Era
l’ultimo giorno di registrazioni. Non riuscivo a concentrarmi, qualsiasi cosa
su cui si posasse il mio sguardo spento era una ragione per ricordarmi ciò che
già la mia mente metabolizzava con scarsi risultati da giorni: come avrei fatto
a rivederla?
Non
c’erano neppure più state occasioni per stare da soli: lei era troppo presa dal
suo lavoro e io anche. Avrei almeno voluto dirle un
arrivederci, regalarle un bel ricordo, fare qualcosa di sensato insomma.
Stringevo tra le mani il mini-me e riflettevo su tutte
queste cose che mi affliggevano quando mi suonò il cellulare.
“
Pronto? “
“ Markey. “
Era
mia sorella. Anne, lei mi faceva sentire sempre meglio e sembrava nata apposta
per soccorrermi.
La
prima volta che la vidi ero attaccato ad un vetro del
reparto maternità, in punta di piedi scrutavo tutti quei neonati così uguali e
non riuscivo a scorgere un viso familiare che mi potesse far pensare ad una
sorella. Improvvisamente sentii una risata: una bimba con già qualche capello
biondo e i miei stessi occhi celesti mi scrutava e
rideva, agitando le manine. Sembrava stesse componendo
una melodia, era così piccola.
Mio
padre arrivò e mi prese in braccio, mi domandò se avessi indovinato chi fosse
Anne. Io risposi che era la bambina con la risata che cantava, era lei mia
sorella.
“ Anne.
Come mai questa chiamata? “
“ Sono
in giro da queste parti e mi chiedevo se avessi finito con il video. “
Sentii
che con i denti mordicchiava qualcosa: sicuramente le sue unghie.
“ Mmm quasi, siamo a buon punto… “
“ Non
sembri tanto felice. Qualcosa che non va? “
Mugugnai
tra i denti un ‘forse’ e immediatamente mi diede
appuntamento ad un café a me sconosciuto, di cui mi
fornì appunto l’indirizzo.
“ Alle
quattro, pensi di farcela? “
“ Sì,
dai. Sì. Però aspettami se faccio tardi. “
“ Non
esageratamente tardi, almeno avvertimi, ‘kay? A dopo. E non portare Tom. “
Quando
Anne mi presentò Tom, anche se a quei tempi lei era fidanzata, aveva questa
infatuazione adolescenziale per lui che mi preoccupava molto all’epoca. La vidi
molto presa, e anche se mai lo ammise e mai lo farà, aveva una sorta di
adorazione per lui. Non so quando smise, forse perché non corrisposta o semplicemente
si accorse che lui era un idiota, ma fui semplicemente felice di non vedermela
gironzolare intorno ogni qualvolta che ‘ Thomas è venuto a trovarti ‘.
In
ogni caso l’imbarazzo dei vecchi sentimenti la portava a volte ad evitarlo in mia presenza, dato che la loro chiarezza
arrivò anche agli occhi di Tom che più volte mi chiese se potesse uscire con
mia sorella. Ovviamente non ottenne mai niente.
Inoltre
non lo voleva all’appuntamento perché ci considerava fastidiosi
insieme.
“
Chiaro. A dopo. “
Chiusi
la conversazione e misi la testa tra le braccia, appoggiandomi al tavolo. Mia
sorella mi avrebbe semplicemente dato del cretino per tutta questa sciocca
situazione e mi avrebbe preso in giro con le sue amiche.
Non avevo voglia di pensare anche a questo, perciò mi
alzai e presi le chiavi della stanza.
A colazione mi sedetti con Tom e Travis, uno non
mangiava quasi niente, mentre l’altro si rimpinzava di schifezze già dalle
prime ore del mattino.
“ Ti do massimo dieci anni, dopodiché sarai un pallone
aerostatico. “
Gli presi da sotto il naso una
fetta di pan cake e succo d’acero, rischiai di farmi
amputare una mano ma soddisfatto conquistai la mia preda.
Era molto possessivo con il cibo, una volta mi infilzò una mano con una forchetta e da lì ogni volta
divenne una sfida sempre più ardua.
“ Ha parlato quello magro! E comunque sono sempre stato
in forma, non penso proprio! “
“ Per me lieviterai. Invece lui sparirà, diventerà
grasso come una bacchetta “
Misi sotto il naso dell’altro un po’ del mio uovo con
pancetta e lui arretrò schifato. Non c’era verso di fargli mangiare cose
normali.
