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Autore: LoveJulie    09/12/2012    2 recensioni
Come ci si sente ad essere stata lasciata niente poco di meno che da Harry Styles, il ragazzo più carino e conteso della scuola?
Una merda, sul serio. Però se analizziamo attentamente la realtà dei fatti, si arriva ad una conclusione: io non sono stata affatto mollata.
Ah no, allora sei stata tu a mollare lui? Sei grande! Chissà come si sarà sentito…
Frena, non è vero nemmeno questo.
Dai, dimmi come stanno realmente le cose, in fondo sono qui per conoscere la storia, non per giudicarti. Prometto che starò muta come un pesce.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo due.
 
Quel pomeriggio, mentre sto facendo la strada di casa, completamente da sola, penso a cosa dire ai miei genitori. O almeno, ci sto provando. Quasi tutti i miei pensieri hanno come titolo Harry Styles oppure Harold Styles. Insomma, avete capito, alla fine la persona è la stessa.
Appena metto piede in casa, vengo raggiunta dall’uragano chiamato mamma. Sembra sempre che capisca quello che è successo prima ancora che glielo dica.
- Bentornata tesoro, com’è andata a scuola?
- B-benissimo mamma. Non è successo nulla. Giornata meravigliosa. Non mi sono mai divertita tanto come oggi. - Sto iniziando a farneticare, cosa che succede spesso quando sono molto nervosa. Mi conviene raccontarle tutto e subito, prima che lo venga a sapere da qualcun altro.
- Senti mamma, devo dirti una cosa.
- Dimmi pure.
Quando sto per aprir bocca sento la porta d’ingresso aprirsi e mio padre entrare. È arrivato nel momento giusto. Al contrario di mia madre lui sa essere più indulgente con me a proposito della scuola.
- Eccoti papà! - Gli dico abbracciandolo come se non lo vedessi da tempo. - Devo parlare con te e mamma, perché non ci sediamo tutti insieme sul divano?
- Cos’è successo Ellybelly?
Non sopporto quando mia madre mi chiama così. 
- Sentite, quello che sto per dirvi è piuttosto delicato, ma prima che continui, vi dico che io non ho fatto assolutamente nulla. Diciamo che sono stata istigata…
- Cosa diavolo hai combinato? - Mi chiede mia madre un’altra volta.
- Sonostatamandataindetenzioneperchéhodatodell’idiotaalprofdiletteratura. - Dico tutto d’un fiato, chiudendo gli occhi. - Ma ho imparato la lezione, sul serio…
- Non ho capito assolutamente nulla di quello che hai detto, ripeti.
- Okay. Oggi sono stata mandata in detenzione perché….
- Cosa? - Urla mia madre.
- Non volevo, davvero.
- Amore calmati - tenta di dire mio padre - non è tanto grave. Cosa hai fatto Elle?
Amo mio padre, davvero, è l’uomo migliore del mondo.
- Ho dato dell’idiota al prof. Cioè, lui non mi sopporta e oggi non ha fatto altro che prendersi gioco di me, allora io sono scoppiata e gli ho dato dell’idiota.
- Hai fatto bene, devi importi. Non è possibile che i professori si prendano gioco degli alunni, anche loro devono fare il loro lavoro, e non consiste nell’urlare dietro ai ragazzi.
L’ho già detto che amo mio padre? Se sì, ribadisco il concetto.
- Come non è grave, come deve imporsi? - Mia madre è tornata all’attacco. Ti rendi conto di quello che stai dicendo Richard? Non possiamo insegnare queste cose a nostra figlia, non siamo più nei primi anni sessanta dove gli studenti si imponevano sui professori. Non lo ammetto questo, non da parte di mia figlia! - Ci risiamo. Perché a mia madre non va mai bene nulla? Mio padre ha ragione, non è grave quello che ho fatto, in fondo, il professore se lo meritava proprio.
- Vedi il lato positivo tesoro, almeno nostra figlia è venuta a dircelo a noi, senza aspettare che la scuola chiamasse. È un gran passo avanti, non trovi?
Mia madre lo guarda con uno sguardo di truce e si prepara per il contrattacco. Bene, ora il mio momento è finito. Adesso è arrabbiata con lui. Io posso anche andarmene. Mi allontano lentamente, e sto per uscire dal soggiorno quando vengo fermata da lei.
- Torna subito qui Olive Grant! - Non sopporto quando mia madre mi chiama per secondo nome, cioè tutte le volte che è infuriata. - Non ho finito con te. Sei in punizione! Una settimana.  
- Una settimana?!
Tento di obiettare.
- Se dici qualcos’altro le settimane diventano due!
Io me ne vado in camera mia arrabbiata. Una settimana! Solo per aver insultato uno stupido, idiota, deficiente, insopportabile professore!
 
