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Autore: shesbroken    04/12/2012    2 recensioni
«Meriti di essere baciata sempre come se fosse la prima volta.» Disse più seriamente,
prima di trafiggermi con lo sguardo. Avrei sempre amato quegli occhi verdi. «Ma cosa più
importante, meriti che ogni giorno ci sia qualcuno al tuo fianco che ti ricordi quanto ti ama.»
Cap. 30
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'I can be your hero baby.'
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CAPITOLO 2
I want you so bad.



Passai la notte intera tra le braccia di Harry e al mio risveglio, quando lo trovai ancora accanto a me, accennai un sorriso ripensando alla sera precedente. Come sempre era stato dolce, passionale, e per la prima volta anche un po' malizioso, insomma, era stato tutto semplicemente perfetto. Non appena mi svegliai, percepii il suo respiro lento e regolare tra i miei capelli, così, mi strinsi a lui per riuscire a sentire meglio il battito del suo cuore. Anche quando dormiva riusciva ad essere meraviglioso, era se stesso. Con un dito iniziai a seguire le linee dei suoi addominali, e, fortunatamente, si svegliò quasi subito. Avevo bisogno di sentire la sua voce rauca e sexy allo stesso tempo. «Finalmente.» Dissi semplicemente stampandogli un bacio sulla guancia, facendolo sorridere amabilmente. «Buongiorno amore.» Disse aprendo in una fessura gli occhi, prima di iniziare a baciarmi dolcemente, come solo lui sapeva fare. «Mi sei mancato così tanto.» Sussurrai al suo orecchio, mentre lui con le labbra scendeva lungo il mio collo. «Beh, penso che dopo stanotte abbiamo recuperato alla grande.» Disse con un sorriso sghembo, facendo sorridere anche me a mia volta. «Io non penso.» Dissi con una smorfia scatenando l'ira di Harry, che iniziò a farmi il solletico dappertutto. «Ok ok superstar stop.» Dissi tra le risate, prima che il ragazzo posasse per qualche secondo le sue labbra sulle mie. Era bastato un tocco a mandarmi in estasi. «Non dovresti mai sfidarmi.» Mi sussurrò con un sorrisino malizioso, guardandomi fisso negli occhi. «Non ho paura di te.» Sussurrai a mia volta, prima che il ragazzo annullasse per l'ennesima volta, ogni distanza tra di noi. Il paradiso esisteva. Per colazione, il ragazzo mi portò a letto una tazza di caffè fumante e delle brioches probabilmente riscaldante, scusandosi dicendo che non aveva avuto ancora tempo per fare la spesa. «Dovresti vergognarti, non pensi mai a me.» Dissi addentando la brioches prima di scoppiare a ridere davanti allo sguardo da cucciolo di Harry. «Ma io ti amo.» Disse con una vocina che mi fece venire la pelle d'oca, davvero non riuscivo a capire come potesse essere così dolce. «Veramente?» Dissi avvicinandomi al suo volto, prima che il ragazzo mi stampasse un bacio sulle labbra. «Si.» Disse accennando un sorriso, prima di imboccarmi. La giornata era iniziata bene, per cui sperai in un seguito altrettanto migliore.
Prima di uscire di casa, mi disse che avremmo avuto la giornata libera, e che i ragazzi ci avrebbero lasciati da soli volentieri. «Sei sicuro che per loro vada bene?» Dissi allacciandomi la cintura, non appena mi sedetti sul sedile della sua Ferrari. «Si tranquilla, avremo tempo di vederli domani.» Disse stampandomi un bacio sulle labbra, prima di accedere il motore dell'auto. Non mi disse dove saremmo andati, ma qualcosa mi diceva che da Harold mi dovevo aspettare di tutto. Dopo quasi un quarto d'ora di macchina, arrivammo davanti all'ingresso del Central Park, e dopo aver parcheggiato l'auto, Harry mi prese per mano dicendomi che mi dovevo fidare di lui. Sotto gli occhi curiosi dei passanti, mi condusse fino alla riva di un laghetto appartato, dove trovammo ad attenderci due presunti camerieri e un pic nik coi fiocchi. «Tu sei...» «Meraviglioso? Si lo so.» Mi disse stampandomi un bacio sulle labbra, mentre io sorpresa, continuavo a guardare tutto quello che aveva preparato per noi due. «Grazie, ora potete andare.» Disse con un sorriso cordiale ai due ragazzi che ci augurarono un buon appetito. «Non ti preoccupano i paparazzi?» Dissi sedendomi sulla tovaglia, o meglio sulla coperta preparata apposta per noi. «No, per niente. Oggi voglio solo essere un ragazzo che vuole far capire alla sua ragazza quanto la ama.» Disse sedendosi accanto a me, per poi aprire il cestino del pic nic. Lo sapevo che quello era solo l'inizio di una meravigliosa giornata.