In compenso Tom fece spallucce
e addentò al posto suo commentando: “ Non sai cosa ti perdi! “
“ Oggi che si fa allora? “
“ Penso scene di sesso con tutte le persone presenti. Cosparsi di succo d’acero e caramello. Ti piace? “
“ Moltissimo, ma Travis non
parteciperà, è troppo vegano per queste cose! “
“ Hai ragione, useranno come comparsa un attore porno
super dotato per quelle scene, e mio padre per le altre. “
“ Anche mentre facciamo
colazione… Voi due non vi fermate mai! E comunque ha ragione lui, tu con tutte quelle
calorie esploderai. “
Tom si alzò platealmente in piedi sbattendo ciò che
stava addentando nel piatto. Tutti si voltarono. Iniziò a urlare con una voce
da donnina isterica che Travis non lo considerava come donna, che doveva
trattarla con più riguardo e che quando l’aveva sposata il suo ‘ sederone grasso ‘ lo eccitava. Detto questo, mentre noi
ridevamo a crepapelle, lasciò la sala fingendo un pianto da attacco isterico e
con una camminata poco mascolina.
Tornò dopo dieci minuti chiedendo se avesse vinto
l’Oscar e si risedette con noi.
“ Comunque oggi facciamo le
scene d’addio e quelle da sex simbol, tipo al cesso,
o tu sotto la doccia del tipo che pulisce il bus. Credo che poi gireranno gli
spezzoni che mancano e qui abbiamo finito… su le mani! ”
Ci prese le mani sollevandole e intanto masticava una
fetta di toast.
“ Volete vedere un incidente in galleria? “
“ No Tom, no. “
Travis prese un hot dog che non si sa come era nel piatto e glielo ficcò in bocca.
“ Questo è un tir che si schianta sull’incidente! “
Lui iniziò a sputare e a bere più succo di frutta e
latte possibile, arrivò a macchiare tutta la tovaglia ed anche la sua
maglietta. Visto il disastro si pulì la bocca con
quella e soddisfatto ruttò, chiedendo successivamente scusa.
“ Il mio lavoro è compiuto. Andiamo a prepararci? “
“ Va bene, filiamocela prima che ci buttino fuori. “
Mentre lasciavamo velocemente la sala
vidi che Skye faceva colazione con qualche collega e
rideva.
Aveva lo sguardo rivolto verso di me mentre tutti gli
altri suoi colleghi mi davano le spalle.
“ Non la saluti? “
In realtà non sapevo bene come agire, in fondo era con
i suoi colleghi e non le avrei dato tutti i torti se avesse preferito non
ricambiare. Invece scorsi impercettibilmente che dopo essersi messa i capelli
da un lato si voltò e mi fece un occhiolino, poi tornò
a mangiare. Il mio cenno di ricambio fu visto dato che
mi osservò sorridendo mentre annuiva alla sua amica di fronte a lei.
Me ne andai rincuorato eppure sempre confuso.
“ Bene Mark, mettiti un po’ più a destra e guarda bene
la telecamera. Poi fai quello che sai fare! L’acqua
sarà un po’ fredda… ma resisti! “
La canzone partì e l’acqua mi investì,
ma cercai di stringere i denti. Il punto è che sullo sfondo c’era lei con
quelli di Mtv che riprendevano la scena per vedere la
mia reazione successiva e l’impeto fu quello di nascondermi:
avevo questa camicia rigorosamente bianca aperta e dei pantaloni da surf
azzurri. Mi concentrai sul pensiero che solo una cosa sarei riuscito a fare
bene perché era ciò che sapevo fare meglio: farla
ridere.
Diedi il meglio di me e il risultato finale piacque ai
presenti.
Ripensandoci alla fine non mi ero sconcertato a fare le
scene in mutande, perché dovevo lagnarmi di questa? Sorrisi soddisfatto e
mentre me lo facevano rivedere approvai totalmente.
“ Mtv, mtv!
Quello ero io, io in un video fichissimo che scalerà
tutte le classifiche! “
Mi pavoneggiai davanti alle telecamere mentre vedevo
gli altri che registravano le loro ultime scene.
Alla fine tutti scoppiammo in un applauso, io
abbracciai Tom, poi Travis e un sacco di altra gente. Finalmente avevamo finito
e si tornava a casa.
