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Autore: Deb    28/06/2007    2 recensioni
Sto con lui da tempo ormai.
A volte, però, ho come l’impressione che manchi qualcosa nel nostro rapporto. Una specie di scintilla, ma quella, sono sicura che ci sia in quanto senza di lui la mia vita sarebbe nera.
Litighiamo, e forse questo è ciò che ci tiene uniti? Peccato che ormai queste inutili bisticci mi consumano da dentro e cambiano ciò che io chiamavo amore; anche se so che lo amo, anche se so che voglio solo lui queste liti mi stanno distruggendo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Sto con lui da tempo ormai.

A volte, però, ho come l’impressione che manchi qualcosa nel nostro rapporto. Una specie di scintilla, ma quella, sono sicura che ci sia in quanto senza di lui la mia vita sarebbe nera.

Litighiamo, e forse questo è ciò che ci tiene uniti? Peccato che ormai queste inutili bisticci mi consumano da dentro e cambiano ciò che io chiamavo amore; anche se so che lo amo, anche se so che voglio solo lui queste liti mi stanno distruggendo.

 

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«Finalmente ce l’hai fatta a scendere!» esclamò mentre chiudevo la portiera della sua auto.

«Scusami, eh, se mi vestivo? Non posso certo venire giù nuda!!» risposi, io, come al solito con un tono da sfida.

«Se ti dovessi vedere solo io, sarei ben disposto a farti uscire nuda…» scherzò lui, senza però far ridere a me. Solamente il giorno prima avevamo discusso perché disse che un ragazzo, un mio compagno di classe, mi aveva messo gli occhi addosso e che io lo “illudevo”. Non sapevo come fargli cambiare idea, ma alla fine tutto scivolò via e dopo quel brutto momento cominciò a fare finta di niente, come se quelle parole non fossero volate; ed io cos’altro avrei dovuto fare? Ho fatto lo stesso.

Sentii il mio cellulare emettere un suono, lo guardai. Avevo appena ricevuto un SMS. «Se non metti subito via quel cellulare, giuro che te lo butto fuori dal finestrino!» affermò come un cane che stesse ringhiando.

Io gli sorrisi e lessi il messaggio che avevo appena ricevuto «Ti saluta Deb…» esclamai ridendo per ciò che aveva scritto dopo aver salutato quell’ebete di un ragazzo.

«Ah… ma questa qui non ti si scolla un attimo, Giorgia?» sbuffò Leo calzando sull’ultima parola da lui pronunciata.

«Cazzo Leo, lo sai che mi da fastidio! Non chiamarmi Giorgia!!!» incrociai le braccia al petto e feci una faccia imbronciata. Lo ero davvero. Potevo sembrare una stupida in quel momento, o in tutti i momenti della giornata; non peccavo certo di intelligenza; almeno secondo Leo.

Io per lui, però, ero tutto, ed anche se sembrava un cafone maleducato in fin dei conti era un bravissimo ragazzo che quando voleva sapeva essere più dolce dello zucchero.

Leo parcheggiò l’auto in uno dei pochi posti liberi che vi erano rimasti. Quella sera saremmo andati ad una festa di amici, una festa per i diciotto anni. Chissà quanto avrei bevuto. Forse troppo.

Il mio ragazzo mi guardò negli occhi e mi accarezzò una guancia «Mi rovini il trucco!» proferii allontanando da voi tutto il romanticismo che si poteva essere creato tra noi.

«Sei arrabbiata?»

«Dovrei esserlo?»

«Tu sei arrabbiata con me un giorno sì e l’altro pure!»

«Perché tu mi fai arrabbiare…» mugugnai come una bambina di due anni appena compiuti. Il cellulare mi squillò nuovamente, era sempre quella scema di Deb che mi mandava un SMS.

«La vuoi finire?»

«A fare cosa?» domandai un po’ allarmata, non pensavo mica che si arrabbiasse perché rispondevo alla mia migliore amica. Sarebbe stata un’assurdità!

«Dille che hai da fare!»

«A Deb?»

«… No, amore, a mia nonna!» mi guardò un male, misi via il telefono e lo guardai dentro i suoi occhi, dei quali ero tanto innamorata.

Quando Leo, vide che ero “pronta” per parlare mi sorrise lievemente. «Scusami per ieri… ero geloso.» ammise cominciando a giocherellare con una ciocca dei miei capelli.

«Non importa.» risposi secca e guardando fuori dal finestrino.

«Lo sai che ti amo?»

Sgranai gli occhi a quella affermazione. Poche volte, direi pochissime se non quasi mai mi rilevava i suoi sentimenti con una tale e calda voce. Mi voltai verso di lui, prendendomi alla sprovvista, appoggiò le sue labbra sulle mie, facendo aderire perfettamente le nostre bocche. Schiusi la bocca che diede spazio alla lingua, della persona che amavo più in assoluto, che toccò la mia, cominciando a massaggiarla dolcemente.

Lui era il mio tutto.

Lui era la persona che volevo sempre con me.

Il mio cuore era suo, ormai.

   
 
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