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Autore: shapeshifter    11/12/2012    2 recensioni
Per l'ispirazione di questa storia devo ringraziare la mia family reunion di blinker che durante una delle solite chat mi ha tirato fuori da non so cosa l'ispirazione. E poi Skye e Mark sono l'amore, ovvio.
Non riuscirò mai a spiegare la sensazione che provai, eppure probabilmente già in quel momento sapevo che l’avrei amata come nessuna prima d’ora.
Genere: Comico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Mark Hoppus, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Era l’ultimo giorno di registrazioni

Era l’ultimo giorno di registrazioni. Non riuscivo a concentrarmi, qualsiasi cosa su cui si posasse il mio sguardo spento era una ragione per ricordarmi ciò che già la mia mente metabolizzava con scarsi risultati da giorni: come avrei fatto a rivederla?

Non c’erano neppure più state occasioni per stare da soli: lei era troppo presa dal suo lavoro e io anche. Avrei almeno voluto dirle un arrivederci, regalarle un bel ricordo, fare qualcosa di sensato insomma. Stringevo tra le mani il mini-me e riflettevo su tutte queste cose che mi affliggevano quando mi suonò il cellulare.

“ Pronto? “

Markey.

Era mia sorella. Anne, lei mi faceva sentire sempre meglio e sembrava nata apposta per soccorrermi.

La prima volta che la vidi ero attaccato ad un vetro del reparto maternità, in punta di piedi scrutavo tutti quei neonati così uguali e non riuscivo a scorgere un viso familiare che mi potesse far pensare ad una sorella. Improvvisamente sentii una risata: una bimba con già qualche capello biondo e i miei stessi occhi celesti mi scrutava e rideva, agitando le manine. Sembrava stesse componendo una melodia, era così piccola.

Mio padre arrivò e mi prese in braccio, mi domandò se avessi indovinato chi fosse Anne. Io risposi che era la bambina con la risata che cantava, era lei mia sorella.

“ Anne. Come mai questa chiamata?

“ Sono in giro da queste parti e mi chiedevo se avessi finito con il video.

Sentii che con i denti mordicchiava qualcosa: sicuramente le sue unghie.

Mmm quasi, siamo a buon punto… “

“ Non sembri tanto felice. Qualcosa che non va?

Mugugnai tra i denti un ‘forse’ e immediatamente mi diede appuntamento ad un café a me sconosciuto, di cui mi fornì appunto l’indirizzo.

“ Alle quattro, pensi di farcela? “

“ Sì, dai. Sì. Però aspettami se faccio tardi.

“ Non esageratamente tardi, almeno avvertimi,kay? A dopo. E non portare Tom.

Quando Anne mi presentò Tom, anche se a quei tempi lei era fidanzata, aveva questa infatuazione adolescenziale per lui che mi preoccupava molto all’epoca. La vidi molto presa, e anche se mai lo ammise e mai lo farà, aveva una sorta di adorazione per lui. Non so quando smise, forse perché non corrisposta o semplicemente si accorse che lui era un idiota, ma fui semplicemente felice di non vedermela gironzolare intorno ogni qualvolta che ‘ Thomas è venuto a trovarti ‘.

In ogni caso l’imbarazzo dei vecchi sentimenti la portava a volte ad evitarlo in mia presenza, dato che la loro chiarezza arrivò anche agli occhi di Tom che più volte mi chiese se potesse uscire con mia sorella. Ovviamente non ottenne mai niente.

Inoltre non lo voleva all’appuntamento perché ci considerava fastidiosi insieme.

“ Chiaro. A dopo.

Chiusi la conversazione e misi la testa tra le braccia, appoggiandomi al tavolo. Mia sorella mi avrebbe semplicemente dato del cretino per tutta questa sciocca situazione e mi avrebbe preso in giro con le sue amiche.

Non avevo voglia di pensare anche a questo, perciò mi alzai e presi le chiavi della stanza.

 

A colazione mi sedetti con Tom e Travis, uno non mangiava quasi niente, mentre l’altro si rimpinzava di schifezze già dalle prime ore del mattino.

“ Ti do massimo dieci anni, dopodiché sarai un pallone aerostatico.

Gli presi da sotto il naso una fetta di pan cake e succo d’acero, rischiai di farmi amputare una mano ma soddisfatto conquistai la mia preda.

