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Autore: daliakate    07/12/2012    3 recensioni
Sequel di Dalia di luna
Genere: Fantasy, Horror, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo natalizio , non tanto lungo ma intenso vi assicuro. 
 
 
 
Ingannevole passione
Facciamo due passi”, esclamò calma Dalia. Riccardo si concesse un istante per fissarla prima di risponderle. Davanti a lui non c’era più la solare e graziosa ragazza di cui si era perdutamente innamorato…al suo posto c’era una creatura selvatica. Non aveva più l’odore dolce e speziato di un tempo, ora sapeva di terra bagnata e muschio, qualcosa di troppo familiare per lui. Anche il suo fisico era diverso: si era smagrita ulteriormente evidenziando una muscolatura affusolata e scattante, i capelli erano  sciolti e scarmigliati, in pratica una criniera( e il delicato chignon?). Ma ciò che lo inquietavano di più erano gli occhi; L’iride celeste era chiazzato da tante pagliuzze giallastre(altro tipico segno distintivo dei licantropi) e poi c’era una fierezza che rasentava la spacconeria nel suo sguardo.
Ciò nonostante l’amava con il suo cuore umano e qualsiasi aspetto potesse avere ciò non mutava i suoi sentimenti.
Certo”. Fece con un mezzo sorriso. Dalia gli passò davanti per baciare la nonna e poi proseguì verso l’uscio.
Fuori nevica, perché non metti una giacca.” Fece Ada.
Dalia indossava una t-shirt leggera con manica a ¾ e il fatto che non sentisse freddo era solo un’ ennesima conferma della sua nuova natura.  Riccardo non espresse il suo parere immaginando la temperatura corporea della ragazza; Lui indossava abiti non troppo leggeri per non destare sospetti e poi essendo un licantropo di media età la sua temperatura era scesa di qualche grado. Però ricordava perfettamente la sensazione della pelle che bruciava.
I due camminarono per un pezzo in silenzio, uno di fianco l’ altro, ognuno immerso nei propri pensieri. La prima a parlare fu lei: “Dove mi stai portando ?”
“A casa”. Le sorrise cauto mostrandole con la mano la grossa baita che sorgeva al centro del bosco.
Dalia rimase a bocca aperta; Nella sua mente immaginava l’abitazione di Riccardo come un tetro maniero, nulla di più diverso di ciò che aveva davanti.
Una baita di grosse dimensione fatta con legno di quercia e intonacata di bianco, una casa che sapeva di famiglia e pur mostrando i segni del tempo e dell’incuranza aveva un aspetto distinto come certe vecchie signore. L’edera prendeva tutto il muro di cinta di est e il cortile era contornato da diversi roseti, il viottolo in ghiaia e la veranda con le tegole rosse erano le mute testimonianze che un tempo lì una famiglia ci aveva vissuto.
Ti piace ?”
E’ bellissima.”
“Bene, sappi che… se vuoi questa casa è tua.”Era imbarazzato e il fatto che lei non avesse nessuna reazione, nessuna delle sue tipiche sfuriate o sarcastiche uscite, lo faceva sentire stupido.
Portami a letto.”
Così com’era successo la prima volta, era stata lei a prendere la situazione in mano. Commetteva sempre l’errore di sottovalutarla ed ora come ora, doveva togliersi dalla testa l’idea che Dalia fosse una fragile donzella da salvare.
Senza nemmeno rendersene conto era attaccato alla sua bocca in una serie di baci brucianti quanto ruvidi. Era stata passionale anche la prima volta ma ora era anche forte. Non era stato lui a prenderla in braccio ma lei ad avergli avvinghiato le lunghe gambe intorno al bacino.
Decise che era fottutamente meglio spegnere la parte razionale, la voleva ora in quell’istante e non se ne fregava altamente di tutto il resto.
