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Autore: mellow    03/12/2012    3 recensioni
Derek si sentiva impotente, il dolore era troppo lancinante, a ogni minimo movimento sentiva la ferita squarciargli sempre di più il petto. Era veramente giunta la fine per lui? Chiuse gli occhi aspettando che l’altro alpha decidesse di dargli il colpo di grazia, improvvisamente sentì un cuore battere all’impazzata, si voltò e vide lui
STEREK
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era passata una settimana dall’accaduto, da quando aveva rischiato di morire per salvare la vita a un completo stronzo. Sì, Derek Hale era il ragazzo più bastardo e privo di sentimenti che avesse mai conosciuto. Non che si aspettasse chissà cosa da lui, visto il carattere scontroso e taciturno, ma una visita e un grazie non facevano male, soprattutto visto che da una settimana era la causa della sua insonnia. Stiles Stilinski aveva gli incubi, qual era la novità? La novità si chiamava Derek Hale.
Da quella fatidica notte la sua mente non riusciva a elaborare immagini che non fossero Derek, e di certo gli incubi non lo aiutavano, visto che ogni notte si svegliava urlando madido di sudore, e tutto perché quello stronzo di lupo rischiava di rimetterci la pelle.E a dire la verità erano anche molte le volte in cui il Derek dei sogni si prestava a fare "esercizi fisici" molto appaganti con lui. Il ragazzo incolpò lo shock subito e che sicuramente Derek e gli incubi sarebbero presto scomparsi.  Ma c’era un momento, uno strano calore che avvertiva quando sognava, specialmente quando l’incubo sembrava diventare realtà, che inspiegabilmente gli dava un senso di pace, di completezza, e riusciva a spazzar via tutto male che lo avvolgeva mettendo fine così all’incubo.
Ma Derek e gli incubi non erano le uniche preoccupazioni del ragazzo. Era passata una settima da quando i suoi amici lo avevano abbandonato. Solo una telefonata, quella di Scott, durata giusto cinque minuti, il tempo di sincerarsi delle sue condizioni e poi niente. Il silenzio. Stiles passava la maggior parte del tempo nella piena solitudine, e lui odiava restare da solo. I primi tre giorni furono una guerra di auto-distruggimento, dove Stiles non poteva fare a meno di sentirsi usato, abbandonato da quella che lui ormai considerava una famiglia. Si sentì come una delle tante pedine, come un piccolo pezzo di un enorme puzzle, come un fazzoletto sporco era stato usato e poi gettato via. Ecco cosa era, uno stupido fazzoletto stropicciato e malandato . Ma al quarto giorno cambiò qualcosa. Dopo aver passato un’ intera giornata a decifrare l’ennesimo sogno su Derek, ebbe finalmente una visita. E no, non era Scott, nemmeno Allison o Lidya..figuriamoci l’ultima..ma Kimberly, o meglio Kim. Stiles in quei giorni ebbe modo di conoscere meglio la ragazza, aveva scoperto che si era trasferita da poco insieme a suo fratello e che erano in classe insieme durante le lezioni di storia, matematica e fisica.
-Sei pronto? Domani torni a scuola- Kimberly si spostò dalla sedia al letto cercando di essere più delicata possibile
-Non lo so, e non posso negare di avere anche una certa paura- abbassò per un secondo lo sguardo mentre sentiva il corpo della ragazza irrigidirsi sopra le coperte
-Questo si che è un comportamento da sfigato!- sbottò furiosa la ragazza –non puoi avere paura del giudizio delle  persone, hai solo una gamba ingessata, no la peste!- i suoi occhi verdi scintillavano di rabbia e Stiles non poté fare a meno di perdersi in quel colore così dannatamente familiare
-ma almeno mi stai ascoltando?- sbuffò irritata
-Non è questo che mi fa paura- sussurrò il ragazzo mentre si lasciava cadere sul cuscino. Istintivamente portò le mani a coprirsi il viso, come una sorte di scudo, non voleva farsi vedere nuovamente debole. Aveva già pianto abbastanza davanti a lei, pensò mentre cercava di trattenere le lacrime.
-E’ per Scott, vero?- sentì Kimberly sdraiarsi affianco a lui e con un braccio coprirgli il petto. Stiles si stupì da quel comportamento, conosceva da poco quella ragazza eppure sapeva così tanto di lui, e in quei pochi giorni era riuscita perfino ad essere un’amica migliore di Scott.
-Non so come comportarmi- la sua voce venne smorzata da un leggero tremolio
-Io invece lo so. Spaccherai il culo a tutti- a quelle parole Stiles, non poté fare a meno di ridere e scoprendosi il viso si voltò nella direzione della ragazza –grazie- sospirò a pochi centimetri dalle labbra della mora.