Dopo il nostro spuntino, immortalato ovviamente da qualche paparazzo arrivato giusto in tempo, Harry decise di portarmi sulla Fifth Avenue, e non ne capii il motivo. «Ricordi uno dei nostri primi "appuntamenti"?» Mi chiese prendendomi per mano, per poi incamminarci fuori dal parco. «Intendi il nostro appuntamento alla London Eye? Non ti sembra un po' troppo lontano?» Gli chiesi ridendo mentre il ragazzo alzava gli occhi al cielo, arrendendosi. «Vuoi dire che non ti ricordi quel giorno quando abbiamo quasi creato un book fotografico tra un negozio e l'altro? Ma sì, quando ho messo quella foto su twitter e mi hai detto che temevi per la tua reputazione.» Disse sorridendo al ricordo mentre nella mia testa ripensavo a quella giornata semplicemente perfetta. «Avevo le mie ragioni.» Dissi ridendo, mentre Harry offeso alzava gli occhi al cielo. «Grazie eh.» Disse prima che io lo inzitissi con un tenero bacio a stampo, mentre lui fiero, continuava a tenermi per mano. Non appena iniziammo a camminare, ad Harry cadde l'occhio sulla vetrina di Victoria Secret, e dopo uno sguardo malizioso, lo guardai ridendo per poi tirargli un pugno sul braccio. «Andiamo.» Dissi trascinandolo dentro, mentre fiero di se stesso, continuava a stringermi la mano. «Grazie amore.» Mi sussurrò all'orecchio, per poi stamparmi un bacio sul collo, facendomi venire la pelle d'oca. Sarebbe stato un lungo pomeriggio, soprattutto per lui.
Al termine dello shopping, mi accompagnò in un ristorante italiano semplicemente stupendo, dove incontrammo un paio di fan che ci chiesero alcune domande e ci fecero qualche foto. «Mi chiedo ancora come fai.» Mi disse Harry trafiggendomi con lo sguardo, quando le due adolescenti se ne furono andate. «Fare cosa?» Gli dissi sorridendo, prima che il ragazzo intrecciasse la sua mano con la mia, iniziando a guardarle mentre si univano. «A sopportare tutto questo. Nessuno ti costringe a farlo, eppure sei sempre così allegra.» Mi disse per poi tornare ai miei occhi lucidi. «Non è poi così male come sembrava, e poi ti amo, farei qualsiasi cosa per te.» Gli dissi prima che il ragazzo si sporgesse verso di me, iniziando a baciarmi dolcemente, nell'attesa che arrivassero le nostre pizze. Le nostre mani intrecciate mi facevano sentire a casa, e le nostre labbra mi ricordavano tutte le volte quanto l'amavo. «Ti amo piccola.» Mi disse a fior di labbra prima di riprendere a baciarmi. Era tutto semplicemente perfetto.
Appena rientrammo a casa, Harry mi aiutò a portare le buste in camera, e non appena finimmo, corsi in bagno per prepararlo alla migliore notte della sua vita. Senza aspettare oltre, indossai il baby-doll che mi aveva regalato il pomeriggio precedente, dicendo che l'aveva fatto sopratutto per lui. Negli ultimi mesi eravamo diventati veramente affiatati, e persino Chloe e Dana l'avevano notato. Oramai eravamo diventati un tutt'uno. Dopo quasi un quarto d'ora mi decisi a uscire dal bagno e non appena entrai in camera trovai Harry, pronto ad aspettarmi sul letto con addosso ancora i jeans e la camicia già sbottonata. Senza dire una parola, mi avvicinai al ragazzo che, imperterrito, continuava a fissarmi dalla testa ai piedi con un sorrisino malizioso. Non appena mi stesi sopra di lui, senza fargli troppa pressione, iniziò a baciarmi prima dolcemente, poi con più passione, mentre sue mani scendevano lungo la schiena, a contrario delle mie, che si stringevano ai suoi folti capelli ricci. «Sei perfetta.» Mi disse tra un bacio e l'altro facendomi letteralmente sciogliere. In un attimo ne approfittò per capovolgere la situazione, così, non appena lo trovai su di me, gli tolsi la camicia senza pensarci due volte lasciandolo solo coi suoi jeans, mentre le mie mani scendevano lungo il suo fondo schiena, facendolo sorridere maliziosamente. «Tu sei mia, ok?» Mi sussurrò all'orecchio, per poi iniziare a baciarmi il collo. Tutto era perfetto in quel momento e poi mai, avrei pensato che le cose sarebbero potute cambiare per l'ennesima volta.

Al mio risveglio Harry era ancora immerso nel mondo dei sogni, quella notte aveva veramente dato il meglio di se, così decisi di non svegliarlo. Indossai la sua camicia un paio di pantaloni della tuta, e dopo essermi messa una coperta sulle spalle, uscii sulla terrazza per osservare in pace l'alba. Dopo quasi dieci minuti, seduta fuori su quella poltroncina sentii le palpebre cedermi, ma non appena sentii le labbra di Harry sulla mia guancia, mi risvegliai. «Ehi che ci fai già sveglio?» Gli chiesi, prima che il ragazzo si sedesse al mio posto, per poi prendermi in braccio. «Potrei farti la stessa domanda.» Mi disse prima di stamparmi un bacio sulle labbra, facendomi venire le vertigini. «Beh sei tu quello che ieri ci ha dato dentro.» Dissi maliziosa, prima che il ragazzo appoggiasse la sua fronte sulla mia, trafiggendomi con lo sguardo. «Sei tu che mi fai diventare matto.» Mi disse per poi riprendere a baciarmi mentre l'alba di fronte a noi cominciava a farsi vedere. Non avrei mai smesso di amare quel ragazzo, mai.

Vic #2
   
 
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