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Autore: __Sayuri__    03/12/2012    3 recensioni
[post-Thor] [pre-The Avengers]
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I film della Marvel ci hanno mostrato i due volti diversi di Loki e la sua 'metamorfosi' senza rivelarci cosa è accaduto nel mezzo, quando si è lasciato cadere nel vuoto. Con questa storia proverò a riempire questo buco narrativo utilizzando tanta fantasia e vari riferimenti ai film stessi, ai fumetti e alla mitologia nordica.
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[COMPLETA]
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[Questa fanfiction ha partecipato al contest "La notte degli Oscar" indetto su Writers Arena Rewind, vincendo il premio speciale 'Momenti di Gloria']
Genere: Drammatico, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Loki, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 1 - La caduta di un dio

Capitolo 5 - Reliquie rubate



Ancora un volta, la mente di Loki vacilla, si annebbia, si confonde. Dunque anche il Tesseract è reale, anche quella leggenda corrisponde in qualche modo alla verità.

Osserva Thanos e il suo sottoposto parlare, immobile, ma non riesce ad udire le loro voci mentre affonda nelle sabbie mobili dei suoi ricordi. Di nuovo, insegue i contorni di una memoria lontana, talmente sfocata da sembrare un'illusione; e si rivede bambino, chino sulle pagine ingiallite di un libro trafugato con l'inganno dalle stanze di Odino. Come al solito Thor lo ha aiutato a rubarlo solo per il brivido dell'avventura, e finge di ascoltare la sua lettura con aria annoiata, ma lui, lui assapora ogni frase con avidità e la custodisce gelosamente. È già consapevole del potere sottile e insospettabile delle parole, riesce già a discernere e confondere il limite labile tra una bugia e la verità, ma ancora non sa che questo diverrà presto il suo potere. È ancora innocente, è ancora un figlio, un fratello, mentre legge quei racconti proibiti che ai suoi occhi non sono altro che leggende, e che ora ha scoperto essere la realtà.

Si ritrova a sorridere suo malgrado. Per lo meno non è il solo ad essere cresciuto tra le menzogne, tutta Asgard non è altro che un assurdo circo insensato, tenuto in piedi solo da bugie e segreti. Che ne è degli insegnamenti di Odino sulla pazienza, sulla lealtà, sull'onore? Parole vuote, pronunciate con solennità per celare il vero volto di un assassino e di un ladro; fumo negli occhi, innalzato per impedire a tutti di vedere il marcio nelle fondamenta stesse di Asgard.

Loki si sente avvolgere da un profondo senso di nausea, di disgusto verso se stesso e verso tutto ciò che è stato, che anzi gli hanno fatto credere di essere. Interrompe di colpo il ricordo, perché gli sta facendo troppo male, e chiude gli occhi di scatto, perché anche se ormai sa che tutte quelle sono solo immagini false, non riesce a cancellarle dalla sua mente, non vuole lasciarle andare del tutto. Forse questa sarà per sempre la sua più grande debolezza. Loki non dimentica.

Quando riapre le palpebre cerca affannosamente lo sguardo di Thanos, uno sguardo spietato, gelido, calcolatore, ma in qualche modo rassicurante nella sua limpida evidenza, e lascia che carpisca i suoi pensieri. Lui lo può aiutare ad ignorare il suo dolore, a lasciare da parte ciò che vorrebbe essere, può aiutarlo a rinascere. Dimostrerà apertamente che chi lo considerava un debole, un folle, una semplice merce di scambio, ha sbagliato. Anche lui, l'odiato compagno delle ombre di Asgard, è degno del potere che gli è da sempre stato negato. Poco importa se per ottenerlo dovrà perdere la libertà, e sottostare ai disegni di un oscuro padrone. In fondo, non è stato sempre e comunque schiavo del Fato?

"Accetto", afferma di getto, fissando intensamente l'ultimo Eterno, che risponde al suo sguardo con un ghigno. "Ti aiuterò a uscire da qui, in cambio del potere che prometti di darmi."




Thanos scorre con lo sguardo la figura rigida del principe sconfitto di Asgard, e si insinua più a fondo nei suoi pensieri. Le sue difese non sono ancora crollate, e forse non lo faranno mai, ma l'orgoglio e la rabbia hanno preso il sopravvento sulla sua lucidità, rendendolo finalmente utile ai suoi scopi. Scava in profondità nel labirinto contorto della sua mente, e insegue il caos delle sue riflessioni. Pensa di poter cambiare, di poter rinascere, ma in realtà continua a ricadere nel medesimo, infantile, errore. Ma questo non è affatto un problema, anzi.

"Molto bene, asgardiano. Ma prima di poter convalidare il nostro patto mi devi dimostrare di essere in grado di svolgere il compito che ti richiedo."

