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Autore: uri    30/11/2012    1 recensioni
Tratto dal I capitolo:
Ino entrò in casa dove non c’era nessuno. Probabilmente sua madre era ancora in negozio, mentre suo padre doveva essere anche lui dall’Hokage. Salì in camera sua, si tolse le scarpe e si buttò a peso morto sul letto. Si raggomitolò su un fianco e iniziò a piangere. Continuò a piangere fino a che non si addormentò. L’ultima immagine che ebbe prima di addormentarsi fu Sakura, ancora immobile nel suo letto.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden, Dopo la serie
Capitoli:
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11. La storia di Sasuke

 

 

 

 

Quando giunsero a casa mancavano poco più di qualche ora all’alba.
Sakura si stava preoccupando delle ferite di Sasuke, benché sembrassero superficiali erano davvero numerose.
Oltrepassarono la soglia e Sakura portò il ragazzo in soggiorno, facendolo mettere a sedere sul divano. Sasuke non oppose resistenza, era molto stanco e le ferite gli facevano male. Sakura andò in bagno a recuperare bende, cerotti e disinfettante nel caso ne avesse avuto bisogno. Ritornò da Sasuke e lo aiutò a levarsi la maglietta ormai ridotta a brandelli. Iniziò subito a curarlo con la sua arte medica: prima la schiena, poi il torace, le braccia e le gambe. Nei punti in cui non aveva più chakra usava il disinfettante, perché, malgrado avesse ripreso ad allenarsi, faceva ancora un po’ di fatica a usare le sue arti mediche.
Dopo che aveva guarito una parte del corpo, iniziava a bendarla e a sistemarla.
Le ci volle un po’ di tempo per fare tutte le operazioni, ma alla fine poteva sentirsi soddisfatta del suo operato.
<< Etchiù! >> starnutì il ragazzo.
Era apposto con le ferite ma ancora tutto bagnato.
Sakura corse a prendere un asciugamano grande e lo posò sulle spalle del ragazzo, che si coprì per non sentire più freddo. Anche Sakura sentiva freddo ma non le importava, tutto quello che contava era che Sasuke stesse bene.
Sasuke vide Sakura tremare, a volte quella ragazza era davvero cocciuta.
<< Ti ammalerai se resti coi vestiti bagnati addosso. >> disse con noncuranza.
La ragazza arrossì, forse si stava preoccupando per lei.
<< Ti porto dei vestiti puliti. >> si offrì Sakura.
<< Non importa, faccio da solo. >> disse Sasuke, cercando di alzarsi ma la rosa lo fermò, spingendolo giù con delicatezza.
<< Stai a sedere, ci penso io. >>
Sasuke guardò Sakura sparire al piano di sopra. Si sistemò meglio sul divano e ripensò all’uomo che lo aveva attaccato. Comprendeva benissimo quello che voleva, perché anche lui in passato la bramava. La vendetta. Lui aveva ucciso suo fratello e Suigin voleva uccidere lui. Più semplice di così. Ma c’era una cosa che non riusciva a capire: perché si era ritirato quando era evidente che aveva un enorme vantaggio su di loro. Non credeva che la pioggia c’entrasse davvero qualcosa, doveva esserci dell’altro.
Ad interrompere i suoi pensieri fu il ritorno di Sakura con un cambio per lui, lei si era già cambiata.
<< Mentre ti cambi, vado a preparare un tè. >>
Detto questo, dopo aver posato i vestiti sul divano, si diresse verso la cucina. Sasuke si tolse l’asciugamano, i pantaloni e l’intimo e iniziò a vestirsi con gli abiti asciutti. Trovò un po’ imbarazzante che Sakura avesse preso un paio dei suoi boxer e glieli avessi dati così, come se fosse una cosa normale.
Dopo poco Sakura tornò con due tazze di tè fumanti e ne dette una a Sasuke, che la ringraziò flebilmente. Sakura si sedette accanto a lui sul divano. Stava fissando il fumo che usciva dalla bevanda bollente e pensò che fosse l’ora che Sasuke le desse qualche spiegazione.
