Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: ButterflySeven    01/12/2012    3 recensioni
Cit. dal capitolo 1.
"Mi trovo qui, di fronte a te, siamo così vicini che mi basterebbe alzare un braccio per poterti toccare. Allora perché ti sento così distante?
Nel sottofondo il fischio della nave si mescola con il chiacchierio eccitato dei passeggeri dell'Astoria, intenti ad ammirare lo spettacolo delle luci colorate che si allontanano pian piano, lasciando lo spazio ad un cielo sempre più stellato, di potersi finalmente liberare della nube della città.
Mi guardo intorno spaesata, la nave ha lasciato ormai da un pezzo il porto, eppure nel mio tempo interiore mi sembra sia trascorso un solo istante. Il mio sguardo si posa nuovamente sul tuo corpo statuario. Sei veramente bello, Masumi Hayami, ma penso che sei talmente tanto abituato a sentirtelo dire, che se te lo dicessi, mi rideresti in faccia. Come sempre, del resto. Sospiro e mi decido a parlarti."
E' stata scritta prima dell'uscita del volume 47, quindi rappresenta la notte sull'Astoria come l'ho immaginata io.
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Masumi Hayami, Maya Kitajima
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6

Dal cielo piovono coriandoli e lunghe striscioline colorate, il palco si confonde tra la miriade di luci che si incrociano dal basso verso l’alto. Gli attori sono ancora fermi nella posa di chiusura della rappresentazione di “Cenerentola”, mentre il pubblico li sommerge da fragranti applausi.
Io invece mi ritrovo ancora seduta al mio posto, troppo presa da quei colori per potermi muovere. Davvero molto bello, completamente diverso da quello cui mi cimento abitualmente.
La gente lascia man mano il teatro e noi insieme a loro.
Masumi non dice niente, ma noto uno strano sguardo nei suoi occhi…
- Signor Hayami, c’è qualcosa che non va? –
Si riscuote dai suoi pensieri e mi rivolge un sorriso tirato.
- No, ragazzina, mi chiedo piuttosto cos’abbia lei –
- …-
- Lasciamo perdere…- dice rassegnato – piuttosto, la crociera è ancora lunga… Ha qualche preferenza su come proseguire la serata? –
Veramente qualche idea ce l’avrei, ma non credo coincidano alle sue…
- Non so, signor Hayami, potremmo fare un breve giro della nave, per vedere anche gli altri posti…-
- Sì, non è una cattiva idea…-
Inizia così il nostro mini tour. La nave è più grande di quanto potessi immaginare, ad ogni ponte vi sono tanti bar, dove si svolgono vari tipi di intrattenimento. La più bizzarra era la “festa Fantasy”, dove la gente era stata fornita di attrezzi di magia come scope, bacchette magiche, mantelli, cappelli, oppure in stile vampiro, con tanto di denti finti ed altri ancora in stile ammazza vampiro, armati di finti paletti in legno. Ma la cosa più strana, erano i dolcetti serviti, che vantavano le formr di scheletri e fantasmi ed i liquidi serviti erano esclusivamente di colore rosso porpora.
Al settimo piano c’era la galleria d’arte, ma non ho ben capito cosa i dipinti raffigurassero realmente. “L’arte non deve parlare al pubblico, ma deve rispondere all’esigenza dell’artista di esprimere se stesso” mi ha spiegato Masumi. Poi ci siamo ritrovati nel viale degli acquisti, le vetrine erano ricolme di gioielli scintillanti e vestiti eleganti. Quello più interessante era un negozio di oggettistica, era rifornito degli oggetti più strani, aveva persino una sezione interamente riservata alla porcellana cinese. Vedo Masumi osservare attraverso il vetro qualcosa, ma non riesco a mettere a fuoco cosa sia.

- Tu aspettami qui, faccio subito –
Si affanna ad entrare nel negozio, mentre io rimango fuori ad aspettarlo. Quando esce ha un enorme sorriso stampato in faccia ed anche una vena di follia. Mi prende per mano ed inizia a trascinarmi.
- Andiamo in un posto- mi dice solamente ed io rimango stupita da quell’ennesimo gesto. Non c’è proprio con la testa, è andato.
Attraversiamo correndo l’atrio della nave e ci ritroviamo nuovamente all’aria aperta, rabbrividisco al contatto con la brezza marina, ma non ho tempo per pensarci che ricomincia a correre ed a trascinarmi. Saliamo rampe di scale, seguite da altre ancora, saliamo sempre più in alto… Gradino dopo gradino ed ecco… Siamo sulla cima della nave, le stelle brillano alte nel cielo, a farle compagnia la timida luna, così pallida eppure così luminosa. Un alone di vento ci colpisce e mi porto le mani alle braccia in cerca di calore. Alzo lo sguardo verso di lui, che è ancora intento ad ansimare per la corsa, mi guarda e sorride.
- Che c’è ragazzina, la corsa non ha fatto venire caldo anche a te? –
Certo che avevo caldo, ma la temperatura lì fuori era parecchio bassa!
Avanza verso di me e si sfila la giacca, poggiandola con gentilezza sulle mie spalle.
- Mettiti questo, altrimenti ci ritroveremo un pinguino per dea –
E’ sempre il solito, ma la metto senza fare obiezioni. Mi sta grandissima, ma arrotolo le maniche e diventa almeno quanto le mie braccia. Noto quasi subito uno strano peso nella tasca sinistra, inconsciamente metto la mano sopra la stoffa, per tastarne il contenuto.
- Che aspetti? Guarda cosa c’è dentro –
Ha osservato la mia mano posizionarsi in quel punto ed ora aspetta la mia mossa. Muovo la mano all’interno, la prima cosa che sento è che si tratta di un oggetto cilindrico, piano lo accolgo in superficie e lo porto ad altezza dei miei occhi.
Stupore, ecco la prima reazione, poi porto l’oggetto ad un occhio e socchiudo l’altro, guardo all’interno. Un magnifico caleidoscopio. Tanti piccoli triangoli compongono l’oggetto. Singolare il modo in cui un oggetto così piccolo riesca a cogliere le mille sfaccettature del mondo… già MILLE…

