n/a: Le parti scritte
in corsivo fanno parte del sogno di Mark.
Ho preferito differenziare. Buona lettura C:
Me
ne stavo andando con le speranze che crollavano per l’ennesima volta quando lei
mi raggiunse dal fondo del corridoio. Si era levata i tacchi e li teneva in
mano, mi tirò per la felpa e presto fummo nella hall.
« Che diavolo sta facendo? » mi venne spontaneo pensare tra me e me. Niente al mondo mi
avrebbe fermato dal seguirla, in ogni caso. Ci
trovammo all’ingresso, di fronte alla reception dove
uno strano ometto calvo ci guardava curioso.
“
Non ho mai visitato questa città, sai? “
Non
era stata una bella giornata ma avevano deciso che avremmo girato ugualmente il
video il giorno dopo. Avevo bisogno di dormire, non di fare scorribande. E
oltretutto proprio a causa del maltempo tirava una brezza fastidiosa e da non
sottovalutare.
“ Skye, sei a piedi nudi, hai lasciato la valigia in mezzo al
corridoio, con la tua giacchetta. Non mi pare proprio il caso. “ Questo non l’aveva
totalmente convinta ma dopo una piccola pausa mentre osservavamo il cielo in
cerca di segni di miglioramento o di temporale, le dissi: “ E poi cosa dovrei
fare io? Nemmeno ci conosciamo. “
Fece
più male a me a dirlo che lei a sentirlo, forse. Anzi, sicuramente. Eravamo due
mezzi sconosciuti in una città ancora più ignota che volevano stravolgere la
notte? Una pazzia, mi venne spontaneo concludere.
Eppure non era da me rifiutare questo genere di cose.
Corrugai
la fronte per un po’ e la guardai di sottecchi.
“
Così tu vorresti passare questa notte con me? “ fu spontaneo
ridacchiare un po’.
“
Sì. Ma non come pensi tu. “
Mi
addito e mi diede un bel buffetto sulla fronte, voleva farmi rinsavire
probabilmente, ma non c’era speranza.
“
Va bene. Prendiamocela. La notte è nostra. Da domani, niente. Non sarà successo
niente. Come se nulla fosse. “
Le
allungai la mano come per suggellare un accordo solenne. Non so se fosse così
sicura della cosa, mi venne successivamente in mente che
poteva avere idee diverse, ma così decisi e così fu. E così lei accettò
stringendomi la mano con non poca forza.
“
Complimenti per la stretta di mano. “
“ Una executive deve stringere molte mani. “
“
Solo quelle? ”
Sorvolò
sulla mia battuta abbastanza scontata e sospirando iniziò a passeggiare a piedi
scalzi. La trovai bellissima. I capelli chiari mossi dal vento, quel passo un
po’ strisciato per la stanchezza, gli occhi che si soffermavano più sulle
persone che sulle vetrine. Si girò e tendendo la sua mano mi intimò
di raggiungerla. Corsi verso di lei e l’afferrai.
Passeggiammo
così, senza dirci niente, non saprei mai dire per
quanto tempo. Di certo iniziai a pensare che non sarebbe mai bastato.
Si
fermò e mi indicò un chiosco di dolci ancora aperto.
Ci prendemmo due belle crêpes, e la
ordinazione fu la prima della lunga serie di parole che pronunciammo
durante questa piccola fuga.
Mentre
eravamo seduti a mangiare sentivo la mancanza della sua mano e ogni tanto
inconsciamente la lasciavo andare e mangiavo solo con la sinistra. Sentii a
volte la sua raggiungermi, eppure mi sfuggiva subito. Era un continuo
rincorrerla.
“
Così… stanotte sono la signora Hoppus. “
Interruppe
così il silenzio, appena finì di saziarsi, come se nulla fosse.
“ Skye Hoppus. Non male. Ma ovviamente Mark Hoppus rimane
indiscutibilmente il più figo. L’originale non
si smente mai. “
Io
ancora masticavo. Ero sempre stato un po’ lento a mangiare i dolci, non mi
entusiasmavano.