<< Chi era quell’uomo? E perché ce l’aveva con te? >>
<< Non sono affari tuoi! >>
Sakura si aspettava quella risposta, era nel DNA dell’Uchiha tenersi tutto dentro e non chiedere aiuto a qualcuno.
<< Dimentichi che ti ho salvato. >> provò la rosa.
<< Nessuno te lo ha chiesto. >>
<< Ma ti stava per uccidere! >>
<< Non ti dovevi intromettere! >>
Sul viso di Sasuke si leggeva rabbia, ma la ragazza non demorse.
<< Scusa, ho agito d’impulso. >>
Non sapeva esattamente perché si stesse scusando, ma almeno lo sguardo truce che le aveva rivolto era sparito. Provò di nuovo.
<< Però, visto che ti ho guarito le ferite, potresti almeno dirmi perché voleva ucciderti. >> chiese piano.
Sasuke prese un sorso dal suo tè, che nel frattempo si era raffreddato, e poi sbuffò.
<< Ho ucciso suo fratello. >>
Sakura spostò lo sguardo da Sasuke alla sua tazza mezza vuota. Sentiva che c’era qualcos’altro oltre a quello.
<< Se vuoi parlare, io ti ascolto. >> disse guardandolo negli occhi e aspettando che parlasse.
Il ragazzo stette in silenzio per svariati minuti, indeciso sul da farsi: da una parte voleva liberarsi di quel peso che gli opprimeva il cuore, ma dall’altra il suo pessimo carattere glielo impediva. Osservò Sakura di sottecchi: aveva messo su un’espressione dolce, quasi pronta a consolarlo per qualsiasi cosa. Stranamente quello sguardo lo confortò e sentiva di potersi fidare di lei. In fondo una volta erano compagni di squadra. Si sistemò meglio sul divano e Sakura fece lo stesso, aveva l’impressione che non sarebbe stata una cosa breve.
<< Un po’ di tempo fa, stavo attraversando il Paese del Fuoco per dirigermi verso ovest. Mi ero fermato un momento presso un fiume per riposarmi e riempire la sacca dell’acqua. E fu là che lo rincontrai. Arrivò come un uragano e si avventò subito su di me, urlando forte il mio nome. Gli detti un calcio per levarmelo di dosso e lui atterrò in piedi qualche metro più in là. Mi rialzai e presi ad osservarlo.
Erano tre anni che non lo vedevo: era diventato più alto e anche i capelli gli erano cresciuti. Ma c’era una cosa che non era cambiata, potevo leggergliela negli occhi: la volontà e la testardaggine di riportarmi indietro. >>
<< Naruto. >> sussurrò Sakura.
<< “Finalmente ti ho trovato Sasuke!” mi disse sorridendo.
 Lo guardai storto, non avevo nessuna voglia di combattere contro di lui, volevo solo che si rassegnasse e mi lasciasse in pace. Ma era come parlare al muro.
Mi avventai su di lui, tirandogli un pugno dove infusi tutti i miei sentimenti nei suoi confronti. Lo colpì violentemente e, senza voltarmi indietro, corsi per la foresta cercando di seminarlo. Ma lui era già dietro di me: correva veloce e sentivo che stava evocando il Rasengan.
 Mi fermai di botto e subito misi le mani in posizione del Chidori, poi gli corsi incontro e ci scontrammo. La forte esplosione ci sbalzò e io mi schiantai contro un albero, cadendo a terra. Mi rialzai con un po’ di fatica e intanto azionai lo Sharingan per poter prevedere le mosse di Naruto oltre la nuvola di fumo che si era creata.
All’improvviso Naruto sbucò dal fumo, tuttavia lo aveva già visto quindi bloccai facilmente il suo attacco. Ma lui non demorse. Ci scambiammo colpi su colpi e piano, piano i colpi a mani nude diventarono tecniche pesanti. Mentre combattevo mi ricordai del nostro ultimo scontro, quando Madara stava cercando di attuare il suo piano. Anche allora ci eravamo quasi ammazzati tra di noi. Chissà, forse quella sarebbe stata la volta giusta e finalmente sarebbe tutto finito.