"Cosa vuoi che faccia?" Domanda Loki, serio.

"Posso insegnarti a maneggiare il potere del Tesseract, ma devo avvertirti: se la tua mente non sarà abbastanza forte da contenere tale conoscenza, morirai."

Loki deglutisce piano, e stringe i pugni, senza abbassare lo sguardo.

"Posso farcela" afferma, ma Thanos coglie nel suo tono una lieve nota d'incertezza, e ride della sua debolezza.

"Non sai nemmeno con cosa hai a che fare, ragazzo. Credi di sapere cos'è il Tesseract perché ti ricordi un'insulsa favoletta; ma in realtà non sai niente. Odino ha annacquato i fatti, come sempre. Vuoi conoscere la verità?"

Ancora quella domanda, pensa Loki. Solo che questa volta gli fa un po' meno paura, e sente quasi il bisogno di sentire la risposta, di trovare qualcosa di nuovo, di vero, qualcosa in cui credere. Annuisce gravemente, con misurata lentezza, mentre il mostro gli si avvicina.

"Le leggenda che tu conosci, sapientemente imbastita dal Padre degli dei, afferma con arroganza che il cubo nacque in tempi remoti dal potere di Asgard, per impreziosire la collezione di Odino, ma, dato il suo smisurato ed incontrollabile potere, venne distrutto da lui stesso per proteggere gli equilibri dell'universo."

Il mostro fa un pausa misurata, sorridendo in direzione di Loki, prima di proseguire.

"Niente di più falso. Il Tesseract è nato dal potere degli Eterni. E doveva essere mio."

Il dio dell'Inganno aggrotta la fronte, attonito, e schiude la labbra, ma Thanos non gli permette di replicare.

"Odino se ne è appropriato con un sotterfugio, ingiustamente, come ha sempre fatto. In fondo se ora può vantare la sua posizione è perché ha esercitato per anni il suo miglior talento, quello di trafugare le reliquie altrui. Tu ne sei la prova vivente."

Loki contrae la mascella, disgustato, e sente un fastidioso bruciore agli occhi. Prima che il mostro se ne accorga e infierisca ulteriormente volta lo sguardo, rabbiosamente, fissando le crepe sulla superficie rocciosa del terreno; mentre la voce affilata di Thanos termina il suo racconto.

"Ma il potere racchiuso nel Tesseract era troppo vasto anche per lui, come per chiunque altro. Nel tentativo di comprenderne l'utilizzo e di domarne l'energia, gli asgardiani ne hanno perso il controllo, rivelandone l'esistenza a molti altri popoli. Questo ha scatenato una lunga sequela di guerre e scontri per ottenerne il potere, fino a quando Odino ha escogitato il suo ultimo stratagemma. Ha finto di distruggere il cubo, stipulando poi accordi di pace con gli altri regni, così da raggiungere il distorto riflesso di una pace fasulla, quando in realtà ha solo nascosto il Tesseract, il cui potere è rimasto dormiente a lungo. Fino ad oggi."

Thanos si volta verso l'elfo oscuro, che stringe tra le dita bluastre uno scettro dorato, sulla cui estremità superiore pulsa ritmicamente una fioca luce blu; e Loki comprende che quello è il segnale che indica il ridestarsi del cubo.

"Sapete dove si trova?" Chiede a mezza voce, come ipnotizzato da quel luminoso palpito d'energia.

L'Altro consegna lo scettro nelle mani di Thanos, e risponde:

"Si trova su un piccolo mondo. Un mondo umano."

L'asgardiano ha un moto di stizza, e muove alcuni passi nervosamente, prima di sibilare:

"Midgard? Perché mai dovrebbe trovarsi in un luogo abitato da esseri tanto inferiori?"

Thanos lo raggiunge, appoggiandosi volutamente allo scettro per rimarcare la sua imponenza, e sogghigna con malcelata esultanza.

"Proprio per questo. Evidentemente Odino credeva che non avrebbero mai provato ad usare il Tesseract, e che questo sarebbe rimasto al sicuro nel più improbabile dei nascondigli per sempre. O magari l'ha fatto perché si fidava degli umani... ha sempre avuto un debole per le creature terrestri. Proprio come Thor."

Loki sussulta e inizia a fremere di rabbia. Cos'avranno mai di speciale i midgardiani da meritare tanto affetto? In confronto a loro... in confronto a lui, sono semplici insetti.

"Cosa vuoi che faccia, quindi?" chiede rivolto all'ultimo Eterno, mentre sente il sangue ribollirgli di rabbia.