E
lo zucchero a velo mi dava i nervi dato che ogni volta
che mi avvicinavo per addentare finiva che per un flebile respiro mi si
cospargesse tutto addosso.
Probabilmente
l’avevo appena rifatto dato che prese un fazzoletto e
iniziò a pulirmi la faccia ridendo.
“
Sei un disastro. Sarei ottima come moglie per un disastro di proporzioni
cosmiche come te! ”
Moglie.
Io
in realtà non avevamo mai pensato al matrimonio. A
tutti questi riti religiosi. Questi convenevoli. Lo vedevo come una meta
lontana nel tempo, come una decisione da ‘grandi’.
Ci
pensai in quell’istante e la trovai sempre una faccenda troppo assurda per uno
come me, qualsiasi fosse l’età in cui avrei raggiunto questo traguardo.
“
Io non mi sposerò mai. “
“
Non sei credente? “
“
No, anzi. Prego tutte le sere, o almeno quando mi ricordo. Lo diresti? “
Fu
piacevolmente sorpresa perché sorrise e senza parlare fece cenno di andare
avanti, avvicinandosi un poco. Nel frattempo mi ero sbarazzato della crêpes per non masticare più e conversare quanto volevo.
“
Beh, non la vedo come una cosa per me. Mi spaventa forse. E’ troppo…
importante. Nessuna accetterà mai di sposare uno come me. “
“
Se sei riuscito ad arrivare fin qua perché smettere di sognare? Di sperare. Ti
vedo sfiduciato, te lo leggo negli occhi. “
Non
era semplice capirmi al volo. Ero sempre stato pragmatico e poco emotivo, più
intento a divertirmi e far credere di essere felice, che auto commiserarmi. In
quella fase mi ritrovavo meno sereno nel dover fingere che tutto andasse bene,
quindi me l’aveva letto in faccia.
O
semplicemente – e la cosa mi spaventava a morte – riusciva a capirmi con uno
sguardo.
“
Sì. E’ dovuto più al mio lato sentimentale che altro…
Mi chiedo perché sono arrivato fin qui, ho costruito tutto questo, ma non sono
mai riuscito a costruire un rapporto che durasse? “
“
La band ne valeva la pena. “
Non
capii bene la sua frase, anche se dovevo darle ragione.
“
Sì, certo, avrei dato, ho dato e sto dando tutto. Ho
mollato il college. Ma questo che c’entra? “
“
Loro non ne valevano la pena. O lei. Non so quante tu ne abbia avute, ma se fossero
anche solo state la metà capaci di smuoverti un attimo
quanto sia riuscita a fare la musica… adesso sarebbero le signore Hoppus. “
Se
ne stava lì, appoggiata con il mento al suo ginocchio e tenendosi stretta la
gamba con le braccia, rannicchiata per scaldarsi. Quasi certamente aveva freddo, tuttavia non si rassegnava a battere i denti o
lagnarsi per avere la mia giacca. E in tutto questo, contrastando le intemperie
senza emettere verso riusciva anche a fare centro lì
dove tante altre persone nemmeno si erano avvicinate. Aveva osato ciò che non
doveva, ciò che le mie orecchie non erano pronte a sopportare. Era la verità e
nessuno sa il modo in cui rispondere quando te la scaraventano addosso come
fosse un carro armato.
“ Ma vedi, non è così difficile. Se non fossi riuscita a
smuoverti ora non saresti qua con me. Non avrei
l’onore di chiamarmi signora Hoppus. “
Si
aspettava forse una risposta, ma avevo la gola secca e il fiato a metà, per non
aggiungere un fischio nelle orecchie e una voce nella testa che mi suggeriva di
correre via. Ero stato fin troppe volte codardo nella
mia vita e mi inchiodai al suolo con tutta la forza di volontà che potessi
avere. Nonostante questo non avevo la risposta.
