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Autore: Aven90    12/12/2012    1 recensioni
Prefazione. Ebbene sì! Si torna alla carica con un argomento ad alta tensione! La trama è pressappoco questa: il commissario Svente è uno stacanovista, e nessuno si è mai lamentato di lui.
Ma stavolta una brutta gatta da pelare lo costringerà a scendere a patti col nemico. Riusciranno i nostri eroi a salvare tutti i prigionieri di uno psicopatico?
Genere: Comico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Silenzio tu!” intimò prima di tutto l’evaso, puntandogli contro la pistola. “E tu!” chiamò la ragazza impiegata allo sportello. “porta qui tutti i contanti che hai! E bada che siano tutti! Tutti contanti, odio le monetine!”

“C-certo” annuì e sparì alla vista.

“Ma dov’è il direttore in questi casi?” si lamentò lo straniero. Nessuno gli rispose, in quanto non sapevano a chi si riferisse. In effetti, anche Alexander fece la stessa domanda, rivolgendosi al ragazzo occhialuto che sapeva tutto “Chi è il direttore? E perché non viene?”

Il ragazzo rispose “Beh, si dice che sia una persona umana, ma in realtà nessuno lo ha mai visto in faccia. È sempre assente per motivi vari, pertanto suppongo che nemmeno gli impiegati lo conoscano. È un po’ come dire che forse sono io il direttore e nessuno sa niente”

Alexander convenne “Sarebbe una bella storia”, rimanendone affascinato. Chissà, magari si mimetizzava fra l’arredamento, o si mescolava in mezzo ai clienti per garantire il corretto funzionamento dell’ufficio,  ma in quel caso si sarebbe esposto subito dopo le parole minacciose dell’evaso. Tuttavia, mentre aspettava la signorina col grosso sacco delle banconote, il violento e fastidioso rumore della sirena della polizia arrivò alle orecchie di tutti. “L’ha chiamata il Direttore! Lo sapevo!” esultò Alexander.

Il ragazzo occhialuto precisò “L’ho chiamata io. Perdinci, non voglio affidarmi a una sottospecie di fantasma”

Alex commentò “Beh, mia madre si affida a mio padre, quando lui entra nella stanza da letto vestito da fantasma”

“Uhm…” commentò il ragazzo, ma la polizia fece il suo corso “FERMI TUTTI! TU, ESCI MOLTO LENTAMENTE E CON LE MANI IN ALTO! SEI CIRCONDATO!” ordinò Vacanza, seppur molto vicino ausiliandosi col megafono.

Archie Embratson si girò verso l’esterno e rispose “Provate ad entrare e uno qualsiasi fra questi muore!”

“Oh mio Dio! Spero che non sia io!” si scandalizzò il gay, coprendosi il volto con le unghie. La vecchia, l’unica che gli aveva dato confidenza, disse “E nemmeno io. Insomma, ci voglio arrivare a cento anni!” Archie notò la donna col bambino e il cane, e prese in ostaggio loro “Bene! Prenderò in ostaggio loro!”

“Oh no! Nemmeno mio marito, che peraltro mi tiene rinchiusa!” il commissario Svente ebbe i suoi brividi freddi, ma riprese coscienza di sé e ordinò “Quali le trattative per negoziare?” la sua vice lo avvertì “Guardi che Embratson è famoso per le trattative! Stia molto attento, non è uno che cede!” ma Svente la liquidò “Eh, guarda che si tratta solo di strategia, pensa che una volta…” e si sconnesse per raccontare l’aneddoto, perdendosi la risposta “Beh, perlomeno diecimila dollarozzi!”

“Cazzo! Diecimila! Ma dove ti credi di essere? Chiedi di più, no?” protestò la signora, che non si faceva gli affaracci propri.

Il bambino, che stava sovrastando gli ululati del cane che ululava senza motivo, chiese “Perché ne vuole diecimila?” Archie rispose “Perché sì!”, calandosi perfettamente nel linguaggio infantile. Al che Svente si intromise “Non è una risposta valida! Vorremmo sapere perché diecimila e soprattutto diecimila di cosa!” Embratson non capì “Ho appena detto che esigo diecimila bigliettoni! Cos’è, non ci senti?” Svente replicò “Beh, ciò che faccio è affar mio! O no?”

“No” rispose Archie.

“In ogni caso, diecimila bigliettoni sono troppi”

“Beh, allora ammazzo il cane” minacciò Archie, fra le urla del bambino.

Anche il cane protestò abbaiando in codice morse, che nessuno decifrò perché nessuno lo aveva imparato.

“Questo cane da fastidio!” osservò Svente, rivolto stavolta agli impiegati. “Chi è che l’ha fatto entrare?” la signora rispose “Io! Perché altrimenti mio figlio piange!”