Era molto possessivo con il cibo, una volta mi infilzò una mano con una forchetta e da lì ogni volta divenne una sfida sempre più ardua.

“ Ha parlato quello magro! E comunque sono sempre stato in forma, non penso proprio!

“ Per me lieviterai. Invece lui sparirà, diventerà grasso come una bacchetta

Misi sotto il naso dell’altro un po’ del mio uovo con pancetta e lui arretrò schifato. Non c’era verso di fargli mangiare cose normali.

In compenso Tom fece spallucce e addentò al posto suo commentando: “ Non sai cosa ti perdi!

“ Oggi che si fa allora? “

“ Penso scene di sesso con tutte le persone presenti. Cosparsi di succo d’acero e caramello. Ti piace?

Moltissimo, ma Travis non parteciperà, è troppo vegano per queste cose!

“ Hai ragione, useranno come comparsa un attore porno super dotato per quelle scene, e mio padre per le altre. “

“ Anche mentre facciamo colazione… Voi due non vi fermate mai! E comunque ha ragione lui, tu con tutte quelle calorie esploderai.

Tom si alzò platealmente in piedi sbattendo ciò che stava addentando nel piatto. Tutti si voltarono. Iniziò a urlare con una voce da donnina isterica che Travis non lo considerava come donna, che doveva trattarla con più riguardo e che quando l’aveva sposata il suo ‘ sederone grasso ‘ lo eccitava. Detto questo, mentre noi ridevamo a crepapelle, lasciò la sala fingendo un pianto da attacco isterico e con una camminata poco mascolina.

Tornò dopo dieci minuti chiedendo se avesse vinto l’Oscar e si risedette con noi.

“ Comunque oggi facciamo le scene d’addio e quelle da sex simbol, tipo al cesso, o tu sotto la doccia del tipo che pulisce il bus. Credo che poi gireranno gli spezzoni che mancano e qui abbiamo finito… su le mani!

Ci prese le mani sollevandole e intanto masticava una fetta di toast.

“ Volete vedere un incidente in galleria? “

“ No Tom, no.

Travis prese un hot dog che non si sa come era nel piatto e glielo ficcò in bocca.

“ Questo è un tir che si schianta sull’incidente!

Lui iniziò a sputare e a bere più succo di frutta e latte possibile, arrivò a macchiare tutta la tovaglia ed anche la sua maglietta. Visto il disastro si pulì la bocca con quella e soddisfatto ruttò, chiedendo successivamente scusa.

“ Il mio lavoro è compiuto. Andiamo a prepararci?

“ Va bene, filiamocela prima che ci buttino fuori.

Mentre lasciavamo velocemente la sala vidi che Skye faceva colazione con qualche collega e rideva.

Aveva lo sguardo rivolto verso di me mentre tutti gli altri suoi colleghi mi davano le spalle.

“ Non la saluti?

In realtà non sapevo bene come agire, in fondo era con i suoi colleghi e non le avrei dato tutti i torti se avesse preferito non ricambiare. Invece scorsi impercettibilmente che dopo essersi messa i capelli da un lato si voltò e mi fece un occhiolino, poi tornò a mangiare. Il mio cenno di ricambio fu visto dato che mi osservò sorridendo mentre annuiva alla sua amica di fronte a lei.

Me ne andai rincuorato eppure sempre confuso.

 

“ Bene Mark, mettiti un po’ più a destra e guarda bene la telecamera. Poi fai quello che sai fare! L’acqua sarà un po’ fredda… ma resisti!

La canzone partì e l’acqua mi investì, ma cercai di stringere i denti. Il punto è che sullo sfondo c’era lei con quelli di Mtv che riprendevano la scena per vedere la mia reazione successiva e l’impeto fu quello di nascondermi: avevo questa camicia rigorosamente bianca aperta e dei pantaloni da surf azzurri. Mi concentrai sul pensiero che solo una cosa sarei riuscito a fare bene perché era ciò che sapevo fare meglio: farla ridere.

Diedi il meglio di me e il risultato finale piacque ai presenti.

Ripensandoci alla fine non mi ero sconcertato a fare le scene in mutande, perché dovevo lagnarmi di questa? Sorrisi soddisfatto e mentre me lo facevano rivedere approvai totalmente.

Mtv, mtv! Quello ero io, io in un video fichissimo che scalerà tutte le classifiche!