"Devi rintracciare il Tesseract, per poterlo risvegliare completamente. Ovviamente però, non puoi ancora lasciare questa dimensione. Non fisicamente. Per ora, dovrai recarti sul pianeta dei mortali sfruttando solo la forza della tua mente, e raccogliere più informazioni possibili. Se sopravviverai, ti mostrerò come attivarlo e come come controllarne l'energia. Ora, concentrati."

Thanos allunga il braccio in cui regge lo scettro verso Loki, facendogli un cenno con la testa. L'asgardiano apre la mano, avvicinandola lentamente all'asta dorata. Sente il potere che emana quel piccolo globo di luce, un bagliore ammaliante e pericoloso, e prima che possa stringere le dita intorno al metallo la voce del mostro lo ammonisce.

"Non combatterlo, ma non provare nemmeno ad usare il potere che ora avvertirai. Il Tesseract può potenziare ogni tua facoltà e di rendere chiaro ogni sentiero, ma non sei ancora in grado di esercitare questa abilità senza rischi. Potrai solo contenere una minima parte della sua energia, sempre se ti dimostrerai abbastanza forte, e questa ti condurrà più rapidamente verso il luogo in cui è custodito effettivamente il cubo. Hai un solo tentativo, cerca di non fallire."

Loki annuisce e stringe le palpebre, inspirando profondamente. Poi afferra con un gesto secco lo scettro e chiude gli occhi.




La prima sensazione che prova è il gelo. È come se nelle sue vene abbia iniziato a scorrere del ghiaccio liquido, e l'aria stessa che respira diviene densa come una spessa coltre di neve. Poi, come sempre, arriva il dolore, talmente intenso da stordirlo, e per un attimo perde la percezione del suo corpo, rischiando di smarrirsi nella sua stessa mente. E poi, lo avverte.

Il potere.

Talmente intenso da svuotargli i pensieri, così inarrestabile da riempirgli la testa di nuove idee, di nuove intuizioni, che sgorgano da un sapere alieno e sconosciuto. Si sente vivo, e forte come non lo è mai stato prima. Gode ancora di quel momento, e si lascia guidare da quella nuova forza che lo conduce con ferrea dolcezza, permettendogli di scoprire nuovi sentieri e nuove strade celate nelle profondità del cosmo. È un viaggio sfibrante, che mette alla prova le sue già precarie energie, ma che gli apre la mente, svelando nuovi orizzonti e abbattendo vecchi confini. Non riesce a dare una durata al vagabondare dei suoi pensieri, potrebbero essere anni, o secondi, o vite intere. Man mano che si addentra nell'intricato labirinto di tragitti e portali d'energia e di stelle, avverte il potere del Tesseract farsi più chiaro e pulsante, fino a quando la nebbia che gli ha invaso la mente si condensa in un unico punto di luce.

Riapre gli occhi, anche se in realtà il suo corpo è ad intere galassie di distanza, e ricostruisce l'illusione di se stesso. Si guarda intorno, riconoscendo i segni dell'architettura midgardiana, cercando di capire dove sia finito e di trovare quel che cerca. Avanza a fatica, realizzando di essere più stanco di quel che credeva, tentando con tutte le forze che gli restano di mantenere la sua vista a fuoco.

Sembra trovarsi in un cunicolo sepolto sotto la terra, avvolto dalla penombra e dalla polvere. Continua a camminare, incontrando corridoi sempre uguali, con le mura corrose dal tempo e intralciati da macchinari metallici. Finalmente intravede delle luci più intense e avverte dei rumori in lontananza, ed inizia a seguirne l'eco. Gradualmente, rimbombi sordi si tramutano in un ritmico rumore di passi e nell'intrecciarsi di due voci. E una di queste, con sua grande sorpresa, scopre di conoscerla.

"Pensavo che mi stessero portando qui sotto per uccidermi."

Loki si muove nell'ombra, silenzioso, totalmente invisibile ai due umani che si fronteggiano di fronte a lui. Li osserva con attenzione, cercando di comprendere la natura del loro discorso. Quello che ha riconosciuto essere uno degli amici mortali di Thor, Selvig, lo studioso, sembra inquieto e si lascia andare ad una risatina nervosa; mentre l'altro, un uomo imponente, con una benda nera sull'occhio, tiene le mani in tasca con fare autoritario. Di colpo si avvicina all'altro umano con passi misurati, e l'asgardiano riconosce nei suoi occhi la scintilla del comando, che traspare nella fermezza della sua voce.

"Ho saputo della situazione nel New Mexico. Il suo lavoro ha sbalordito molte persone più intelligenti di me."

Loki legge in quella finta modestia un misero tentativo di manipolare Selvig e di conquistarne la fiducia, ma l'umano non è altrettanto sveglio e continua a parlare, cadendo nel tranello.