Una settimana più tardi dall’incontro con il mio Dio Greco, non faccio altro che pensare a lui. Mi alzo la mattina con il suo viso in testa, durante le lezioni penso ai suoi occhi verdi, e la sera prima di dormire mi faccio film mentali su di lui. Sono proprio senza speranze. Come se uno come lui potesse mai mettersi assieme ad una come me. Non c’è confronto.
Quella mattina a scuola, appena suonata l’ora della pausa pranzo esco immediatamente dalla mia classe e mi dirigo nell’aula ristoro. A metà strada incontro Jess, e assieme andiamo a mensa. Dopo aver preso da mangiare ci dirigiamo al nostro solito tavolo, dove Mel è già seduta ad attenderci.
- Alla buon ora! - Ci dice mentre ci sediamo.
- Sei tu che sei troppo svelta, non noi che siamo lente.
- Dai, dai! Devo dirvi una cosa.
- Fammi indovinare, riguarda quel ragazzo della settimana scorsa…
Sembra che Mel si sia proprio innamorata nel nuovo e misterioso ragazzo dell’altro giorno. Non fa altro che parlare di lui e ogni volta che lo vede in lontananza mi tira per un braccio e me lo indica, come se mi interessasse. E fin qui può anche andare bene. Sappiamo tutte come sono fatte le adolescenti innamorate, sono pazze. Vorrei solamente che non mi creasse tutti quei lividi ogni volta che lo vede. Praticamente il mio braccio destro è diventato di un colore violaceo.
- Esatto! L’ho rivisto, è proprio lì. - Ci dice indicando un tavolo nel quale ci sono un bel po’ di ragazzi e qualche ragazza che parlano tranquillamente. Riconosco subito il ragazzo misterioso e lo mostro a Jess.
Lei lo osserva senza dire una parola. Brutto segno. Questo potrebbe voler dire due cose: o è interessata ad un ragazzo, oppure non mi sta proprio ascoltando; ma, se non mi sta ascoltando, vuol dire che è interessata ad un ragazzo.
Mierda, come direbbero gli spagnoli.
- Allora Jess, che ne pensi? - Chiede Mel con un sorriso sulle labbra.
- È carino, sì, mi piace.
Mierda un'altra volta. Ora Melanie potrà invischiare la mia amica nei suoi piani, e questo vuol dire invischiare anche la sottoscritta.
- Perfetto. Andiamo a parlargli. - Dice la mia amica tutta contenta.
- Non ci penso nemmeno! Non puoi mica andare da un ragazzo sconosciuto e presentarti come se niente fosse. Dille qualcosa, per favore, Jess.
- Invece si può. È carino, e voglio assolutamente sapere come si chiama. - Questo esce dalla bocca dell’amica che un tempo consideravo tranquilla e non pazza, come Mel.
- Bene. Sappiate che io non mi farò influenzare da voi, ne tantomeno parteciperò al vostro stupido piano. - Dico imponendomi, e per rafforzare la frase, intreccio le braccia. 
Ma a quanto pare alle mie amiche non frega proprio niente del mio parere. Difatti si sono già alzate e si stanno avvicinando pericolosamente al tavolo dei ragazzi. Mi chiedo dove la trovano tutta la forza per fare una cosa simile. E soprattutto, dove trovano la sicurezza in loro stesse. Questo lo so. Il fatto è che sono tutte e tue molto carine.
Melanie è alta, ha ricci capelli color miele e profondi occhi color cioccolato, molto espressivi. Mentre Jessica, pur non essendo tanto alta, ha setosi capelli neri, e due occhi azzurri molto intensi. Ecco dove lo trovano il coraggio, nel loro fantastico aspetto.
Giusto per non rimanere a mangiare da sola, mi alzo in piedi e seguo le mie amiche. Ancora non ci credo che stanno per farlo. Voglio proprio vedere cosa diavolo racconteranno a questo fantastico ragazzo.
- Siete proprio sicure di quello che state facendo?
Annuiscono entrambe.
- Quindi non c’è nessuna speranza che cambiate idea in questi pochi metri che ci dividono da loro, giusto?
