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Autore: doublefire    07/12/2012    4 recensioni
Kurt dubita di Blaine riguardo al suo amore, pensando ad un tradimento e Blaine se ne va di casa. Rachel arriva a casa di Kurt, il quale, dopo un'abbraccio con l'amica, riceve un messaggio. Kurt è pentito e ha provato in tutti i modi di farsi perdonare, purtroppo senza risultati. Aspetta solo Blaine.
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Non posso restare qui senza te. 
 

Ecco il terzo capitolo! Spero vi piaccia e che sia meglio del precedente.
Buona lettura e, come ogni volta,
chiedo scusa in precedenza per gli errori di ortografia.

 



Il risveglio di Blaine non fu uno dei migliori. Tra mal di testa e giramenti continui non sapeva nemmeno in che casa fosse, anche essendo la sua, finché Sebastian non entrò in camera, guardandolo e accennando una risata.

-Buongiorno, Blaine.- sorridendo, posò un bicchiere d'acqua sul comodino, guardandolo. Nessuno poteva dire che Sebastian non fosse attraente, ma Blaine era innamorato solo di Kurt e nonostante in passato il capitano degli Usignoli ci avesse provato più volte, Blaine non aveva mai rinunciato al suo amore per Kurt.

-Non gridare.- disse Blaine, tenendosi la testa con entrambe le mani. Gli faceva male la testa, come ogni volta dopo una sbronza. Sebastian accennò un sorriso, e si diresse verso l'uscita.

-L'ho avvisato io, il tuo ragazzo.- disse cercando di essere quanto meno un po' gentile nei confronti di Blaine, il quale accennò un sorriso e, ringraziandolo con la mano, prese il cellulare, chiamando un suo caro amico.

 


 

Sam Evans rispose alla chiamata, non aspettandosela. Blaine lo chiamava di rado e di solito solo per sfogarsi perché andava male per Kurt. Per questo era piuttosto preoccupato quando vide il nome di Blaine sul cellulare.

''Che succede Blaine?'' chiese, sistemando il letto dei suoi fratelli; era stancante ma doveva pur farlo, essendo quello maggiore.

''Kurt.. ha dubitato di me. Non.. non capisco, Sam. Non riesco a perdonarlo. Ma lo amo.'' disse, lacrimando come sempre visto che parlava di Kurt e per quanto l'amasse non riusciva ad accettare le sue scuse. Era troppo.. ferito dal suo comportamento, nemmeno l'avesse tradito veramente. Sentì Sam sospirare dall'altro capo del telefono, ma non capiva il perché. Era il suo migliore amico e sperava solo che lo aiutasse.

''Lo sai che devi perdonarlo. Insomma, pensi che lui non stia male in questo momento? Avrà pianto anche lui, anche più di te. Sei.. sei tutto per lui. Blaine. Perdonalo.'' disse, senza muovere ciglio e cercando di rimanere più calmo possibile. In realtà era dispiaciuto. Voleva bene a Blaine e anche a Kurt, anche se di meno, gli voleva bene e sapeva quanto entrambi soffrissero per la situazione che si era provocata in quell'ultimo periodo.

Era difficile per entrambi resistere ma Kurt provava a fare di tutto, proprio di tutto, per farsi perdonare. Ma niente sembrava far cambiare idea a Blaine, che continuava ad allontanarsi.

 


 

Mercedes arrivò a casa di Kurt con gelato, cioccolato e riviste di moda. Non si erano nemmeno lasciati ma aveva portato tutto quel mucchio di cose per lo più inutili, ma Kurt almeno sorrise quando le aprì la porta e non vide nemmeno quasi il viso dell'amica, talmente aveva una montagna di cose in braccio.

-Sempre la solita esagerata.- disse Kurt con un leggero sorriso in viso, aiutando Mercedes.

-Almeno questa esagerata ti ha fatto sorridere, Kurt.- Mercedes era come al solito, raggiante in viso; esprimeva gioia e la sapeva trasmettere agli altri con facilità impressionante. Per questo Kurt l'aveva chiamata, sapendo che grazie a lei poteva di nuovo sorridere, ma quando dopo si arrivò a parlare di Blaine, quel sorriso svanì istantaneamente.

-Non ti ha perdonato?- chiese, avvicinandosi all'amico che era seduto sul divano, con il cucchiaio per il gelato in mano, tristemente. Kurt scosse la testa, mordendosi il labbro e come gli aveva detto Mercedes prima, prese un altro po' di gelato al cioccolato, come se potesse scacciargli via il pensiero di Blaine dalla testa.