“ In quanto tale stanotte ti farò vedere che se vuoi, puoi avere
anche quei sentimenti di cui tanto ti preoccupi. Sono quelli di cui sei
terrorizzato, non del matrimonio. “
Ci
trovavamo in una sala giochi, finalmente al caldo. Aveva la mia felpa addosso,
io giravo con la giacca sopra la maglietta, e stavo bene così. Ci tenevamo
ancora per mano, e nonostante mi avesse detto di non conoscere la città il cassiere la salutò amichevolmente e le diede ‘ il
solito ‘, ossia due gettoni.
Giocò
la sua moneta e pescò un pupazzetto insignificante. Era viola, lo attaccò al
portachiavi, che era composto più da pupazzi e souvenir che da chiavi.
Pensai
che volesse ritentare la sorte quando vidi che mi aprì il palmo della mano e mi
diede la moneta.
“
Adesso è tua. Tu decidi cosa farci. Tu giochi la tua sorte. “
La
guardai attentamente e poi fissai la moneta. Per un attimo mi
immaginai vincere uno di quei montepremi da capogiro che, francamente,
per come si prospettavano le cose adesso non mi avrebbe cambiato la vita. Presi
la mia decisione.
“
La tengo. “
“
Cosa? “
“
La tengo. Magari mi porterà fortuna. “
La infilai in tasca e cingendo la sua mano
portai fuori Skye. Volevo decidere io qualcosa
adesso, e sapevo bene che cosa.
“
E’ proprio necessario? Non ce la farò mai. “
Da
due quarti d’ora era su quella tavola e non si degnava di fare un mezzo
tentativo, mentre io l’avevo rincorsa e assecondata per tutte le sue strane
manie.
“
Forza, è solo un holly. E’ facile. “
Le
mie rassicurazioni erano vane dato che appena mi
allontanavo un po’ mi pregava di tornare a tenerla prima che precipitasse dalla
rampa.
“
Guarda che se ti lascio andare vai semplicemente con il culo
per aria. Sai quante volte capitò a me! Tom quasi perse
un occhio una volta”
Mi
fulminò con lo sguardo. La mia provocazione era ben riuscita. Il mio scopo era
di farla sentire impotente almeno quasi quanto mi ero sentito io con lei
finora.
“
Sei confortante, davvero. Posso scendere? “
Scossi
la testa e le diedi un baciò sulla fronte. Mi guardò
terrorizzata quando capì e la lasciai andare. Schizzò via che fu un piacere, e
alla fine in discesa nemmeno perse l’equilibrio. Cadde quando si arrestò perché
lo skate le scivolo da sotto i piedi.
Pensai
che iniziasse ad
urlare, che fosse meglio darsela presto a gambe, che mi saltasse alla giugulare
e mi uccidesse. E invece rise. Addirittura direi tanto, e proprio di gusto.
Quando smise tornò su e mi guardò bene negli occhi
sussurrando “ Mai più. “
Presi
la tavola e dopo qualche ricordo dei vecchi tempi con dei salti niente male e
delle cadute altrettanto belle, ce ne andammo e rimisi
la tavola nel retro di una casa incustodita. Il proprietario era stato
fortunato ad avere due ladri così gentili.
Notammo
che si erano già fatte le tre e mezza e mancava poco
allo scadere della nostra notte.
Cenerentola
presto sarebbe fuggita senza entrambe le scarpe e il suo principe azzurro
avrebbe perso la memoria all’alba. La cosa mi rattristò e così mi venne voglia di milkshake. Era una cosa insana,
io in aggiunta detestavo la maggior parte dei dolci, il giorno dopo alle
riprese sarei arrivato in uno stato catatonico e probabilmente con un
piacevolissimo attacco intestinale che tutti mi avrebbero rinfacciato per molto
tempo.
Pensando
alle prese in giro mi venne in mente Tom. Se ci avesse visti
insieme, soprattutto rientrare all’alba, avrebbe tratto le sbagliate
conclusioni.
“
E’ meglio che quando arriviamo in albergo facciamo
strade diverse. “
“
Perché? “
Thomas. “
Bastò
questo a farle capire tutto e fece segno di sì.