Tornammo tutti in albergo e riposammo un paio di ore.
Dopodiché iniziai a fare la mia valigia. Mentre sistemavo le cose
mi accorsi che mancava ancora la mia felpa, ma non avevo alcuna intenzione di
riprendermela, volevo che se la tenesse.
Svuotai le tasche e per l’ennesima volta saltò fuori il
pupazzino. Lo buttai in valigia ma vedendolo lì nella
confusione ci ripensai e alla fine lo attaccai alle mie chiavi, facendolo
diventare il mio unico portachiavi.
Tom era la persona più disordinata del mondo e ci mise
più del doppio del mio tempo a resettare tutte le sue cose, mentre Travis come
sempre era già pronto da prima di me.
Aprimmo le finestre per aerare la stanza, dato che non eravamo di certo tre persone sempre linde e
profumate. Dopodiché uscimmo da quella camera con i nostri bagagli per l’ultima
volta.
“ Vado a prendere Jen, al
massimo voi andate avanti, vi raggiungo. “
Io e Travis rispondemmo all’unisono e iniziammo ad
avviarci, quando dei passi dal fondo ci raggiunsero. Doveva aver dimenticato
qualcosa.
Fui sorpreso quando mi voltai e vidi Skye. Il mio amico con discrezione mi fece capire che mi
avrebbe aspettato giù e se ne andò.
Aspettavo impaziente che mi dicesse qualcosa. Si grattò
la testa e tirò fuori la mia felpa.
“ Te la saresti dimenticata. “
Sembrava impacciata, forse non era abituata agli addii,
o arrivederci, qualsivoglia si volesse chiamare. Io
ero cresciuto avvezzo a questo tipo di situazioni tuttavia questa volta mi
costava caro.
Presi la felpa e senza nemmeno darle il tempo di capire
gliela infilai sopra la maglietta.
“ Tienila. Oltretutto oggi non fa proprio caldo. “
“ Ma… “
“ Tienila. “
Le scostai le ciocche che aveva sul volto e mi
avvicinai, sollevandole il viso verso il mio.
Sembrava fosse il momento perfetto, lei non appariva
neanche intenzionata a scappare, ciò nonostante preferii darle un bacio sulla
fronte e dopodiché mi girai andandomene. Alzai una
mano per salutarla senza voltarmi indietro.
Mi trovavo nei pressi della caffetteria e mi fermai.
Appena entrai mia sorella sembrò scocciata.
“ Lui che ci fa qui? “
“ Sono con Jen, tranquilla,
non avevo proprio voglia di rivederti nemmeno io! “
Si allontanarono in un tavolo un po’ distante da noi,
mentre io mi sedetti di fronte a lei e ordinammo due tazze di caffè, io forte e
lei macchiato.
Appena arrivarono le ordinazioni
andrai dritto al punto: “ Ho perso la testa per una ragazza. “
“ Era anche ora! Da quanto? “
Probabilmente lei pensava fosse una cosa che mi portavo
dietro da un bel po’ di tempo e che si trattasse di qualcuna che lei
conoscesse, ma si sbagliava di grosso.
“ E’ successo nel giro di una settimana, neanche. “
“ Che cosa?! “
“ Eh. Appunto. Sai quanto è
difficile per me che accada, ed invece… “
“ Forse sei troppo affrettato. “
Le venne quella riga sulla fronte che le spunta solo
quando è innervosita o preoccupata. In questo caso forse entrambe le cose, non
avrei saputo dire.
“ Sentiamo com’è successo. “
Le raccontai per filo e per segno tutto ciò che era
accaduto in quei pochi giorni e mi accorsi che era molto più di quanto avessi
previsto. Fui stupito io stesso, e mentre ascoltava notai che si addolciva sempre di più ma non lo esprimeva.
Dopo una lunga pausa finì il suo caffè parecchio tempo
dopo di me e posò la tazza decisa.
“ Ed è successo tutto questo in pochi giorni? “
Annuii.
“ Ti verrà a cercare. Deve farlo. Oltretutto ha la
felpa. Deve farlo. Con una scusa ti verrà a cercare. “
“ E se non lo farà? “
“ E’ una stupida e ti ha solo
preso un po’ in giro. Un po’ tanto! “
Prese il portachiavi tra le mani e sorrise, ci giocò un
po’.