-Non è che dovresti dim...- provò a dire Mercedes, sperando di essere d'aiuto.

-MAI.- disse il ragazzo, interrompendo l'amica, seriamente e con un briciolo di amore nelle sue parole. Un briciolo? In quella sola parola c'era tutto l'amore che aveva dato a Blaine e che, nonostante il periodo, dava in continuazione verso quel ragazzo che, sulle scale della Dalton, gli aveva subito rubato il cuore.

-Okay, non ho pensato prima di parlare. Ma non sopporto vederti così, Kurt; siamo due dive, non possiamo deprimerci, giusto?- disse con un enorme sorriso, quelli che solo Mercedes sapeva fare.

-...Giusto?- continuò, non sentendo alcuna risposta dal ragazzo che, davanti a lei, non la smetteva di mangiare il gelato, dicendo praticamente addio all'alimentazione sana che si era promesso di fare ogni giorno, per non ingrassare. A volte l'amore portava a questo: ti cambiava.

-Giusto.- sussurrò Kurt, accontentando l'amica che non si sarebbe data facilmente per vinta e lui di certo non avrebbe potuto resistere a lungo.

-Prova a dargli tempo. Prova a.. lasciarlo un po' da solo.- consiglio la mora, guardandolo negli occhi, sperando in un suo sorriso.

-Non riesco. Lo voglio accanto a me, che mi abbraccia. Voglio sentire di nuovo le sue labbra sulle mie, voglio il mio corpo contro il suo, stretti in un abbraccio tenero, voglio le sue carezze, risentire la sua voce e sentire ancora il suo adorabile profumo. Voglio giocare con i suoi riccioli e perdermi nei suoi occhi. Voglio ancora i suoi 'Buongiorno amore' la mattina, e i 'Buonanotte tesoro' quando stiamo andando a dormire. Come potrei dimenticare tutto, Mercedes, quando lui è l'unica cosa di cui ho bisogno per andare avanti?- e come sempre, quel discorso fece scendere l'ennesima lacrima a Kurt. Poi l'altra, e infine scoppiò nell'ultimo pianto di quei giorni, che ormai erano passati tra lacrime continue e disperazioni che sembravano infinite. Mercedes, non resistendo, abbracciò subito il ragazzo, stringendolo forte tra le sue braccia, come per farlo sentire protetto.

E un leggero sorriso, per quanto poco credibile, comparse sul viso di Kurt. Gli venne un'idea ma, per attuarla, aveva bisogno di suo padre, Burt, sempre disposto ad aiutarlo.

 


 

-Sei veramente sicuro, figliolo?- domandò con un po' di preoccupazione Burt Hummel, padre di Kurt. Insomma, non tutti i figli chiedevano un biglietto per New York di sola andata.

-Sì, seguirò il consiglio di Mercedes: lascerò un po' di tempo a Blaine. Non dovrei deprimermi, ma anche se non ci riesco devo resistere. Per lui...Per noi.- concluse il giovane, cercando di sorridere. Vedendo il sorriso accondiscendente del padre, si buttò su di lui, baciandolo sulla guancia. Avrebbe raggiunto Rachel che lo aspettava con ansia da tanti giorni, non sapendo che avrebbe rivisto Kurt tra pochissimo tempo. Era andata a New York per seguire le lezioni alla NYADA, prima del periodo di pausa natalizio. Insomma, era bello stare a Lima, ma lì poteva incontrare Blaine e si era ripromesso di dargli tempo, e a quanto sembrava anche spazio. Era sempre stato di parola, ma per Blaine sarebbe diventato tutto più difficile, circa il doppio.

 


 


Quella mattina Kurt decise di preparare ogni cosa con la minima perfezione, come se fosse una cosa diversa dal solito. Anche con Blaine doveva essere alla perfezione e prima di uscire non ci doveva essere un capello fuori posto; né suo né del suo amato.

Portò una foto di Blaine, mettendola nel portafoglio, di nascosto al padre e, con le valigie in mano uscì di casa andando direttamente verso l'auto del padre, mettendo le due valigie in macchina. Era un po' maniacale, si portava sempre più del necessario, ma non si vergognava affatto del suo carattere.

Con l'aiuto di Burt portò le valigie all'interno dell'aeroporto e andò a comprare il biglietto diretto a New York, per fare una sorpresa a Rachel e, possibilmente, sperando che Blaine riprendesse fiducia in lui restando solo a Lima.