- Esattamente.  Mi dicono tutte e due in coro. Ora tanto vale arrendersi.
Mentre si avvicinano le seguo con un’espressione da funerale in volto. 
Quando siamo piuttosto vicine al tavolo, noto che tra tutti ragazzi c’è proprio lui. Harry Styles in persona. Senza nemmeno una ragazza intorno. Sta sorridendo, e mostra i suoi denti splendidi, per non parlare delle sue fossette che rendono il viso angelico. Credo di stare per svenire. Allora è così essere innamorati, insomma non è esattamente amore ma credo che ci vada vicino, molto vicino a giudicare dal mio cuore che galoppa all’impazzata.
- Senti Jess, c’è Harry, non posso andare vicino. Credo che il mio cuore esploderà da un momento all’altro.
- Non ti preoccupare, anzi, sarà il momento perfetto per presentarti. Non credi?
In effetti ha ragione.
Dopo quelli che sembrano secondi interminabili, arriviamo davanti al loro tavolo. I primi istanti sono molto imbarazzanti, anche perché nessuno dei ragazzi si è girato a guardarci. Ora voglio proprio vedere cosa si inventerà la mia amica.
- Ciao, scusami se ti disturbo. Mi sono accorta che fai parte dell’assemblea sindacale scolastica.
Il ragazzo alza un attimo lo sguardo e la osserva per qualche secondo in silenzio. Nel frattempo gli amichetti se la stanno spassando. Cosa trovano di divertente in questo non lo capisco proprio. D’altronde, sono ragazzi.
- Esatto. - Risponde lui. Devo ammettere che la sua voce è piuttosto sexy. Profonda e maschile, proprio come piace a me.
- Bene. Vorrei entrare a farne parte, sai, tengo molto hai diritti degli studenti di questa scuola.
Si capisce lontano un miglio che sta mentendo spudoratamente. Ma a quanto pare quel ragazzo non se n’è accorto. Difatti sta sorridendo.
- Davvero? È sempre bello che ci sia qualche studente interessato agli altri. - Dice alzandosi in piedi. - Piacere, io sono David.
- Sono Melanie, piacere mio. - Dice lei con un sorriso compiaciuto in volto. Ce l’ha fatta, si è fatta dire il nome del ragazzo dei suoi sogni. Come la invidio. Non sapete cosa darei per riuscire semplicemente a salutare Harry. 
Mentre i due chiacchierano piacevolmente, io e Jess ci guardiamo intorno. Io osservo tutti i ragazzi di quel tavolo, indugiando il mio sguardo su Harry sonoundiogreco Styles.  Per un secondo, forse anche di meno, Harry incontra il mio sguardo. Prontamente, un po’ per vergogna e un po’ perché non me lo aspettavo, sposto subito lo sguardo e arrossisco. Speriamo che non se ne sia accorto. Riprendo subito dopo a guardarlo e sta sorridendo: uno di quei sorrisi alla “So di essere bello e sono abituato al fatto che le ragazze mi muoiano dietro e arrossiscono ogni volta che le guardo”. Ha ragione, assolutamente.
Dopo qualche minuto finalmente Mel finisce di parlare con David e ce ne torniamo al nostro tavolo.
- Ci vedremo tra qualche giorno. - Dice subito dopo che ci siamo sedute.
- Cioè, ti ha già chiesto di uscire? - Chiede Jess sorpresa.
- Ma che dici! Ho deciso che mi candiderò anche io all’assemblea studentesca così potrò stargli il più vicino possibile. - Dice con occhi sognanti.
Io e Jess ci guardiamo, chissà quanto durerà questa sua ennesima cotta. Appena saremo da sole vedremo di scommettere qualcosa.
- Avete visto quanto è carino Harry? - Mi lascio sfuggire mentre finisco il mio pranzo.
- Avresti almeno potuto salutarlo. Tanto oramai eravamo lì.
- Non sono fuori di testa come te, Mel. - Ribatto io.










Spazio autrice:

Eccomi con un nuovo capitolo, dopo praticamente anni. Spero che vi piaccia, e, qualunque cosa vi passa per la testa, scrivetemelo in una recensione. Un beso :D

  
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