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Autore: Elizabeth Blackbird    08/12/2012    0 recensioni
Dalla storia:
"Cosa può succedere in un appartamento condiviso da tre ragazzi con la morale lievemente alterata e i soldi che non mancano? Forse è a questo quesito che tentavano di rispondere i tre ragazzi gay, che vivevano insieme a Lima ormai da qualche mese."
Fanfiction su Kurt, Blaine e Sebastian ambientata dopo il diploma che hanno preso alla Dalton Academy. Come sarebbe stato il futuro di Kurt se non fosse mai tornato al McKinley?
Genere: Angst, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Dave Karofsky, Kurt Hummel, Santana Lopez, Sebastian Smythe
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Threesome
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                                                                                                                                                                      Domenica 25 Ottobre, ore 15:40

Caro diario,
ieri è stata una giornata faticosa e sto ancora aspettando i suoi frutti. Spero di essere riuscito a far abboccare Karofsky Junior, che evidentemente non ha ancora trovato il coraggio per chiamarmi. Sebastian dice che fosse stato al posto di David non mi avrebbe lasciato andare via, Blaine pensa che sia un po' troppo presto per aspettarsi una sua chiamata, io non so cosa aspettarmi. Pensavo di aver fatto colpo, il modo in cui Karofsky Junior mi mangiava con gli occhi era abbastanza palese. Forse è davvero vergine, come pensa Seb? Oppure è troppo timido per alzare una maledetta cornetta? Io comunque aspetterò. Aspetterò, sì, ma non mi farò prendere dall'ossessione. Seb e Blaine dicono che questa mattina controllavo il telefono ogni dieci minuti e che più volte mi sono immaginato che squillasse, quando invece rimaneva muto. Da una parte credo che mi farà bene: insomma, il fatto che Karofsky Junior è davvero così imbarazzato renderà ancora più divertente e difficile allo stesso tempo il mio scopo, non mi va un gioco facile, come lo chiama Sebastian. Quindi, per mostrare quanto sono bravo e che riesco a non fissarmi con il giocatore di football, ho deciso una regola: non più di qualche riga spesa su di lui in questo diario. Qui devo comprendere tutta la mia vita, non solo i capricci di un ragazzo sovrappeso.
Bene, cominciamo da una nuova idea di Sebastian: una festa di Halloween per tutti gli iscritti alla scuola di ballo! Halloween è sabato prossimo e, visto che Seb adora le sfide, ha deciso che per quella data sarà pronta una festa meravigliosa. Ieri alla scuola abbiamo avuto nuovi iscritti: ormai siamo riusciti a formare quattro bei gruppi e ci dilettiamo a dargli nomignoli. Il gruppo che lavora dalle 9:30 alle 11:30 sono i SingleFriends. È una cerchia di otto persone, un po' uomini e un po' donne, tutti sulla sessantina. Sono di quel genere che cerca ancora un partner e fa finta di essere più giovane, di quelli che tutti i venerdì sera vengono invitati dagli stessi amici con la scusa “che devono assolutamente conoscere quel nuovo avvocato...Mike Kevins, è anche carino!”. Sono i più mattinieri dei corsi e gli unici a cui l'ora va davvero bene. Sebastian durante la maggior parte del tempo dormicchia e accenna solo i passi complicati di Mike.
Da mezzogiorno all'una e mezza c'è un mini-corso per gli ActionKids: bambini dai sette ai dodici anni scalmanati e che non riescono a stare fermi. Per ora è formato solo da sei bimbi che tutti i weekend si presentano puntuali, con i genitori che non vedono l'ora di lasciarli alle nostre cure. Gli ActionKids vengono solo il sabato e la domenica ed è proprio una fortuna! Oggi ho dovuto dare una mano ed è stata la cosa più irritante che abbia mai fatto. Per lo meno ho imparato una cosa : non sarò mai un buon baby-sitter!
Proseguendo in ordine, ci sono le CrazyGirls delle 16:30, che pensano che ballare sia una gran figata e che non ci voglia sforzo. Ho il dubbio segreto che una grande parte di loro venga solo per ammirare i muscoli di Mike e di Sebastian. Non posso biasimarle. Dalle 18 alle 19:30 c'è l'ultimo gruppo: i Workers. Sono il nostro gruppo preferito in assoluto. Per adesso ne abbiamo undici, ma penso che con il solito passa parola riusciremo ad arrivare come minimo a quindici persone. Loro sì che ha senso che vengano. Sono quattro maschi e sette femmine, tutti con un lavoro stabile che però continuano a coltivare la passione per la danza. I ragazzi adorano le mosse di Mike, e Sebastian riesce a soddisfare le donne: la classe perfetta.
Non riesco a credere che in così pochi giorni siamo riusciti a creare qualcosa di così grandioso e reale. Sebastian è proprio un genio: quando punta a qualcosa, riesce sempre ad averla. Per questo motivo non mi sono allarmato troppo quando ci ha parlato del suo progetto per la festa. In fondo è un buon modo di unire persone diverse e far sembrare questa scuola una scuola vera. L'unico problema è il costume: non ho la più pallida idea di cosa indossare. Il che è davvero grave visto che con i vestiti non ho mai, mai, mai nella vita, avuto problemi. Spero che questo vuoto venga colmato presto, con una qualche idea illuminante.
Nel frattempo...stupido Karofsky, chiamami!

