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Autore: NihalKatniss    13/12/2012    1 recensioni
[...]Ormai è tardi per dirlo, ma io non ti ho mai dimenticato, ogni giorno ti ho pensato, ogni giorno della mia vita. Ti amo. Ti amerò fino alla fine dei miei giorni, fino a quando, finalmente, non tornerò con te e allora potremo stare insieme per sempre.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ciao. È da tanto tempo che non vengo a trovarti. Ne sono passati di anni dall'ultima volta che ci siamo visti, vero? Eravamo due ragazzini, e ora siamo due vecchi.
Ti ricordi quando ci incontravamo di nascosto nella villa abbandonata? Del nostro primo bacio? Del cuore che ci batteva forte nel petto quando ci guardavamo negli occhi? Eravamo entrambi timidi e impauriti da quelle emozioni che non avevamo mai provato.
Ti ricordi quando i nostri genitori ci scoprirono? Io lo ricordo fin troppo bene. Ci trovarono mentre ci baciavamo e cominciarono a volare insulti, grida, pianti. Diedero la colpa a me, dato che ero più grande. Dicevano che ti avevo influenzato, che avevo traviato la tua mente innocente. Tua madre mi spinse via da te con forza e mi guardò con uno sguardo carico di odio, disgusto, disprezzo. Tuo padre mi urlava contro. I miei genitori urlavano. Tu piangevi. Io ero fermo, immobile, a osservare quella scena sperando che fosse solo un brutto incubo. Invece no, era l'orribile realtà. I miei genitori mi trascinarono a casa gridando allo scandalo. Mia madre piangeva, mio padre mi picchiava mentre io urlavo la mia innocenza, urlavo di amarti, urlavo che erano loro a non capire. Quella notte non dormii perché immaginavo cosa sarebbe successo, sapevo che quella era stata la nostra ultima volta, che non ti avrei più rivisto.
In fondo lo sapevamo entrambi che quel giorno sarebbe arrivato, perché il nostro era ed è un amore impossibile, incompreso, additato come un amore malato.
Mio padre mi lasciò chiuso in camera mia per tre giorni, mia madre mi portava da mangiare senza nemmeno guardarmi in faccia. Poi un pomeriggio mio padre venne a prendermi e mi ordinò di seguirlo. Io non capivo, o meglio, non volevo capire. Seguii i miei genitori in silenzio fino alla stazione, dove salimmo su un treno che ci portò fuori città, che mi portò lontano da te.
Nella nuova città ero controllato a vista dai miei genitori e dai miei parenti, non potevo fare niente senza prima rispondere a tutte le loro domande in modo esauriente e tutti i miei amici dovevano prima essere approvati da loro. Non potevo scriverti, non potevo venire a cercarti. Non ne potevo più, avrei voluto scappare, venire da te, ma per me ormai non c'era altro che scuola, casa, chiesa. Non mi facevano più vivere sperando di soffocare il mio amore per te.
Tempo dopo il nostro arrivo mio padre mi fece conoscere una ragazza, e mi fece chiaramente capire che avrei dovuto sposarla. Io non ne potevo più, così dopo qualche mese mi arresi e la sposai. Fu così che ti tradii.
Una volta sposato e cresciuto avrei voluto venirti a cercare, ma avevo paura, paura della tua reazione. Avevo sposato un'altra donna, ti avevo tradito. Così mi convinsi che stavi bene, che mi avevi dimenticato. Sono stato un codardo. Ti ho deluso e lo so che chiedere scusa non serve a niente.

Adesso però sono qui, ti ho cercato. Non potevo più vivere con questo rimpianto. Sono arrivato qui ieri, ho chiesto di te e mi hanno detto dove trovarti. Ora sono qui inginocchiato davanti a te. Alzo il volto asciugando le lacrime con la manica della mia giacca e ti guardo negli occhi, i tuoi bellissimi occhi azzurri che il tempo non ha cambiato.
Alzo la mano per toccare il tuo volto e le mie dita incontrano il vetro freddo che copre la tua fotografia. Con l'altra mano accarezzo la fredda lapide sotto la quale riposi. Con il dito seguo le lettere in rilievo che compongono il tuo nome. Daniele. Un singhiozzo mi scuote.
Non abbiamo potuto essere felici perché abbiamo lasciato decidere agli altri il nostro futuro, senza combattere per difendere il nostro amore che nessuno ha mai capito e che probabilmente nessuno mai capirà. In questo mondo nessuno può riuscire a concepire che due uomini possano amarsi. Sopratutto io non sono stato abbastanza forte per combattere per te. Ti chiedo perdono. Ormai è tardi per dirlo, ma io non ti ho mai dimenticato, ogni giorno ti ho pensato, ogni giorno della mia vita. Ti amo. Ti amerò fino alla fine dei miei giorni, fino a quando, finalmente, non tornerò con te e allora potremo stare insieme per sempre.

   
 
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