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Autore: Tomi Dark angel    07/12/2012    5 recensioni
-In realtà avrei bisogno del vostro aiuto, tesorini. O meglio, non io, ma Castiel.- spiegò.
Dean sbarrò gli occhi e sentì una punta di apprensione farsi spazio nel suo petto. –Castiel? Che è successo?-
Gabriel spostò il peso del corpo da una parte all’altra, a disagio.
-C’è stato un incidente durante un combattimento con i demoni e…
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Gabriel, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Dean si protese dal bozzolo di piume dorate che lo proteggeva dal vento e affilò l’udito alla disperata ricerca della provenienza del lamento ultraterreno che udiva spandersi nell’aria. Quel suono così basso e prolungato era intriso di sofferenza e di una muta richiesta di aiuto alla quale Dean sentiva il pressante bisogno di rispondere. Voleva Castiel, voleva vederlo e sapere che stava bene, nonostante l’istinto gli gridasse il contrario. Quella voce Dean l’aveva già sentita, con la differenza che la prima volta era stata così forte da spaccargli i timpani.
Gabriel scansò le ali e le richiuse sulla schiena in un manto splendente alle sue spalle che Sam osservò incantato attraverso le violente raffiche di vento che lo schiaffeggiavano. Non si accorse che dietro di lui Dean aveva cominciato ad arrancare lungo la parete rocciosa, il capo chino e un braccio sollevato per riparare la vista dalle intemperie. Doveva trovare Castiel, fermare quel lamento che feriva più del vento e dell’intera situazione nella quale si erano cacciati.
Faceva freddo, ma Dean non ci badava.
Il cielo tuonava la sua rabbia, ma Dean lo ignorò.
All’improvviso il giovane cacciatore sentiva di poter arrivare ovunque, di poter scalare quella montagna a mani nude pur di raggiungere il suo angelo.
Alla fine Dean si fermò e sollevò lo sguardo, sordo ai richiami del fratello che si era accorto dei suoi spostamenti. Dean non lo sentiva perché un’unica creatura ostruiva in tutto il suo triste splendore i suoi sensi: Castiel era inginocchiato sul bordo della sporgenza rocciosa, il capo chino e le mani aggrappate agli avambracci per cercare di calmare i tremiti che lo scuotevano.
Dean aguzzò lo sguardo al percepire il fioco bagliore che si stendeva alle spalle dell’angelo e solo allora le vide, distese nel vuoto come il più etereo dei drappi celesti, ampie quanto quelle di Gabriel, seppur semplicemente due e non sei. Al contrario di quelle dell’arcangelo, le ali di Castiel rispecchiavano in tutto e per tutto le vestigia più belle della luna. Ogni piuma delicatamente sovrapposta alla sua gemella riluceva di un delicato bagliore argentato che sfumava nel bianco abbagliante come la purezza incontaminata che in quel momento si rispecchiava nel volto dell’angelo dai capelli scuri e scompigliati ma con due occhi talmente blu e luminosi da sembrare splendidi zaffiri sottratti alla più raffinata delle pietre.
Dean osservò il tremore di Castiel, la fragilità che si rifletteva nella sua figura spezzata di angelo caduto. Sembrava che il mondo avesse improvvisamente riversato ogni sua malvagità sulle ali del più bello dei serafini per trascinarlo al suolo e lasciarvelo sanguinante, ferito. Quella visione spezzava il cuore al punto che Dean sentì gli occhi velarsi di lacrime; lacrime che il cacciatore giustificò momentaneamente come un irritazione del bulbo oculare.
Castiel, non dando segni di averlo notato, fece oscillare il capo a destra e a sinistra e schiuse le labbra in un altro lamento più lungo degli altri, ma anche più stanco, come se la sua Grazia si stesse estinguendo come la fiamma di una candela infranta dal vento.
-Cass!- urlò Dean per sovrastare le raffiche di vento che gridavano insieme a lui. Castiel non lo guardò non si mosse.