Mi pavoneggiai davanti alle telecamere mentre vedevo gli altri che registravano le loro ultime scene.

Alla fine tutti scoppiammo in un applauso, io abbracciai Tom, poi Travis e un sacco di altra gente. Finalmente avevamo finito e si tornava a casa.

Tornammo tutti in albergo e riposammo un paio di ore. Dopodiché iniziai a fare la mia valigia. Mentre sistemavo le cose mi accorsi che mancava ancora la mia felpa, ma non avevo alcuna intenzione di riprendermela, volevo che se la tenesse.

Svuotai le tasche e per l’ennesima volta saltò fuori il pupazzino. Lo buttai in valigia ma vedendolo lì nella confusione ci ripensai e alla fine lo attaccai alle mie chiavi, facendolo diventare il mio unico portachiavi.

Tom era la persona più disordinata del mondo e ci mise più del doppio del mio tempo a resettare tutte le sue cose, mentre Travis come sempre era già pronto da prima di me.

Aprimmo le finestre per aerare la stanza, dato che non eravamo di certo tre persone sempre linde e profumate. Dopodiché uscimmo da quella camera con i nostri bagagli per l’ultima volta.

“ Vado a prendere Jen, al massimo voi andate avanti, vi raggiungo.

Io e Travis rispondemmo all’unisono e iniziammo ad avviarci, quando dei passi dal fondo ci raggiunsero. Doveva aver dimenticato qualcosa.

Fui sorpreso quando mi voltai e vidi Skye. Il mio amico con discrezione mi fece capire che mi avrebbe aspettato giù e se ne andò.

Aspettavo impaziente che mi dicesse qualcosa. Si grattò la testa e tirò fuori la mia felpa.

“ Te la saresti dimenticata.

Sembrava impacciata, forse non era abituata agli addii, o arrivederci, qualsivoglia si volesse chiamare. Io ero cresciuto avvezzo a questo tipo di situazioni tuttavia questa volta mi costava caro.

Presi la felpa e senza nemmeno darle il tempo di capire gliela infilai sopra la maglietta.

“ Tienila. Oltretutto oggi non fa proprio caldo.

Ma… “

“ Tienila.

Le scostai le ciocche che aveva sul volto e mi avvicinai, sollevandole il viso verso il mio.

Sembrava fosse il momento perfetto, lei non appariva neanche intenzionata a scappare, ciò nonostante preferii darle un bacio sulla fronte e dopodiché mi girai andandomene. Alzai una mano per salutarla senza voltarmi indietro.

 

 

 

 

Mi trovavo nei pressi della caffetteria e mi fermai. Appena entrai mia sorella sembrò scocciata.

“ Lui che ci fa qui?

“ Sono con Jen, tranquilla, non avevo proprio voglia di rivederti nemmeno io!

Si allontanarono in un tavolo un po’ distante da noi, mentre io mi sedetti di fronte a lei e ordinammo due tazze di caffè, io forte e lei macchiato.

Appena arrivarono le ordinazioni andrai dritto al punto: “ Ho perso la testa per una ragazza.

“ Era anche ora! Da quanto? “

Probabilmente lei pensava fosse una cosa che mi portavo dietro da un bel po’ di tempo e che si trattasse di qualcuna che lei conoscesse, ma si sbagliava di grosso.

“ E’ successo nel giro di una settimana, neanche. “

“ Che cosa?!

Eh. Appunto. Sai quanto è difficile per me che accada, ed invece… “

“ Forse sei troppo affrettato.

Le venne quella riga sulla fronte che le spunta solo quando è innervosita o preoccupata. In questo caso forse entrambe le cose, non avrei saputo dire.

“ Sentiamo com’è successo.

Le raccontai per filo e per segno tutto ciò che era accaduto in quei pochi giorni e mi accorsi che era molto più di quanto avessi previsto. Fui stupito io stesso, e mentre ascoltava notai che si addolciva sempre di più ma non lo esprimeva.

Dopo una lunga pausa finì il suo caffè parecchio tempo dopo di me e posò la tazza decisa.

“ Ed è successo tutto questo in pochi giorni?

Annuii.

“ Ti verrà a cercare. Deve farlo. Oltretutto ha la felpa. Deve farlo. Con una scusa ti verrà a cercare.

“ E se non lo farà? “

“ E’ una stupida e ti ha solo preso un po’ in giro. Un po’ tanto!