“ Oltretutto nessuno a parte me
e la tua mogliettina laggiù – indicò Thomas con lo sguardo – ha il diritto di
chiamarti Markey. Solo per questo deve rifarsi viva e
darsi da fare per ottenere il permesso di dirlo. “
Adesso fui io a sorridere. Ne avevo fatte passare di
tutti i colori a quella giovane donna che stava davanti ai miei occhi e mi dava
consigli sull’amore. Ma avevamo avuto anche i nostri
bei momenti. Per parecchio tempo avevamo vissuto anche divisi, un periodo che
preferivamo non citare spesso. Eppure a pochissime persone volevo così bene.
Poche persone mi avevano visto così come Anne mi aveva visto.
Sospirai.
“ Ti ricordi quando eri in terza media e dissi a Rick
che gli andavi dietro? “
Alzò lo sguardo e mi fulminò: non avrebbe mai
dimenticato.
“ Alla fine siete stati insieme per parecchio tempo
dai! “
“ Mi stai chiedendo di dire a Skye
‘ oh il mio fratellino è innamorato di te! ‘ “
“ Uno: fratello. Due: non sono innamorato. “
“ Ne sei davvero sicuro? “
Deglutii e francamente non trovai la risposta adatta.
Sapevo solo che qualcosa mi girava nello stomaco. Ma
non osavo chiamarlo amore, non l’avevo probabilmente mai provato realmente e
non mi azzardavo a pensare di aver imboccato quella via tortuosa dopo aver
visto una persona solo poche volte. Mi sentivo spaesato forse, perché non era
il mio territorio, ma di sicuro non volevo affrettare le cose.
“ No, non credo proprio. “
“ Allora sei ancora in tempo per salvarti. Ad ogni modo
penso che si rifarà viva.. Te lo dico io. “
“ Mah. “
Mi passai una mano tra i capelli e sbadigliai.
“ Vedo che sei stanco e che il tuo amico è impaziente
di levare le tende, perciò ti lascerò andare. “
“ Non riesci proprio a vedere
Tom per più di mezz’ora che già inizia a farti troppi effetti, vero? “
Mi diede un calcio al ginocchio e sorrise. Ci alzammo,
la sovrastavo di parecchio, così si alzò in punta di piedi e mi abbracciò a lungo.
“ Fatti vivo qualche volta. “
Le scompigliai i capelli e dopo un fugace bacio sulla
guancia me ne andai assieme a Tom e Jen; lui girata
quest’ultima fece un gestaccio a mia sorella, ricevendone uno in risposta e una sberla in testa dal sottoscritto.
Giunto a casa dopo due ore e mezza
di viaggio, lanciai la valigia nell’armadio aperto e mi buttai sul letto. Io,
Tom e Travis vivevamo piuttosto vicini ed era solito
frequentarci assiduamente, ma adesso mi sentivo in vena di starmene per conto
mio. Proprio mentre questo pensiero mi passava per la mente
sentii suonare il campanello.
Scesi le scale in calzoncini, qui faceva piuttosto
caldo, e aprii la porta mentre m’infilavo la maglietta. Appena tirai fuori la testa rimasi a bocca aperta.
Mia sorella aveva ragione anche questa volta.
“ Spero di non disturbarti. “
Ero ancora perplesso e stupito, niente sembrava potesse
togliermi dalla faccia quell’espressione da ebete.
“ Ehm… potresti salutarmi. Farmi entrare. Cacciarmi
via. Sputarmi in faccia! “
La feci accomodare e le indicai
il salotto. Chiusi la porta e appoggiai le chiavi sul mobiletto. Notò il
portachiavi e le sfuggì un sorriso.
Ci accomodammo sul divano e tirò fuori delle ciambelle
dalla borsa.
“ Tu. “
“ Ehm… Già. “
“ Esattamente… “ cercai di formulare bene la frase e
non farmi sopraffare dai pensieri. “Esattamente perché sei qui? E come diavolo
mi hai trovato? “
“ Beh, innanzitutto sai che ruolo copro
e che quindi è stato facile avere il tuo indirizzo. E la risposta alla prima
domanda è semplice. “
“ Cioè? “
Mi passò una ciambella con la glassa al cioccolato e
aspettando la risposta iniziai a mangiare.
“ Volevo rivederti. E poi mi sembra che tu abbia
lasciato qualcosa in sospeso. “
Volevo parlare ma avevo la bocca impastata di
cioccolato, e probabilmente anche le mie labbra erano sporche.
