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Autore: LaRagazzadalCuoreinFiamme    04/12/2012    0 recensioni
una promessa da mantenere ,un segreto da nascondere e un' amicizia da salvare , una storia che va oltre l'immaginazione dove due ragazzi pur di restare amici andranno incontro alla morte ,combatteranno tra amore e odio, scopriranno realtà che non si sarebbero mai aspettati potessero essere vere.
Genere: Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi svegliai di colpo, era stato solo un sogno ma le immagini erano così nitide nella mia mente che sembrava fosse ieri, quando lui se ne era andato. Da quel giorno non l’ho più visto. I tuoni che come coltelli squarciavano il cielo facevano da sottofondo ai miei sogni , anche se sarebbe più appropriato chiamarli incubi, mi siedo sul letto, e penso a quanto avrei voluto sapere il perché di quella improvvisa fuga , sarei andata con lui lo avrei raggiunto dovunque fosse, ma non me lo avrebbe mai permesso non mi avrebbe fatto rischiare la vita , chi sa se in un lontano domani manterrà la sua promessa . Ogni giorno era un tormento per me , quanto dovevo aspettare per il suo ritorno? Mia madre diceva di guardare oltre avevo una vita davanti, ma a me non interessava la vita l’avrei sprecata ad aspettarlo non mi importava per quanto tempo, a me bastava soltanto rivederlo ancora una volta e che mantenesse la sua promessa, ma ormai erano passati quattro anni da quel giorno e anche io iniziavo a perdere la speranza che tornasse ma sapevo che non l’avrei mai persa del tutto non potevo farlo non potevo permetterlo lo dovevo fare per lui . Mi alzai dal letto controvoglia e scesi a fare colazione ,la scuola è un'altra delle cose che odio fare , studiare ,leggere ,scrivere sono cose che tutti sanno fare compresa me ,certamente non è questo il motivo per cui odio la scuola, ma è perché tutti mi credono un po’ fuori di testa, da un lato perché non parlo quasi mai con nessuno, dall’ altro perché avvolte mi incanto fissa in un punto immersa nei miei pensieri e se la professoressa non mi chiamava o le mie amiche potevo restare così anche per tutta la giornata, una volta era successo, e ho avuto tre giorni di sospensione per non aver ascoltato neanche dieci minuti di lezione, non che non mi piace studiare, il fatto e che non riesco a non pensare a lui, dopo tutto siamo stati amici per quasi tredici anni, non posso dimenticarlo ,e non lo farò mai. Suona la campana e tutti entriamo in classe , ecco l’inizio di un’ altra giornata identica alle altre ,pensavo, ma non sapevo ancora cosa sarebbe successo dopo, la prima ora passa come il vento, non mi accorgo neanche di essere entrata in classe che suona la campana di fine lezione, uguale anche per la seconda e la terza ora , arrivati alla quarta il tempo inizia a diventare brutto, il cielo diventa nero e inizia piovere, be dopo tutto dovevo aspettarmelo il meteo portava temporale, la classe è spoglia come un albero in autunno , grigia e fredda ,un carcere sarebbe stato in situazioni migliori, il mio banco è vicino alla finestra in ultima fila, il mio posto preferito, nessun professore guarda mai lì, preferiscono fare lezione alla prima e alla seconda fila dove di solito si mettono i secchioni così sono sicuri di fare una lezione svelta e senza intoppi, mi siedo ,mi alzo quando entra il professore e come sempre entro nel mondo della fantasia guardando fuori dalla finestra, penso a come sarebbe bello se tornasse, cosa gli avrei detto, lui soprattutto cosa mi avrebbe raccontato e come avrebbe giustificato la propria improvvisa scomparsa per no dire fuga, ma la domanda che mi ponevo in continuazione forse la più importante, la domanda senza la quale le prime due non sarebbero neanche nate, è < < sarebbe tornato? > > non volevo neanche pensare se la risposta fosse stata negativa , il vetro è appannato ma si riesce a vedere perfettamente fuori, il prato verde come smeraldo bagnato dalla pioggia ,il bosco al limite della strada diviso dalla scuola grazie alla via che porta in città, i pali della luce traballanti per il vento , volgo il mio sguardo dall’ altro lato dove dovrebbe esserci la fermata dell’ autobus, un uomo sta aspettando alla fermata, cerco di ricordare ma gli orari li sapevo a memoria e fino alle tre non passava nessun autobus di li , e allora che cosa ci faceva quel ragazzo, si a guardarlo bene doveva avere più o meno la mia età, forse uno o due anni in più ma forse era solo un impressione perché era alto, lo guardai di nuovo, mi stava fissando, come faceva a vedermi ero lontana quasi dieci metri, non poteva avermi notata, aveva capelli d’oro, occhi chiari ma non distinguevo bene il colore da quella distanza, alto, bello, muscoloso, era perfetto, ora inizia ad avvicinarsi e io riesco a distinguere di più i contorni, ma che cosa vuole fare non ci si può avvicinare così tanto alla scuola, ormai era lontano solo un metro e lo vedevo benissimo, non aveva l’ombrello ed era tutto bagnato, se mi avrebbero fatto uscire lo avrei ospitato sotto il mio, porta un jeans e una maglietta a maniche corte si possono vedere i muscoli delle braccia ,si capisce che ha fatto palestra, e sul braccio destro ha una cicatrice, sembra un morso, no, non è possibile, forse si è tagliato, lo guardo negli occhi non potevo crederci ci iniziammo a fissare, l’aveva fatto ,aveva mantenuto la promessa era tornato.
  
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