Era l’alfa dominante e Dalia la sua compagna, e dal letto avrebbe ristabilito la gerarchia. Non con poco sforzo, riuscì a ruotare il busto per ribaltarla e mettersi sopra, lì sul pavimento del soggiorno. questo cambio di posizioni la stizzì per cui le bloccò i polsi. Aveva due bracieri ardenti al posto degli occhi , per placarla la baciò  ma ebbe un morso, si ritrasse istintivamente con il viso ,ma con il corpo cercò di schiacciarla ulteriormente a terra. Maledisse la fretta che aveva avuto, in un letto sarebbe stato di gran lunga meglio ora che si divincolava come una forsennata. Di rimando la ricambiò un forte morso alla spalla; Urlò di dolore ma Riccardo non si fece impietosire, le lasciò i polsi per sfilarle la tuta e l’intimo e vide che c’era consenso-nonostante il morso-poiché inarco il bacino per facilitargli le cose. Entrambi in ginocchio si liberarono degli ultimi vestiti, poi lei in assoluto segno di sottomissione si sdraiò mansuetamente in posizione supina. Entrò dentro di lei con non troppa delicatezza ma ciò lei lo gradì, ansimò forte. Riccardo cercò di non accelerare troppo i tempi, voleva dopotutto godersi il momento, si lasciò andare ad affondi mediamente lenti e profondi ma quando meno se l’aspettava Dalia affondò tutte e dieci le unghie nella schiena disegnando lunghi e sanguinosi graffi , che partivano da sotto le scapole e terminavano all’altezza del coccige. Il dolore fu intenso tanto che Riccardo strizzò gli occhi . Sentì una rabbia montargli dentro incontenibile,  con una mano le schiacciò la guancia destra sul pavimento e poi la morse ancora, di nuovo sulla spalla e poi sul braccio. Intanto il ritmo del suo bacino faceva eco alla sua rabbia. Lei rimase per qualche secondo impassibile-forse sotto shock per i morsi-poi la sentì fremere ed inarcarsi verso di lui, emise un flebile lamento. La sua furia stava svanendo per lasciar posto al culmine del piacere, chiuse gli occhi di  nuovo e si  lasciò andare.
Quando lì riaprì era accasciato pesantemente su di lei.
Dalia lo fissava in maniera enigmatica.
Scusami” Sussurrò lui, colto da profonda vergogna.
Perché ti scusi ?”. Rispose lei rilassata e sorridente.
Sono stata a dir poco brutale non trovi?”
“Io penso che sia stato speciale. Hai finalmente smesso di comportarti come cavaliere errante. Prima mi hai dimostrato rispetto, hai fatto l’amore con la tua compagna licantropa.”
Un brivido lo attraversò di netto a quelle parole, gli risuonarono sinistre e provò disgusto…era diventata simile ad Isabella. Sarebbe riuscito ad amarla ancora visto cos’era diventata.
La luna era ormai alta e Riccardo dopo la doccia era letteralmente crollato. Lei ora da sola,  nella vasca, contemplava dal lucernaio la pallida sfera che rischiarava la notte. Era stato più duro del previsto recitare la sua parte. Doveva convincerlo del suo cambiamento, stupirlo, destabilizzarlo e infine in qualche modo allontanarlo da sé e…c’era riuscita. Però sentiva male dentro e fuori la sua pelle. Aveva stretto i denti per non piangere quando lui aveva perso il controllo , ma doveva essere così.
Appoggiò il mento sulle ginocchia e si portò le dita tra i capelli premendo forte le unghia nella cute.
Perché doveva esserci ancora il 70% della vecchia Dalia in quel mostro che era diventato, sarebbe stato facile se fosse cambiata del tutto, ci sarebbe stata una bella tabula rasa e niente più sofferenza.
Insieme alle lacrime nell’acqua cadde anche qualche goccia di sangue dai segni sulla spalla e sul braccio. Le ferite si rimarginavo in fretta ma facevano comunque un bel male.
 
   
 
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