Prese il portachiavi tra le mani e sorrise, ci giocò un po’.

“ Oltretutto nessuno a parte me e la tua mogliettina laggiù – indicò Thomas con lo sguardo – ha il diritto di chiamarti Markey. Solo per questo deve rifarsi viva e darsi da fare per ottenere il permesso di dirlo.

Adesso fui io a sorridere. Ne avevo fatte passare di tutti i colori a quella giovane donna che stava davanti ai miei occhi e mi dava consigli sull’amore. Ma avevamo avuto anche i nostri bei momenti. Per parecchio tempo avevamo vissuto anche divisi, un periodo che preferivamo non citare spesso. Eppure a pochissime persone volevo così bene. Poche persone mi avevano visto così come Anne mi aveva visto.
Sospirai.

“ Ti ricordi quando eri in terza media e dissi a Rick che gli andavi dietro?

Alzò lo sguardo e mi fulminò: non avrebbe mai dimenticato.

“ Alla fine siete stati insieme per parecchio tempo dai! “

“ Mi stai chiedendo di dire a Skye ‘ oh il mio fratellino è innamorato di te! ‘ “

“ Uno: fratello. Due: non sono innamorato.

“ Ne sei davvero sicuro?

Deglutii e francamente non trovai la risposta adatta. Sapevo solo che qualcosa mi girava nello stomaco. Ma non osavo chiamarlo amore, non l’avevo probabilmente mai provato realmente e non mi azzardavo a pensare di aver imboccato quella via tortuosa dopo aver visto una persona solo poche volte. Mi sentivo spaesato forse, perché non era il mio territorio, ma di sicuro non volevo affrettare le cose.

“ No, non credo proprio. “

“ Allora sei ancora in tempo per salvarti. Ad ogni modo penso che si rifarà viva.. Te lo dico io.

“ Mah.

Mi passai una mano tra i capelli e sbadigliai.

“ Vedo che sei stanco e che il tuo amico è impaziente di levare le tende, perciò ti lascerò andare. “

“ Non riesci proprio a vedere Tom per più di mezz’ora che già inizia a farti troppi effetti, vero?

Mi diede un calcio al ginocchio e sorrise. Ci alzammo, la sovrastavo di parecchio, così si alzò in punta di piedi e mi abbracciò a lungo.

“ Fatti vivo qualche volta.

Le scompigliai i capelli e dopo un fugace bacio sulla guancia me ne andai assieme a Tom e Jen; lui girata quest’ultima fece un gestaccio a mia sorella, ricevendone uno in risposta e una sberla in testa dal sottoscritto.

 

Giunto a casa dopo due ore e mezza di viaggio, lanciai la valigia nell’armadio aperto e mi buttai sul letto. Io, Tom e Travis vivevamo piuttosto vicini ed era solito frequentarci assiduamente, ma adesso mi sentivo in vena di starmene per conto mio. Proprio mentre questo pensiero mi passava per la mente sentii suonare il campanello.

Scesi le scale in calzoncini, qui faceva piuttosto caldo, e aprii la porta mentre m’infilavo la maglietta. Appena tirai fuori la testa rimasi a bocca aperta.

Mia sorella aveva ragione anche questa volta.

“ Spero di non disturbarti.

Ero ancora perplesso e stupito, niente sembrava potesse togliermi dalla faccia quell’espressione da ebete.

“ Ehm… potresti salutarmi. Farmi entrare. Cacciarmi via. Sputarmi in faccia!

La feci accomodare e le indicai il salotto. Chiusi la porta e appoggiai le chiavi sul mobiletto. Notò il portachiavi e le sfuggì un sorriso.

Ci accomodammo sul divano e tirò fuori delle ciambelle dalla borsa.

“ Tu. “

“ Ehm… Già.

“ Esattamente… “ cercai di formulare bene la frase e non farmi sopraffare dai pensieri. “Esattamente perché sei qui? E come diavolo mi hai trovato?

“ Beh, innanzitutto sai che ruolo copro e che quindi è stato facile avere il tuo indirizzo. E la risposta alla prima domanda è semplice.

“ Cioè?

Mi passò una ciambella con la glassa al cioccolato e aspettando la risposta iniziai a mangiare.

“ Volevo rivederti. E poi mi sembra che tu abbia lasciato qualcosa in sospeso.