Camminavamo
come due zombie, sembravamo reduci da un rave party
devastante o sotto l’effetto di chissà quale sostanza. La guardai con i capelli
scompigliati che andava un po’ a zonzo, m restituì lo sguardo e il mio aspetto
doveva essere simile dato che scoppiammo a ridere.
“
Adesso ho voglia di milkshake. “
Era
una piccola tavola calda con la solita cameriera pettegola e scortese che ci
guardò male sia quando prese l’ordinazione sia mentre ce la portò. Pensai che
fosse abituata più a servire caffè, bistecche e ciambelle ai poliziotti che
queste schifezze.
“
Sai, Tom spesso quando facciamo colazione sostituisce il sale con lo zucchero e
lo fa non solo a me, ma a tutto lo staff. Il bello è che per rendere tutto più
veritiero e far si che tutti si versino quello stesso
zucchero, se lo versa anche lui. Ovviamente ha imparato a berlo senza avere la
minima reazione. “
“
Gli vuoi molto bene, non è vero? “
Non
mi andava di rispondere. Quando si trattava di me e lui ci sentivamo
sempre troppo gay ad ammettere quanto l’uno fosse indispensabile per l’altro.
Eppure era così, e ognuno dei due lo sapeva.
Mi
limitai a fare spallucce.
“
Si vede da come ne parli, da come vi comportate. Non riesci a non metterlo
almeno in una conversazione. E’ con te anche quando non c’è. E’ una cosa molto
bella. “
Ciò
che aveva detto era effettivo. Dal primo giorno in cui c’incontrammo
capimmo che non sarebbe stata un’amicizia normale. Da allora Tom c’era sempre
stato, era come un fratello, anzi, era di più, era come se avessero preso una
persona e l’avessero divisa in due corpi diversi.
“
O una cosa molto gay! “
Skye si limitò a sorridere e bere il suo milkshake. Aveva tirato fuori il suo famoso portachiavi,
che avrei osato definire più un porta cianfrusaglie.
Lo guardai bene e compresi che il pupazzetto non era stato vinto per sfortuna
ma per suo volere.
“ Ci assomigli non credi? A me ricorda i tuoi
capelli nel video di Josie. Ho curiosato tra gli
archivi, un po’ su internet, e insomma.. mi sono fatta
un po’ di cultura su di voi! Bel colore comunque, approvo! ”
Non riuscii a capacitarmi bene
di ciò che aveva detto per un attimo.
Si era informata sulla nostra
band. Su di me. Per quale motivo, osavo domandarmi. Non conoscevo la risposta o
forse non volevo credere che fosse sotto ai miei
occhi.
Si riprese il
porta chiavi e iniziò con affanni a tirar via lo strano fantoccio viola. Quando
si riuscì si poté leggere la soddisfazione sul suo
volto.
“Tieni, te lo regalo, trattalo bene. Così ti
ricorderai per sempre di quella stronza che ti disse di no sul set di All The
Small Things. “
Soddisfatto guardai il mini-Mark di stoffa e dopo
averlo accarezzato un po’ me lo infilai in tasca senza tanti complimenti.
“ Lo chiamerò Markey. “
“ Markey?
Ti chiamerò io così d’ora in poi! E’ deciso! Quando mi gira aspettati un Markey. “
Entrambi avevamo finito e iniziavamo
a sentire i primi segni di stanchezza. Sebbene entrambi conoscessimo la nostra sorte chiacchierammo ancora per una buona ora. Cose stupide.
Cose serie sulla nostra famiglia. Mi fece persino ammettere di tenere davvero
tanto a quello zuccone di Tom. Mi fece sentire debole a parlare di mio padre,
di mia sorella. Mi fece sentire vivo quando le espressi la mia felicità nel
fare musica.
Mi sentii semplicemente
completo.
La cameriera, che ormai capii
fosse la proprietaria, iniziò a scocciarsi visibilmente di noi perciò pagammo
il conto e levammo le tende. La destinazione più dura ci attendeva: si tornava
alla vita reale.
Ci trovavamo davanti
all’ingresso ed entrambi pompavamo dentro di noi idee di una fuga istantanea.
