceriffo continuando ad abbracciare il ragazzo.

“Tutto si sistemerà vedrai.”

Una volta in camera si fiondò sul letto e rimase così per tutto il pomeriggio.

Giunta l’ora di cena scese in cucina e preparò da mangiare ed una volta pronto la cena passò in silenzio.

Tornato in camera trovò un messaggio di Scott.

-“Tutto bene amico?”

“Si, sto bene Scott.”

-“Le hai già parlato?”

“No”

-“Hai già pensato a cosa fare?”

“No.”

-“Idee?”

“No…”

-“Sei innamorato di lei?”

“Si.”

-“Saresti disposto a perdonarla?”

“…Si, lo farei.”

-“Allora sai cosa devi fare.”

“E’ la scelta giusta?”

-“Questo io non posso saperlo, devi sentirlo tu. Certo se al vostro posto ci fossimo io ed Allison, farei la stessa cosa.”

“Grazie Scott.”

-“Figurati, gli amici servono a questo no? ;) Mi spiace solo di essere un tantino distratto ultimamente.”

“Un tantino distratto? Oserei dire che se morissi non te ne accorgeresti nemmeno talmente sei preso dai  tuoi viaggi tra le nuvolette rosa. O nere come preferisci. Si insomma, nere per via della rottura eccetera, hai capito no?”

-“Sì Stiles, non preoccuparti. Ora va’ a parlare! In bocca al lupo!”

“Haha, spiritoso -.-”

-“;) Vai!”

Finita la “chiacchierata” con l’amico Stiles decise che sì, sarebbe andato a parlare con la ragazza.

 

Nello stesso istante Rachel decise che avrebbe detto a Stiles la verità.

Non era giusto nei suoi confronti continuare a tenergli nascosta una cosa del genere, soprattutto se non avrebbe avuto modo di ripetersi.

Scese le scale e quando aprì la porta di casa si ritrovò il suo ragazzo davanti.

“Stiles!” Esclamò sorpresa.

“Posso entrare?” chiese timidamente il ragazzo.

Quando furono in camera sua, Rachel poté percepire meglio l’odore del ragazzo, ed era qualcosa che la faceva stare malissimo.

Oltre all’ansia vi era una tristezza opprimente e profonda, dolorosa.

Capì che il ragazzo sapeva, probabilmente aveva fatto parlare Scott.

La domanda su come si fosse fatto male alla mano passò in secondo piano, sorpassata da una ben più importante.

“Lo hai saputo.” Più che una domanda quella della ragazza era un’affermazione, che venne confermata dal cenno d’assenso del ragazzo.

“Mi dispiace Stiles. Io…” tentò di scusarsi Rachel, ma venne interrotta dal ragazzo.

“Lascia stare, non importa.”

“Cosa?” chiese confusa lei.

“Sì, non importa se sei andata a letto con Derek. Scott mi ha spiegato come funziona, che non è qualcosa che puoi controllare, e me ne farò una ragione sperando sempre che non succeda di nuovo. Io sono innamorato di te Rachel, e ci sono cose che non potrò mai cambiare. Ma mi va bene così. Però ti prego -disse il ragazzo avvicinandosi a lei e prendendole le mani nelle sue- se tu dovessi capire di volere lui invece che me, dimmelo. Non importa per quanto possa farmi male, ma dimmelo. Niente più bugie, ok?”

Rachel non riusciva ad articolare una parola.

Insomma, era incredula.

Felice ed allo stesso tempo triste.

Felice perché Stiles l’aveva perdonata certo, ma triste perché l’ha fatto soffrire.

Ok potrebbe sembrare una cosa stupida, ma è così.

Delle lacrime rigarono il suo viso, traditrici silenziose.

“Ok, te lo prometto.” Rispose abbracciando il ragazzo.

Si addormentarono abbracciati e quando lo David li vide avvisò lo sceriffo che il figlio era lì.

 

 

“Sweetheart.” Disse Gerard salutando la nipote.

“Nonno, volevi vedermi?” chiese Allison.

“Sì. Vedi l’altra sera, quando abbiamo teso una trappola a Derek, quella con lui era Rachel Moore, vero?”

“Si, perché?”

“Perché se ho ragione, ci troviamo difronte ad un evento più unico che raro.” Rispose enigmatico il vecchio, che davanti all’espressione confusa della nipote aggiunse

“Abbiamo tra le mani un Alpha e la sua Genitrice.”

 

NdA: Salve salvino!

Come state?
Ecco per voi un altro “bel” capitolo!
Ok onestamente non mi piace la parte in cui Stiles parla con Rachel, perché mi sembra molto da bimbaminchia T_T Vi preso se così fosse ditemelo!! D:

Davvero, vorrei riuscire ad esprimere meglio l’amore che c’è tra loro :/

Detto questo vi ringrazio come sempre per le recensioni, siete fantastici!

Avete visto le foto dalla prima lettura del copione? Sono fantastiche!
Ed il nostro Dylan indovinate un po’? Ha i capelli lunghi!!

Ok non so se sia un bene o un male, perché sì sta molto bene con i capelli così, ma Stiles ha i capelli corti da tipo SEMPRE, e magari i capelli sono un po’ più  Dylan che Stiles .

Ok fine scleri xD

Ora vado, ci vediamo al prossimo capitolo! :D
Kiki.

 

 

 

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