-Urlare non ti servirà a nulla, idiota.- disse Gabriel, comparso magicamente alle sue spalle con una delle sei ali allungata a coprire le spalle di Sam come un drappo pregiato e morbido. Il cacciatore sembrava immensamente piccolo con quell’ingente ammasso di piume lucenti intorno al corpo, ma la cosa non sembrava dargli fastidio e Dean ignorò momentaneamente la cosa.
-Cosa posso fare allora? Parla o ti stacco le piume e le uso per farmi un cuscino!- abbaiò Dean, spazientito.
Gabriel non diede peso alla minaccia ben sapendo che in realtà il nervosismo di Dean stava schizzando alle stelle e per questo il cacciatore lo aggrediva in quel modo. Assaporò il lecca lecca per qualche istante, poi sorrise, facendo brillare gli occhi dorati come le sue piume di una luce maliziosa: -Prova a parlargli davvero. Parlare, non urlare.- consigliò.
-E questo cosa vorrebbe dire?-
-Tira da solo le tue somme, dolcetto mio, ma fai in fretta: mentre tu stai qui a minacciarmi, Castiel rischia di finire di sotto trascinato giù dal peso delle ali.-
Sam rabbrividì, pensando a cosa dovesse significare combattere contro il peso di due ali massicce come quelle di Castiel e Gabriel. Ne aveva sulle spalle una sola e la sentiva pesare così tanto che le sue spalle erano curve come la sua schiena, eppure sentiva Gabriel contrarre il muscolo per non abbandonare completamente l’ala contro di lui. Era un gran bel paradosso pensare che il loro peso serviva dall’alba dei tempi a trascinarli in volo.
Dean masticò qualche imprecazione prima di tornare a guardare con occhi quasi adoranti la fragile figura dell’angelo spezzato. Sam non gli aveva mai visto quello sguardo negli occhi.
Dean trasse un lungo respiro e chiuse gli occhi, facendo appello all’impronta che gli marchiava a fondo il braccio. Sapeva che Castiel era lì, che poteva sentirlo e se avesse cercato di ignorarlo, lui gli avrebbe gridato addosso fino a farlo voltare.
-Cass, ascoltami.- supplicò a bassa voce ma con quanta energia avesse in corpo.
Castiel tremò ancora, le piume arruffate dal vento e il bagliore intorno ad esse sempre più fioco.
-Castiel. Ti prego.-
Allora Castiel alzò finalmente lo sguardo e lo posò sulla figura di Dean, che cercò di sorridergli rassicurante. L’angelo non diede segno di averlo riconosciuto e Dean ne ebbe la prova quando Castiel strabuzzò gli occhi e sbatté una volta le ali, generando un vento talmente forte che avrebbe spinto Sam contro le rocce alle sue spalle se l’ala di Gabriel non lo avesse trattenuto, irrigidendo il muscolo. Dean cadde in ginocchio e piantò i piedi per terra, ma inorridì quando un ventaglio di gocce di sangue gli colpì il viso e il petto.
-Cass, fermati!- urlò disperato vedendo l’angelo continuare a sbattere stavolta una sola ala mentre l’altra, abbandonata nel vuoto dietro di lui, sembrava appesantirsi sempre di più. Il corpo di Castiel si inclinò pericolosamente di lato e l’angelo cadde di lato, con la guancia a pochi centimetri dalla fredda roccia. Smise di sbattere l’ala sana, ma Dean la vide tremare come una foglia, seppur nella sua immensità sembrasse possente e addirittura indistruttibile.
-Sono io, stupido pennuto figlio di puttana! Sono io, Dean!- gridò affranto, ma Castiel aveva appoggiato il capo contro il terreno e strizzava gli occhi in un’espressione di intenso dolore. La sua bocca si schiuse in un nuovo lamento che fece rizzare i peli sulla nuca di entrambi i cacciatori e corrucciare le sopracciglia di Gabriel.