Ne sparavamo una al secondo, mentendo a noi stessi,
sapendo che il domani era alle porte e ci chiamava.
Mi strinse la mano, forse
sarebbe stata l’ultima volta.
“ Se vuoi
puoi cambiare idea, sai? “
“ Su che cosa? “
“ Se ne avessi bisogno, se il
mondo reale ti facesse paura, se volessi ritrovare un po’ di… questo. Puoi
ricordare. Non scordarti mai di questa notte Skylee.
Mai. Io non lo farò. “
Abbassò la testa. Forse si era
commossa. Forse stava prendendo una decisione. Non lo sapevo, ma mi venne
spontaneo cantarle due strofe che considerai giuste per ‘
divorziare ‘, se così si potesse dire.
“ This world’s un ugly place but you’re so beautiful Skylee.
“
Mi sorrise e abbracciò
calorosamente. La vidi entrare nell’androne, poco prima di svoltare l’angolo
verso gli ascensori si voltò e mi salutò con un cenno della mano. La sentivo
ancora nella mia e capii che non avrei mai voluto che quella notte finisse.
Mi
svegliai di soprassalto e con il fiatone. Ero sudatissimo, e sapevo bene
perché. Avevo rivissuto la notte precedente. Certo, alcuni dettagli come il
fatto che avessi fatto skate dopo così tanti anni senza commettere errori
clamorosi erano cose di pura fantasia, ma tutto il resto era accaduto.
Mi stesi per rielaborare meglio i pensieri e calmare un po’ il mio
umore sottosopra.
In
quel momento sentii dei passi e delle voci nella stanza. Erano troppo
famigliari per confonderle con altre.
“
Buongiorno bell’addormentato! “
Tom
entrò masticando dei pancakes che si era portato via
e immediatamente aprì le tende.
“ No,
ma grazie! “
Mi
coprii la faccia e tentai di riassestarmi. Non c’era
il sole, stesso tempo incerto di ieri. E ci aspettavamo altre riprese,
aggiungendo che avevo dormito soltanto due ore. Davvero fantastico.
“ Dove
sei stato stanotte? Te la vai a spassare e non mi dici niente. Oggi morirai di
sonno! Caffè? ”
Quasi
fui sul punto di accettarlo ma mi ricordai del solito scherzetto, per di più
Travis mi fece cenno di no e capii.
“ No,
bevitelo tu il sale. “
Mi
alzai, notai che ero andato a dormire con la giacca perciò mi svestii e presi
dalla valigia dei vestiti a caso. Non c’era nessun imbarazzo tra di noi nel
fare queste cose.
Mentre
mi sistemavo i capelli Tom tentava di convincermi che
fosse caffè “sano” bevendolo, ma non ci cascai e ignorai ogni sua protesta,
così alla fine rassegnato lo versò nel lavandino.
“
Bell’alzabandiera, comunque! “
Mi
stavo cambiando i pantaloni e indicò il punto critico in mezzo alle mie
mutande.
“
Potrei tamburellarci sopra “
Quando
ci si aggiungeva anche Travis era giunta la fine.
“ E’
quella Skye? Diglielo anche tu! Siamo venuti in
stanza e non facevi altro che blaterare ‘Skye, Skye, Skye. Oh sì Skye, più forte! ‘ “
Lo
ammutolii tappandogli la bocca ma lui continuava a fare i suoi stupidi versi e
mi leccò la mano per liberarsi.
“ Sì.
Cioè, NO! Non in quel senso, sicuramente non ho detto quelle cose… Vero? ”
“Allora
è proprio vero, eri con lei la scorsa notte! “
Raccontare
a Tom quella notte non sarebbe servito a niente, in questo momento era troppo su
di giri perché stavamo girando e perché anche lui doveva aver dormito poco,
dato che Jennifer era in viaggio con noi.