-A cosa servono gli amici secondo te?- disse alzandosi improvvisamente dal letto. Movimento che ovviamente provocò una smorfia di dolore al ragazzo –già te ne vai?- disse quest’ultimo quando vide Kimberly prendere le sue cose
–è tardi, e tu devi riposare- disse posando delicatamente le labbra sulla fronte del ragazzo –ti passerò a prendere domani mattina-
 
-
Era passata una settimana da quando Stiles l’aveva salvato per l’ennesima volta, solo sette giorni da quando aveva iniziato a capire che provava qualcosa verso quel ragazzino petulante e logorroico. Non passava notte senza la quale Derek non sentisse il bisogno continuo di stare vicino a quel corpo così esile ma allo stesso tempo forte. Così ogni giorno, alla stessa ora si ritrovava a entrare di nascosto dalla finestra semi aperta della camera del figlio dello sceriffo. Stiles come sempre si agitava e pronunciava parole senza senso alternando il nome di sua madre con quello di suo padre, ma a far galoppare il cuore del licantropo era il suo nome sussurrato in modo diverso ogni notte, specialmente nei momenti in cui l’odore di Stile diventava più forte e più penetrante mentre il suo nome fuoriusciva in un piccolo gemito. Ma era durante i minuti di agitazione che l’alpha mostrava quella parte di sé che credeva fosse morta nell’incendio, infatti, ogni volta che il piccolo ragazzo si contorceva, lui lasciava scorrere delicatamente la sua mano sul viso pallido e stanco dell’umano. Quel lieve contatto sembrava funzionare visto il respiro ritornava regolare subito dopo. Ma quella notte tutto sembrava troppo calmo, Stiles per la prima volta sembrava non avere incubi, nessun lamento, nessun nome pronunciato, il suo  cuore sembrava battere solo leggermente più forte.  L’alpha decise di alzarsi per controllare se effettivamente il ragazzo stesse bene, oppure era lui che iniziava a stare male, la seconda ipotesi sembrava essere quella giusta visto che il ragazzino stranamente non aveva niente. Tirò un sospiro di sollievo e abbassando gli occhi vide quel corpo caldo e indifeso a pochi centimetri da lui, qualcosa nella sua testa gli urlava di scappare immediatamente,ma il lupo dentro di se ebbe la meglio. Si appoggiò delicatamente al letto avvicinandosi con il petto sempre più contro la schiena del ragazzo. Derek non si accorse dell’aumentare dei battiti del cuore di Stiles, era troppo occupato a cercare di evitare che il suo di cuore prendesse vita  e  decidesse di fare un giro fuori dal petto. Quando finalmente la schiena esile del ragazzo cozzò contro il suo petto, mentre una mano scivolava piano a sfiorargli il fianco, il lupo si accorse del battito impazzito del ragazzo.
Stiles era sveglio.
 In un lampo si ritrovò con la schiena contro la parete fredda della camera e due occhi enormi guardarlo sorpreso.
Avrebbe voluto tanto scomparire in quel momento, essere magari nel suo letto oppure anche in preda dei cacciatori. Avrebbe preferito morire piuttosto che vivere ciò che stava vivendo. Il grande lupo cattivo, l’alpha, il licantropo o in qualsiasi altro modo lo si volesse chiamare stava letteralmente morendo dall’imbarazzo. Aveva ceduto solo per pochi istanti, giusto il tempo di mettersi in ridicolo, e ora si trovava lì a fissare quegli enormi occhi ambrati che supplicavano, che pretendevano una qualsiasi altra mossa.
Doveva andarsene.
-Resta- un lieve sussurro fuoriuscì incerto dalle labbra martoriate del ragazzo. Quelle labbra che negli ultimi trenta secondi aveva assalito per evitare di dire qualcosa di stupido, qualcosa di sbagliato, qualcosa che lo avrebbe fatto scappare per sempre.
-resta, non andare via- alle orecchie del lupo quella più che una richiesta sembrò essere una supplica. Derek incastonò i proprio occhi in quelli di Stiles, poi passarono alla vista di quelle labbra maledettamente gonfie e rosse, inconsciamente si ritrovò a inumidire le proprie labbra provocando un sussulto al cuore dell’umano.
Stava cedendo.
-Derek, ti prego- quello fu l’ultimo brandello di ragione che se ne andò a puttane.
Stiles improvvisamente si ritrovò l’alpha carponi su di sé, non ebbe neanche il tempo di capire ciò che stava succedendo poiché la sua mente fu subito impegnata a elaborare quelle labbra appoggiate sulle sue. La bocca di Derek era ferma, quasi come se stesse aspettando il consenso per andare oltre e quando il ragazzino si spinse maggiormente arpionando il viso del licantropo, capì che ora aveva il completo libero accesso. La lingua inesperta del ragazzino rispondeva con la stessa urgenza di quella del licantropo, entrambi sapevano che stavano vivendo un momento surreale, uno spezzone di vita a parte, dove le uniche cose importanti erano le proprie lingue che s’intrecciavano e si muovevano in una danza fatta da sospiri e gemiti. Quando le loro bocche si staccarono per riprendere fiato, entrambi non ebbero il coraggio di guardarsi negli occhi, troppa era la paura che tutto quello alla fine potesse finire, e in un tacito accordo decisero di restare così l’uno aggrappato al cuore dell’altro.