 Dopo gli ultimi colpi, ci fermammo a riprendere fiato. Lo sentivo, eravamo al limite delle forze, ma nessuno dei due voleva arrendersi e far vincere l’altro. Mi preparai per attivare Amaterasu, anche se questo mi avrebbe prosciugato tutto il chakra che mi restava in corpo, ma ad un tratto da un cespuglio sbucò un uomo che si avventò su Naruto >>
Sakura stava ascoltando la sua storia con attenzione, senza mai interromperlo. Ecco, adesso avrebbe sentito la verità su quel maledetto giorno in cui il suo migliore amico morì.
<< Naruto riuscì a schivarlo all’ultimo.
 “Chi sei? E cosa vuoi?” gli chiese con il fiatone.
 Il nuovo arrivato si girò verso di lui e lo guardò con desiderio. I suoi occhi rossi brillavano.
 Non rispose alla domanda, sorrise solo malignamente e si gettò di nuovo su Naruto. Quest’ultimo cercò di resistergli, ma era sfinito e a corto di chakra per aver combattuto precedentemente con me.
 Osservai la situazione, pensando che quella fosse la mia opportunità di seminare Naruto e stavo per farlo. Stavo per andarmene e lasciare da solo Naruto a combattere con quel tipo. Ma, per qualche strano motivo, mentre nella mia mente avevo già lasciato il bosco, i miei piedi non mi obbedivano. Continuai a guardare Naruto che combatteva ed erano più i colpi che riceveva che quelli che assestava. Il mio corpo si mosse da solo, mi lanciai contro il ninja prima che colpisse Naruto e fermai il suo pugno con una mano.
 “Non ti intromettere!” mi disse con tono freddo e guardandomi storto.
 “Questo dovrei dirlo io.” risposi con altrettanta freddezza.
 Lasciai andare il suo pugno, ma in cambio gi detti un calcio nello stomaco che lo fece allontanare da noi. Mi girai e vidi Naruto a terra, i vestiti erano strappati in più punti e la pelle era di colore viola e rossa dai colpi ricevuti. Nonostante anch’io non fossi conciato meglio, presi il suo braccio avvolgendomelo intorno al collo e lo aiutai a tirarsi su.
 “Grazie, Sasuke!”
 “Non farti strane idee.”
 Lui sorrise, come solo lui sapeva fare. Con quel sorriso caldo che scioglieva qualunque cosa. Riuscimmo solo a fare qualche passo che subito sentimmo un urlo disumano. Il ninja ritornò alla carica, armato fino ai denti con kunai e shuriken. Li lanciò nella nostra direzione. Purtroppo non riuscimmo a schivarli tutti e alcuni ci colpirono, fortunatamente non in punti vitali.
 Lasciai Naruto accanto ad un albero, con lui come peso era difficile combattere, e mi parai di fronte al nemico estraendo il kunai dalla gamba. Dalla ferita uscì il sangue che mi colò fino ai piedi. Avevo dolori in tutto il corpo, inoltre avevo usato per lungo tempo lo Sharingan e gli effetti si facevano sentire. Decisi, allora, di usare una delle mie tecniche più potenti per farla finita una volta per tutte, ma, prima che potessi mettere le mani in posizione, il ninja mi aveva già anticipato.
 Non capivo bene cosa stesse facendo, l'uomo sparì e al suo posto apparve la nebbia e un attimo dopo non riuscivo più a muovermi. Era come se il mio corpo fosse diventato di cemento. Che razza di tecnica era, continuavo a chiedermi senza trovare risposta. La nebbia scomparì e lui ritornò.
 “Arte del vento!” gridò il ninja, recitando subito dopo il nome della tecnica.
 D’improvviso si alzò un fortissimo vento, ma non sembrava naturale. Infatti, potevo sentire che si stava concentrando nella sua mano destra. Vidi qualcosa brillare e poi sentì un fruscio. Non mi ricordo molto bene che cosa successe. L’unica cosa che so è che non riuscivo a muovermi, nonostante ci provai svariate volte per schivare la sua tecnica. Aspettai il colpo senza chiudere gli occhi e lo vidi. Qualcosa di arancione e giallo si frappose tra me e quelle cose affilate. Naruto. >>