-Stammi bene a sentire, coglione, perché non lo ripeterò ancora.- mormorò allora Dean per non farsi sentire dagli altri due. –Se osi buttarti di sotto io scendo dal monte solo per venire a prenderti e finire il lavoro, mi hai capito? Va bene, ti sei ferito un’ala, ma quante altre ne hai dovute passare in precedenza? Sei sceso all’inferno, hai combattuto contro i tuoi fratelli e ti sei fatto ammazzare diverse volte. Hai sofferto come un cane, ma l’abbiamo sempre affrontata insieme. Possiamo risolvere anche questa, ok? Ricorda che devo più di un favore alle tue ali, perciò… non cadere, Cas. Non trascinarci a terra tutti e due.-
Poi, preso un profondo respiro, Dean concluse con le uniche parole che credeva non avrebbe mai pronunciato in vita sua: -Ho bisogno di te.-
Attese qualche istante, il capo chino e lo sguardo sconfitto. Si diede dello stupido per averci messo così tanto di lui in quel discorso inutile del quale Castiel avrebbe solo potuto ridere. Però non riusciva a pentirsene completamente. Era vero che senza le ali di Castiel, senza Castiel, anche lui, Dean, sarebbe rimasto indifeso, senza uno scudo o un motivo per andare avanti.
Che cazzo di pensiero faccio? Dean, ti sembra il momento…?
-Dean…-
Dean sollevò lo sguardo, stupefatto, e finalmente incontro gli occhi di Castiel, quelle iridi di un blu intenso e luminoso come le profondità più recondite dell’oceano. Al loro interno per la prima volta, Dean scorse una scintilla di paura e richiesta di aiuto.
Castiel allungò una mano tremante verso Dean, il corpo scosso dai tremiti. Nonostante parlasse a bassa voce, Dean riusciva in qualche modo a sentirlo con la chiarezza di uno che gli parlava direttamente nell’orecchio.
-Sei venuto.-
Dean percepì in quelle parole una silenziosa adorazione, una fede incondizionata che fino ad allora Castiel aveva rivolto solo a Dio. Solo che non era Dio l’oggetto della sua fiducia adesso: era Dean.
Facendosi forza per ricominciare a respirare, Dean si alzò in piedi e avanzò lentamente verso Castiel, cercando di non spaventarlo.
-Sono qui, Cass… sono qui, non me ne vado…-
Allungò una mano verso quella tesa dell’angelo, che sorrise.
-Lo so…-
Le dita dei due si sfiorarono con delicatezza, conoscendosi per la prima volta come non si erano mai conosciute in vita loro. La mano di Castiel era gelida, mentre quella di Dean emanava un profondo, umano calore.
Dean stava per afferrarla quando un tuono dirompente ruppe il ruggito del vento. Ci fu un rombo terribile, seguito dal sibilo minaccioso di qualcosa che cadeva.
I quattro alzarono lo sguardo verso l’imponente frana che, colpita da un fulmine, si era staccata dalla fiancata della montagna e adesso franava verso di loro.
-CASTIEL!!!-urlò Gabriel, spingendosi Sam contro il suo corpo e sollevando le ali sopra le loro teste a formare una cupola d’oro splendente.
Castiel guardò Dean, leggendo nei suoi occhi un muto stupore, la sorpresa di chi non riesce ancora a realizzare di star andando incontro alla morte. Dean stava rischiando per lui e Castiel sapeva che né lui né Gabriel se ne sarebbero andati di lì, abbandonandolo.
No. Non avrebbe lasciato che la morte si portasse via il suo umano, né ora né mai.
Senza pensare, Castiel afferrò Dean per il bavero della maglietta e, stringendoselo al petto, si abbandonò finalmente al vuoto che lo aveva atteso tanto a lungo. Solo che stavolta non cadeva per abbandonarsi al nulla del dolore e dell’incoscienza. No, stavolta l’angelo si era buttato per salvare la vita del suo umano, di colui che amava, e ci sarebbe riuscito anche a costo della vita.
Le ali si spalancarono con uno schiocco e un frullare doloroso che sparse tutto intorno un ventaglio di piume e sangue. Castiel sentì le fitte pervadergli il corpo, scuoterlo negli spasmi, ma lui si impose di non mollare, non finché Dean non fosse stato al sicuro.