Il tempo non era dei migliori, ma Kurt non vedeva l'ora di raggiungere New York e Rachel, che si allenava alla NYADA per diventare una delle migliori artiste dell'America e, perché no, del mondo. Con solo la sua borsa a tracolla e con l'iPod, salì sull'aereo.

Posto B 14.

B, come Blaine.

Lo ritrovava ovunque, era destinato a stare con lui, lo sapeva.

Il viaggio sarebbe stato lungo, così mise le cuffiette alle orecchie e scelse una canzone a caso dalla sua playlist. Come se fosse fatto apposta, uscì Perfect di P!nk. Una lacrime scese sul viso di Kurt, ricordandosi del duetto con Blaine nella sala prove delle New Directions, al McKinley.

Passò un'hostess in quel momento, proprio quando Kurt cercava di trattenere le lacrime.

-Tutto bene, signore?- chiese con un sorriso dolce e cordiale, come doveva essere.

-Sì, grazie. Solo.. un brutto momento.- confessò Kurt, sperando che la ragazza se ne andasse presto. Non voleva parlare di Blaine e seppur amandolo doveva aspettarlo.

 


 

Burt non resisteva, doveva dirglielo.

Blaine doveva sapere che Kurt era partito e che lo avrebbe aspettato a lungo, pur di riavere un suo bacio. Si era memorizzato il suo cellulare sul telefono, non fu difficile contattarlo.

''Blaine, ti devo dire una cosa.'' disse con serietà, sperando di non preoccuparlo troppo.

''Oh, ehm.. dica pure signor Hummel.'' rispose Blaine pregando che non fossero brutte notizie su Kurt. Non voleva perderlo per niente al mondo, doveva solo ritrovare la voglia di perdonarlo.

''Kurt.. è andato a New York, da Rachel. Sta aspettando ancora il tuo perdono. Ti ama più di ogni altra cosa, non far soffrire mio figlio, Blaine, ti scongiuro; ha già passato troppo nella sua vita.'' disse, con tutto l'amore che un padre poteva donare ad un figlio che aveva subito di tutto tra adolescenza e infanzia.

''Lo amo anche io, signor Hummel. Vorrei perdonarlo, mi creda, ma non ce la faccio mentalmente. Ho come un blocco. Appena potrò le prometto che lo raggiungerò a New York per chiedergli scusa.'' il viso di Blaine fu solcato da una lacrime di puro amore. Non riusciva ancora a capire da cosa scaturiva il suo presunto blocco nei confronti di Kurt, ma lo amava ancora, come il primo giorno, come il primo bacio. Forse Kurt aveva sbagliato ad andarsene, forse aveva fatto bene, doveva solo concentrarsi su se stesso in fondo.

 

''Da dove chiami?'' chiese Rachel, nel suo appartamento, rispondendo alla chiamata di Kurt del tutto inaspettata ma molto piacevole. Gli era mancato il suo migliore amico.

''Lima, sto ancora aspettando il perdono di Blaine.'' disse, cercando di essere triste. Nonostante il momento, voleva riabbracciare Rachel ed era andato davanti al suo appartamento apposta per farle una sorpresa.

''Okay.. aspetta, c'è qualcuno alla porta. Resta in linea.'' disse, correndo verso la porta.

Saltò praticamente addosso a Kurt, stringendolo forte e forse si dimenticò anche del telefono che aveva in mano. Lo poteva finalmente riabbracciare e consolare.

''Ti perdonerà.'' disse Rachel sorridendo, facendo entrare Kurt nell'appartamento che, anche se un po' spoglio, era bello.

''Lo spero. Non ce la faccio più senza di lui.'' sospirò, guardando la foto nel suo portafoglio e per ultima cosa, mandò un messaggio a Blaine.

 

To: Blaine Anderson. Ore: 18:43

'Mi manchi.'

 

''Fidati.'' prendendo la mano di Kurt, Rachel lo portò a fare il giro della casa, sorridendo, sperando di distrarlo. Non sarebbe stato facile, non con Kurt. Era troppo emotivo, odiava stare senza Blaine. Staccarsene era la cosa che non avrebbe sopportato a lungo. 

 




Finitooo, yeah. Bene... umh. Spero vi sia piaciuto e che sia migliorato ancora dal precedente!
In ogni caso, sareste veramente gentili a lasciarmi una recensione.
Anche negativa, so benissimo che devo farne di strada per migliorare.
Anyway, spero di pubblicare prima il prossimo capitolo. 
Potrebbe esserci una sorpresa. :3

doublefire. 


   
 
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