Masumi si avvicina ancora e me lo ritrovo affianco a guardare le stelle.
- Consideralo un piccolo dono, Maya. Un caleidoscopio coglie mille sfaccettature di un singolo oggetto, come te, Maya, tu possiedi mille maschere, ma anche la tua anima ha mille sfaccettature. Spero che ti possa rispecchiare in questo oggetto e che ti sia d’aiuto a trovare una maschera che magari non riesci a focalizzare in quel determinato momento…-
Quelle parole sono dolcissime… Come questo oggetto. Al suo interno vedo le stelle moltiplicarsi per altre mille volte, le luci della nave diventano ancora più accecanti… Punto l’oggetto verso di lui, mille Masumi! Che splendida visione… Ma vedo anche mille Masumi porgermi un piccolo fazzoletto macchiato di sangue, sussulto ed abbasso il caleidoscopio. Non è “un fazzoletto” ma “il fazzoletto”, quello con cui ho asciugato alla meglio il suo sangue, come a scacciarlo via da quel forte corpo, che per qualche momento è diventato così impotente.
- Dimmi Maya, è tuo questo? –
I suoi occhi sono di fiamma, mi trovo alle strette, indietreggio.
- Perché dovrebbe essere mio? – Non va bene, la voce mi trema.
- L’hanno trovato nel mio ufficio e non puoi che essere stata tu… Non so se ero in stato confusionale, ma credo di averti anche sentito dire alcune cose, Akoya…-
L’ha sentito, mi ha sentito… indietreggio ancora, ma stavolta mi ritrovo sul serio con le spalle al muro. Le sue mani mi intrappolano, i suoi occhi puntano ai miei in modo focoso, non riesco a sostenere quello sguardo, sono arrabbiata, perché colta in flagrante, ora sa qual è la mia più grande debolezza e la userà come meglio crede. Piango silenziosamente, ma non riesco a mantenere un contatto intimo con il mio corpo. Mi solleva il viso con due dita e senza che possa oppormi, mi prende tra le sue braccia sollevandomi da terra ed in modo quasi brutale fa sue le mie labbra.
Mi bacia in modo violento, frustato, arrabbiato… Nell’oblio di quel momento, mi tornano alla mente come flashback tutti i segnali che in una sola notte mi ha mandato, tutti gli abbracci, le carezze, quello sfiorarsi sempre gentile, ma che prima o poi ti porta ad esplodere. Anch’io sento di esplodere, come un vulcano rimasto spento per troppo tempo, sento di far stage a questo mondo fatto di tanta ipocrisia.
Lascio cadere il caleidoscopio, butto le mie braccia al tuo collo e ricambio con una passione di cui non mi credevo capace. Piano ci lasciamo cadere su quel muro in cui mi hai intrappolato, ora siamo accovacciati al suolo, ed il bacio si fa sempre più ardito, ci stacchiamo lievemente giusto per riprendere fiato, ma i nostri vulcani si devono ancora sbollire; stavolta sono io a cercarti, afferro il collo della camicia e porto le tue labbra di nuovo su di me… Passano i secondi, o forse sono minuti, o forse ore, ma non sono ancora sazia di te, le tue labbra sanno di menta, il tuo profumo è uomo quanto te, non mi stancherò mai di queste labbra e di questo odore. Non so darmi una spiegazione al tuo comportamento, sento che ci sono giusto due cosucce su cui discutere, ma non è questo il momento… Ora voglio solo amarti, voglio queste labbra sulle mie, questo corpo premuto con forza contro il mio, fino a soffocarmi. Il freddo è ormai un lontano ricordo, un fuoco alimenta la mia anima, che evapora e soffia piano tua l'incavo delle tue labbra, ad alimentare il fuoco che risiede dentro te. E' come una giostra: io alimento te e tu alimenti me.
Le stelle sono testimoni della nostra follia, il mare ci trasporta verso rotte inesplorate, la luna è invidiosa di me, perché io ho raggiunto il mio sole, mentre lei è ancora sola.
Se qualcuno vedesse attraverso il caleidoscopio, inerme nel suolo, vedrebbe le mille sfaccettature di un amore sconfinato.

Continua...
  
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