Sbatté le ali furiosamente, mordendosi a sangue le labbra per non urlare con la sua vera voce. Il dolore sembrava sul punto di farlo impazzire, ma Castiel non si fermò: piegò un’ala e virò lontano dalla montagna, dopodiché, aggirata la frana, risalì in morbide spirali che sembrarono infinite finché la sporgenza di roccia non si ripresentò ai suoi occhi, accogliente come un rifugio nonostante la frana l’avesse praticamente dimezzata. L’unico segnale luminoso di vita era il bagliore dorato delle ali arrossate di sangue di un tremante Gabriel, il quale non si decideva a scostare le appendici piumate per non far vedere a Sam quanto fossero malmesse.
Castiel sfiorò la sporgenza rocciosa, ma all’ultimo momento le ali lo tradirono e l’angelo si inclinò di lato, trovandosi a rotolare sulla roccia in un turbine di piume, sangue e dolore. Non mancò però di stringersi Dean al petto, proteggendolo come un tesoro prezioso e delicato come vetro.
-C… Castiel…!- tossì Dean, rialzandosi dal corpo esanime dell’angelo il quale, accecato dal dolore, era ormai svenuto.
Gabriel zoppicò verso di loro con il viso atteggiato ad un’espressione di stoica resistenza, il lecca lecca ormai disperso chissà dove ai piedi del monte, ammesso che ci fosse arrivato. Dean trovò strano che l’angelo facesse tutta quella scenata per non far notare a Sam l’entità degli squarci sulle ali.
-And… andiamo…- biascicò, troppo stanco per finire la frase. Si limitò a soffocare le proteste di Sam appoggiandogli una mano tremante sulla spalla e una sul braccio di Dean, che intanto stringeva Castiel tra le braccia.
Ci fu un risucchio e un frullio d’ali e i due Winchester riapparvero a circa un metro da terra.
Dean cadde, cozzando la testa contro lo spigolo di un armadio mentre Sam si schiantava sul ripiano di una scrivania per poi rotolare a terra, trascinandosi dietro diverse pile di libri e carte svolazzanti. Entrambi tuttavia atterrarono su un materasso di morbide piume, così luminose da rischiarare a giorno l’oscurità notturna della stanza. Sam e Dean capirono di essere finiti sulle ali di Castiel e Gabriele, che ripiegate sulle schiene dei due angeli occupavano per intero l’intero pavimento del salotto di casa Singer.
-Che accidenti state combinando voi?!- abbaiò una voce alle loro spalle, facendoli scattare in piedi, scompigliati e sporchi di sangue non loro.
Bobby Singer guardò prima loro, poi i due angeli svenuti sul pavimento e strabuzzò gli occhi.
-Dio Santo, che cazzo è successo?!- esplose, avvicinandosi a un ansimante Castiel e posandogli una mano sulla fronte insanguinata, ma Sam e Dean non risposero, troppo presi dalla visione tragica dei due angeli irrimediabilmente rimasti feriti per colpa loro.
-Ragazzi…- esalò Bobby, abbassando la voce e guardando apprensivo le ali intorno a lui. –Questi due hanno almeno un’ala spezzata a testa… non so se si riprenderanno.-
 
Angolo dell’autrice:
Va bene, non pestatemi per favore! XD ammetto che foooorse questa storia si sta prolungando un po’ troppo di quanto avessi promesso. Va bene, sono da prendere a calci nel sedere ma non ci posso fare niente se l’idea di Gabriel e Cass che si prendono cura dei loro umani mi intenerisce! Prometto, farò il possibile per terminare nel prossimo capitolo questa… cosa… affare… insomma, la fic.
Ringrazio con tutto il cuore ThanatosTH, alla quale dedico il capitolo che grazie a lei è stato pubblicato. Non so come ringraziarti, la tua recensione mi ha fatto piacere e mi ha risollevato il morale! Questo capitolo è tutto tuo!
A prestissimo per il prossimo capitolo, ragazzuole! Fatemi sapere cosa ne pensate!
Tomi Dark Angel

 
  
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