“Cosa?” chiesero all’unisono Svente ed Embratson.

“È vero.” Ammise il bambino, “Piango sempre, quando una cosa non mi conviene” ad Archie venne un’idea “Allora piangi quando te lo dico io”

“Ok.” I bambini si sa che sono accollativi quando i grandi promettono loro.

Svente, ignaro di tutto, rispose “Possiamo venirti incontro, Embratson: lascia stare queste persone e noi ti offriamo uno sconto della pena”

Il bambino pianse.

Archie ritorse la cosa al commissario “Vede? Anche il bambino piange”

Svente non sopportava i rumori molesti, e la vice lo sapeva, quindi s’intromise “Commissario, non si faccia fregare dalla sua mal sopportazione!”

“Lo so” rispose Svente “però non posso fare a meno di sparare al cane e al bambino”

Archie riprese “Allora? Che ne dice? Posso prendere i diecimila?” Svente rispose “No! Piuttosto, perché non consideri l’idea di redimerti?” stavolta fu la signora ad intromettersi “Giammai! Diventerebbe una mammoletta! Mi piace il suo modo… bruto… di sottomettere le donne!” e gli si strusciò addosso. A Svente venne la mezza idea di acciuffare Archie Embratson in quel momento che aveva la guardia abbassata, ma subito dopo il bambino pianse ancora.

“Oh, uffa! Qui ci si struscia e io non ho ancora le mie diecimila caramelle!” Svente si rivolse al bambino “Ragazzo, collabora con noi invece che con un tizio che non è tuo padre!”. In quella, l’impiegata tornò col sacco riempito di verdoni.

“Ecco qui, signor ladro: tutti i contanti di questo ufficio.” Archie sogghignò, dopo aver controllato l’effettivo contenuto “Visto, Svente? Tutti qui collaborano con me, tu sei superato! Non hai il minimo di gentilezza!”, detto da uno con la pistola puntata ovunque.

Il commissario sbiancò “In effetti, tutti lì collaborano col rapitore! Ciò significa che ogni trattativa è inutile!” , e se ne lamentò con la vice, visto che alla fine della frase la guardò sgranando gli occhi. Quest’ultima gli ricordò “Si ricordi che noi siamo tre volanti, lui è solo: possiamo liberare gli ostaggi e rimpossessarci del maltolto quando vogliamo”

Svente la guardò negli occhi grigi tinti di mascara: aveva ragione, e aveva anche un po’ di congiuntivite. “D’accordo” riprese a parlare al megafono “Hai avuto i tuoi soldi, però rilascia la donna, il bambino e il cane”

“No!” protestarono i tre.

“Perché no?” chiese Svente.

“Perché è come uno di famiglia con queste doti di leader!” s’inorgoglì la signora ostaggio, come se l’avesse cresciuto lei.

“No, signora, la prego di non farsi venire la sindrome di Stoccolma proprio ora!” avvertì il commissario.

“E perché? È geloso?” chiese provocatoria lei.

“Macché geloso! Sto cercando di salvarla!”

“Salvarmi? Ma mica l’ho chiesto espressamente!”

“Beh, immagino che lo chiederà non appena saprà che intende trucidarvi a trattativa finita!”

Bingo.

Svente centrò la frase giusta, anche se nemmeno lui avrebbe mai immaginato di ottenere quell’effetto: il bambino prese a calci il cane, che morse la gamba destra di Archie, e la signora lo prese anche a borsettate, come un vero criminale, dicendo “Come tutti, eh? Mi seduci e poi mi abbandoni, eh? Solo perché ho un marito brutto!”

“Ma non è come pensi… AAAAH!” si lamentò dolorante Archie, ma dovette lasciarli andare. L’impiegata chiese ”Embè? Li consegno lo stesso i soldi?”

“NO!” ordinò Svente “Voglio vedere quale sarà la sua prossima mossa”

“È vero, Svente: ho ancora molte frecce al mio arco”

Alexander s’intromise “E ci sono anche i miei soldi della bolletta, nel bottino”

Archie guardò Alexander.

Alexander guardò Archie.

Quest’ultimo sibilò “Non interessa a nessuno, se proprio devi parlare,  allo sbirro quanto sono bravo, buono, generoso, lindo e onesto”

Alexander scosse la testa “Per me, sei solo un brutto ceffo che non mi fa pagare la bolletta, impedendomi di dormire”

Archie Embratson ebbe uno strano senso di colpa, per quello evitò di ucciderlo.

 

 

Fine Capitolo! Fine anche del primo round fra Embratson e Svente, due grandi personalità! Chi la spunterà? 

   
 
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