Dapprima mi pulì con il fazzoletto, dopodiché la vidi
avvicinarsi. Fu un attimo e mi ritrovai con gli occhi chiusi. La ciambella mi
cadde di mano e le sue labbra morbide si congiunsero alle mie. Sapeva di
qualcosa di buono, non avrei saputo dire cosa.
Appena il tempo di riflettere e si staccò.
“ Questo? “
“ Direi. “
Lei era in imbarazzo quanto me, chissà quanto le era
costato quel gesto così difficile da compiere. Per parecchio tempo rimanemmo
seduti a passarci da mangiare e da bere.
Tuttavia fu inevitabile rompere il silenzio.
“ Ti va di vedere un film? “
Mi guardò come se si fosse appena ripresa da una sorta
di catalessi e scossa annuì, anche se tornò subito tra la sua nube di pensieri.
«E se se ne
fosse pentita?» fu la prima idea che
mi balenò in testa. Misi su il primo film che mi capitò tra le mani e tornai a
sedermi.
Pian piano cercai di avvicinarmi a lei e dopo una buona
mezz’ora la tenevo sottobraccio e ci abbracciavamo continuando a mangiare e
scambiandoci battute sugli attori.
Ci addormentammo a metà film, o almeno io lo feci, e
credo che lei mi seguì perché quando mi svegliai era in
un sonno profondo. Lo schermo della tv era nero e la stanza buia.
La chiamai delicatamente e si svegliò stiracchiandosi.
Nel frattempo misi un canale a caso per avere un minimo di luce. Mi guardò, era
adagiata su di me, tra le mie braccia, con la coperta sulla testa e qualche
capello fuori posto.
“ Bel film. “
“ Sul serio… sono le otto passate e abbiamo praticamente cenato con tutte quelle ciambelle. “
“ E’ meglio che me ne torni a casa prima che sia troppo
tardi. “
Mi venne spontaneo domandarmi dove vivesse in effetti.
“ Dove vivi? “
“ Sono originaria di Orange Country
e ho casa anche lì, ma ora ho tutto a Los Angeles praticamente.
“
“ Fammi capire bene… potevi fermarti a venti minuti da
Santa Monica e sei venuta fino a qui? “
Arrossì e non rispose alla domanda. Si alzò e buttò
tutte le cartacce, diede anche una sistemata al salotto e tornò dalla cucina
guardandomi incerta sul da farsi.
“ Per me puoi anche restare… “
“ Nono, devo scappare a casa. “
S’infilò il cappotto e l’accompagnai
alla porta. Non sapevo bene che cosa dovevo fare. Avevo il permesso di
baciarla? Dovevo limitarmi ad una stretta di mano?
Potevo abbracciarla?
Decisi di non pormi più problemi quando vidi che
aspettava solo la mia mossa, così la strinsi a me e le diedi un lungo bacio. Si
toccò le labbra quasi per assicurarsi che fosse vero e
dopo averle aperto la porta la ripresi e gliene diedi un altro. Sorrise nel mentre e la trovai dolcissima.
“ A presto allora. “
“ A presto Mark Hoppus. “
Salì sulla sua enorme macchina nera e dopo avermi salutato si allontanò. Rimasi sulla porta per un po’.
Quando rientrai respirai a
pieni polmoni e non riuscii a fare una mossa senza ritrovarmi a pensare a lei.
Era tutto così perfetto che stentavo a crederci. Avvisai mia sorella e Tom con
un messaggio. M’infilai a letto alle nove passate, sfinito ma con il sorriso
sulle labbra.
Shapespace: siamo giunti ad un nuovo capitolo, l’agognato capitolo del bacio. Finalmente
sono felici e avrete pensato volessi chiudere qua la
storia, ma no, non è così o
Ho bene in mente con che
scena concluderla, ma non quanto possa durare tutto
questo. Spero di non dilungarmi troppo e di non risultare
noiosa o scontata.
A me ha soddisfatto il
capitolo perché proprio così immaginavo la scena del primo bacio e sono
riuscita a creare - - credo - una linea temporale sensata.
Il titolo mi è venuto dalla
nuova canzone Boxing Day
uscita proprio ieri CWC
Mi piaceva come pronuncia e perché mi sembrava avere senso per la storia. Potevo
anche non citarvi la fonte, ma ci tenevo uwu
~Alla prossima c: ~