Volevo parlare ma avevo la bocca impastata di cioccolato, e probabilmente anche le mie labbra erano sporche.

Dapprima mi pulì con il fazzoletto, dopodiché la vidi avvicinarsi. Fu un attimo e mi ritrovai con gli occhi chiusi. La ciambella mi cadde di mano e le sue labbra morbide si congiunsero alle mie. Sapeva di qualcosa di buono, non avrei saputo dire cosa.

Appena il tempo di riflettere e si staccò.

“ Questo? “

“ Direi.

Lei era in imbarazzo quanto me, chissà quanto le era costato quel gesto così difficile da compiere. Per parecchio tempo rimanemmo seduti a passarci da mangiare e da bere.

Tuttavia fu inevitabile rompere il silenzio.

“ Ti va di vedere un film?

Mi guardò come se si fosse appena ripresa da una sorta di catalessi e scossa annuì, anche se tornò subito tra la sua nube di pensieri. «E se se ne fosse pentita?»  fu la prima idea che mi balenò in testa. Misi su il primo film che mi capitò tra le mani e tornai a sedermi.

Pian piano cercai di avvicinarmi a lei e dopo una buona mezz’ora la tenevo sottobraccio e ci abbracciavamo continuando a mangiare e scambiandoci battute sugli attori.

Ci addormentammo a metà film, o almeno io lo feci, e credo che lei mi seguì perché quando mi svegliai era in un sonno profondo. Lo schermo della tv era nero e la stanza buia.

La chiamai delicatamente e si svegliò stiracchiandosi. Nel frattempo misi un canale a caso per avere un minimo di luce. Mi guardò, era adagiata su di me, tra le mie braccia, con la coperta sulla testa e qualche capello fuori posto.

“ Bel film. “

“ Sul serio… sono le otto passate e abbiamo praticamente cenato con tutte quelle ciambelle.

“ E’ meglio che me ne torni a casa prima che sia troppo tardi.

Mi venne spontaneo domandarmi dove vivesse in effetti.

“ Dove vivi? “

“ Sono originaria di Orange Country e ho casa anche lì, ma ora ho tutto a Los Angeles praticamente.

“ Fammi capire bene… potevi fermarti a venti minuti da Santa Monica e sei venuta fino a qui?

Arrossì e non rispose alla domanda. Si alzò e buttò tutte le cartacce, diede anche una sistemata al salotto e tornò dalla cucina guardandomi incerta sul da farsi.

“ Per me puoi anche restare… “

“ Nono, devo scappare a casa.

S’infilò il cappotto e l’accompagnai alla porta. Non sapevo bene che cosa dovevo fare. Avevo il permesso di baciarla? Dovevo limitarmi ad una stretta di mano? Potevo abbracciarla?

Decisi di non pormi più problemi quando vidi che aspettava solo la mia mossa, così la strinsi a me e le diedi un lungo bacio. Si toccò le labbra quasi per assicurarsi che fosse vero e dopo averle aperto la porta la ripresi e gliene diedi un altro. Sorrise nel mentre e la trovai dolcissima.

“ A presto allora.

“ A presto Mark Hoppus.

Salì sulla sua enorme macchina nera e dopo avermi salutato si allontanò. Rimasi sulla porta per un po’.

Quando rientrai respirai a pieni polmoni e non riuscii a fare una mossa senza ritrovarmi a pensare a lei. Era tutto così perfetto che stentavo a crederci. Avvisai mia sorella e Tom con un messaggio. M’infilai a letto alle nove passate, sfinito ma con il sorriso sulle labbra.

 

 

 

Shapespace: siamo giunti ad un nuovo capitolo, l’agognato capitolo del bacio. Finalmente sono felici e avrete pensato volessi chiudere qua la storia, ma no, non è così o

Ho bene in mente con che scena concluderla, ma non quanto possa durare tutto questo. Spero di non dilungarmi troppo e di non risultare noiosa o scontata.

A me ha soddisfatto il capitolo perché proprio così immaginavo la scena del primo bacio e sono riuscita a creare - - credo - una linea temporale sensata.

Il titolo mi è venuto dalla nuova canzone Boxing Day uscita proprio ieri CWC
Mi piaceva come pronuncia e perché mi sembrava avere senso per la storia. Potevo anche non citarvi la fonte, ma ci tenevo uwu

~Alla prossima c: ~

   
 
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