Derek voleva slegarsi da quell'abbraccio e da quei movimenti che il ragazzo gli imponeva nel corpo. Ma era debole psicologicamente e fisicamente. Si sentiva annullato, come se la sua intera vita fosse stata un incubo e che solo ora si fosse svegliato. L’alpha si spostò leggermente più in basso, portando il suo orecchio sul cuore impazzito del ragazzo, mentre quest’ultimo, quasi come se fosse comandato da una forza maggiore, lasciava che le sue dita esplorassero i capelli scuri del lupo.
Ma tutte le cose belle sono destinate a finire.
Stiles a causa di un leggero movimento del lupo, si lasciò sfuggire un piccolo lamento di dolore, ma bastò questo per riportare il lupo alla ragione. Derek era tornato alla realtà di sempre e incurante dei piccoli gemiti di dolore da parte del ragazzino, si allontanò bruscamente dal letto.
“Ora avrà il tuo odore addosso. Se morirà sarà solo colpa tua.”
Il viso del lupo si trasformò in un’espressione di disgusto, sentimento che non era verso quel ragazzino con il viso stravolto dal dolore ma verso se stesso. Non riusciva a capire come fosse stato così stupido nel rimettere di nuovo quel ragazzino nei guai, così stupido da cedere alla passione, così stupido ad aver dato spazio alle emozioni.
“Che razza di alpha sei, se non sei neanche in grado di proteggere una persona cui tieni da te stesso?”
Sentiva le proprie unghie perforargli i palmi delle mani, si sarebbe odiato per sempre per ciò che aveva deciso di fare, per le cose che aveva deciso di dire.
“E’ per il suo bene, fallo e lui vivrà una vita lunga e serena”
Percepì le sue iridi cambiare colore nel vedere la sofferenza già impressa nel volto di Stiles, ma doveva andare avanti, così prese un respiro e sputò tutto ciò che non avrebbe mai voluto dire.
-Devi restare lontano da noi, lontano dal branco. Non possiamo permetterci un altro peso, per noi sei solo un problema, una distrazione e prima o poi a causa dei tuoi casini ci farai uccidere tutti- tutto era fuoriuscito in un modo talmente rapido che per un attimo ebbe paura di doversi ripetere.
-Quindi, per te o meglio per voi sarei solo un peso-  gli occhi ambrati del ragazzino vennero coperti da uno strato di lacrime. Stiles distolse lo sguardo sperando che il lupo non avesse notato gli occhi lucidi.
-Mi hai sentito-
-Quindi l’averti salvato la vita più volte non significa niente per te?- ormai era inutile trattenere le lacrime, che improvvisamente iniziarono a rigare copiosamente il viso del ragazzino
-Non ti ho mai chiesto nulla- l’alpha avrebbe voluto prendersi a pugni da solo.
-Allora perché mi hai fatto questo? Perché sei qui? Che cosa significa tutto questo?-
-Niente. Non significa niente. Avevo bisogno di una distrazione, e come ti ho detto prima tu per noi sei solo una distrazione. Niente di più.-
Derek aspettava una risposta, qualcosa che non gliela desse vinta, ma Stiles si era arreso. Glielo leggeva negli occhi , ormai spenti, tutto il dolore che gli aveva procurato, ancora una volta. Avrebbe voluto confortarlo, dirgli che era lì per lui, e che ciò che era successo prima significasse qualcosa d’importante per lui. Ma non poteva. Prima o poi avrebbe capito.
-Se tieni veramente a Scott, lascialo stare. Non stargli fra i piedi. E per ultimo, se dici a qualcuno ciò che è successo, ti uccido.-
 
Scusate il ritardo u.u
Ora siete liberi di lanciarmi pietre, pomodori o qualsiasi altra cosa che avete a tiro. Lo so, questo capitolo può sembrare un po’ cattivo, ma il nostro Derek l’ha fatto esclusivamente per il piccolo Stiles. Piccola anticipazione nel prossimo capitolo conosceremo finalmente il branco di alpha, inoltre ci sarà un altro faccia a faccia con Derek e la nostra Kim svelerà qualcosa di importante a Stiles. Vi ho già detto tutto in pratica : )
Volevo ringraziare tutti coloro che seguono la mia storia e mandare un forte bacio alle persone che la recensiscono.
A presto, Mellow.
  
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