                                                                                                        ***

La pioggia batteva prepotentemente sulle grandi vetrate della palestra dell'Ohio State University. L'unico suono nell'ambiente era il fischietto del Coach e i gemiti di sforzo degli atleti. David Karofsky stava all'ultima fila, sdraiato accanto a Finn Hudson. I Buckeyes erano una squadra famosa per il loro spirito competitivo che li rendeva uniti; quando si muovevano era come vedere in pista un unico soldato e tutti rispettavano ed obbedivano agli ordini del quaterback. David, però, a volte non sapeva davvero dove andasse a finire lo spirito di squadra dei Buckeyes. Quando stavano sul campo, per una partita importante, erano perfetti. Ma all'interno degli spogliatoi o della palestra David si trovava solo, - circondato da altri nove studenti più un Coach - ma solo. Gli unici due ragazzi che non temevano David e che lo trattavano come un ragazzo normale erano Finn Hudson e Nick Jackson. Finn semplicemente non trovava differenze tra un altro giocatore e David, gli piaceva parlare con lui e più di una volta David l'aveva salvato dalle punizioni tremende del Coach. Nick Jackson, invece, ci teneva davvero a restare amico di David. E non perché lo trovasse simpatico o un bravo giocatore, Nick aveva ben altri motivi: era come se avesse preso tutta l'omofobia del mondo sulle sue spalle e volesse scrollarsela di dosso giorno dopo giorno. Se per un qualunque motivo in una giornata non riusciva ad aiutare un ragazzo o una ragazza gay, a farlo sentire al proprio posto e con il diritto di esistere esattamente come tutti gli altri, non poteva ritenersi soddisfatto.
Il Coach fischiò, un fischio lungo e acuto. Tutti i ragazzi interruppero l'esercizio immediatamente e si stesero a pancia in giù, pronti per le flessioni.

-...e quindi adesso mamma si fa i complessi, - disse Finn, continuando il discorso del quale David si era già perso i tre quarti. - non capisce che Burt non ha niente da nascondere. Il fatto che gli regali begli oggetti non vuol dire che abbia un'amante, giusto? Che poi dimmi Dave...te lo vedresti Burt che cerca di rimorchiare? - Finn trattenne una risata. David alzò gli occhi al cielo. - Insomma, è ovvio che ora abbiamo più soldi. Burt non deve più spendere quasi tutto il suo stipendio per i vestiti firmati di Kurt...l'auto di Kurt...i capricci di Kurt...Già, ha detto che adesso Kurt vive per conto suo e così sia.

David si bloccò a metà di una flessione.

-Karofsky! Vogliamo vedere quei muscoli in movimento? Devo ripeterti che non sei solo una vacca al macello ma un giocatore dei Buckeyes?? - il vocione del Coach attraversò rapido lo spazio ristretto che separava lui da David.

David ricominciò con le flessioni, più concentrato; ma non poté trattenersi dal domandare: - Scusa Finn...cosa hai detto?

Finn era sorpreso, di solito mentre facevano gli esercizi David non apriva bocca, Finn si limitava a fare monologhi sapendo che l'amico comunque lo stava ascoltando.

-Eh? Che mia madre non deve farsi i problemi solo perché...

-No, dopo. Che tuo fratello si comprava i vestiti alla moda e cose così...

-Ah, sì! Mio fratello Kurt. Ora vive per conto suo quindi papà non deve più spendere soldi per lui.

-Kurt? Tuo fratello si chiama Kurt? - David sentiva le gambe molli.

-Ehm...sì. Kurt Hummel, è il figlio di Burt, il mio fratellastro.

-Di che si parla ragazzi? - anche Nick solitamente non si univa, ma doveva essere un argomento interessante per allarmare David in quel modo.

-Oh, niente, dicevo solo che...

-Sileeeeenzio! - il fischietto del coach emetteva suoni striduli ad un passo dai tre ragazzi che non avevano sentito l'uomo arrivare. - Qui si lavora! Adesso ne ho abbastanza delle vostre chiacchiere! I vostri compagni stanno lavorando più sodo di voi, tanto sodo che non hanno fiato per parlare!! - il Coach fece una pausa per prendere fiato.

-Ahaha, e ti pareva...chi è che non ha le palle nemmeno per un paio di flessioni?!

-Mctown! Sileeeeeenzio! Alla fine dell'allenamento non voglio vedervi andare via senza aver fatto un set extra di cento addominali l'uno! Hudson, Karofsky, Jackson e McTown...mi avete capito bene?

Era quasi impossibile riuscire a comprendere il Coach quando strillava in quel modo, tuttavia, i quattro ragazzi annuirono – Jason Mctown era semplicemente incredulo ed arrabbiato.
Tutte le conversazioni furono interrotte improvvisamente: nessuno voleva altri cento addominali.

 

 

 

 

 

 

~ Beth's Corner ~

Ecco qui il ventunesimo capitolo! :D Spero che vi sia piaciuto, e grazie!
Un bacio, Beth

  
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