04/12/2012
4 recensioniI segni del destino parte I
Guardo il corpo di Jess che viene recuperato dall'hovercraft. Presto ritornerà da me.
Sento le lacrime che mi bruciano gli occhi, ma le trattengo.
Non qui, non davanti a papà, mi dico.
" le lacrime sono segno di debolezza", mi continua a ripetere, e io, nonostante tutto non voglio deluderlo.
La voce di mio padre mi riscuote dai miei pensieri- Che perdita di tempo, che è stata!-.
E' troppo per me vorrei urlargli in faccia che era tua figlia, che era mia sorella, che è morta combattendo, che tu non hai il diritto di parlare così di lei.
Ma dalla mia bocca non esce niente.
Esco di casa e corro, corro.
Muovo le gambe per non so quanto tempo, ma arrivo di fronte all'Accademia.
E lì, sugli scalini c'è mio padre che mi osserva con sguardo sprezzante e un sorriso da sadico sulle labbra.
-Ma bravo,Marvel! Hai corso per neanche in kilometro, forse è meglio se ti alleni sulla corsa per prima cosa, eh?-
-Per..prima...cosa..?- sento la mia voce affanata che chiede.
-Sì, tu, finchè non vincerai, questa sarà la tua casa. Se vincerai- e sottolinea le parole -se vincerai-.
E se ne va con l'eco della sua risata che si perde in lontananza.
Davanti a me c'è una ragazza, avrà circa 16 anni, forse meno. Ha i capelli biondi, gli occhi azzurri e il viso perfetto.
Sembra una dea, mi ritrovo a pensare.
- Ciao,Marvel. Io sono Cashmere. Mi dispiace per tua sorella. Eravamo molto amiche- e sembrerebbe che gli occhi le diventassero lucidi-Sarai mio protetto fino a quando non avrai compiuto 10 anni-
Ancora 4 anni, quindi.
Entriamo nell'Accademia e mi conduce nella mia stanza.
Mi metto sotto le coperte e cerco di addormentarmi, ma è difficile.
E, finalmente, le lacrime scendono e rigano il mio volto.
Piango per Jess, mi manca il suo lieve bacio che mi lasciava sulla fronte tutte le sere. Ma so, che non l'avrò mai più.
Vengo svegliato dalla voce di Cashmere che urla- Allora, bello mio, ci svegliamo?-.
-Sì, arrivo!- le grido in risposta.
Quando esco vengo investito da una predica che posso solo ascoltare- Senti, bello mio, non ho voglia di venirti a svegliare tutte le sante mattine, quindi: hai una sveglia o ti abitui. Chiaro?-
- Chiaro- le rispondo, con voce monotona.
Dopodi chè ci dirigiamo verso la sala ' Addestramenti'.
Mi incammino verso il gruppo della mia età.
L'istruttore ci sta chiamando per nome e assegnandoci ad ognuno una postazione da cui partire.
- Glimmer, tiro con l'arco-.
-Juliette, lancio dei coltelli-.
- Dylan, spada-
-Vincent, combattimento a corpo a corpo-.
- Marvel, lancia!-.
La durezza di queste parole mi colpisce come un pugno nello stomaco.
Vorrei rimandare tutto questo, ma , so fin troppo bene che non posso.
Così, mi dirigo verso la postazione, merntre i recenti ricordi affiorano alla mente.
Jessica sente un rumore sospetto alle sue spalle, si gira di scatto e si ritrova davanti il ragazzo del 4.
Scaglia lancia dritto nel cuore della ragazza, uccidendola.
Si sente il colpo di cannone, ma il ragazzo non si ferma, martoria il corpo come farebbe con imanichini dell'Accademia.
Solo che qua, ha ucciso una persona.
Vedo Cshmere che mi fa un cenno di incoraggiamento con il capo, perchè lei è l'unica che mi capisce.
Prendo in mano la lancia e ci vedo il sangue incrostato di Jess. Come per scacciarlo, tiro lancia.
Si conficca esattaamente nel cuore.
-Strani, i segni del destino..- sento qualcuno che dice.
E non posso non dargli ragione.