Sasuke si fermò un momento, mentre Sakura stava con il fiato sospeso e finalmente comprese quello che realmente era accaduto. Delle piccole lacrime scesero dai suoi occhi smeraldini, attraversando le guance fino a cadere sulla maglia.
Sasuke la guardò per un secondo, poi distolse lo sguardo e riprese a raccontare.
<< Naruto si afflosciò a terra senza alcun rumore, tenendosi la maglia nel punto in cui era stato colpito. Quando vidi il suo corpo che non si muoveva più, tutto diventò rosso e un urlo bestiale mi uscì dalla gola.
 Il ninja, forse spaventato dalla mia reazione, fece qualche passo indietro sciogliendo inconsciamente la tecnica che mi bloccava. Libero di muovermi invocai subito Amaterasu: le fiamme nere inglobarono il ninja e lo uccisero in pochi secondi, divorandolo.
 I miei occhi presero a sanguinare e la vista si stava offuscando. Feci qualche passo verso il corpo di Naruto e, quando lo raggiunsi, mi lascia cadere.
Lo sfiorai, ma ormai sapevo benissimo che era morto e, mentre tutto intorno a me si faceva buio, pensai che fosse stato proprio uno scemo a perdere il suo tempo con uno come me. >>
Dopo queste ultime parole, Sasuke tacque. Sakura strinse il bordo della maglietta, fradicia dalle lacrime, tra le mani. Così non era stato Sasuke ad uccidere Naruto, questa consapevolezza la rincuorò un pochino. Ma perché non aveva detto subito la verità, si chiedeva. Comunque adesso capiva perché quell’uomo aveva tentato di uccidere il ragazzo.
Nel frattempo, ora che aveva detto tutto, Sasuke si sentiva più leggero. Si alzò dal divano e si incamminò verso le scale che portavano al piano superiore.
<< Aspetta! >> lo chiamò la rosa.
Il ragazzo si voltò appena, aspettando che parlasse.
<< Perché…..perchè non hai detto prima questa cosa? Se lo avessi fat-. >>
<< Cosa? >> domandò con tono freddo.
Sakura stette in silenzio.
<< Cosa sarebbe successo? >>
Sasuke si girò completamente verso la ragazza guardandola fissa negli occhi, senza nessuna espressione sul viso.
<< Non sarebbe cambiato niente, perché io sono un traditore. Perché io ho commesso molti crimini. >>
Le ultime parole le pronunciò con un sussurro.
<< Però…… >> tentò Sakura ma le mancavano le parole.
Il ragazzo si voltò e riprese a camminare, sparendo dalla vista della rosa. Quest’ultima rimase a guardare il punto in cui Sasuke era sparito per qualche minuto, poi si raggomitolò sul divano ripensando a quanto le aveva raccontato. Era sicura che se Tsunade avesse saputo quello che davvero era successo, avrebbe provveduto di conseguenza. Intanto, gli ultimi rimasugli d’odio che provava per il ragazzo sparirono completamente, lasciando il posto alla felicità e alla gioia.
Era felice, felice di sapere che non era stato lui ad ucciderlo. Ma questa felicità non durò a lungo quando si ricordò che Sasuke, quella notte, aveva tentato di scappare dal villaggio, lasciandola sola per l’ennesima volta. Glielo avrebbe impedito, a costo di usare la forza: gli allenamenti con Kakashi stavano dando i loro frutti.
Domani mattina, anche se lui non era d’accordo, avrebbe parlato con l’Hokage e tutto si sarebbe sistemato. Con questi pensieri Sakura si addormentò, mentre fuori la pioggia continuava a cadere.
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo dell’uri:
Cavolo! E’ già passato un mese dal mio ultimo aggiornamento! Non so più come chiedervi scusa. Però, purtroppo, non posso promettervi che non succederà di nuovo.
Comunque spero che il capitolo vi sia piaciuto. Ringrazio, di nuovo, tutti quelli che seguono questa storia: mi rendete davvero felice.
Ci vediamo al prossimo! 
 
 

   
 
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