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Autore: _Peppermint_    09/12/2012    0 recensioni
La sua voce era calda, mi fece venire un brivido alla schiena.
Si muoveva sul palco senza fermarsi mai, le sue mani stringevano il microfono come se fosse uno scettro e lui era il re.
Strinsi il vassoio che avevo tra le mani e mi morsi un labbro.
Un'altro brivido alla schiena.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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-Fai i toast dai! - disse Betta urlando. 
-Con chi parli?- chiesi io entrando in cucina. 
Caterina era uscita per andare a vedere l'università e i corsi che avrebbe seguito, quindi in casa eravamo solo io e Elisabetta. 
-Con il tostapane! Non da segni di vita!- si lamentò Betta sospirando. 
-Guarda!- dissi io ridendo mentre attaccavo la spina alla presa. 
-Oh- Betta scoppiò a ridere. Aveva una risata stupenda i denti bianchi perfetti erano solitamente coperti da labbra sottili e rosa. La sua pelle era chiara e i suoi occhi azzurri facevano invidia a chiunque. Portava i capelli lunghi, non si capiva se erano neri o solo di un castano molto scuro. neanche lei lo capiva. 
Betta sapeva sempre come comportarsi. Sapeva scherzare ed essere seria al punto giusto. L'avevo conosciuta ad un corso di fotografia. Con il passare del tempo, insieme a Caterina, eravamo diventate inseparabili. Tutte e tre insieme ne avevamo passate tante e alla fine, visto che l'università a Milano ci aveva prese senza nessuna esclusa, avevamo deciso di venire a vivere qui.
- Buoni!- disse Betta assaggiando i toast appena sfornati.
Ne mangiai due. Bè almeno non saremmo morte di fame. 
Dopo la colazione anche Betta uscì e così rimasi sola in casa. 
Misi in ordine la mia roba nell'armadio e sistemai i libri sulle mie mensole. Il giorno dopo sarei dovuta andare anche io all'università per iscrivermi ai corsi e magari mi sarei trovata un lavoretto visto che dovevamo pagare l'affitto.
Finii di sistemare la mia parte nella stanza e dopo essermi vestita decisi di andare a fare un giro anche io. 
Le strade erano affollate nonostante fosse un Giovedì mattina. Le vetrine colorate invitavano ad entrare. Mi feci qualche giro nei negozi di abbigliamento ma non comprai niente. Non potevo. 
Studiai bene tutti i negozi, così se avessi avuto bisogno di qualcosa avrei ritrovato più veolcemente. Ero brava a ricordare le strade e mi orientavo bene. 
Sentii lo stomaco brontolare. Forse era ora di tornare a casa.
"Casa" quella parola mi piaceva sempre di più. 
Stavo per tornare indietro quando il telefono squillò. 
-Pronto?- risposi. 
-Ehi tesoro, dove sei?- La voce di Caterina era sospetta. Aveva combinato qualcosa, sicuro. 
-Ah, emm... - Bella domanda, dove mi trovavo? - Bho, in giro- le dissi alla fine. 
-Come in giro? Devi tornare! Non so cosa ho combinato!- sbottò ad un tratto - Il sugo è esploso dentro al microonde!- disse Caterina tutta d'un fiato. Sentii uno scoppio e poi Caterina che imprecava. 
-Coosa? Ok, arrivo! Stai calma!- dissi prima di riattaccare. 
possibile che erano tutte imbranate? E dov'era Betta quando serviva? 
Non sapevo nemmeno dove ero finita così imboccai una stradina, speravo fosse una scorciatoia ed infatti riconobbi la viuzza che avevamo percorso il giorno prima per trovare l'appartamento. Ci volevano solo cinque minuti. Cominciai a camminare veloce e svoltai l'angolo. Andai a sbattere con un ragazzo che stava fumando insieme ad un altro, e sbatté contro il muro di una casa. Io non mi feci niente.
- Ehi! Stai attenta!- disse il ragazzo. Il fumo mi riempì i polmoni. Mi trattenni dal tossire. 
-Scusa!- urlai ricominciando a correre. Non potevo fermarmi mi stava per esplodere l'appartamento per colpa di un sugo.
are. 

-Certo che non ti si può lasciare sola con la cucina!- disse Betta. Eravamo sedute nel salottino a parlare.
-Smettetela! Non lo sapevo che dovevo togliere il coperchio- Caterina mise il broncio e noi ridemmo.
- Se ti può consolare anche Betta non è una cima nel cucinare!- dissi io ridendo di quelle due. - Comunque Cate, per colpa tua mi sarò sicuramente beccata un mare di insulti da uno!- dissi ripensando all'incidente di quella mattina. 
- Uuh, e com'era questo tipo?- chiese Betta. La sua faccia mi fece ridere.
- Non l'ho visto bene andavo di fretta e poi portava il cappuccio della felpa. Però fumava- le dissi. - ora che ci penso mi sa che non era male- continuai pensando ad alta voce.
-Oh no! fumava! Questa non è una cosa buona. Lascialo perdere.- disse Betta. 
-Tanto chi lo rivede.- dissi ridendo, ma solo per accontentarla. Lei odiava tutti quelli che fumavano, diceva che avevano preso o avrebbero preso una brutta strada. Ma io non riuscivo a capire cosa ci fosse di male nel fumare una sigaretta ogni tanto. 
  
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