“ No,
sono solo andato a fare un giro. E’ normale che succeda al mattino, tu lo sai
meglio di me! “
“ Sì,
ma hai pur sempre ripetuto Skye tutta la notte! “
Non
sapevo cosa rispondere, e forse nemmeno dovevo farlo, arrendermi al fatto che
Tom pensasse quel che volesse era la soluzione giusta, ero troppo stanco per
parlare.
Quando
finii di prepararmi ci avviamo sul set dove già
stavano allestendo.
Girammo
delle scene dove ballavamo un po’ cantando tutti e tre
insieme, come al solito Travis si sentì imbarazzatissimo ma si comportò come se
niente fosse.
Ad
un certo punto Tom strappò un fiore e me lo passò, io lo mangiai. I suoi denti
durante la ripresa successiva erano meravigliosi e quando baciò quel
cannocchiale tutti scoppiammo a ridere. La troupe si
divertì forse più di noi, osai pensare.
“ A
riposo? “
Sentii
una scossa violenta percorrermi il corpo intero e sobbalzai sulla sedia su cui
mi ero seduto da poco. Si sedette di fianco a me e mi porse
una tazza di caffè. Per l’ennesima volta il caffè ci univa in una
chiacchierata.
“ Sì,
hanno visto come ballo e hanno preferito Tom “
Sorseggiai.
Ormai mi sentivo a mio agio, tranquillo. Nessuna pressione, ero rilassato. Come
se ci conoscessimo da molto più tempo.
Finalmente
riuscivo ad essere quel Mark bonario, sicuro e un po’
giocherellone che tutti conoscevano anche con lei, senza che l’imbarazzo mi
travolgesse.
“ In effetti tu non avresti avuto lo stesso fascino a baciare
quel cannocchiale. “
“
Guarda che lui è fidanzato! “
“ Lo
so, e lei è molto carina ”
La mia
vulnerabilità riaffiorò pensando ad una plausibile
uscita a quattro. O a sei, se si fosse contato Travis. Cacciai subito
quell’assurda fantasticheria dalla mente e tornai a godermi il gusto della mia
bevanda. Sapeva anche quanto zucchero metterci… mi domandai come faceva.
Le
riprese erano finite e il mio amico si mise a guardarmi con una particolare
smorfia divertita che avrei voluto cavargli dalla faccia a suon di sberle.
“
Gliel’hai detto? “
“ Non
proprio. “
“
Okay, avrà fatto tutto da solo suppongo.. “
“ Più o meno. “
“ Queste risposte criptiche mi danno il voltastomaco perciò ti
lascio al tuo momento di soliloquio. Non farti troppe paranoie assurde, tra poco avrai un
cane che ti morderà il culo! “, e se
ne andò abbandonando addirittura lì il suo cartone.
Sorrisi.
Meditai
su tutte le vicissitudini dei giorni scorsi: a come avevamo passato la nottata,
a come era venuta in spiaggia, alle parole nell’ascensore,
pensai anche a quello che non era ancora successo. In questa
occasione nemmeno il futuro mi spaventava.
Ogni
volta che pensavo a tutte le nostre
piccole cose non avevo nessuna ricordo bieco. Ero
felice, semplicemente felice.
Shapespace: questo capitolo prende il nome dal titolo all the small things, tradotto in italiano -con l'aggiunta di nostre-, e sono felice finalmente di averlo utilizzato! E' durato più
del solito e spero non vi abbia annoiato la lettura uwu -ne sono terrorizzata a dirla tutta-
Potevo anche non specificare
di aver differenziato le parti o non differenziarle affatto,
ma ho preferito così, so haters gonna hate \m/
Mi piace come si sta
sviluppando il tutto nella mia testa, forse perché Mark e Skye
mi piacciono sul serio /fangirl mode on/
A parte questo, come al solito ringrazio chi ha ancora la costanza di seguire la
storia e chi ha lasciato recensioni e quant’altro. Fa sempre piacere sapere i
vostri pareri e non esitate a dare consigli! C:
Dovrei ringraziare molte
persone per essere la mia fonte inesauribile di idee
ma sarebbe una lista troppo lunga, quindi auguro solo pace e amore a tutti ♥