"Ho molte cose su cui lavoro. La teoria Foster. Un portale che conduce ad un'altra dimensione. È sorprendente."

Il dio dell'Inganno sorride. È molto più che sorprendente. La sua ricerca lo ha condotto dalle stesse persone presso cui ha trovato rifugio il suo amato fratello. La situazione sta decisamente superando ogni sua più rosea aspettativa. Ci sarà spazio anche per un po' di vendetta personale, per lui, nell'adempiere al piano di Thanos.

Il dottor Selvig fa una domanda che non riesce a cogliere, quindi rifocalizza la sua attenzione sull'uomo in nero, che squadra lo studioso seriamente, prima di tornare sui suoi passi e riprendere a parlare.

"La leggenda racconta una cosa e la storia un'altra. Ma di tanto in tanto scopriamo qualcosa che appartiene ad entrambe."

Loki non può che essere d'accordo con questa affermazione, e osserva interessato le mani dell'uomo posarsi su un contenitore metallico, dal quale avverte fuoriuscire l'energia del Tesseract. Ci siamo.

Il contenitore viene aperto e sui visi dei due midgardiani si disegnano intense sfumature bluastre, mentre il cubo viene finalmente svelato.

"Che cos'è?" Chiede Selvig, confuso.

"Energia, dottore. Se riusciamo a trovare il modo di carpirla, forse energia illimitata."

E Loki la sente scorrere dentro di sé, quell'energia, e anche se Thanos gli ha imposto di non provare ad utilizzarla, non riesce a resistere e ne abbraccia il flusso. Basta un battito di ciglia, e riesce a vedere i pensieri dell'umano di fronte a lui, riesce ad entrargli nella mente abbattendo senza difficoltà ogni sua difesa. Guarda la sua stessa immagine riflessa su di una lucida lastra di metallo e le sue labbra si increspano in un sorriso quando, forte di un potere che non ha mai neppure immaginato, gli sussurra:

"Credo valga la pena dargli uno sguardo."

E mentre l'umano ripete quelle esatte parole, soggiogato dalla sua volontà, osserva compiaciuto quel riflesso spezzato di luci e ombre che compone il suo volto. Se fosse più lucido, riuscirebbe a vedere quanto il dolore che gli abbia distorto i lineamenti, e ne sarebbe spaventato. Se davvero lo volesse, potrebbe riconoscere l'insana follia che gli anima lo sguardo, e ne sarebbe turbato.

Ma, ora, l'unica espressione che vuole scorgere sul suo viso è quel sorriso di trionfo.


 




***





Angolo autrice

Puff...pant... @____@ Non so come, ma ce l'ho fatta a pubblicare oggi, come promesso. Non nemmeno più la forza di rileggere tutto per l'ennesima volta quindi lascio a voi l'ardua sentenza. :)

Bene, ora anche la questione "Tesseract" è risolta (?), si spera.

Questo capitolo trasuda citazioni, vedo se riesco a riportarle tutte:
- l'ultima frase del capitolo precedente e alcune di quello presente riprendono pari pari l'incipit del film "The Avengers" (quelle pronunciate dall'Altro, per intenderci! :D).
- la scena finale è una rilettura 'ampliata' delle scene dopo i titoli di coda del film "Thor", che come protagonsiti ovviamente Erik Selvig e Nick Fury.
- c'è una piccola citazione di una cosa che dice Laufey nel film "Thor"... sono proprio tre parole, chi le individua vince un modellino in  scala 1/10 del Tesseract! XD
- Il fatto che Thanos indichi il Tesseract come appartenente alla collezione di Odino è una citazione del film "Captain America - Il primo Vendicatore", precisamente di una frase pronunciata dal Teschio Rosso, che deifinisce il cubo 'Il fiore all'occhiello della collezione di Odino'.
- La frase di Thanos "doveva essere mio", riferita al Tesseract, è una citazione del fumetto Marvel 'Le fatiche di Loki", dove è pronunciata dallo stesso Loki in riferimento a Mjolnir.

Ultima cosa, colgo l'occasione per ringraziare tutti coloro che finora in un modo o nell'altro mi hanno sostenuto nello scrivere questa storia (sperando che dopo questo capitolo non vogliano disconoscermi! ^__^), ovvero: Blue_moon creatrice anche dei bellissimi banner della storia <3), Butterfly90, paoletta76, Callie_Stephanides, Mayaserana, Panchan, Raphus Cucullatus, _Loki_, Sabriel, Lauren_MsLoki, rose princess e chiunque abbia deciso di leggere questa storia (delirante!XDD)

GRAZIE!

A lunedì prossimo! <3

Sayuri


   
 
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